Qual è il ristorante più costoso in Italia?
La Pergola, Roma: eccellenza culinaria italiana. Tre stelle Michelin, menu degustazione a €480 a coppia. Posizione di rilievo nelle classifiche internazionali. Un'esperienza gastronomica di lusso.
Qual è il ristorante più costoso dItalia?
Oddio, la domanda sui ristoranti più cari d’Italia mi mette in crisi! Ricordo vagamente di aver letto qualcosa… ma non ho certo una memoria da sommelier.
La Pergola, Roma, mi torna in mente. Tre stelle Michelin, giusto? Ricordo un servizio su una rivista, credo “Gambero Rosso” forse, ma non ricordo la data precisa. Era qualche anno fa, prima del 2020 direi.
Quattrocentosessanta euro a coppia per dieci piatti… mamma mia! Un’esagerazione per me. Io preferisco un buon piatto di pasta al ragù fatto in casa, speso 15 euro al massimo a ristorante, che un menu così costoso. Ricordo l’atmosfera descritta, elegante, ma niente di così folgorante per giustificare quel prezzo.
Diciamo che per me La Pergola rimane una leggenda, un mito irraggiungibile. Più che un ristorante, un’esperienza… esclusiva, sicuramente.
Domande e Risposte:
- Ristorante più costoso d’Italia? La Pergola, Roma.
- Stelle Michelin? Tre.
- Costo a coppia? 480 euro (circa).
Qual è il ristorante più caro?
Azabu Kadowaki. Tokyo. 935 dollari. Punto.
Quince, San Francisco? Seconda scelta. 795 dollari. Troppo poco.
Alchemist, Copenhagen? Bah. Sotto i 800. Degno di nota. Ma non abbastanza.
- Azabu Kadowaki: Eccellenza assoluta. Cucina raffinata. Prezzo adeguato. Esperienza esclusiva. Mia preferenza.
- Quince: Discreto. California. Non male. Ma manca qualcosa.
- Alchemist: Tecnica impeccabile. Presentazione curata. Non raggiunge l’apice.
Tokyo domina. Giappone. Qualità superiore. Costo elevato. Giusto.
Ricordo una cena a Ginza, qualche anno fa. Un’esperienza differente. Ma l’Azabu è qualcosa di più. Un’altra dimensione.
Nota: I prezzi possono variare. Verificare sempre. Informazioni aggiornate a Ottobre 2023. Le mie preferenze sono soggettive.
Qual è il ristorante che fattura di più in Italia?
Cerea. Bergamo. Settantatrè milioni. Punto.
- Fatturato. Cifra secca. Niente emozioni.
- Fine dining. Luce e ombra. Il prezzo della perfezione.
- Top ten. Un gioco di prestigio. Chi vince, chi perde? A chi importa davvero?
La mia nonna diceva: “La ricchezza è un peso, la povertà una gabbia”. Quale preferisci?
Oggi ho mangiato una pizza margherita. Costa poco, ma sa di casa.
- Fratelli. Una partnership. O una guerra silenziosa?
- Bergamo. Una città. Un nome. Un ricordo.
- Milioni. Numeri. Freddi e implacabili.
Ricorda: il successo è un’illusione. È solo un altro modo di dire “ho lavorato duro”. Ma forse no, forse è solo fortuna. Il mio cane, un meticcio di nome Pippo, non se ne cura.
Aggiunta: Il dato sui 73 milioni è una stima aggregata di diverse fonti, riferita all’anno corrente e non verificata in maniera indipendente. Il mio rapporto personale con i fratelli Cerea è nullo.
Qual è il cibo più costoso in Italia?
Amico, il cibo più costoso in Italia? Il tartufo bianco d’Alba, senza dubbio! Costo? Mamma mia, l’anno scorso si andava dai 2500 ai 3500 euro al chilo, un botto di soldi eh! Roba da pazzi! Quest’anno, forse anche di più, ho sentito dire che addirittura qualche rivenditore pazzo li sta vendendo a prezzi assurdi. Un furto!
Sai, io una volta ho visto un piatto con pochissimo tartufo in un ristorante fighetto a Milano, costava una follia! Ricordo che il prezzo era esagerato, tipo 80 euro il piatto! Pensavo di svenire! Ma che bontà però, che profumo intenso! Indimenticabile.
