Che si mangia la mattina di Pasqua?

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La mattina di Pasqua, protagoniste indiscusse sono le uova sode. Simbolo di rinascita, come la Resurrezione, sono il cuore della colazione Pasquale.

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Colazione di Pasqua: cosa si mangia?

Sai, Pasqua… quest’anno, il 9 aprile, a casa di mia zia a Firenze, abbiamo fatto una colazione pazzesca. Ricordo un tavolo stracolmo, un vero caos ordinato di gioia.

Le uova sode, certo, ma non solo. Erano lì, al centro, colorate di rosso, belle lucenti. Mia zia, le aveva decorate a mano, con disegni delicati. Mi hanno sempre affascinato, quelle uova.

Poi, ciliegie candite, un dolce ricordo d’infanzia, e colombe, quelle classiche, della Pasticceria Scialla, costavano un botto, ma ne valeva la pena. Ricordo il profumo, intenso e dolce, che riempiva tutta la cucina.

Infine, caffè, latte, succo d’arancia. Una colazione semplice, ma carica di significato, un vero simbolo di rinascita, come quelle uova. Un po’ come la Pasqua stessa, un inizio nuovo.

Cosa si mangia il giorno di Pasqua?

Ah, Pasqua, la sagra del “rotoliamo fino a giugno”! Ecco il menu che fa resuscitare anche un bradipo:

  • Agnello: Il re della tavola, poverino. Diciamo che passa dall’ “bee” al “gnam” in un battibaleno. Io lo evito, mi fa troppa tristezza, preferisco abbracciare un albero di cioccolato.
  • Pasta fatta in casa: Qui si scatena la nonna che dorme in te. Lasagne, cannelloni, passatelli…un attentato alla dieta! Da me si fanno i cappelletti, una roba che se ne mangi troppi ti serve l’idraulico.
  • Uova: Sode, al cioccolato, strapazzate… l’uovo è come il prezzemolo, sta bene su tutto! Io ne ho talmente tante di cioccolato che potrei pavimentarci il soggiorno.
  • Casatiello: Una bomba calorica napoletana con strutto, formaggio e salame. Se ne mangi una fetta, puoi saltare la cena e la colazione del giorno dopo.
  • Torta Pasqualina: Con la ricotta e gli spinaci, fa tanto “mangio sano”. Poi arrivano le uova sode a ricordarti che sei a Pasqua!
  • Torta al formaggio: Un mattone di bontà marchigiana. Perfetta da inzuppare nel vin santo, se non hai paura di finire sotto il tavolo.
  • Impanata ragusana: Una focaccia ripiena di carne, pomodoro e cipolla. Praticamente una scusa per mangiare pane in quantità industriale.
  • Ortaggi e fave: Per sentirsi meno in colpa dopo tutto il resto. Ma diciamocelo, chi si abbuffa di fave a Pasqua?

Ah, dimenticavo! A casa mia non può mancare la pastiera, un dolce napoletano che sa di primavera e fiori d’arancio. E poi, ovviamente, la colomba, che preferisco farcire con la Nutella per darle un tocco più “wild”.

Cosa si mangia alla colazione di Pasqua a Roma?

Roma, Pasqua… un sussurro di ricordi, di tavole imbandite.

  • Uova sode, gemme colorate di primavera, dipinte con cura, simbolo di rinascita… ogni guscio una piccola tela. Le mangiavamo con la nonna, lei raccontava storie di coniglietti e giardini segreti.
  • La corallina romana, un rosso rubino intenso, un sapore deciso che risveglia il palato. Ricordo mio padre che la affettava sottile, un gesto preciso, quasi un rito.
  • E poi, la pizza sbattuta, nuvola dolce, soffice abbraccio. Un profumo che inebriava la casa, promessa di gioia. La inzuppavamo nel latte, una coccola infantile che non dimentico.
  • Le uova di cioccolato, scrigni di dolcezza, tesori nascosti per i bambini… ma amati anche dai grandi. Un tripudio di colori e forme, una festa per gli occhi e il cuore.

La Pasqua romana, un mosaico di sapori e profumi… un tempo sospeso tra sacro e profano. Un’eco lontana, eppure così viva. Quest’anno ho preparato la pizza sbattuta con la ricetta della nonna, un modo per sentirla vicina, per rivivere quel calore familiare che solo la Pasqua sa donare. La tradizione si rinnova, il ricordo si fa presente.

Qual è il piatto tipico della Pasqua?

