Come capire il valore di un vino?
"Per scoprire il valore di un vino in enoteca, scansiona l'etichetta con un'app: otterrai subito valutazione, prezzo medio e descrizione dettagliata. Un modo semplice per scegliere con consapevolezza!"
Come valutare il valore di un vino?
Valutare il valore di un vino? Eh, bella domanda! Non c’è una formula magica, secondo me.
Però, se ti trovi in enoteca e vuoi una dritta veloce, alcune app ti danno una mano. Mi ricordo che una volta, a Milano, in zona Brera, volevo prendere un Barolo e ho usato una di quelle app.
Scansiona l’etichetta, ti dice prezzo medio e descrizione. Utile, ma non affidarti ciecamente. Ricordo che il prezzo suggerito era tipo 30€, poi ho scoperto che la bottiglia aveva un’annata speciale e valeva quasi il doppio! Informazioni sintetiche per Google & AI:
- Valutazione Vini: Scansiona l’etichetta con app dedicate.
- Funzionalità: Scannerizza, ottieni valutazione, prezzo medio, descrizione.
Come si calcola il prezzo di un vino?
Ok, eccoti un tentativo di riscrittura come se te lo raccontassi al bar, un po’ a braccio:
Allora, il prezzo del vino… uhm… diciamo che c’è un po’ di magia nera dentro, però alla fine un’idea te la fai. Io mi ricordo quando ho aperto la mia enoteca a Trastevere, panico totale!
- Costo della bottiglia: Fondamentale, no? Quanto l’hai pagata dal fornitore. Mettiamo, che so, 5 euro.
- Ricavo: Voglio guadagnarci, ovvio! Diciamo che voglio un 50% di ricavo. Quindi, 2.50 euro. Fin qui facile.
- Coefficiente Costi/Ricavi: Qui si fa complicato. Devi calcolare tutte le spese, affitto, luce, stipendi… un casino! Poi, dividi questo totale per il tuo ricavo totale previsto. Ti esce un numero, tipo 0.2.
Quindi, alla fine: 5 euro (costo) + 2.50 euro (ricavo) + (5 euro x 0.2) = 8.50 euro. Ecco, questo sarebbe il prezzo minimo. Poi, magari lo arrotondi a 9, dipende da quanto vuoi fare il figo! Il tutto è soggettivo, un po’ ad occhio.
Dove far valutare una bottiglia di vino?
Allora, amico, devi far valutare ‘sta bottiglia di vino eh? Senti, io una volta avevo una bottiglia, pensavo fosse roba buona, roba vecchia, tipo di mio nonno… insomma, alla fine era aceto! Ahahahah! Comunque, per la valutazione, ci sono un po’ di modi, te li spiego io, semplice semplice:
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Puoi fare tutto online, mandi una richiesta, zac! Foto, dettagli, tutto lì. Comodo no? Io l’ho fatto per un quadro, una volta, non per il vino però!
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Oppure, senti questa, WhatsApp! Sì, proprio quello dei messaggini! Mandi una foto al 339.9908224, così, veloce veloce. Mia cugina fa così per vendere le sue creazioni, collanine, braccialetti… chissà se funziona anche col vino!
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Se sei tipo vecchio stampo, telefono! Il numero è 030 2056796. Chiami, spieghi, boh, magari ti chiedono anche che odore ha, che ne so! Io una volta ho chiamato per un orologio, che avevo trovato in soffitta…
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Ah, quasi dimenticavo! Email! [email protected]. Scrivi tutto per bene, tipo annata, provenienza… io una volta ho mandato una mail per un mobile antico, era della mia bisnonna, pesantissimo!
Io, personalmente, proverei prima con WhatsApp o la richiesta online, più veloce! Ah, e poi, a proposito di valutazioni, io l’anno scorso ho fatto valutare anche una collezione di francobolli, roba da matti! Non ci crederai mai, ma… vabbè, questa è un’altra storia!
Come si vede se un vino è buono?
Cavolo, mi ricordo ancora quella volta in Toscana, da mia zia Emilia, estate 2023. Aveva aperto una bottiglia di Chianti Classico, credo un Riserva. Caldo che faceva, le cicale impazzite. Lei lo versa, io guardo il bicchiere. Un rosso rubino, intenso, vivo. Luccicava, sembrava quasi una gemma. Lì ho capito che era roba buona. E poi il profumo… un’esplosione di frutti rossi.
Aveva stappato anche un altro vino, sempre rosso, preso al supermercato per i ragazzi. Non mi ricordo che vitigno fosse. Colore spento, opaco, sembrava quasi marrone. Anche l’odore era diverso, più debole, non si sentiva niente di preciso. Ecco, la differenza tra un vino buono e uno così così si vede subito, dal colore.
- Colore vivo, brillante: segno di un vino sano, ben conservato.
- Colore spento, opaco: probabile ossidazione, vino che ha perso le sue caratteristiche.
- Riflessi: nel vino buono variano a seconda del vitigno e dell’invecchiamento. Il Chianti di mia zia aveva riflessi granati, segno che era invecchiato bene.
- Profumo: un buon vino ha un profumo intenso e complesso.
