Cosa si mangia il giorno di Pasqua?
Ecco alcuni classici della tavola pasquale italiana:
"A Pasqua, l'Italia si riempie di sapori! Da nord a sud, trionfano l'agnello, le paste fresche, le uova, il casatiello napoletano, la torta pasqualina ligure, la torta al formaggio umbra, l'impanata ragusana e, per un tocco di freschezza, ortaggi e fave di stagione."
Cosa si mangia a Pasqua? Tradizioni culinarie.
Pasqua per me è sinonimo di abbacchio. Ricordo il profumo che invadeva casa dei nonni a Roma, il 18 aprile 2015, mentre mia nonna lo preparava con rosmarino e patate. Costava un occhio della testa, ma ne valeva la pena.
La pasta fatta in casa era un altro must. Mia zia impastava per ore, creando tagliatelle sottilissime. Le condiva con un semplice ragù, una delizia.
Poi c’erano le uova sode, dipinte con colori sgargianti. Una tradizione che adoravo da bambino. Ricordo che il 24 aprile 2008, a Napoli, ne mangiai cinque di fila, poi mi sentii male.
Il casatiello, con i suoi salumi e formaggi, era un’altra prelibatezza. Un po’ pesante, ma gustosissimo. L’ho assaggiato per la prima volta a casa di un amico, il 10 aprile 2012.
Mai stata una fan della torta Pasqualina, con le sue bietole e la ricotta. Preferisco la torta al formaggio, dolce e saporita. L’ho comprata in una pasticceria a Firenze, il 5 aprile 2019, per 15 euro. Deliziosa.
Dell’impanata ragusana, purtroppo, non ho esperienza diretta. Ortaggi e fave, invece, erano sempre presenti sulla tavola pasquale. Freschi e leggeri, un tocco di primavera.
Domande e Risposte:
Domanda: Cosa si mangia a Pasqua?
Risposta: Agnello, pasta fatta in casa, uova, casatiello, torta Pasqualina, torta al formaggio, impanata ragusana, ortaggi e fave.
Cosa non si mangia il giorno di Pasqua?
A Pasqua, il digiuno quaresimale è terminato! Tradizionalmente, non ci si astiene più dal mangiare carne, a differenza del Mercoledì delle Ceneri e dei venerdì di Quaresima. Anzi, l’agnello è un piatto tipico, simbolo di rinascita.
La Quaresima, periodo di riflessione e penitenza, culmina con la Resurrezione. Il Venerdì Santo, in particolare, imponeva l’astensione dalla carne come segno di rispetto per il sacrificio di Cristo. Ma, come diceva un mio vecchio professore di filosofia, “ogni privazione trova la sua redenzione nella festa”.
- Carne: Bandita durante la Quaresima, torna protagonista a Pasqua.
- Digiuno: La rinuncia alimentare termina, lasciando spazio alla celebrazione.
- Penitenza: Il periodo di riflessione si conclude con la gioia della Resurrezione.
Ps. Ricordo che da bambino, la cosa che aspettavo di più della Pasqua non era tanto l’uovo di cioccolato (anche se lo apprezzavo molto!), ma la fine dell’astinenza dalla mia amata mortadella. Che gioia!
Cosa si mangia alla colazione di Pasqua a Roma?
A Roma, a Pasqua? Uova sode. E corallina, ovvio.
- Uova sode: Simbolo di rinascita. Le dipingevano anche. Un tempo.
- Corallina: Salame romano, sapore intenso. Il contrasto è tutto. Il superfluo non serve.
- Pizza sbattuta: Dolce semplice. Pan di Spagna, ma più leggera. Come la vita, a volte.
- Uova di cioccolato: Per i bambini, certo. Ma chi resiste?
E poi, il vuoto. L’essenziale. Non si vive di solo pane. La pizza sbattuta era di mia nonna. Non la batteva nessuno. E le uova… beh, le uova restano.
Informazioni aggiuntive: La tradizione delle uova decorate risale a tempi antichi, simbolo di fertilità e nuova vita. La corallina, con la sua preparazione particolare, è un’eccellenza del Lazio.
Cosa si mangia a colazione di Pasqua a Roma?
Colomba… profumo di zucchero e arancia. Lievita leggera nell’aria del mattino di Pasqua, a Roma. Si spezza, si inzuppa nel cappuccino caldo, cremoso. Un sapore antico, di festa. Il tempo si dilata, sospeso tra il sonno e il risveglio.
