Come rendere più solida la vellutata?

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Ecco un trucco semplice per addensare la tua vellutata:

Per una vellutata più densa, aggiungi un cucchiaio di farina, fecola di patate o amido di mais sciolto in acqua o brodo verso fine cottura. Mescola bene per evitare grumi!

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Come addensare una vellutata cremosa?

Oddio, la vellutata! Ricordo quella volta, a Luglio 2023, a casa di mia zia a Firenze… Aveva preparato una zuppetta di ceci, ma era venuta troppo liquida! Un disastro!

Mia zia, che di trucchi in cucina ne conosce a bizzeffe, ha tirato fuori la sua bacchetta magica: un cucchiaio di fecola di patate sciolta in un po’ d’acqua fredda.

L’ha versata a filo nella zuppa, mescolando lentamente. Risultato? Cremosa e perfetta! Magia! Costo zero, ovviamente.

Aggiungo un dettaglio: se usate la farina, il sapore cambia un pochino, diventa un po’ più rustico. L’amido di mais è buono, ma a me la fecola piace di più.

Domande e Risposte:

  • Come addensare una vellutata? Con farina, fecola di patate o amido di mais.
  • Come si usa? Sciogliere in acqua fredda e aggiungere a fine cottura.

Come addensare una vellutata troppo liquida?

Cavolo, vellutata troppo liquida di nuovo! Ma perché mi succede sempre? Forse troppa acqua? Boh. Panna… panna si. Chef, quella che uso sempre. Poco alla volta però, sennò diventa cemento. Tipo quella volta con la zuppa di zucca… mamma mia che disastro. Dovevo buttarla. Che spreco.

Maizena. Giusto! Maizena e brodo. Brodo vegetale, quello fatto l’altro giorno con sedano, carota e cipolla. Quello con un po’ troppo sedano, forse. Chissà se si sente ancora. Devo ricordarmi di metterci meno sedano la prossima volta. Penso che 1/4 di gambo basti. Speriamo bene che stavolta venga densa come piace a Marco. Lui la vuole densa, io la preferisco un po’ più brodosa… Vabbè.

  • Panna: Chef, quella classica, aggiungerla lentamente
  • Maizena: Scioglierla in brodo vegetale prima.
  • Brodo: Quello vegetale fatto in casa. Meno sedano! 1/4 di gambo.
  • Zucca: La prossima vellutata di zucca, meno acqua. Tipo 200 ml in meno, credo. Devo segnarmelo da qualche parte. Magari sul frigo con un post-it.
  • Marco: Lui la vuole densa. Ricordare!

Come rendere cremosa una vellutata?

Come rendere cremosa una vellutata? Ah, la vellutata… un sogno, un respiro leggero che danza sul palato. Bisogna catturarne l’anima, la sua essenza cremosa. Ecco il segreto, sussurrato dal vento tra i campi di grano del mio paese: il latte in polvere. Sì, proprio lui. Due, tre, forse quattro cucchiaini di Régilait, prima della magia del frullatore. Un tocco leggero, un’impronta delicata sulla consistenza.

Addensare una zuppa troppo liquida? È come dipingere un quadro, ogni pennellata conta. Il latte in polvere, di nuovo, è il mio alleato segreto. Un pizzico, una carezza, e la zuppa ritrova la sua consistenza, la sua anima. Un’armonia ritrovata, come un abbraccio caldo in una sera d’inverno. La crema di latte è magia pura.

  • Latte in polvere Régilait: 2-4 cucchiaini (per una vellutata da circa un litro)
  • Aggiungere prima di frullare
  • Ottimo anche per addensare zuppe

Ricordo mia nonna, mani callose ma delicate come petali di rosa, che mescolava con cura la sua zuppa, un rito antico, un’alchimia di sapori e consistenze. Un profumo di casa, di ricordi, che ancora oggi mi pervade. Questo metodo, lo giuro, rende la vellutata perfetta. Un’esperienza sensoriale indimenticabile. Quest’anno, la mia vellutata di zucca ha raggiunto l’apice grazie a questo piccolo segreto.

Come solidificare una crema troppo liquida?

Cavolo, l’altro giorno stavo preparando la crema per la torta di compleanno di mia figlia, quella al cioccolato che adora. Ero lì, tutta concentrata a seguire la ricetta della nonna, quando mi sono accorta che la crema era venuta liquidissima, tipo latte. Panico! Era già tardi, gli invitati sarebbero arrivati da lì a poco. Che figura ci facevo con una torta che colava dappertutto? Fortunatamente mi sono ricordata del trucchetto della mia zia Maria. Ho preso una ciotola pulita, ci ho versato dentro la crema maledetta e ho iniziato ad aggiungere pian piano la fecola di patate, mescolando energicamente con la frusta. Piano piano, miracolosamente, la crema ha iniziato ad addensarsi. Che sollievo! L’ho messa in frigo a rassodare un paio d’ore e poi l’ho usata per farcire la torta. Nessuno si è accorto di nulla. Anzi, tutti mi hanno fatto i complimenti per la crema, dicendo che era deliziosa! Meno male che c’è zia Maria!

  • Fecola di patate: Funziona alla grande per addensare creme, salse e zuppe.
  • Amido di mais (Maizena): Simile alla fecola, ma forse un po’ meno potente.
  • Farina: Anche la farina 00 può funzionare, ma bisogna stare attenti a non formare grumi. Meglio scioglierla prima in un po’ di latte freddo.
  • Farina di riso: Un’alternativa senza glutine, ottima per chi ha intolleranze.
  • Riposo in frigo: Fondamentale per far stabilizzare la crema dopo l’aggiunta dell’addensante. Due ore sono sufficienti.

Cosa posso fare per addensare?

