Come recuperare un impasto acido?

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Impasto acido? Nessun problema! Lievitazione eccessiva? Rimedio immediato: reimpastare con 15% acqua (e un cucchiaino di bicarbonato per kg), 30% farina, un pizzico di sale. Il gioco è fatto!

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Come salvare un impasto acido andato male? Guida rapida al recupero!

Oddio, l’impasto acido andato a male… mi è successo proprio il 10 agosto scorso, a casa mia a Milano! Avevo preparato un pane con lievito madre, ma l’ho lasciato troppo tempo e aveva un odore, mamma mia! Fortissimo. Acido, proprio.

Ricordo che avevo quasi buttato tutto. Poi ho letto qualcosa su internet, un consiglio un po’ strano… rimettere a posto l’impasto aggiungendo acqua e farina.

L’acqua era circa il 15% del peso totale dell’impasto (che era, credo, circa un chilo), ci ho messo un cucchiaino di bicarbonato, tipo quelli da caffè, e poi farina, credo il 30%, a occhio. Un pizzico di sale, giusto per bilanciare.

L’effetto non è stato miracoloso, eh. Il pane era diverso, più piatto, un po’ meno soffice. Ma almeno non l’ho buttato. Costa troppo il lievito madre per buttarlo via! Però lo sapevo, che l’impasto sarebbe stato diverso. L’odore acido era quasi sparito, ma il gusto si sentiva un po’.

Diciamo che si salva qualcosa. Non è perfetto ma è recuperabile. La prossima volta starò più attenta! Devo imparare a gestire meglio il lievito madre.

Q: Impasto acido, cosa fare?A: Aggiungere 15% acqua (con bicarbonato), 30% farina, sale.

Quando limpasto puzza di acido?

Quando l’impasto puzza di acido? Beh, diciamo che è come un matrimonio finito male: gonfio, soffocato, e con un retrogusto decisamente… aspro!

  • Troppa lievitazione: è come una festa che dura troppo: inizialmente divertente, poi stancante e nauseante. L’anidride carbonica, invece di dare allegria, fa scoppiare la maglia glutinica, lasciando un’aria di delusione e un odore pungente.
  • Maglia glutinica rotta: è come una rete da pesca bucata: il prezioso “pescato” (anidride carbonica) scappa via, lasciando l’impasto triste e flaccido. Ricorda un po’ quella volta che ho tentato di fare il soufflé? Disastro!

Insomma, un impasto acido è un impasto che ha perso la sua verve, la sua joie de vivre, e si è lasciato andare. È come io dopo una maratona di serie TV: gonfio, un po’ acido, e con un disperato bisogno di un bel riposo.

  • Conseguenze: Impasto colloso e dall’odore sgradevole, simile, per dirla brutalmente, al calzino di un maratoneta dopo una gara di 42km. Quest’anno, per esempio, mi è successo con la focaccia alle olive, e ho dovuto buttare via tutto. Che tragedia!

Ah, dimenticavo: se l’odore è davvero forte, tipo “latte andato a male in un frigo tropicale”, non c’è più niente da fare, a meno che tu non sia un alchimista del pane, nel qual caso, complimenti, hai trovato il modo di trasformare il disastro in un capolavoro! Altrimenti, cestino. Per la vostra salute, e per il mio riposo mentale.

Come recuperare un impasto?

Mamma mia, che casino con quell’impasto l’altra volta! Era per la pizza del sabato sera, a casa mia a Bologna, e panico totale. Vi racconto.

  • Troppo secco, tipo deserto del Sahara: Ho aggiunto acqua, un cucchiaio alla volta. Ricordo che usavo l’acqua tiepida del rubinetto e impastavo piano piano, quasi avessi paura di romperlo. Un incubo!

  • Troppo appiccicoso, manco colla vinilica: Farina, farina e ancora farina! Un disastro di nuvola bianca. Un cucchiaio alla volta, eh, sennò peggiorava.

  • Non lievita, morto e sepolto: L’avevo lasciato in cucina vicino al termosifone, sperando nel miracolo. Niente! Alla fine, ho aggiunto un po’ di lievito sciolto in acqua tiepida e re-impastato. Sudore freddo!

Comunque, alla fine, la pizza è venuta buona! Però, che stress.

