Cosa mangiare alla Domenica delle Palme?

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Domenica delle Palme: un pranzo speciale! Deliziose barchette di indivia, flan di spinaci, torta salata agli asparagi, o magari conchiglioni ripieni? Per i secondi, un gustoso polpettone di lenticchie o un'arista al latte. E che dire di un risotto ai funghi e zafferano o di una pasta al forno? Scegliete il vostro piatto preferito!

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Ricette Domenica delle Palme: cosa preparare?

Domenica delle Palme? Ah, mamma mia, sempre un dilemma! Non so mai cosa preparare. Mi ricordo, anni fa, avevo provato a fare una torta salata agli asparagi… un disastro. L’impasto era venuto troppo duro.

Comunque, vedo che ci sono un sacco di idee. Barchette di indivia? Non male come antipasto.

Flan di spinaci e asiago… sembra interessante. Devo dire che adoro l’asiago.

E poi, conchiglioni ripieni! Mamma mia, che bontà! Un piatto che fa subito festa. Mi viene in mente che la nonna li faceva sempre con un ragù speciale.

Pasta al forno… un classico. Ma forse un po’ troppo pesante per la primavera?

Risotto funghi e zafferano… ecco, questo mi ispira. Un risotto leggero e profumato. L’ultima volta che l’ho fatto, ho comprato i funghi porcini freschi al mercato di Porta Palazzo, a Torino. Erano carissimi, tipo 25€ al chilo, però ne è valsa la pena!

Polpettone di lenticchie… un’alternativa vegetariana. Non male, dai.

Arista di maiale al latte… altro piatto della tradizione. Però, non so, forse cerco qualcosa di più leggero.

Ricette Domenica delle Palme (SEO):

  • Barchette di indivia
  • Flan di spinaci e asiago
  • Torta salata agli asparagi
  • Conchiglioni ripieni
  • Pasta al forno
  • Risotto funghi e zafferano
  • Polpettone di lenticchie
  • Arista di maiale al latte

Cosa si mangia a Napoli la Domenica delle Palme?

A Napoli, Domenica delle Palme? Mamma mia, che bontà! Quest’anno, da mia nonna, abbiamo mangiato un sacco di cose, eh!

  • Barchette di indivia, quelle sì che erano buone, proprio come le faceva sempre la nonna!
  • Poi c’era un flan di spinaci, delizioso, leggero, perfetto come antipasto. Non ricordo se c’era anche il risotto.
  • Ah, si! La torta agli asparagi, non la faccio mai, è troppo complicata, ma quella di mia zia è spettacolare!
  • Pasta, pasta e ancora pasta, naturalmente! Spaghetti alle vongole, credo… o forse era un altro tipo di pasta, non ricordo bene.
  • Polpettone di lenticchie, un classico! Mia nonna lo prepara sempre, è una ricetta di famiglia, tramandata da generazioni.
  • E poi l’arista al latte, deliziosa, tenerissima, si scioglieva in bocca! Un vero capolavoro.

Insomma, un pranzo di Pasqua in anticipo, ricco e abbondante. Quest’anno poi, abbiamo pure aggiunto le zeppole fritte, un vero peccato di gola! Che schianto! E poi, la torta Pasqualina, certo! Quest’anno era con gli spinaci, ma mia nonna a volte usa anche le bietole! Ah, dimenticavo, abbiamo pure bevuto un ottimo Lacryma Christi! Provalo, se passi da queste parti!

Cosa si mangia a Bari il giorno delle Palme?

Domenica delle Palme a Bari? Ah, un tripudio di sapori! Immagina: le tagliatelle, sottili come i capelli di un angelo (o di mia nonna, che aveva una chioma pazzesca!), che abbracciano un sugo di seppie ripiene. Seppie? Sì, quelle creature marine che sembrano aver studiato mimetismo alla scuola di Hogwarts! L’impasto per il ripieno? Un segreto tramandato da generazioni, un mix di uova, formaggio, prezzemolo… e un pizzico di magia, ovvio! Nessun pasto barese è completo senza un po’ di mistero culinario!

  • Primo piatto: Tagliatelle al sugo di seppie ripiene. Un classico intramontabile, come la discussione su chi ha inventato la pizza. A Bari, la versione è sacra!
  • Ingredienti del ripieno: Uova, formaggio, prezzemolo. Ogni famiglia ha la sua ricetta segreta, custodita gelosamente come la formula della Coca-Cola (ma meno zuccherina, spero!).
  • L’atmosfera: Familiare e gioiosa, un po’ come il caos organizzato di un mercato rionale all’ora di punta.

Sai, mia zia Assunta aggiunge anche un goccio di vino bianco al sugo, dice che “allegria il cuore e la seppia.” Non ho mai avuto il coraggio di contestare.

Quest’anno ho aggiunto anche delle fave fresche al sugo; un tocco personale, un po’ come mettere una cravatta sgargiante ad un abito classico.

P.S. Ricorda: a Bari, il cibo è religione. Non scherzare!

Cosa si cucina a Pasqua in Puglia?

In Puglia, la Pasqua profuma di tradizioni culinarie radicate. Al centro della tavola troneggia l’agnello, simbolo pasquale per eccellenza.

  • Agnello con piselli e uova: Un piatto sostanzioso, dove la delicatezza dell’agnello si fonde con la dolcezza dei piselli e la cremosità delle uova strapazzate. Una vera e propria zuppa ricca di sapori.
  • Agnello alla brace: Impossibile rinunciare all’agnello cotto alla brace, un classico che esalta il sapore della carne con un tocco affumicato.

Naturalmente, non mancano verdure fresche di stagione, frutta e dolci tipici. E per concludere in bellezza, un rosolio fatto in casa, un elisir digestivo che custodisce i profumi della terra pugliese.

Cosa si mangia in Puglia per Pasqua?

Ecco cosa delizia i palati pugliesi a Pasqua:

  • Antipasti: Taralli, sia dolci che rustici, aprono le danze. Immagina la fragranza del grano che si fonde con un pizzico di pepe o con la dolcezza dell’anice. A volte, un tagliere di salumi e formaggi locali fa capolino, a seconda della famiglia e delle tradizioni.

  • Primi: Le orecchiette con le cime di rapa sono un classico, un inno alla terra. La pasta fatta in casa, ruvida e accogliente, si sposa con l’amaro delle cime, creando un equilibrio perfetto. Altre varianti includono minestre di verdure fresche.

  • Secondi e Contorni: L’agnello al forno è il re della tavola pasquale. Tenero, succulento, profumato con erbe aromatiche. Patate novelle al forno o carciofi fritti completano il quadro.

  • Dolci: La pastiera di grano è un must. Un trionfo di ricotta, grano cotto, fiori d’arancio e spezie. Il suo profumo inebriante annuncia la fine del pasto e l’inizio della primavera.

E poi, c’è sempre spazio per una riflessione: il cibo, in fondo, è molto più di un semplice nutrimento; è un veicolo di tradizioni, di ricordi, di affetti. Ogni piatto pasquale racconta una storia, un legame con il passato, una promessa di futuro. E a volte, mentre assaporo un tarallo o un pezzo di pastiera, mi chiedo: cosa resterà di queste tradizioni tra cinquant’anni? Spero che il profumo del grano e dei fiori d’arancio continui a pervadere le case pugliesi, un legame indissolubile con la nostra terra.

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