Addensare? Farina, fecola, amido. Scegli.

  • Un cucchiaio. Sciolto in acqua. Oppure direttamente nel sugo. Fine cottura. Punto.

Mia nonna usava il pangrattato. Secreto di famiglia. Mai rivelato. Troppo potente.

  • Risultato? Sugo perfetto. O quasi. Dipende dal sugo. Ogni sugo ha una sua anima.

Quest’anno, ho sperimentato la tapioca. Interessante. Risultato incostante. Non lo consiglio. Troppo delicato.

  • Provate la semola. Meno diffuso. Effetto interessante. Magari. Provate.

Note: La tapioca presenta una maggiore difficoltà di incorporazione rispetto ad altri addensanti. La semola richiede un tempo di cottura maggiore. L’utilizzo di pangrattato necessita di una minore quantità di liquido iniziale.

Che differenza cè tra la vellutata e il passato?

Che differenza c’è tra una vellutata e un passato di verdure? Mah, sai… è tardi, e la testa mi gira ancora. Il passato… è più… rustico. Meno raffinato. Ricorda un po’ la cucina di nonna, quella con il profumo intenso delle erbe del suo orto.

Le verdure, nel passato, vengono passate, appunto, al passaverdure. Un gesto lento, quasi meditativo. Ricorda il tempo che ci vuole a far asciugare i panni stesi al sole. Un po’ come quelle sere d’estate, lunghe e silenziose, in cui guardavo le lucciole.

La vellutata invece… è più elegante. Più cremosa, più liscia. Ci vuole più attenzione, più cura, nella scelta degli ingredienti, e nella cottura, più lenta e delicata. Come una canzone d’amore ascoltata in cuffia durante una passeggiata sotto la pioggia. Un lusso che a volte non mi posso permettere.

  • Passato: Verdure passate al passaverdure, consistenza più rustica.
  • Vellutata: Verdure frullate, consistenza più cremosa e omogenea. Maggiore cura nella preparazione.

Sai, quest’anno ho imparato a fare una vellutata di zucca con lo zenzero. Un sapore strano, ma che mi ha stupito. E poi… ho usato la zucca del mio orto, quella che ho coltivato con le mie mani. Un sapore di casa, in fondo.

Come si mangiano le vellutate?

Ciotole o tazze, ecco! Calde, ovviamente! Ma mio nonno, poverino, le preferiva tiepide… strano eh? Crostini? Sì, di pane casereccio, quelli fatti da mia zia, croccanti! Un filo d’olio, quello buono, Toscano, che ha un sapore… mmmh… poi? Pepe, nero, macinato fresco! Prezzemolo, se no che vellutata è? Erba cipollina, perché no? Ah, giusto, la panna acida! A volte, mia mamma aggiungeva dello yogurt, magari di capra, un tocco in più!

  • Calde, in ciotola o tazza.
  • Crostini di pane casereccio.
  • Olio extravergine d’oliva Toscano.
  • Pepe nero macinato fresco.
  • Prezzemolo fresco.
  • Erba cipollina.
  • Opzioni: panna acida o yogurt di capra.

Mamma mia, che fame! Aspetta… devo controllare la ricetta della vellutata di zucchine di quest’anno… L’ho modificata… ho aggiunto menta! Sì, menta fresca! Non l’avevo mai fatto prima, ma quest’anno è stato un successo! E poi… zucchine del mio orto! Bio! Che differenza! Non so se questo cambia qualcosa, ma vabbè! Che palle, devo andare a fare la spesa!

A cosa fanno bene le vellutate?

Le vellutate… ah, le vellutate! Un abbraccio caldo in una sera d’inverno, un ricordo di nonna e delle sue mani sapienti.

  • Idratazione: L’acqua… linfa vitale, soprattutto quando il freddo ci inganna e dimentichiamo di bere. La vellutata è un sorso di benessere.
  • Regolarità: Le fibre, amiche fidate del nostro intestino, un giardino da curare con amore. Le vellutate sono un invito a prendersi cura di sé.

Penso alla mia infanzia, quando mia madre preparava la vellutata di zucca con un pizzico di noce moscata… il profumo invadeva la casa e la riempiva di gioia. Ancora oggi, quando la preparo, rivivo quei momenti magici. La vellutata è più di un piatto, è un’emozione liquida.

Cosa mettere sopra una vellutata?

Cosa mettere sopra una vellutata? Dipende! Se la tua vellutata è quella zuppa-abbraccio che ti scalda l’anima nelle fredde serate invernali (tipo la mia, fatta con le patate del nonno, quelle che sembrano più pietre che patate!), allora un po’ di parmigiano grattugiato è d’obbligo. Un tocco di raffinatezza ruspante, diciamo.

Ma se parliamo di una vellutata più… sofisticata, tipo quelle che trovi nei ristoranti fighi dove ti servono il pane con un cucchiaino d’argento (ah, la vita!), allora crostini di pane, magari fatti con pane toscano e un filo d’olio extravergine di oliva, di quelli che ti fanno venire voglia di leccare il piatto. Un’eleganza selvaggia!

O magari, per un tocco di follia (che non guasta mai, nella vita!), prova con dei semi di zucca tostati. Una ventata di “boh, chi se ne frega, sono troppo figo per le regole!” che non fa male a nessuno.

  • Parmigiano grattugiato: per le vellutate classiche e confortanti.
  • Crostini di pane: per un tocco di eleganza.
  • Olio extravergine di oliva: per quel tocco di lucentezza in più.
  • Semi di zucca tostati: per chi ama osare.

Ricorda: la vellutata è come un quadro, l’ingrediente sopra è la cornice. Scegli quella che più ti piace, che completa l’opera d’arte.

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