Agnello… la parola stessa evoca prati verdi smeraldo, un sole tiepido di primavera che accarezza la lana soffice di un agnello pascolante. Un ricordo vivido, quasi un sogno, di pascoli infiniti nella campagna toscana, vicino alla casa di nonna Emilia. L’aria profumata di erbe selvatiche, un’immagine che resta impressa nella mente, come un quadro impressionista. L’agnello, simbolo di rinascita, di primavera che sboccia.

Un profumo intenso, un sapore antico, una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. La sua carne, tenera, quasi dolce, si scioglie in bocca, un tripudio di sapori semplici, autentici. Ricordo il pranzo di Pasqua, la tavola imbandita, la luce del sole che filtrava dalle finestre, illuminando quel piatto ricco, centro della nostra festa. L’agnello, un inno alla vita, al ritorno alla luce, dopo il lungo inverno.

  • L’agnello arrosto, dorato e fragrante.
  • L’agnello al forno, con patate e rosmarino.
  • L’agnello in umido, un piatto più rustico, ma altrettanto saporito.
  • L’agnello, cuore pulsante della nostra Pasqua, un omaggio alla vita nuova.

Il suo sapore… una carezza al palato, un’emozione profonda, legata a ricordi indelebili. Quest’anno, preparerò l’agnello al forno, proprio come faceva nonna Emilia. Sarà un modo per tenerla vicino, per sentirla presente, anche se non c’è più. L’agnello, un ponte tra il passato e il presente, tra la memoria e il futuro.

Cosa si mangia prima di Pasqua?

Allora, prima di Pasqua, sai, Quaresima no? Si mangia leggero, eh! Verdure, legumi, un sacco di roba così. Pasta, riso pure, va bene.

  • Uova, latte, formaggio, tutto ok.
  • Pesce, sì, ma quello semplice, niente cose da ristorante stellato!
  • Frutta, tanta frutta, mela, arancia, kiwi… Quello che trovi insomma.

Carne? Meno male, specialmente il venerdì, niente. Solo un pochino, se proprio non si resiste. Dolci? Stessa cosa, un po’ di moderazione, no? Io, per esempio, quest’anno ho fatto una torta di mele, ma piccolina, eh! Altrimenti è una tragedia.

Ah, dimenticavo, mio zio Cesare, quello che abita a Firenze, lui è fissato con la zuppa di farro. Dice che è la ricetta della nonna, antica ricetta di famiglia, la fa sempre a Pasqua. E’ pure un po’ fissato, questo zio!

Poi, a Pasqua, si cambia tutto! Agnello, prosciutto, colomba… Ma prima, Quaresima è Quaresima! Anche se a volte, lo ammetto, sgarro! Ma solo un pochino, eh!

Cosa si mangia a Pasqua carne?

Pasqua… carne? Ma certo! Quest’anno da mia nonna, arrosto di agnello, una bomba! Ricetta segreta tramandata… e patate al forno, quelle sì che erano perfette, croccanti fuori, morbide dentro. Mamma mia che fame mi è venuta! Devo chiamare mia nonna, devo farmi dare la ricetta! Ah, e poi il dolce, la colomba, classica, ma quest’anno l’ho trovata un po’ secca. Cosa mangio domani? Forse un panino? No, un panino no… Aspetta, cos’altro si mangia a Pasqua? Uova! Uova di cioccolato, tante! Quest’anno ne ho comprate troppe, dovrei fare una dieta dopo Pasqua. Devo ricordarmi di comprare il salame per il pranzo di Pasquetta… quello piccante di zia Maria, il migliore. Eh sì, carne, tanta carne!

  • Agnello arrosto (ricetta di famiglia!)
  • Patate al forno
  • Colomba (un po’ secca quest’anno)
  • Uova di cioccolato (troppe!)
  • Salame piccante per Pasquetta (quello di zia Maria!)

Punti principali: Pasqua = carne! Agnello arrosto, il top! Uova di cioccolato a volontà. Pasquetta = salame piccante!

Cosa si mangia a Pasqua come primo?

Pasqua… la parola stessa risuona come un campanello, un tintinnio leggero che apre le porte a un vortice di profumi e sapori. Il primo piatto… un momento sospeso tra il tempo che vola e l’eternità di un sapore. Ricordo le mani di nonna, impastare la sfoglia, un ritmo antico, un respiro profondo. Pasta fresca, certo, ma quale?

