Come si chiamano gli aperitivi a Venezia?

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A Venezia, gli aperitivi prendono il nome di "cicchetti". Piccoli assaggi di gusto, perfetti per accompagnare un'ombra de vin!

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Quali sono i nomi degli aperitivi a Venezia?

Cicchetti. A Venezia si chiamano così. Li ho scoperti nel giugno 2022, vicino Rialto. Piccoli, gustosi, uno tira l’altro. Con un’ombra di vino, ovviamente.

Ricordo ancora il baccalà mantecato, cremoso e saporito. Costava 2 euro a pezzo, se non erro. Poi c’erano le polpette, fritte al momento. E un piatto di verdure in agrodolce, che mi ha stupito.

Non sono un esperto, ma i cicchetti mi sono rimasti nel cuore. Ogni bàcaro ha la sua specialità, la sua atmosfera. Un’esperienza da provare assolutamente. Magari con uno spritz, se vi piace.

Domande e Risposte:

D: Nomi degli aperitivi a Venezia? R: Cicchetti.

Come si dice aperitivo a Venezia?

A Venezia, “aperitivo” si traduce direttamente in cicchetti. È un termine che racchiude l’essenza stessa della tradizione veneziana, un’esperienza gastronomica che va ben oltre il semplice “antipasto”. Pensateci: un piccolo assaggio, un boccone, un’esperienza sensoriale fugace, ma intensa, come la vita stessa, no? Un po’ come la filosofia greca antica, che valorizzava il momento presente.

I cicchetti, infatti, sono spuntini, piccole porzioni di cibo, serviti nei “bacari”, le tipiche osterie veneziane. La loro varietà è sconfinata: dai classici crostini con baccalà mantecato, ai sarde in saor, fino a più elaborate preparazioni, frutto della creatività degli chef. Ogni bacaro ha la sua specialità, una sorta di firma gastronomica. Quest’anno, ho notato una crescita di proposte vegetariane, segno di una cucina che si evolve, pur restando fedele alle radici.

  • Diversità: La gamma di cicchetti è vasta, abbracciando sia preparazioni tradizionali che interpretazioni moderne.
  • Contesto: L’esperienza del cicchetto è intimamente legata al bacaro, luogo di socializzazione e convivialità.
  • Evoluzione: La cucina dei cicchetti si adatta ai tempi, introducendo nuove varianti, mantenendo la sua identità.

Ricordo quella volta a Venezia, nel 2023, in Calle del Forno, in un piccolo bacaro quasi nascosto, dove ho assaggiato un cicchetto a base di caponata di melanzane davvero eccezionale. Un’esplosione di sapori, un piccolo capolavoro. Un’esperienza semplice, ma memorabile. Come un haiku, potente nella sua brevità.

  • Bacari: Le osterie veneziane dove si consumano i cicchetti.
  • Crostini: Piccoli crostini con diverse farciture.
  • Baccalà mantecato: Un classico veneziano a base di baccalà.
  • Sarde in saor: Sarde marinate in una salsa agrodolce.

Dove costa meno lo spritz a Venezia?

Ah, Venezia! Trovare lo spritz più economico è quasi un’arte.

  • Bacareto da Lele, Tolentini: Sembra che lo spritz qui costi circa 2,50 euro. Un affare, praticamente, specie vicino all’università.
  • Campo Santa Margherita: Ottima zona, brulicante di studenti e professori. Immagino che i prezzi siano più accessibili rispetto a San Marco.
  • Intuizioni filosofiche: Il prezzo dello spritz? Un barometro della vitalità sociale, forse. Un piccolo lusso che democratizza il gusto.

E poi, curiosità: sapevi che l’origine dello spritz è legata all’Impero Asburgico? I soldati, non abituati all’alto tasso alcolico dei vini veneti, iniziarono ad allungarli con acqua frizzante. Da lì, l’evoluzione fino allo spritz che conosciamo oggi. Certo che la storia si beve davvero volentieri!

Come si chiamano i bar veneziani?

I bar veneziani? Bàcari.

  • Non “bar”, non “snack bar”. A Venezia, dimentica quei termini.
  • Bàcaro: un nome, un’istituzione. Plurale? Bàcari, o bacaréti.
  • Un’eco di storia e sapori, non una semplice insegna.

Un’ombra di mistero avvolge l’origine della parola “bàcaro”. Alcuni narrano di un gondoliere che, assaggiato un vino, esclamò “Bàcaro!”, un’espressione dialettale per “che buono!”. Altri, più prosaici, lo collegano a “Bacco”, dio del vino. Quale sia la verità, il bàcaro resta l’anima autentica di Venezia.

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