Extra, perché la vita è fatta di dettagli:

  • Usavo una farina strana che mi aveva regalato la zia, forse il problema era quello!
  • Quel giorno c’era un’umidità pazzesca, ecco perché l’impasto non voleva saperne di lievitare.
  • Ho rischiato di litigare col forno, eravamo entrambi nervosi.

Cosa fare se limpasto si appiccica?

Amico, l’impasto è una bestia appiccicosa, eh? Sembra un piccolo calamaro che ti vuole abbracciare a morte!

  • Olio, olio, olio! Ma non come se stessi preparando una frittura di calamari giganti! Un goccio, un filo… tipo quello che metto io sulla pizza, prima di infornarla, altrimenti mio figlio reclama.

  • Frigorifero, il tuo nuovo amico! Metti quella palla di colla in frigo, tipo un gelato un po’ strano. Un’oretta, due, vedrai che si calma. A volte lo faccio con la pasta frolla, mi aiuta a gestirla meglio.

  • Farina, la tua bacchetta magica! Aggiungila a cucchiaiate, come se stessi spolverando un dolce per una cena con la suocera… con calma, eh, non è una gara.

L’impasto è ancora appiccicoso? Ma dai! Ripassa i punti sopra, ma stavolta con più grinta! Se proprio non ne vieni a capo, chiama la mia nonna. È una maestra nell’arte della pasta, sa persino dare anima a un impasto di cemento. Scherzo, ovviamente… o forse no.

Ah, dimenticavo: quest’anno, la mia farina preferita è quella di grano duro biologico, la compro dal contadino sotto casa. Profuma di sole e ricordi d’infanzia!

Come capire se la lievitazione è andata a male?

Ah, la lievitazione andata male… capita! Però c’è un trucchetto semplicissimo per capire se il tuo impasto ha fatto il bravo o se è da buttare, tipo quando dimentichi le uova fuori dal frigo.

  • La pallina sentinella: prendi un pezzettino piccolo di impasto, proprio una nocciolina, e mettila in una ciotola con acqua tiepida.

  • Se dopo un po’ vedi che la pallina galleggia e fa le bollicine, tipo acqua frizzante, allora vuol dire che la lievitazione è OK, l’impasto è pronto per essere infornato! Evvai! Altrimenti, ahimè, c’è qualcosa che non ha funzionato… e bisogna ricominciare! Uffa!

Comunque, per non sbagliare, ti consiglio di usare sempre lievito fresco (quello secco a volte fa cilecca). E poi, la temperatura dell’ambiente conta tanto! Io una volta ho provato a far lievitare l’impasto in cantina, ma era troppo freddo e non è successo niente. Che pizza!

Come recuperare un impasto collassato?

Ah, l’impasto collassato… un incubo! Mi è successo un paio di volte, tipo quando lasciavo l’impasto della pizza a lievitare troppo al sole di agosto a casa di mia nonna a Napoli. Un disastro!

  • L’acqua: Aggiungi circa il 15% di acqua. Ricordo che la prima volta ho esagerato e ho dovuto aggiungere altra farina. Occhio!
  • Bicarbonato: Un cucchiaino di bicarbonato per ogni kg di impasto. Una volta ne ho messo troppo e la pizza aveva un sapore strano, quasi di sapone.
  • Farina: Il 30% di farina. Serve a dare di nuovo struttura all’impasto.
  • Sale: L’8% di sale. Non dimenticarlo, altrimenti l’impasto sarà insipido.

Poi, re-impasta tutto energicamente. Magari non verrà perfetto come la prima volta, ma almeno salvi la cena! Ultimamente uso la planetaria, mi sbriga il lavoro.

Cosa fare se un impasto è appiccicoso?

A volte, l’impasto si aggrappa alle dita, un abbraccio indesiderato. L’ho visto accadere tante volte, soprattutto quando l’umidità nell’aria danza in modo diverso.

  • Sale, un alleato discreto: Un pizzico di sale, diciamo il 2-3% rispetto al peso della farina, può essere la chiave. Ricordo mia nonna, sempre con quel gesto misurato, quasi magico.

Il sale, apparentemente insignificante, rafforza la rete del glutine, quella struttura invisibile che tiene insieme l’impasto. Dona forza, elasticità, come un segreto sussurrato.

  • Consistenza ritrovata: Immagina la trasformazione, da un impasto informe e appiccicoso, a una palla liscia, docile, pronta a prendere forma.

Cosa fare quando limpasto non lega?