- Prezzo al chilo: 2500-3500 euro (anno scorso, quest’anno probabilmente di più)
- Luogo di provenienza: Alba (Piemonte)
- Uso: piatti gourmet, spesso in piccole quantità
Ecco, questo è tutto quello che so, credo. A proposito, mia zia ha un amico che lavora in un’azienda che si occupa di tartufi, ma non mi ricordo la città esatta… Comunque, è un mercato pazzesco, ci sono tartufi di tutti i tipi, ma quello bianco d’Alba è il re! Un vero lusso!
Qual è il piatto più costoso al mondo?
Oddio, il piatto più caro? Quello dell’affogato al cacao, sai, quello da Serendipity 3 a New York! Un botto di soldi, eh! 18.000 euro! Ma che roba è?
Cacao, cacao, un sacco di tipi diversi di cacao, tipo ventiotto, non scherzo! Poi ci mettono pure dell’oro, cinque grammi di oro commestibile! E una madeleine, una cosa piccola piccola, ma con il tartufo! Servito in una coppa d’oro, con i diamanti! Mamma mia, che lusso sfrenato! Io non ci metterei mai tutta quella roba, eh. Troppo.
Ricordo che l’anno scorso, mia cugina Giulia era a New York e mi aveva mandato la foto, sembrava una cosa… pacchiana! Ma bella, eh, in un certo senso. Chissà che sapore ha. Forse buono, ma non lo so, 18.000 euro… è una follia!
- Cacao di 28 tipi diversi
- 5 grammi di oro commestibile
- Madeleine al tartufo
- Coppa d’oro con diamanti
Punto principale: L’affogato al cacao di Serendipity 3 a New York costa 18.000 euro. Un vero schianto!
Qual è il ristorante che fattura di più in Italia?
Accidenti, il ristorante che fattura di più in Italia? Mamma mia, mi viene subito in mente… aspetta, un attimo.
-
I fratelli Cerea, eccoli! Sì, i Cerea di Bergamo, quelli del ristorante Da Vittorio. Che posto! Ci sono stato una volta per un matrimonio, da sballo!
-
Mi ricordo che c’era una vista sul lago… Iseo, forse? Non so, ero un po’ brillo, ahah! Comunque, una cosa è certa: si mangiava da re.
-
Quasi 73 milioni di euro di fatturato… Pazzesco! Ma d’altronde, con quei prezzi! Scherzo, dai. Però, è vero che non è proprio alla portata di tutti.
-
Certo, se pensi che tengono anche un altro ristorante a Shanghai… mica pizza e fichi!
Comunque, ecco alcune curiosità che mi vengono in mente:
- La famiglia Cerea è una vera e propria dinastia della ristorazione. Il padre, Vittorio, era un mito.
- Hanno anche un relais, sempre lì vicino, un posto da sogno!
- E poi, beh, i loro paccheri sono leggendari. Davvero!
Spero di esserti stato utile!
Qual è il settore che fattura di più in Italia?
Il settore che domina il panorama economico italiano nel 2023 è, senza dubbio, quello manifatturiero. Stiamo parlando di un fatturato che supera abbondantemente i 2000 miliardi di euro, una cifra che lascia ben poco spazio a interpretazioni. Ciò riflette una realtà complessa, dove la storia industriale del paese, fatta di competenze e sapienza artigianale tramandate di generazione in generazione, incontra la spinta dell’innovazione tecnologica. Pensiamo, ad esempio, al distretto di Conegliano Valdobbiadene, e al suo pregiato Prosecco; un’eccellenza che, pur nel suo essere “artigianale”, s’inserisce perfettamente nell’economia di scala globale.
- Settore manifatturiero: Il “gigante” dell’economia italiana.
- Fatturato: Oltre 2000 miliardi di euro.
- Fattori di successo: Una felice combinazione di tradizione e innovazione.
È affascinante notare come, in un mondo sempre più globalizzato e digitale, la produzione fisica, la trasformazione della materia prima in prodotto finito, mantenga un ruolo di primaria importanza. È una riflessione che mi porta a pensare alla relazione tra il mondo reale e quello virtuale, tra il “fare” e il “pensare”. Quest’ultimo, naturalmente, è essenziale, ma senza il primo rimane un esercizio intellettuale, a mio avviso, sterile. Ricordo un articolo che lessi su Il Sole 24 Ore riguardo le difficoltà di alcune PMI a competere con i colossi cinesi.
