Come recuperare un impasto che non si incorda?

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Impasto recalcitrante? Nessun problema! Frigo, la soluzione. 10-15 minuti di riposo in frigo dopo ogni tentativo di incordatura (prima con la foglia, poi con il gancio). Pazienza e freddo: il segreto per un impasto perfetto.

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Impasto non si incorda? Come recuperarlo?

Oddio, quando l’impasto fa i capricci… panico! Mi è successo un sacco di volte, specialmente quando mi improvviso fornaia e cerco di fare la pizza napoletana (senza troppo successo, a dire il vero).

Comunque, una volta mi ricordo che stavo facendo un panettone (era tipo il 20 dicembre, un delirio totale) e l’impasto proprio non voleva saperne di incordare. Che stress!

Ecco cosa ho fatto, un po’ disperata: Ho seguito un consiglio che avevo letto online e… sorpresa! Ha funzionato!

Ho messo tutto in frigo, impasto, ciotola, gancio, per una quindicina di minuti. Poi ho ripreso a impastare con la foglia.

E magia! Ha iniziato a incordare. Un po’ di pazienza, un altro giro in frigo e poi via col gancio. Miracolo, l’impasto era perfetto.

Unica cosa, forse ho esagerato col freddo la prima volta e ci ha messo un po’ di più a riprendersi. Però alla fine, il panettone è venuto buonissimo. Non perfetto come quello del pasticcere, ma fatto con tanto amore (e un pizzico di disperazione).

Domanda: Impasto non si incorda? Come recuperarlo?

Risposta:

  1. Fermarsi se l’impasto non incorda con la foglia.
  2. Mettere in frigo ciotola, impasto e ganci per 10-15 minuti.
  3. Incordare con la foglia dopo il raffreddamento.
  4. Rimettere in frigo per altri 10-15 minuti.
  5. Incordare con il gancio.

Cosa succede se non si forma la maglia glutinica?

Notte fonda. Penso alla maglia glutinica. Chissà perché a quest’ora. Mi viene in mente il pane, quello che facevo con la nonna. Se non si forma… Che disastro.

Si sbriciola tutto. Viene un mattone. Piatto. Triste. Ricordo una volta, avevo sbagliato le dosi. Una delusione. Niente alveoli, niente leggerezza. Un peso sullo stomaco, non solo per il pane.

Gommoso. Oppure secco, che si spezza. Dipende… dalla farina, certo. Ma anche da quanto impasti, dalla temperatura… Una volta ho usato una farina integrale, quasi tutta crusca. Senza glutine non c’era verso di farla lievitare. È venuta una specie di… non so nemmeno come descriverla. Un disastro.

La crosta poi… Se non c’è la maglia glutinica, non si forma bene. Resta pallida, sottile. Si rompe subito. Ricordo il profumo del pane di nonna, la crosta croccante… E dentro, morbido. Quasi una magia. Lei diceva sempre che il segreto era impastare con amore. Forse aveva ragione.

  • Debole e friabile: l’impasto non regge.
  • Lievitazione scarsa: non si gonfia.
  • Prodotto finale denso e piatto: niente alveoli.
  • Consistenza gommosa o sbriciolata: dipende dagli ingredienti.
  • Crosta inadeguata: pallida e sottile.

Io una volta ho provato a fare la pizza senza glutine per un’amica celiaca. Ho dovuto usare la farina di riso e quella di ceci… Che fatica! Non era come la pizza vera, ma lei era contenta. A me però mancava quel profumo, quella consistenza… la maglia glutinica, insomma.

Come recuperare un impasto che non cresce?

Impasto piatto? Problema comune.

  • Lievito: Scaduto? La mia nonna usava solo quello fresco, mai quello secco. Attenzione.
  • Acqua: Temperatura. Troppo caldo? Uccidi il lievito. Freddo? Sonnolenza.
  • Zucchero: Un cucchiaino. Aiuta, ma non fa miracoli.
  • Impastare: Ossigenazione. Forza. Ma non esagerare. Troppa forza uccide. Come un pugile stanco.

Fallimento? Lievito chimico. Opzione drastica. Cambia il gusto. Sa di chimica. Come la mia prima cotta. Amara.

Ricorda: La mia ricetta del pane è segreta. Trasmessa di generazione in generazione. Non la condivido. Punto.

Nota personale: Quest’anno, il raccolto di grano è stato scarso. Il pane è più caro. La vita è così.

Aggiunta: Ho notato che il lievito di birra in polvere (quello che uso raramente, preferisco il fresco) ha una durata di circa un anno dalla data di produzione. Controlla sempre la data.

Come far sviluppare la maglia glutinica?

