Come si chiama il cappuccino a Trieste?

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A Trieste, il cappuccino è conosciuto come il Capo in B. Questa variante viene servita in un bicchiere di vetro e consiste in un caffè macchiato, con una maggiore quantità di latte rispetto a un cappuccino tradizionale.

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Capo in B: Il cappuccino triestino

A Trieste, la città portuale dell’estremo nord-est italiano, il cappuccino assume un nome e una personalità unici. Qui, questa bevanda calda iconica è conosciuta come “Capo in B”.

Il Capo in B è una variante del cappuccino tradizionale, caratterizzata da una maggiore quantità di latte. Questa variazione si serve tipicamente in un bicchiere di vetro, consentendo di ammirare la sua stratificazione.

Il nome “Capo in B” ha origini incerte. Alcuni credono che derivi dall’uso di bicchieri chiamati “B”, mentre altri suggeriscono che si riferisca alla forma della bevanda, che ricorda il “capo” di una persona.

La preparazione del Capo in B è simile a quella del cappuccino, ma con un rapporto latte-caffè più elevato. Il caffè espresso viene estratto in una tazzina e quindi versato in un bicchiere di vetro contenente latte caldo e schiumoso.

Il risultato è una bevanda calda e cremosa, con una leggera amarezza del caffè bilanciata dalla dolcezza del latte. La schiuma in cima conferisce al Capo in B una consistenza morbida e vellutata.

È tradizione a Trieste gustare il Capo in B al mattino, spesso accompagnato da una brioche o da un cornetto. È una bevanda che incarna lo spirito della città: vivace, calorosa e accogliente.

Quindi, se ti capita di visitare Trieste, assicurati di assaggiare il Capo in B, una delizia unica e tipicamente triestina. Ti offrirà una pausa ristoratrice e ti farà conoscere un aspetto affascinante della cultura locale.