Come si dice quando si fa il vino?

Dal grappolo al calice: un viaggio nel linguaggio del vino

Il vino, nettare degli dei, bevanda conviviale e simbolo di territori e tradizioni, racchiude in sé un universo di saperi e pratiche tramandate di generazione in generazione. E come ogni arte antica, anche quella vitivinicola possiede un linguaggio specifico, ricco di sfumature che descrivono le diverse fasi del processo, dalla cura della vite fino al momento in cui il prezioso liquido raggiunge il nostro palato. Dire semplicemente fare il vino non rende giustizia alla complessità di questo percorso, un vero e proprio viaggio che merita di essere raccontato con le parole giuste.

Si parte dalla vendemmia, momento cruciale in cui i grappoli duva, giunti a perfetta maturazione, vengono raccolti con cura. Vendemmiare deriva dal latino vindemia, composto da vinum (vino) e demere (togliere), e racchiude in sé lessenza di questo atto: separare il frutto maturo dalla pianta, il primo passo verso la trasformazione. La scelta del momento giusto per la vendemmia è fondamentale, unarte che richiede esperienza e sensibilità, poiché influirà in modo determinante sulle caratteristiche del vino finale.

Segue poi la fase della vinificazione, il cuore pulsante del processo, dove la magia della trasformazione ha inizio. Qui luva, dopo essere stata accuratamente selezionata, inizia il suo percorso alchemico verso il vino. Il termine vinificare, derivato da vinum e facere, indica appunto lazione di fare il vino, trasformando il succo duva in una bevanda alcolica attraverso la fermentazione. Questa fase, a sua volta, si articola in diverse operazioni, ognuna delle quali contribuisce a definire il carattere del vino.

Tra queste, la pigiatura e la diraspatura rappresentano i primi step della vinificazione vera e propria. La pigiatura, un tempo effettuata con i piedi, consiste nello schiacciamento degli acini per estrarne il mosto, mentre la diraspatura prevede la separazione degli acini dai raspi, le parti legnose del grappolo. Queste due operazioni, oggi in gran parte meccanizzate, sono fondamentali per avviare il processo fermentativo nelle migliori condizioni.

Una volta ottenuto il mosto, inizia la fermentazione, processo biochimico attraverso il quale gli zuccheri presenti nelluva vengono trasformati in alcol e anidride carbonica grazie allazione dei lieviti. Questa fase, delicata e complessa, richiede un controllo costante di temperatura e altre variabili per garantire il corretto svolgimento del processo e ottenere un vino di qualità.

Terminata la fermentazione, il vino inizia il suo percorso di affinamento o invecchiamento, un periodo di riposo che può durare da pochi mesi a diversi anni, a seconda del tipo di vino e delle scelte del produttore. Durante questa fase, il vino evolve, acquisendo complessità aromatica e gustativa, affinandosi e smussando gli spigoli. Laffinamento può avvenire in contenitori di diverso materiale, come acciaio, cemento o legno, ognuno dei quali conferisce al vino caratteristiche peculiari.

Infine, giunge il momento dellimbottigliamento, latto conclusivo che sancisce la nascita del vino e lo prepara per il suo viaggio verso il consumatore. Le bottiglie, accuratamente sterilizzate, vengono riempite con il vino e sigillate con il tappo, pronte per essere etichettate e commercializzate.

Dalla vendemmia allimbottigliamento, ogni fase del processo di produzione del vino possiede un nome specifico, un termine che ne descrive lessenza e ne sottolinea limportanza. Conoscere queste parole significa comprendere a fondo il lungo e affascinante percorso che porta dalla vigna al calice, un viaggio che merita di essere apprezzato in ogni sua sfumatura. E la prossima volta che stapperemo una bottiglia di vino, potremo farlo con maggiore consapevolezza, ricordando le mani esperte e le antiche tradizioni che hanno contribuito a creare quel nettare prezioso.