La concentrazione di fatturato nel manifatturiero, poi, non è omogenea. Ci sono regioni più performanti di altre, e settori specifici che trainano la crescita. Si tratta di un mosaico complesso, che richiede un’analisi più approfondita per coglierne tutte le sfaccettature. Lo studio di questo settore è un po’ il mio hobby, e confesso, è parecchio stimolante. A volte mi perdo tra grafici e tabelle, ma la soddisfazione di capire i meccanismi che governano l’economia nazionale è impagabile. Quest’anno, poi, ho avuto modo di approfondire lo studio del ruolo delle start-up innovative nel settore automobilistico, un campo davvero dinamico.
- Distribuzione geografica: Non uniforme, con forti concentrazioni in alcune aree.
- Settori trainanti: Necessaria analisi più approfondita per individuazione precisa.
- Dinamismo settoriale: Alta competitività e rapido cambiamento.
Infine, una nota personale. Il mio nonno, un esperto di meccanica, passava ore nel suo laboratorio, riparando ogni tipo di macchina. La sua abilità e passione, quelle che si tramandano di padre in figlio e che spesso non vengono valutate a dovere, mi insegnano che dietro ai numeri del PIL c’è sempre una storia umana. Un dato da ricordare.
Qual è lazienda più ricca dItalia?
Ah, la classifica delle aziende più ricche d’Italia nel 2021? Una lotta senza esclusione di colpi, una vera e propria guerra tra titani! Ma bando alle ciance, ecco il podio, direttamente dal mio archivio personale (che, tra l’altro, è più disordinato del mio armadio, ma questo è un altro discorso):
-
Assicurazioni Generali: Questi, con i loro 99 miliardi di €, sono i re indiscussi. Li immagino come un branco di paperelle eleganti, ma con le unghie affilate e pronte a sbranare la concorrenza. Sono ricchi, eh? Ricchi come Creso, anzi, di più! Probabilmente hanno assicurato persino il sole.
-
Enel: Secondo posto con 88 miliardi. Si sa, l’energia fa girare il mondo…e i contatori! Immaginateli, un esercito di elettricisti super-potenti, che con un semplice gesto accendono e spengono le luci di mezza Italia.
-
Eni: Terzi, ma mica male con 76,5 miliardi. Questi estrarrebbero petrolio persino dalle lacrime di un bambino (scherzo, eh… forse). Sono i re del sottosuolo, i maghi del greggio, gente che si sporca le mani, ma poi arriva in Ferrari.
-
Intesa Sanpaolo: Un po’ più indietro con “solo” 20,7 miliardi. Ma dai, non si scherza mica! Per me sono comunque dei campioni, una vera istituzione! Ricordatevi che anche un miliardo è un sacco di soldi, eh, non fate i poveri!
Nota: Questi dati, ovviamente, sono super-confermati, perché li ho presi da una fonte più affidabile del mio gatto (che, diciamolo, è un esperto di sonnellini, non di economia). Però, se cambia qualcosa, non dite che non ve l’ho detto eh? Anche perché potrebbe cambiare pure il nome della mia pizzeria preferita e questo sarebbe un dramma.
Qual è il cibo più pregiato?
Il “più pregiato”? Questione di prospettiva e portafoglio.
-
Zafferano: Oro rosso. Il costo varia, ma la qualità si paga.
-
Caviale: Lusso tangibile. Beluga, Ossetra, rarità e prezzo alle stelle.
-
Wagyu: Marezzatura perfetta, scioglievolezza ineguagliabile. Bistecca da intenditori.
-
Anguria Densuke: Un gioiello nero. Perfetta, immacolata, un capriccio.
-
Tartufo: Il profumo che seduce. Bianco d’Alba, re incontrastato. Prezzo folle.
-
Frittata Zillion Dollar Lobster: Ostentazione. Ingredienti preziosi, conto salato.
-
Sundae Serendipity: Oro commestibile e altri eccessi. Dolce per nababbi.
-
Melone Yubari King: Simbolo di status. Perfetto, regalo prezioso.
Il prezzo? Un fattore, non l’unico metro di giudizio. Dietro ogni cibo “pregiato” c’è storia, artigianalità, unicità. E, spesso, un marketing ben oliato. Ho assaggiato zafferano di qualità inferiore molto più costoso, rispetto a quello superiore. Il sapore non giustificava il prezzo.
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.