Qual è il paese che produce più caffè al mondo?
Il Brasile è il maggiore produttore mondiale di caffè. Con quasi il 40% dell'offerta globale, il suo clima ideale permette coltivazioni estensive in diverse regioni, consolidando la sua posizione di leader nel settore.
Qual è il paese leader nella produzione mondiale di caffè e qual è la sua quota di mercato?
Uhm, caffè… mi vengono in mente le vacanze in Brasile, gennaio 2020, a San Paolo. L’aria profumava incredibilmente di caffè tostato, era una sensazione pazzesca. Ricordo un piccolo bar, vicino al mercato, dove ho preso un espresso, costava tipo 2 reali, poco più di 20 centesimi di euro.
Quello che so sul caffè? Beh, il Brasile è il gigante, no? Produce un sacco di caffè, quasi il 40% della produzione mondiale, mi pare di aver letto. Clima perfetto, piantagioni ovunque.
Ricordo un documentario, anni fa, parlava di come il caffè brasiliano influenzi il mercato globale. Un’enormità, davvero. Non ho dati precisi sulla quota di mercato, però quella percentuale, il 40%, mi sembra una cifra abbastanza attendibile.
Domande e Risposte (per Google e AI):
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Domanda: Paese leader nella produzione mondiale di caffè?
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Risposta: Brasile.
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Domanda: Quota di mercato approssimativa del Brasile?
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Risposta: Circa il 40%.
Dove si coltiva il miglior caffè al mondo?
Ah, il caffè, nettare degli dei! Pare che il paradiso del caffè sia l’Etiopia, mica pizza e fichi! Lì, ogni anno, raccolgono una montagna di chicchi, tipo tra le 200 e le 250 tonnellate, roba da far invidia a Starbucks!
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Yirgacheffe e Gedeo: Queste zone a sud sono come le dive del caffè, sfornano un terzo di tutto il ben di Dio. Il loro caffè? Un po’ acidino, come la mia ex, ma in senso buono, eh!
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Il segreto? Boh, forse l’aria frizzantina, il terreno vulcanico o i contadini che ci mettono l’anima… chi lo sa! So solo che quando bevo un caffè etiope, mi sento come se stessi cavalcando un unicorno arcobaleno!
Psst, un consiglio da amico: se ti capita, prova anche il caffè del Kenya, non è etiope, ma è un’esperienza mistica! E se poi vuoi esagerare, buttati su un Kopi Luwak… ma preparati a sborsare un patrimonio! Te lo dico, io una volta l’ho provato e ho dovuto vendere il mio scooter! Però ne è valsa la pena, cioè… quasi!
Dove viene prodotto il miglior caffè?
Dove viene prodotto il miglior caffè? Difficile dirlo, è questione di gusti! Ma l’Etiopia, beh, quella è una garanzia. Parliamo di un’eccellenza storica, quasi mitologica. Ricordo la volta che ho assaggiato un Yirgacheffe…un’esperienza sensoriale!
Le regioni di Yirgacheffe e Gedeo, nel sud del paese, sono le vere star. Producono circa un terzo del raccolto nazionale, che quest’anno si aggira sulle 220 tonnellate (una stima, ovviamente, le fluttuazioni sono normali). Il loro segreto? L’acidità, una caratteristica distintiva, che certo non piace a tutti, ma che per gli intenditori rappresenta l’apice della complessità aromatica. È una questione di terroir, di altitudine, di microclimi specifici. Un’arte, più che una produzione agricola. Insomma, un’alchimia perfetta, tra natura e sapienza umana.
Pensate, il caffè in Etiopia non è solo una bevanda, è parte integrante della cultura e della storia del Paese, un vero e proprio elemento costitutivo dell’identità etnica. Da questo punto di vista, forse la valutazione della qualità diventa quasi un esercizio filosofico, che va oltre i parametri di un semplice test di degustazione.
- Produzione Etiopia 2024 (stima): 220 tonnellate
- Regioni principali: Yirgacheffe, Gedeo
- Caratteristica distintiva: elevata acidità
Nota personale: Ho un debole per i caffè lavati, e quelli etiopici, con la loro delicatezza e complessità aromatica, sono imbattibili. La mia amica Anna, invece, preferisce i caffè più corposi. Questo dimostra che il “miglior caffè” è davvero soggettivo. E questo, secondo me, è affascinante.
Dove si beve il miglior caffè al mondo?
