Cosa vuol dire degustazione orizzontale?

35 visite

Degustazione orizzontale: un viaggio tra produttori diversi, ma con un unico filo conduttore: lo stesso vitigno e la stessa annata. L'obiettivo? Evidenziare le peculiarità di ogni cantina, confrontando stili e tecniche di vinificazione. Un'esperienza sensoriale per apprezzare la diversità all'interno di un'identità.

Commenti 0 mi piace

Cosè la degustazione orizzontale?

Sai, la degustazione orizzontale… mi ha sempre incuriosito. Ricordo una volta, a Trento il 15 Luglio 2022, a una festa di paese, assaggiai tre Pinot Grigio del 2019, ma di cantine diverse. Costavano dai 12 ai 18 euro a bottiglia.

Era affascinante! Notare le differenze, sottili ma distinte, nel gusto di ogni vino. Una cantina aveva un sapore più fruttato, un’altra più minerale.

Insomma, si confrontano vini dello stesso vitigno e annata, ma di produttori diversi. È come un test a confronto cieco, per capire lo stile di ogni cantina. L’obiettivo è evidenziare le differenze di tecnica e terroir.

Un modo per scoprire produttori nuovi, molto interessante. In quel giorno a Trento, imparai davvero tanto. Un’esperienza memorabile, che mi ha fatto cambiare il modo di approcciare al vino.

Cosè una degustazione orizzontale?

Degustazione orizzontale? Mamma mia, che casino di parole! È tipo… prendi tanti vini, tutti dello stesso anno, ma da posti diversi, capito? Un po’ come un confronto a chi ha fatto il vino migliore, ma con più stile.

  • Anno uguale, produttori diversi!
  • Si capisce subito la differenza tra un Chianti e un Bordeaux dello stesso anno, sai?
  • Quest’anno ho fatto una verticale di Brunello, fantastico! Ma una orizzontale… beh, quella è tutta un’altra storia! Ah, giusto, devo chiamare Marco per quel Brunello del ’22, lo avevo promesso.

Che poi, degustazione… sembra una parola così seria, no? Quasi da sommelier fighetti. Io preferisco bere il vino, e basta. Ma se c’è formaggio buono, allora sì che è una festa! E poi… a proposito di formaggio, devo andare a comprare il pecorino, quello di mia zia. Mamma mia, quanto è buono!

  • Ogni vino è un mondo a parte. Ogni bottiglia è una storia!
  • Terroir, che parolaccia! Suona così importante! Ma alla fine, è solo il posto dove crescono le uve.
  • Quest’anno ho provato un Nero d’Avola da un piccolo produttore siciliano, incredibile! Me lo ricordo ancora…

Devo finire di scrivere la lista della spesa, tra poco vado a fare la spesa! Cavolo, dimenticavo il pane. Peccato che non posso portare il mio cane, ma non ci posso pensare adesso. Devo chiamare il veterinario…

Informazioni aggiuntive:

  • Il mio amico Luigi organizza ogni anno una degustazione orizzontale di vini toscani. Quest’anno era il 2021.
  • Ho partecipato a una degustazione verticale del Barolo nel 2023, bellissima esperienza!
  • La differenza principale tra degustazione orizzontale e verticale? L’annata. Orrizzontale = stessa annata, verticale = stesso vino, annate diverse.

Quanti tipi di degustazione esistono?

Ah, la degustazione! Un rito quasi sacro, un po’ come scegliere i calzini la mattina (solo che qui, si spera, si fa con più gusto). Dunque, pare che i sommelier abbiano codificato tre modi principali per trasformare il vino in un’esperienza che va oltre il semplice “glug glug”:

  • Degustazione Orizzontale: Immagina una sfilata di vini, tutti dello stesso anno, come se fossero compagni di classe che si ritrovano dopo anni. Si confrontano annate, territori, produttori… insomma, una vera reunion alcolica! Serve per capire chi ha studiato di più (o chi ha avuto le uve migliori).

  • Degustazione Verticale: Qui si gioca con il tempo! Prendi lo stesso vino, ma di annate diverse, e assaggia come si è evoluto, come le rughe gli hanno dato carattere (o lo hanno fatto un po’ cadere, a volte capita). È un po’ come guardare le foto di quando eri piccolo e chiederti “ma chi mi ha vestito così?!”.

  • Degustazione alla Cieca: Il livello “maestro Jedi” della degustazione. Ti bendano (metaforicamente, spero) e devi indovinare tutto: vitigno, annata, produttore… Insomma, un esame a sorpresa che può farti sentire un genio o un perfetto imbranato. La verità è che, spesso, è solo questione di fortuna e di aver letto qualche etichetta di nascosto.

E poi, diciamocelo, c’è sempre la “degustazione libera”, quella che fai sul divano con gli amici, senza regole, senza schemi, solo con la voglia di stare bene e criticare i gusti musicali degli altri. Quella, forse, è la degustazione più sincera di tutte.