Allora, senti qua, per ‘sta maglia glutinica… Impastare, impastare, impastare! Come se non ci fosse un domani, capito? E con forza eh, non che fai le carezze all’impasto. Ci vuole la farina forte, quella con tante proteine… W sopra i 300, mi pare. Tipo Manitoba, la uso io, viene una bomba.

Poi, fondamentale, il riposo, la puntatura… Serve per l’idratazione. Si forma ‘sto glutine, piano piano. Una volta ho dimenticato l’impasto, per sbaglio, tipo tre ore… Beh, era super elastico! L’autolisi, poi… Prima bagni la farina, poi metti il resto. Io faccio così, mi trovo bene.

Durante la lievitazione, pieghe in ciotola. Tipo ogni mezz’ora, quaranta minuti… All’inizio facevo fatica, ora è quasi automatico. Le pieghe… allungano, rinforzano. Che poi l’acido ascorbico, la vitamina C, aiuta un botto. Una bustina, la trovo al supermercato vicino a casa, costa pure poco. Ma fa la differenza, te lo dico io! Io la metto sempre, ormai.

  • Impastare a lungo e forte: Manitoba o farine con W alto (più di 300). Io impasto anche 20 minuti a mano, a volte!
  • Riposo (puntatura): Serve per l’idratazione e la formazione del glutine. Io a volte lo lascio anche 4 ore.
  • Autolisi: Idratare la farina prima di aggiungere il resto degli ingredienti. Un trucco che mi ha insegnato mia nonna.
  • Pieghe in ciotola: Durante la lievitazione, ogni 30-40 minuti. Importantissime per lo sviluppo.
  • Acido ascorbico (vitamina C): Rinforza il glutine. Una bustina dal supermercato e via!

L’altro giorno ho fatto la pizza con ‘sta tecnica, è venuta che una meraviglia! Alta, soffice… Me la sono mangiata tutta io, quasi quasi… Beh, diciamo che ho lasciato un pezzo a mio fratello, ma con la morte nel cuore! Comunque, fammi sapere come ti viene!

Come capire quando si forma la maglia glutinica?

Oddio, la maglia glutinica… Ricordo quella volta, a Luglio, stavamo facendo il pane con mio nonno, nella sua vecchia cucina, quella tutta profumata di legno e basilico. Era un casino, farina dappertutto, e lui, con le sue mani nodose, impastava con una forza incredibile.

Ricordo la sua faccia concentrata, gli occhi che brillavano. Tirava un pezzo di impasto, lungo, sottile, trasparente quasi. Era perfetto, un velo che si stendeva senza rompersi. “Vedi, Giulia? Questa è la maglia glutinica, bella forte!” Aveva detto.

Un’altra volta, invece, un disastro. L’impasto era appiccicoso, un grumo informe che si sgretolava appena lo toccavi. Mio nonno borbottava, “Ah, questa è una schifezza! La maglia è debole, bisogna aggiustare la farina”.

  • Impasto elastico e sottile: maglia glutinica ben formata.
  • Impasto appiccicoso o che si rompe: maglia glutinica debole o inesistente.
  • Prova pratica: tirare un pezzo di impasto.

Quel giorno ho capito che la formazione della maglia è fondamentale per un buon impasto. Non è solo una questione tecnica, ma un momento magico, quasi alchemico, dove la farina, l’acqua e le mani esperte creano qualcosa di unico. Anche le emozioni sono importanti; la pazienza è un ingrediente segreto. L’amore con cui si impasta è, a parere mio, essenziale. Ho imparato molto osservando mio nonno. Ricordo bene la sua precisione e la sicurezza nelle sue azioni. Ci teneva molto alla riuscita del suo pane fatto in casa, un pane veramente eccezionale!

Perché limpasto non cresce?

Uffa, perché non lievita?

  • Lievito: Oddio, sarà mica troppo freddo? Devo ricordarmi di scaldarlo un po’, come mi ha detto nonna. Acqua tiepida, non bollente che lo uccido! Magari è quello il problema, cavoli.
  • Ingredienti freddi: Ah, ma anche il latte era freddissimo, appena tirato fuori dal frigo. Forse è colpa di quello, che shock termico per il povero lievito! Uffa, sempre la stessa storia.
  • Impasto poco lavorato: Aspetta, ma ho impastato bene sta volta? Mi sa di no, ero di fretta. Forse devo lavorarlo di più, come diceva sempre la zia Pina… Ma poi mi stanco.

Forse ho sbagliato tutto! Dovrei comprare quello fresco del panettiere sotto casa, costa di più ma almeno sono sicura… Poi, l’ultima volta ho fatto la pizza con la farina Manitoba, quella funziona sempre. E poi, devo assolutamente comprare un termometro da cucina, così non vado più a occhio con l’acqua!

#Impasto #Non Incorda #Recupero