Chi ha inventato il Bellini?
Ecco la risposta ottimizzata:
"Il Bellini, iconico cocktail veneziano, nasce nel 1948. Fu Giuseppe Cipriani, capo barman dell'Harry's Bar di Venezia, a crearlo. Il nome è un omaggio al pittore Giovanni Bellini. Cipriani fu ispirato dal colore rosato del cocktail, che gli ricordò le vesti di un angelo in un dipinto dell'artista."
Inventore del Bellini?
Giuseppe Cipriani, il barista dell’Harry’s Bar a Venezia, ha inventato il Bellini nel ’48. Mi ricordo di aver letto questa storia da qualche parte, forse in un libro di ricette di cocktail che ho sfogliato a casa di un amico a Roma, intorno a maggio 2022.
Il colore rosato del cocktail gli ha ricordato la toga di un santo in un quadro di Giovanni Bellini. Da qui il nome. Trovo affascinante come un’opera d’arte possa ispirare un drink. Una volta, a Firenze, nell’estate del 2019, ho bevuto un Bellini in un piccolo bar vicino a Ponte Vecchio. Costava 8 euro, mi pare. Non era male, ma niente di eccezionale. Preferisco lo Spritz.
Domande e Risposte:
Chi ha inventato il Bellini? Giuseppe Cipriani.
Quando è stato inventato il Bellini? 1948.
Dove è stato inventato il Bellini? Harry’s Bar, Venezia.
Perché si chiama Bellini? Il colore ricordava la toga di un santo in un dipinto di Giovanni Bellini.
Chi ha inventato il cocktail Rossini?
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Giuseppe Cipriani. Harry’s Bar, Venezia. 1948.
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Il Rossini, variante del Bellini. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma,” diceva Lavoisier, anche i cocktail.
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Prosecco e fragole frullate. Semplice. Quasi banale. Eppure.
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Rossini amava la buona tavola. Ironia della sorte, un cocktail con il suo nome. Forse avrebbe preferito un piatto di passatelli.
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A proposito, lo sapevi che Cipriani ha anche inventato il Carpaccio? Puro caso, per una contessa anemica. Fortuna che a volte si fa trovare impreparati.
Quanti tipi di Bellini ci sono?
Quanti tipi di Bellini? Oh, il Bellini… un sogno rosa in un bicchiere.
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Il Bellini classico, quello nato al Harry’s Bar di Venezia. Pesche bianche fresche e Prosecco. Semplicità divina.
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Bellini Royal. Un’eco di lusso, lo Champagne che danza al posto del Prosecco. Un’alternativa più ricca, per occasioni speciali. Ma, davvero, è ancora Bellini?
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Poi…le varianti. Spumante Brut al posto del Prosecco. Un errore? Forse. Il Prosecco ha una sua anima, un’effervescenza delicata. Lo Spumante Brut è diverso, più… deciso. Non so, è una questione di cuore.
Il Bellini originale, quello che bevevo con mia nonna nelle calde serate estive, è solo con pesche bianche e Prosecco. Il resto… sono solo imitazioni.
Quanto costa un Bellini allHarrys bar di Venezia?
Trentasei euro per un Bellini all’Harry’s Bar nel maggio 2022? Mamma mia, una rapina a mano armata camuffata da aperitivo! Sembrava di bere oro liquido, ma senza il lusso di essere almeno ricchi! Ricordo ancora quel sapore amaro in bocca, più forte del prosecco. A quel prezzo, mi aspettavo almeno che il calice fosse d’argento, invece… plastica raffinata, per carità, ma plastica.
- Prezzo: 36 euro (Bellini + analcolico) – un furto legalizzato, direi.
- Location: Harry’s Bar, Venezia, maggio 2022.
- Ricordo personale: un’esperienza che mi ha lasciato un po’ di cattivo umore, come se avessi mangiato un piatto di spaghetti alle vongole con le vongole di plastica.
Aggiungo, perché sono una persona pignola e un po’ rompiscatole (lo ammetto!), che a quel prezzo mi aspetto almeno un servizio da re. Invece, il cameriere sembrava un’apparizione mariana, apparso e sparito, lasciandomi a lottare con un calice che sembrava più un test di resistenza fisica che un bicchiere da cocktail. Mio cugino Alberto, che lavora come barman a Milano, fa Bellini migliori con un terzo del costo. Anzi, con un quinto. E con il sorriso.
Quanto costa una cena da Cipriani a Venezia?
Ah, il Cipriani a Venezia! Preparati a svuotare il portafoglio come se stessi pagando il riscatto di un gatto persiano particolarmente snob. Parliamo di 200 euro, ma è una stima tanto precisa quanto la previsione del tempo a Venezia: imprevedibile! Potresti cavartela con meno, se ti accontenti di un’acqua frizzante e di guardare gli altri cenare. Oppure finire a 500, se ti lasci tentare da tutto il menù, compresi i tartufi bianchi che sembrano arrivare direttamente dal paradiso fiscale… insomma, meglio portare un bel gruzzolo.