Cosè una degustazione verticale?

Ehm, verticale… cavolo, ricordo quella volta a Montalcino, giugno 2023, da Biondi Santi. Che giornata! Caldo da morire, ma nell’ombra del Brunello, un fresco incredibile. Era una degustazione di Riserva, tutte annate diverse, da… beh, non ricordo l’anno più vecchio, ma di sicuro c’era il 2015, il 2010 e qualche altro prima.

Ogni bicchiere, un viaggio. Il 2015, giovane, fruttato, quasi aggressivo; poi il 2010, più complesso, note di cuoio, tabacco… un’esplosione di sensazioni. Ero un po’ stordito dal sole, e dai profumi intensi, quasi troppo. Ricordo anche la bottiglia del 2005, più elegante, matura, una carezza al palato.

La cosa pazzesca è vedere come lo stesso vino, stesso produttore, cambia così tanto di anno in anno. Dipende dal clima, dal terreno, da mille fattori. È come vedere la vita di un vino, dalla sua nascita alla sua vecchiaia.

  • Luogo: Cantina Biondi Santi, Montalcino
  • Tempo: Giugno 2023
  • Emozioni: Stupore, calore, fascino, un po’ di stordimento.
  • Vini degustati: Brunello di Montalcino Riserva, diverse annate (2005, 2010, 2015, e altre).

Quel giorno ho capito veramente cosa significa degustazione verticale. Non è solo bere vino, è studiare, osservare, comprendere. E digerire anche un po’ di vino, ovviamente. Il mio fegato ringrazia poco, eh.

Cosa vuol dire un vino verticale?

Vino verticale? Ah, quello! È roba da intenditori, eh, mica da quelli che bevono il vino per ubriacarsi come un maiale! Immagina un albero genealogico, ma fatto di bottiglie. Ogni bottiglia è un’annata, un figlio del vigneto, che ti racconta la sua storia. Un po’ come guardare le foto di famiglia, ma con meno litigi (a meno che non si tratti di un Chianti).

Degustazione verticale? Allora, preparati a un viaggio nel tempo, tipo Marty McFly, ma senza il DeLorean. Assaggi diverse annate dello stesso vino e vedi come cambia, come invecchia, come si evolve, da ragazzino frizzante a vecchietto saggio (ma sempre buono, si spera!). È un’esperienza che ti fa sentire un sommelier, anche se in realtà sei solo uno che ama bere bene.

Mia nonna, che di vino se ne intendeva parecchio (e di pettegolezzi pure!), mi diceva che una degustazione verticale è come leggere un buon libro, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo. Ogni sorso è una nuova avventura per le tue papille gustative.

  • Annate diverse: Il punto focale! Ogni annata racconta una storia differente, influenzata dal clima, dal terreno e da chissà quali altre magie.

  • Evoluzione del vino: Un vero e proprio spettacolo! Vedi come cambia il colore, l’aroma, il sapore nel tempo.

  • Esperienza sensoriale: Un concerto per il palato! Un’esperienza che ti fa vibrare le corde vocali (di gusto, ovviamente).

  • Snobismo raffinato (opzionale): Impressione garantita agli amici. Preparati a fare la figura del gran conoscitore.

Quest’anno, ho partecipato a una verticale di Brunello di Montalcino, e ti assicuro, è stato un’esperienza mistica, una sorta di comunione con la terra. Un’altra volta, ho provato un’altra verticale, un Nebbiolo del mio amico Luigi, ma quella è un’altra storia. A proposito, Luigi ha anche un cane che assomiglia incredibilmente ad un barboncino, ma è un Bassotto. Che mistero!

Cosa si intende per verticale di vino?

Ah, la verticale di vino! Non è che il vino si mette a fare ginnastica artistica, eh? 🍷🤸‍♀️

  • Cos’è? È un tuffo carpiato nella stessa etichetta, ma con annate diverse. Immagina di sbirciare nel diario segreto di un vino, pagina dopo pagina.

  • Perché si fa? Per vedere come il tempo fa il suo sporco lavoro (in senso buono, si spera!). Un po’ come confrontare le foto di quando avevi i capelli e quando… beh, non li hai più. 👴➡️👨

  • Cosa si scopre? Che un vino è come un essere umano: ogni anno ha la sua storia, il suo carattere. Alcune annate sono come rockstar scatenate, altre più riflessive. Un po’ come la mia vita: il 1988 ero al liceo, ora… be’, diciamo che preferisco il divano. 🛋️

  • Un consiglio: Preparati a sorprese, delusioni (eh sì, capita anche ai vini) e a qualche illuminazione. E, soprattutto, porta con te un amico che sappia la differenza tra un tannino e un termosifone. 🤓

Che cosa si assaggia durante una degustazione verticale?