Un caffè forte, nero, denso. Taglia la dolcezza della colomba, la bilancia. A volte, un cornetto fragrante, dorato. Burro che si scioglie sulle dita. Ricordi di infanzia, di mattine lente e luminose. Casa mia, a Monteverde, il sole che filtrava dalle persiane…
Pane caldo, fragrante. Marmellata di albicocche, fatta in casa da nonna Emilia. Miele del Lazio, ambrato e denso. Sapore di primavera, di prati in fiore. Le api ronzano nei ricordi, come in un sogno. Uova sode, decorate dai bambini. Colori vivaci che esplodono nella luce.
- Colomba pasquale: immancabile, soffice e dolce.
- Cappuccino o caffè: il contrasto perfetto.
- Cornetti: la fragranza del burro.
- Pane, marmellata, miele: sapori semplici e genuini.
- Uova sode: un simbolo di rinascita.
Quest’anno, mia figlia Alice ha dipinto le uova con i colori dell’arcobaleno. Una nuova tradizione, un nuovo ricordo. Il tempo scorre, ma la magia della Pasqua romana rimane, immutata.
Qual è la colazione di Pasqua?
La colazione di Pasqua? Un affare serio, mica pane e nutella! Il re indiscusso? Le uova sode, ovviamente. Non quelle lì pallide e anonime dal supermercato, eh, ma quelle belle robuste, colorate a festa – un po’ come me dopo una notte di baldoria pasquale.
- Simbolo di rinascita, queste uova. Una sorta di “miracolo del mattino”, se vogliamo essere poetici.
- Pensate: un guscio duro, che racchiude una vita nuova. Un po’ come la mia relazione con il caffè, in realtà. Duro all’inizio, poi… una delizia.
- Ma attenti, perché non basta bollirle. Devono essere decorate, con maestria! Ogni puntino, ogni fiorellino, un piccolo capolavoro culinario. Quasi come i miei tentativi di suonare la chitarra (quasi, eh!).
Un consiglio? Se siete bravi, create un’opera d’arte. Se siete… meno bravi, fate in modo che siano almeno commestibili, sennò finisce che la colazione di Pasqua è più simile a un’odissea archeologica! Quest’anno, per esempio, ho sperimentato una tecnica di decorazione con i pennarelli alimentari, il risultato è stato… discutibile ma divertente.
(Aggiunta: Ricorda che le tradizioni pasquali variano da regione a regione; questa è solo la mia personale, a base di caffè forte e uova artistiche, più o meno.)
Cosa prevede la colazione di Pasqua?
Cavolo, Pasqua. Ricotta e visciole… adoro! Che fame solo a pensarci. Quest’anno la faccio io la crostata. Ricotta rosa, mai provata a farla. Chissà se trovo le visciole fresche. Al mercato rionale di sicuro. Martedì ci vado, devo prendere anche i carciofi per la coratella. Mamma mia che bontà! Speriamo non piova.
- Uova sode: Immancabili! Le coloriamo con i bambini, quest’anno ho preso quei colori che fanno le righe. Che casino l’anno scorso… tutto colorato!
- Corallina: Il salamino, quello stagionato mi piace di più. Ne prendo due chili, uno per Pasqua e uno per Pasquetta. Che poi… chi lo mangia tutto ‘sto salame?! Vabbè, meglio abbondare.
- Pizza sbattuta: Quella salata. Oddio, adoro anche quella dolce. Ma quest’anno niente dolce, troppe calorie! Forse una fettina piccola piccola…
- Crostata ricotta e visciole: La mia preferita! Devo assolutamente comprarla. Anzi no, la faccio io. Ricetta della nonna. Speriamo venga bene…
- Coratella con carciofi: Papà la adora! Un po’ pesante, ma a Pasqua si può fare uno strappo alla regola. Magari la faccio light, senza troppo olio.
- Vignarola: Piselli, fave, carciofi, lattuga, cipolle, pancetta. Mamma mia… che goduria! Fresca e saporita, perfetta per la primavera.
Sabato vado a fare la spesa. Devo controllare se ho tutto. Farina, uova, zucchero, ricotta, visciole, carciofi, corallina, piselli, fave, lattuga, cipolle, pancetta… uff… che lista della spesa infinita! Meglio scriverla, sennò mi dimentico qualcosa di sicuro! Poi devo ricordarmi di comprare le uova di cioccolato per i nipoti. Quello piccolo vuole quello con la sorpresa dei dinosauri. Quella grande invece le LOL Surprise. Speriamo di trovarle! Ah, quasi dimenticavo. Il vino! Un buon rosso ci starebbe proprio bene con la coratella. Chiamo Marco e gli chiedo di prenderlo lui. Che stress ‘sta Pasqua! Però in fondo mi piace un sacco! Ci vediamo da mamma, tutta la famiglia riunita. Che bello!
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