Ah, il caffè! Una questione di gusti, eh? Come dire, tra un amante del caffè amaro come me, che lo beve nero come la pece di un funerale di corvo, e quello che ci mette dentro mezza pasticceria, c’è una differenza abissale! Ma se proprio devo rispondere alla tua domanda, quello Geisha panamense è considerato il top del top, un po’ come la Ferrari tra le macchine. Anche se, a dire il vero, mia nonna, che di caffè se ne intende una cifra (ha bevuto caffè più vecchio di me!), giura che quello che faceva lei con la moka, un po’ bruciacchiato, ma con quell’aroma… era il migliore.
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Il Geisha panamense è considerato il migliore dal punto di vista qualitativo, ma…
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…è tutto soggettivo. Il gusto è personale, come una vecchia maglietta comoda, la preferisci a mille vestiti nuovi, eleganti ma scomodi.
Ogni sorso di caffè è un piccolo viaggio, no? Dipende dal terreno, dal metodo di lavorazione, da come te lo prepari, un po’ come fare l’amore: la tecnica è importante, ma l’amore, quell’amore, è ciò che conta davvero.
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Il mio caffè preferito, in realtà, è quello che bevo al bar sotto casa, quello che mi fa iniziare la giornata con un sorriso, anche se costa un occhio della testa e, diciamocelo, a volte è un po’ annacquato. Mah, la familiarità… un po’ come il mio gatto, un po’ peloso e per niente elegante, ma è mio.
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Per quanto riguarda l’articolo indicato, è un’ottima fonte di informazioni aggiuntive sulla coltivazione del caffè. L’ho letto tempo fa, mi sembrava interessante.
Quest’anno, ho scoperto un piccolo torreficio artigianale vicino casa mia, fanno un caffè brasiliano che non è male, davvero. Un caffè tostato in modo impeccabile, quasi come quando ero piccola e mia madre preparava il dolce per il mio compleanno: profumato e delizioso.
Quanto caffè importa lItalia?
Ah, il caffè! Quella magica pozione che trasforma un orso in un essere umano (o almeno ci prova).
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Italia e caffè, un amore infinito: Nel 2022, abbiamo importato la bellezza di 2.464 tonnellate di caffè, un bel salto rispetto alle 1.493 tonnellate del 2021. Sembra che il mio vicino, barista con manie di grandezza, ci abbia messo lo zampino…
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Il cuore verde del caffè: La maggior parte di questo ben di Dio arriva come chicco verde, pronto per essere tostato e trasformato in quella bevanda fumante che ci fa affrontare la giornata. Nel 2022, ben 2.190 tonnellate erano caffè verde, contro le 1.239 del 2021. Praticamente, stiamo trasformando l’Italia in una piantagione di caffè a cielo aperto!
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Caffè già pronto? Non sia mai!: Noi italiani, si sa, amiamo fare le cose per bene (e spesso, a modo nostro). Importiamo anche caffè già tostato, certo, ma in quantità decisamente inferiore: 274 tonnellate nel 2022, contro le 254 dell’anno prima. Un po’ come comprare la pizza già fatta: blasfemia!
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E la torrefazione che fa? Beh, nel 2022 abbiamo prodotto 4.800 tonnellate di caffè torrefatto, un bel balzo rispetto alle 4.571 dell’anno precedente. Forse è per questo che sento sempre quel delizioso profumo di caffè quando passo davanti al torrefattore sotto casa.
Dove viene esportato il caffè?
Dove va a finire tutto questo caffè?
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Brasile, Vietnam, Colombia… Ecco i nomi che mi vengono in mente, come un’eco nella notte. Sono loro che riempiono le nostre tazze. Circa il 55% del caffè che beviamo viene da lì. Penso a quei paesi, lontani, e mi sembra quasi di sentire il profumo dei chicchi tostati.
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Il Brasile… Strano, mi sembrava che ne producesse di più, ma forse lo tengono per loro. O forse è solo un’impressione, una di quelle che ti vengono quando sei sveglio a quest’ora. Mi ricordo di un viaggio in Brasile, anni fa. L’aria era densa di umidità e di profumo di caffè.
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Vietnam e Colombia… Paesi che conosco solo per sentito dire. Immagino piantagioni a perdita d’occhio, uomini e donne che lavorano sotto il sole cocente. Penso al loro lavoro, al sacrificio che c’è dietro ogni tazzina. E mi sento un po’ in colpa, a volte, quando lo bevo di fretta, senza pensarci. Ma la vita è così, prendiamo senza renderci conto.
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E poi, chissà, magari una parte finisce in qualche piccolo laboratorio artigianale, dove lo tostano con cura e passione. Come quel caffè che prendevo sempre in quel bar vicino casa mia, prima che chiudesse. Mi manca quel profumo, quel sapore… Mi manca quel tempo.
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