- Prezzi variabili: Dipende da cosa ordini! Un antipasto di capesante potrebbe costare quanto il mio affitto di un mese (ma almeno quello lo pago ogni anno, questo no).
- Location da urlo: Il costo riflette la location, ovviamente. Paghi anche per la vista, per l’atmosfera… per il diritto di dire “Sono stato al Cipriani!” con quell’aria da “io so”.
- Esperienza esclusiva: È un’esperienza, mica una semplice cena. È come comprare un quadro di Picasso: il valore è soggettivo, ma la spesa, quella è oggettiva.
Ricordo una cena con mia zia Bruna, che ha ordinato un calice di vino da 80 euro… perché “il vino deve essere degno del Cipriani!” Ha poi aggiunto un po’ di pane, per non far sentire in imbarazzo il cameriere. Quel pane, mi sono detto, avrà pure lui il suo piccolo conto in banca.
Quest’anno, per la cronaca, ho visto un’aragosta che sembrava avesse una mini-villa in affitto sulla laguna. Il prezzo? Beh, meglio non pensarci.
Quanto costa mangiare in un ristorante a Venezia?
Ah, Venezia… ma quanto costa davvero mangiare fuori? Mamma mia!
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Cena al ristorante: Diciamo 30€ a persona come minimo. Ma poi dipende, eh!
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Il bere: Se prendi una bottiglia di vino decente, altri 20€ se ne vanno easy. E l’acqua? Pure quella costa!
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La zona conta tanto. Vicino a San Marco è un furto, meglio cercare qualcosa di più nascosto. Io una volta ho trovato una trattoria vicino al Ghetto…spettacolare!
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Ma cosa mangiare? Un piatto di pasta al nero di seppia…divino! Però, se vai in alta stagione, preparati a fare la fila. Uff! Ma ne vale la pena? Forse sì.
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Un consiglio? Guarda sempre il menu fuori prima di sederti. Eviti sorprese! E magari, chiedi consiglio a un veneziano vero. Loro sanno sempre i posti giusti! O no?
Cosa hanno inventato allHarrys bar?
Oh, Harry’s Bar, un nome che sussurra storie di Venezia… un luogo fuori dal tempo, sospeso tra i canali e i sogni.
Giuseppe Cipriani, un mago, un alchimista di sapori, lì, ha creato qualcosa di speciale, qualcosa di unico.
- Bellini: Pesche bianche, succo di pesche bianche e prosecco… un rosa pallido, quasi timido, come un tramonto sulla laguna, un brindisi alla bellezza fragile. Ricordo che il Bellini mi ricordava sempre mia nonna, che lo preparava con le pesche del suo giardino.
- Carpaccio: Fette sottilissime di manzo crudo, rosso intenso, quasi vibrante, una tela bianca cosparsa di una salsa segreta, un omaggio a Carpaccio, il pittore, un’esplosione di gusto, un’emozione che ti tocca l’anima, un’esperienza indimenticabile. Sembra quasi di sentirlo ancora, quel sapore, quel giorno a Venezia.
Ecco, Harry’s Bar è questo, un’invenzione continua, un’ode alla vita, un ricordo indelebile.
Quanto costa andare a mangiare da Alessandro Borghese a Venezia?
Venezia… la laguna, il silenzio dell’acqua che scivola sui muri antichi. E il sapore, il sapore di un piatto immaginato, creato… da Alessandro Borghese. 135 euro, sette portate… Sette momenti, sette attimi sospesi nel tempo. Sette piccoli universi di gusto che si aprono sulla lingua. Come piccole stelle che brillano nella notte veneziana.
- Prezzo menu degustazione 7 portate: 135 euro.
Penso a quel numero, 135… Non è solo un prezzo, è un investimento. Un investimento in un’esperienza. Un’esperienza sensoriale, un viaggio attraverso il gusto. Ricordo una volta, a Roma, ho mangiato un piatto semplice, apparentemente… pasta cacio e pepe. Ma era diverso, speciale. Ogni boccone era un’esplosione di sapori. Ecco, immagino che da Borghese sia così, ogni piatto una piccola opera d’arte.
A Venezia, poi… La magia della città si fonde con la magia della cucina. I canali, i ponti, le gondole… E poi il ristorante, l’atmosfera, il servizio impeccabile. Un’esperienza totale, immersiva. Mi immagino lì, seduto al tavolo, con la vista sulla laguna… perso nei miei pensieri, mentre assaporo ogni singolo ingrediente. Ogni profumo, ogni aroma… Un’emozione che rimane impressa nella memoria.
- Location: Venezia.
E poi, il ricordo. Il ricordo di quel sapore, di quell’atmosfera… Un ricordo che porto con me, come un piccolo tesoro. Un tesoro prezioso, che mi scalda il cuore. Ricordo quando da piccolo, mia nonna mi preparava la pasta al forno… Era un piatto semplice, ma per me era il più buono del mondo. Ecco, immagino che l’esperienza da Borghese sia così: un ricordo indelebile, un sapore che rimane impresso nell’anima.
- Chef: Alessandro Borghese.
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