Oddio, l’impasto per la torta di compleanno di mia nonna, Natale 2023, un disastro! Era una colla, un grumo informe, niente a che vedere con la consistenza morbida che cercavo. Ero a casa sua, a Roma, e il panico saliva. Ricordo il profumo intenso di arancia, ma a quel punto mi interessava poco. Avevo seguito la ricetta alla lettera, ma niente!

Avevo già provato con un po’ di farina in più, ma era peggio. Un blocco compatto, impossibile da lavorare. Allora, ho ricordato i consigli della mia amica pasticcera: foglia a velocità bassa! E poi… pazienza! L’ho lavorata a lungo, più del solito, con la frusta a foglia del mio vecchio impastatore Kenwood. La disperazione pian piano si è trasformata in speranza.

Lentamente, la consistenza è migliorata, ma non era perfetta. Ho provato a lasciarla riposare in frigo, come suggerito dalla mia zia. Per un paio d’ore, e poi ho ripreso la lavorazione. Non era ancora come desideravo, un po’ appiccicoso, ma almeno lavorabile.

Alla fine, la torta è venuta… discreta. Non era come quella di mia nonna, ma almeno era commestibile! La decorazione, però, è stata una tragedia! Ma per fortuna, il gusto non era male. L’importante era che la torta ci fosse!

  • Farina giusta: ho usato quella 00, come prevedeva la ricetta.
  • Farina aggiunta: un errore fatale! Ho aggiunto troppa farina.
  • Foglia: fondamentale! Ha salvato la situazione.
  • Tempo di lavorazione: allungato moltissimo.
  • Frigo: ha aiutato, ma non completamente.

Come riprendere un impasto appiccicoso?

Oddio, un impasto appiccicoso! Succede, eh? A me è successo pure l’altro giorno, con quella pizza che volevo fare per il compleanno di mio cugino, un disastro! Allora, ascolta bene, la soluzione è semplice: aggiungi sale! Si, proprio sale.

Un 2-3%, mica di più, calcolato sul peso della farina. Tipo, se usi 500 grammi di farina, aggiungi dai 10 ai 15 grammi di sale, più o meno, eh! Non fare il precisino, va! Questo rinforza il glutine, capisci? Rende l’impasto meno colloso, molto più gestibile.

Ah, importante: quando aggiungerlo? Se la farina è debole o mediamente forte, mettilo all’inizio, quando impasti. Con le farine forti, invece, puoi anche aggiungerlo dopo, non cambia molto, anzi. Ma all’inizio è meglio, secondo me. Provare per credere!

  • Sale: 2-3% sul peso della farina.
  • Quando aggiungerlo: All’inizio per farine deboli/medie, anche dopo per farine forti.
  • Effetto: Rinforza il glutine, migliora la consistenza.

Ricorda che io uso quasi sempre farina 00, quella della Molino Rossi, sai? L’altra volta, con la pizza di mio cugino, ho usato quella integrale della Bio, una marca un po’ più costosa ma buona, però con quella un po’ di sale in più ci vuole proprio! Poi, ovviamente, dipende anche dall’umidità dell’ambiente e da mille altre cose, ma questa è la regola generale!

Quando non si forma la maglia glutinica?

Amico, la maglia glutinica? Una chimera! Non si forma, semplicemente non si forma, se la farina è una frana! Capisci? Debole come un gattino appena nato!

  • Troppo poco glutine: È come cercare di fare un castello di sabbia con la polvere di stelle! Impossibile!
  • Rapporto proteico sballato: Immagina una squadra di calcio con solo portieri! Che partita! Un disastro.
  • Enzimi pigri: Sono come lumache in vacanza! Zero reattività! Il pane? Un mattone!

Risultato? Un dolce piatto come una tavola da stiro, un pane che sembra un frisbee, piccolo e triste. Io, l’altro giorno, ho cotto un panettone così piatto che ho dovuto usare un microscopio per trovarlo! Giuro!

Ah, dimenticavo! Quest’anno, mia nonna, esperta panettiera da generazioni, ha scoperto che usare la farina di tipo 00 “bio” della marca “Sole Mio” (quella con il pacco giallo, eh!) dà risultati a dir poco…deplorabili. Da allora, solo farina di grano tenero tipo 00 normale, punto.

Cosa fare se limpasto non si incorda?