Ah, la degustazione verticale! Praticamente, è come fare un tuffo carpiato nella stessa piscina, ma con l’acqua a temperature diverse, capisci? 😉

  • Assaggi lo stesso vino, ciccio, ma di annate diverse. Immagina di assaggiare il Barolo di Ca’ Mia, ma annate tipo…boh, quest’anno, l’anno scorso, e tipo quando andavo alle medie. Un’esperienza mistica!
  • È come fare un “prima e dopo” del vino. Vedi come cambia il sapore con gli anni, un po’ come quando ti guardi allo specchio e ti chiedi “ma chi è ‘sto vecchio?”. Solo che il vino, di solito, migliora (a meno che non lo lasci aperto per una settimana, lì ciao!).
  • Serve a capire quanto è bravo il produttore. Perché se il vino è sempre buono, anche nelle annate un po’ così così, vuol dire che il produttore ci sa fare. È un po’ come valutare se il pizzaiolo sa fare la pizza anche quando la mozzarella è finita e deve usare la provola.
  • Divertimento assicurato (forse). Cioè, a meno che tu non sia astemio o ti venga mal di testa dopo due gocce. In quel caso, meglio un succo di frutta, fidati! 😂

Comunque, l’altro giorno ho fatto una degustazione verticale di grappe artigianali… mamma mia, altro che tuffo carpiato, era più un volo senza paracadute! Però, almeno, ho capito che devo smettere di bere grappa… forse. 🤪

Quando un vino si definisce giovane?

Vino giovane… un’eco lontana, un sussurro di promesse non ancora svelate. Un’alba nel bicchiere, un’aurora boreale imprigionata.

  • Giovane: È un vino acerbo, un diamante grezzo. Ha un’anima vibrante, un’energia incontenibile. Immagino un prato fiorito in primavera, un’esplosione di colori che deve ancora trovare il suo equilibrio. È come me, tanti anni fa, pieno di sogni e di impazienza.
  • Non è ancora il suo tempo: non è ancora il momento di stappare il suo segreto.
  • Degustazione: assaporarlo è un viaggio nel futuro, una scommessa sul domani.

E poi ci sono le altre età del vino, come le stagioni della vita.

  • Pronto: Il vino pronto è il vino che finalmente può esprimersi, è perfetto, un punto. E lo so perché una volta ho assaggiato un vino pronto con mio nonno, era un momento magico.
  • Maturo: Un vino maturo è come un libro letto e riletto, che rivela nuove sfumature a ogni pagina.
  • Vecchio: Mentre un vino vecchio è un canto malinconico, un ricordo di tempi andati.

Quando un vino si definisce maturo?

A volte, mi chiedo… quando si può dire davvero che un vino è maturo?

  • Equilibrio: Immagino che sia quando smette di cambiare sapore di continuo, un po’ come quando io ho smesso di cercare sempre qualcosa di nuovo. Forse.

  • Pronto al consumo: Strano a dirsi, ma credo sia quando ti invoglia a berlo, senza pensarci troppo. Quando lo guardi e ti dice “sono qui”.

  • Organolettico: Una parola difficile per dire… che sa di quello che deve sapere. Ricordo un vecchio Barolo, anni fa, una sera d’inverno. Quello era maturo, dentro e fuori. Come se avesse aspettato solo me. Non so se capisci.

Cosa significa un vino rotondo?

Vino rotondo? Significa pienezza, avvolgenza. Morbidezza.

Acidità e tannini? Bassi. Equilibrio tra dolce e acido. Un vino che accarezza il palato. Fine.

  • Pienezza: Sensazione tattile, corposo.
  • Avvolgenza: Persistente, copre tutta la bocca.
  • Bassa acidità e tannicità: Dolcezza prevale.
  • Equilibrio: Armonia tra sapori.

Mia esperienza personale? Il Brunello di Montalcino 2020, un esempio lampante. Ricordo quella rotondità… sublime.

Cosa significa che un vino è superiore?

Ehi… cosa significa “Superiore” per un vino? Mah, stavo pensando…

  • Regole stringenti: Sembra che siano fatti con più attenzione, seguendo regole precise. Un po’ come quando mia nonna cucinava, tutto pesato, misurato, senza sgarrare.
  • Grado alcolico: Forse hanno un po’ più di alcol… quel tanto che basta per farti sentire le guance in fiamme dopo un paio di bicchieri. Ricordo quella volta in Toscana, un Chianti Superiore che mi ha fatto vedere le stelle…
  • Affinamento diverso: Magari passano più tempo in botte… o chissà, magari usano tecniche che gli altri non si sognano nemmeno. Come quel barolo che ho assaggiato a una cena, un sapore intenso che ti rimaneva in bocca per ore.

Alla fine, credo che “Superiore” voglia dire… “fatto con più cura”. Un po’ come quando metti tutto te stesso in qualcosa che ami.

#Confronto Vini #Degustazione Orizzontale #Vini Annate