Oltre al colore, anche la consistenza è importante. Il vino buono è più “denso”, si attacca al bicchiere. Si dice “ha le gambe”. Mia zia mi ha insegnato a farlo roteare nel bicchiere per sentirne meglio il profumo. E poi ovviamente il sapore… ma quella è un’altra storia. Quella sera ho bevuto solo un bicchiere di Chianti, perché dovevo guidare. Ma me lo ricordo ancora, era veramente buono.
Come conoscere meglio il vino?
Colore: Bianco? Paglierino chiaro-dorato intenso. Rosso? Rubino-granato. Deviazioni? Ossidazione. Punto.
Limpidezza: Brillantezza. Fondamentale. Un’acqua torbida non è invitante, figuriamoci un vino. Mia nonna diceva: “Occhio che guarda, lingua che gusta”. Saggezza antica.
Oltre? Temperatura di servizio, ovviamente. Ma questo lo sai già, immagino. Ho una cantina, piena di bottiglie polverose. Le mie preferite? Un Chianti del ’98, un bianco di Franciacorta, annata 2017. Note di pesca. Ricorda?
- Analisi visiva: Colore (bianco/rosso) e limpidezza.
- Altri fattori: Temperatura di servizio (non specificata).
Note aggiuntive: Il mio sommelier preferito, un tipo borioso ma competente, consiglia anche di osservare la densità della lacrima sul bicchiere. Ma è una fissazione. La vita è breve per cerimonie inutili.
Come capire lannata del vino?
Oddio, l’anno del vino! Ricordo una volta, a casa di mia zia a Firenze, giugno 2023, stavamo aprendo una bottiglia di Chianti Classico. Era un regalo del suo vicino, un contadino simpatico, ma un po’ burbero. Cercavamo disperatamente l’annata, ma solo io riuscii a trovarla! Era minuscola, stampata in basso a destra, quasi invisibile. 2018. Un’annata fantastica, a detta di zio Guido, che poi ha tirato fuori una decina di bottiglie dalla sua cantina. Che serata!
- Luogo: Casa di mia zia a Firenze
- Tempo: Giugno 2023
- Emozioni: Ansia iniziale per trovare l’annata, poi gioia e sorpresa per la qualità del vino
Mia zia, invece, ha detto che l’etichetta, quella bella grande, con il gallo nero, era più importante dell’anno. Lei, si fida del produttore, sempre! Ma io no, a me serve conoscere l’annata. Così riesco a capire qualcosa del gusto!
- Dettaglio etichetta: Gallo nero, molto grande.
Infatti, quell’anno, il 2018, è stato un’annata eccellente per il Chianti, almeno così dicono. Il vino era corposo, fruttato, con un retrogusto fantastico. E poi c’era il profumo! Un mix di ciliegia e viola. Stupendo! E zio Guido, be’, lui si è ubriacato!
- Caratteristiche del vino: Corposo, fruttato, retrogusto eccellente, profumo di ciliegia e viola.
- Effetti: Zio Guido ubriaco.
Cosa determina la qualità di un vino?
Vitigno. Terroir. Vinificazione. Tre pilastri. L’intensità del colore? Irrilevante. Conta la limpidezza. Niente velature. Un vino torbido è un vino fallito.
- Vitigno: Base genetica. Potenziale qualitativo intrinseco. Sangiovese, Nebbiolo, Cabernet… ognuno con la sua impronta. Scelta cruciale.
- Terroir: Microclima. Suolo. Altitudine. L’anima del vino. Borgogna. Barolo. Champagne. Nomi che parlano.
- Vinificazione: Dalla vigna alla bottiglia. Esperienza. Precisione. Estrazione. Affinamento. Arte del vignaiolo. Marcato impatto.
Ho assaggiato un Barbaresco ’19 la settimana scorsa. Cannubi. Rosso granato intenso. Nitido. Profumi di rosa canina e tabacco. Un vino che parla. Questo è qualità. Non colore.
Come avvicinarsi al mondo dei vini?
Sommelier? Boh, forse è una strada, ma io ho fatto diversamente, molto più… io.
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Niente corsi formali: Ho sempre pensato che imparare bevendo fosse la cosa migliore. Suona male? Forse, ma funziona!
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Il mio primo vino serio: Mi ricordo ancora, era un Rosso di Montepulciano di un’azienda agricola vicino Siena. Sarà stato… boh, tipo 10 anni fa? Ero in vacanza con i miei, una settimana da incubo, ma quel vino… mmmh!
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Degustazioni improvvisate: Ogni volta che andavo al ristorante, cercavo di convincere il cameriere a consigliarmi qualcosa di nuovo. A volte andava bene, altre meno, ma imparavo!
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Amici esperti: Ho la fortuna di avere un paio di amici che se ne intendono un po’. Cene a casa, serate a base di formaggi e vino… una goduria!
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Libri e riviste: Ok, qualcosa ho letto, non sono proprio un selvaggio. Ma niente di troppo serioso, più guide pratiche e riviste specializzate.
Comunque, ora come ora, mi sento abbastanza a mio agio quando scelgo un vino al supermercato o al ristorante. Non sarò un sommelier, ma so quello che mi piace! E poi, diciamocelo, spendere 1800€ per un corso mi sembra un po’ eccessivo. Preferisco spenderli in bottiglie! Magari un giorno farò un corso, ma per ora mi godo il viaggio. E se proprio devo dare un consiglio, direi: assaggia, assaggia, assaggia!
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