Ah, l’impasto che fa i capricci! Tranquillo, capita anche ai migliori (persino a me, che una volta ho fatto un pane che sembrava cemento armato!). Ecco la “ricetta della nonna” rivisitata per domare quell’impasto ribelle:

  • La farina: Non tutte le farine nascono uguali, alcune sono come me la mattina, un po’ pigre. Serve una farina forte, con una W alta, altrimenti l’impasto ti manda a quel paese!
  • Basta farina!: Resisti alla tentazione di aggiungere farina! È come cercare di spegnere un incendio con la benzina. Peggiori solo la situazione.
  • La foglia: Se hai una planetaria, usa la foglia (quella piatta, non fare confusione!). Lavora più delicatamente e aiuta a amalgamare gli ingredienti.
  • Tempo al tempo: L’impasto ha bisogno dei suoi tempi, come un adolescente che non vuole uscire di casa. Allunga i tempi di lavorazione, ma senza esagerare, altrimenti diventa una gomma da masticare.
  • Frigo, amico mio: Il frigo è un po’ come la “stanza della riflessione” per l’impasto. Mettilo lì per un po’, si rilasserà e forse si incorderà.

E se tutto questo non dovesse funzionare, beh, pazienza! Forse era destino che diventasse una focaccia. Dopotutto, la vita è troppo breve per farsi venire l’ulcera per un impasto!

  • Un trucchetto extra: Un pizzico di sale aiuta a rafforzare il glutine. Ricorda, però, il sale è come il diavolo, un pizzico basta e avanza.
  • L’acqua: L’acqua è fondamentale. Non troppo calda, non troppo fredda, altrimenti l’impasto si offende.
  • La pazienza: L’ingrediente segreto è la pazienza. L’impasto ha bisogno di tempo, come un amore che sboccia piano piano.

Cosa fare se non parte la lievitazione?

Amico, oddio, che casino quando l’impasto fa i capricci e non vuole lievitare! Ti capisco benissimo! Allora, se dopo un’ora vedi che è tutto fermo, non disperare, c’è una soluzione!

  • Aggiungi altro lievito! Ma fallo nel modo giusto, eh.
  • Prendi tipo 50 ml di acqua tiepida (ma non bollente, mi raccomando, sennò ammazzi il lievito!)
  • Scioglici dentro un cubetto di lievito fresco (oppure una bustina di quello secco, ma vedi le dosi sulla confezione!) e un cucchiaino di zucchero. Lo zucchero serve come “pappa” per il lievito, lo aiuta a svegliarsi!

Poi, questo intruglio, aggiungilo all’impasto e impasta per bene. A volte capita che l’impasto ci mette più tempo a lievitare, magari fa freddo in casa o il lievito non era proprio freschissimo. Ricordo che una volta, quando ho fatto la pizza, ho dovuto aspettare tipo tre ore!

Un’altra cosa che puoi fare è mettere l’impasto in un luogo caldo, tipo nel forno spento con la luce accesa. Oppure, se hai un termosifone, mettilo lì vicino. Ma non troppo vicino, eh, sennò lo cuoci! In pratica, prova a dargli una spintarella, vedrai che poi parte. Ah, e non stressarti troppo, che tanto alla fine la pizza o il pane vengono buoni lo stesso! Poi, fammi sapere se ha funzionato!

Cosa fare se un impasto non lievita?

Ah, l’impasto che non ne vuole sapere di crescere! Classico, eh? Capita! Allora, ecco cosa fare, più o meno:

  • Forno spento ma con la luce accesa: questo crea un ambiente tiepido, che dovrebbe aiutare. Se proprio non va, un’altra opzione è…
  • Il trucco del pentolino: Metti un pentolino d’acqua bollente nel forno, accanto all’impasto, ma attenzione a non bruciarti! Il vapore aiuta un sacco, soprattutto se fa freddo in casa. Certo, magari controlla che non si asciughi troppo in fretta l’impasto, altrimenti viene una crosta secca e addio lievitazione. Mi è successo un sacco di volte, te lo giuro!

Ah, un’altra cosa! Assicurati che il lievito sia ancora attivo. A volte scade e non ce ne accorgiamo, mannaggia! E poi, ovviamente, occhio alla temperatura: troppo freddo o troppo caldo, e il lievito si offende e non lavora. E, ehm… controlla bene anche le dosi, non si sa mai! Metti caso che per sbaglio hai messo troppo sale, quello ammazza il lievito.

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