Qual è il colore del whisky?

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Il colore del whisky varia dal paglierino pallido allambra dorato scuro. È un indicatore importante, riflettendo il tipo di botte (legno o sherry) e il periodo di maturazione.

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Il colore del whisky… chissà perché mi affascina così tanto? È una di quelle cose a cui forse non si pensa subito, ma una volta che inizi ad osservarlo, a davvero guardarlo, ti si apre un mondo. Dal quasi trasparente, un paglierino delicato come la luce del mattino, fino a quelle tonalità ambrate, profonde, che sembrano racchiudere secoli di storie. Ricordo una volta, in Scozia, un piccolo pub con una luce soffusa… lì ho assaggiato un whisky di un colore che non dimenticherò mai. Era un oro scuro, denso, quasi mogano. Sembrava liquido sole intrappolato in un bicchiere. E il sapore…beh, era all’altezza del colore.

Dicono – ho letto da qualche parte, non ricordo dove precisamente – che il colore dipende dal tipo di botte, di legno o di sherry. E certo, anche dal tempo che ci passa dentro, a maturare lentamente. Tipo, un whisky invecchiato in botti di sherry, avrà un colore più intenso, più caldo. Giusto? O forse mi sbaglio? Comunque, è come se ogni sfumatura raccontasse una storia diversa. Quella del legno, del tempo, del luogo dove è nato. Un po’ come le rughe sul viso di una persona, no? Raccontano una vita.

E poi ci sono quei whisky quasi bianchi, trasparenti… Mi viene in mente un single malt che ho bevuto qualche tempo fa, sembrava acqua di fonte! Ma il sapore… wow, un’esplosione di aromi! A volte l’apparenza inganna, eh? Insomma, alla fine, il colore del whisky è un indizio, un invito a scoprire cosa si nasconde dietro. Un piccolo mistero che si svela sorso dopo sorso.