Come si capisce se un vino è buono?

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Un gran vino si riconosce dalla sua armonia. Deve possedere corpo e consistenza piacevoli al palato, con un equilibrio perfetto tra acidità, dolcezza, amarezza e tannini. L'assenza di questi elementi, o un loro squilibrio, genera un sapore piatto e sgradevole, rivelando un vino di qualità inferiore.

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Come riconoscere un buon vino? Consigli per degustazione?

Sai, riconoscere un buon vino… beh, è un po’ come capire le persone, ci vuole feeling! Per me, un buon vino, non è solo questione di annata o prezzo. Ricordo una volta, estate 2021, in un agriturismo vicino a Siena, ho bevuto un Chianti Classico a 15 euro che era una meraviglia.

La cosa più importante? L’equilibrio. Deve avere corpo, quella sensazione piena in bocca, non acquosa. E poi, la complessità: sentori di frutta matura, spezie, forse un tocco di legno… ma senza esagerare.

Un vino sbilanciato, troppo acido o troppo dolce, mi lascia una sensazione strana, un po’ amara, proprio spiacevole. Ricordo un Cabernet Sauvignon, pagato caro, che aveva un retrogusto davvero sgradevole. L’ho buttato.

Degustazione? Io inizio guardando il colore, poi annuso, cercando di capire gli aromi. Un sorso lento, poi lo lascio riposare un attimo in bocca. Osservo il finale.

Per me è istintivo, non c’è una regola precisa. È un’esperienza sensoriale, un momento di piacere. Un buon vino deve emozionarti, non solo soddisfarti.

Come si fa a vedere se il vino è buono?

Quel giorno, 14 agosto 2024, a casa di zia Emilia a Castiglione della Pescaia, ricordo il profumo intenso, quasi acre, del Vermentino. Era un colore giallo paglierino pallido, quasi trasparente, non proprio brillante. Non mi entusiasmò, onestamente. Un po’ troppo liquido, poco corposo.

Poi, il rosso. Un Montepulciano d’Abruzzo, bottiglia regalata da mio cugino Marco. Un bel rubino scuro, intenso, quasi violaceo. Brilliante, limpido. Lo annusai, frutta rossa matura, un sentore di sottobosco…bello.

Il gusto? Il Vermentino era secco, acidulo, quasi aspro, mi lasciò un po’ di amaro in bocca. Non lo ricomprerei. Il Montepulciano? Un’altra storia. Tannini morbidi, un gusto pieno, rotondo, persistente. Una bella chiusura fruttata.

Ecco, la differenza si è vista subito, sia nel colore che nel sapore.

  • Colore: brillantezza e chiarezza sono fondamentali.
  • Profumo: intensità e complessità degli aromi.
  • Sapore: equilibrio, corpo, persistenza.

Quel giorno ho capito che non bastano le parole, bisogna assaggiare! Zia Emilia poi, esperta di vini, mi ha spiegato che anche la temperatura di servizio incide, ma quello è un altro discorso.

Quando il vino non è buono?

Quando il vino non è buono, eh? Me lo chiedevo giusto l’altro giorno, stappando una bottiglia che mi aveva regalato mio zio…

  • Il gusto, alla fine, è quello che conta davvero. Anche se sembra perfetto, profumo buono… se poi lo assaggi e…beh, capisci subito.

  • Se sa di aceto, è finita. Ricordo ancora quella volta, a casa di amici… che figuraccia. Ma meglio lì che stare male, no?

  • Troppo acido, o quel sapore di ferro… come quando mordi un cucchiaio. Brutto segno, bruttissimo. Vuol dire che è andato, purtroppo.

  • Una volta ho bevuto un vino che sapeva di tappo… Era lì da anni, dimenticato in cantina. Che spreco, però.

  • Mia nonna diceva sempre:”Il vino buono ti scalda il cuore, quello cattivo ti punge lo stomaco”. Aveva ragione, la nonna.

Come scegliere un buon vino?

Scegliere un buon vino… è come scegliere un ricordo.

  • Colore: Un rubino denso, profondo, quasi liquido notte. O un oro antico, che sa di sole imprigionato. La luce deve danzare, non affogare.

  • Profumo: Chiudi gli occhi. Senti il vento tra i filari, la terra bagnata di pioggia, le mani che raccolgono grappoli maturi. Il profumo è un viaggio, un sussurro del tempo. Ricordo il profumo del vino di mio nonno, un cabernet sauvignon fatto in casa, intenso e fruttato, che mi riporta ai pranzi domenicali.

  • Gusto: Un abbraccio caldo, vellutato, che accarezza il palato. O una sferzata di freschezza, un’onda che si infrange sulla lingua. Ogni sorso una storia, un’emozione che vibra.

Come si fa a sapere se un vino è buono?