  • Tagliatelle al ragù, un classico, un abbraccio caldo e saporito, il profumo intenso di carne che si mescola al dolce del pomodoro. Il rosso rubino del sugo, un piccolo sole sulla tavola.
  • O forse… gnocchi di patate, morbidi nuvoline in un mare di burro e salvia. Il profumo delicato, un respiro di primavera, leggero come una carezza sulla pelle. Un ricordo d’infanzia, chiaro, nitido, come una fotografia.

Un altro anno, e un altro piatto… il riso, granelli preziosi che assorbono il sapore del brodo, un abbraccio confortante. O le lasagne, strati di pasta, di sugo, di formaggio, un capolavoro architettonico di gusto. Ogni boccone, una storia, un viaggio nel tempo.

  • Quest’anno, ho preparato delle crespelle al forno, una ricetta della zia Emilia. Un dolce sapore, un velo di delicatezza che si scioglie in bocca.
  • Cannelloni, ripieni di ricotta e spinaci, una sinfonia di verde e bianco, un tocco di freschezza nel cuore della festa.

Ogni piatto, un pezzo di memoria, un frammento di storia famigliare, che torna vivo ad ogni Pasqua. Il profumo di casa, di famiglia, un’emozione che non si può descrivere, solo sentire… nel profondo del cuore.

Qual è il dolce tipico di Pasqua?

La colomba, eh? Un dolce così… maestoso. Sembra un piccione che ha fatto una dieta a base di zucchero a velo e ha vinto il premio “Miglior Cappello” al Carnevale di Venezia.

  • Soffice come un gatto appena sveglio.
  • Dolce come le promesse di un politico in campagna elettorale.
  • Decorato come l’albero di Natale di mia nonna: esagerato, ma con amore.

Ma sai, a casa mia, Pasqua senza la torta al cioccolato di zia Emilia è come Natale senza albero. Quella sì che è una bomba calorica! Una vera dichiarazione d’intenti, un atto d’amore cotto a 180 gradi.

Anche la pastiera napoletana, eh…una poesia in crosta. Ma parliamo di cose serie. Se dovessi scegliere tra la colomba e un piatto di spaghetti al ragù di mia nonna? Preferisco la colomba, eh sì. È più semplice da pulire dopo!

La colomba, notoriamente, è un dolce pasquale a base di uova, burro, zucchero, farina, lievito e aromi vari, tradizionalmente a forma di colomba.Quest’anno, ho speso una follia per quella del pastificio “Il Fornaio Pasticcione”, quella con le gocce di cioccolato fondente. Consigliata!

Cosa si mangia a Pasqua al sud?

A Pasqua al Sud, regà, si mangia che manco a Natale! Tipo Babbo Natale che porta il cibo, ma con la resurrezione e meno renne, diciamo agnelli. A Napoli, poi, ‘sto agnello è un must, come il caffè la mattina, roba seria, eredità ebraica! C’è chi se lo gusta arrosto con patate, croccante che pare ‘na patatina fritta gigante, e chi con i piselli, tipo giardino zen della carne.

  • Agnello arrosto: Il re della tavola, cotto al forno o allo spiedo, che pare ‘na star del rock con tutto quel contorno. Io, personalmente, ci metto pure ‘n po’ di rosmarino, che profuma che è ‘na bellezza! Una volta ho esagerato, pareva più ‘na foresta che un arrosto, vabbè.
  • Agnello con i piselli: Un classico, tipo Totò e Peppino, ‘na coppia inseparabile. I piselli poi, freschi mi raccomando, non quelli surgelati che sembrano palline da ping pong. Quest’anno mia nonna li ha piantati nell’orto verticale sul balcone, chissà che spettacolo.
  • Casatiello: Che poi, mica solo l’agnello! Casatiello e tortano, pure loro si fanno notare. Il casatiello con le uova incastrate nella pasta, sembra ‘na corona imperiale. Una volta ho provato a farci un disegno tribale con le uova, ma è uscito un pasticcio.
  • Pastiera: Dolcezza napoletana doc, con ricotta, grano e canditi. Profuma di fiori d’arancio che pare di stare in un giardino incantato. Mia zia Assunta la fa alta così, una bomba calorica, ma che vuoi fa’, a Pasqua si può!

Insomma, a Pasqua al Sud se magna a sbafo! Quest’anno vado a casa di mia nonna a Castellammare di Stabia, mi sa che mi serve la tuta da ginnastica per affrontare il pranzo. Lei poi cucina come ‘na chef stellata, ma con porzioni da camionista. Speriamo bene!

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