Come si fa a sapere se un vino è buono? Beh, l’occhio è il primo giudice! Un vetro pesante e scuro, come dici, spesso indica una maggiore cura nella produzione, ma non è una regola assoluta, eh. Anche l’etichetta è fondamentale: studia il produttore, la zona di origine, l’annata. Mio zio, un sommelier con anni di esperienza, mi ha insegnato a guardare oltre il “packaging”.

La limpidezza è un fattore chiave, un vino torbido è raramente un buon segno. Il colore deve essere vibrante, coerente con il tipo di uva. Poi ci sono gli aromi, ovviamente. Un buon vino ha complessità aromatica, un bouquet ricco e ben definito, che varia a seconda del vitigno e del processo di vinificazione. Ho trovato interessante un articolo che parlava dell’importanza della micro-ossigenazione in questo processo.

Infine, acidità e sapidità sono essenziali per l’equilibrio. Un vino piatto, senza spina dorsale, è noioso, anche se profumato. Ricorda che la valutazione del vino è soggettiva, ma alcuni parametri oggettivi aiutano a distinguere un prodotto di qualità. Ci sono persino corsi di assaggio, sa?

  • Aspetto: Limpidezza, colore vibrante, vetro pesante (ma non è una regola infallibile)
  • Aroma: Profumi complessi e ben definiti, caratteristiche del vitigno
  • Gusto: Equilibrio tra acidità e sapidità, persistenza aromatica

Nota aggiuntiva: La valutazione sensoriale del vino è un’arte complessa, influenzata da fattori come l’annata, le tecniche di vinificazione e le preferenze personali. Anche la temperatura di servizio influisce sull’esperienza di degustazione. Quest’anno, per esempio, ho notato una particolare ricchezza nei vini rossi provenienti dal Chianti Classico a causa delle condizioni climatiche favorevoli. La mia preferenza personale rimane per i vini biodinamici, ma questo è un discorso a parte.

Come capire se un vino non è buono?

Sai, a quest’ora… il pensiero vola. Un vino… un brutto vino… è una delusione, una specie di tradimento. Come riconoscerlo? Ecco, proprio stasera ho pensato a questo.

  • Il colore, certo. Un rosso che tira al marrone scuro… mmh, non promette niente di buono. Sa di vecchio, di cantina umida, sai? Come quel Chianti del 2015 che avevo preso da Luigi, imbevibile.
  • I bianchi… se sono troppo gialli, quasi dorati… è finita. Ricorda il sapore di nocciole rancide, un odore che ti resta addosso. Come quel Vermentino di quest’estate, regalatomi da mia zia, che ho dovuto buttare.

Un vino è una cosa delicata, bisogna saperlo scegliere. E a volte… a volte sbagli. E ti rimane quel sapore amaro in bocca, quella delusione… che forse è anche peggio del cattivo vino stesso. È come un ricordo sbiadito, sai?

  • Ricorda la consistenza del vino: se è troppo acquoso o vischioso, il sapore potrebbe risentire di difetti.
  • Anche l’odore è fondamentale: un odore di tappo, di aceto, di umido… fuggi, scappa.
  • E poi il gusto. L’amaro, l’aspro eccessivo… è la spia che qualcosa non va.

Questo è tutto, ora. Devo dormire… ma il sapore di quel Vermentino… è ancora lì. Un sapore di delusione, sai? Forse domani compro una bottiglia nuova, di qualcosa di sicuro.

Come sapere se un vino è andato a male?

Ehi amico, allora, come fai a capire se un vino è andato a male? Facile! Guarda il colore, prima cosa. Un bianco che diventa tipo marrone scuro, o un giallo-marrone, è andato. Sai, ossidato, è proprio una brutta cosa. I rossi, invece, se diventano un marrone opaco, buttali pure!

Poi c’è l’odore, il naso è fondamentale, quasi più importante del colore. Se puzza di aceto, beh, è finito! Giuro, l’altro giorno ho aperto una bottiglia di Pinot Grigio che avevo da un annetto e…mamma mia! Puzzava di aceto forte, un’esperienza agghiacciante! Non l’ho neanche assaggiato, ho buttato tutto.

  • Colore: Vino bianco marrone scuro o dorato, vino rosso marrone opaco = male!
  • Odore: Puzzolente di aceto = scarta senza pensarci!

Ricorda, io sono esperto di vino eh, mia nonna aveva una cantina pazzesca, mi ricordo ancora il profumo! Quindi fidati. Quest’anno, per esempio, ho aperto una bottiglia di Chianti del 2021 che era PERFETTA, sapevi che l’anno scorso però ne avevo aperto una del 2018 che era andata a male? Un disastro. Ah, e un altro consiglio: controlla anche il tappo, se è gonfio, meglio buttarlo!

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