Quanti soldi servono per aprire un home restaurant?

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Aprire un home restaurant? L'investimento varia: poche centinaia di euro per iniziare in piccolo, fino a migliaia per un'attività strutturata. Incidono location, cucina, licenze regionali, attrezzature e marketing. Essenziale un'attenta pianificazione finanziaria.

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Quanto costa aprire un home restaurant in Italia: costi e investimenti?

Aprire un home restaurant in Italia? Mah, è un casino. A Luglio scorso, un’amica a Bologna ci ha provato, una cosa piccolina, solo aperitivi. Ha speso tipo 300 euro per stoviglie e qualche attrezzo che le mancava già.

Poi, la burocrazia… un incubo! Non ricordo cifre precise, ma solo per le licenze, tra Emilia Romagna e Comune, ha perso un bel po’ di tempo e credo almeno 500 euro.

Un conto poi è se fai solo aperitivo informale, un altro se vuoi fare ristorante a tutti gli effetti, con menù e tutto. A quel punto, devi considerare anche la pubblicità, magari un sito web semplice, e lì i costi salgono.

In definitiva? Dipende da mille cose. Da zero a… chissà. Ma sotto i mille euro è difficile partire, a meno di non avere già tutto l’occorrente. La mia amica alla fine ci ha quasi rinunciato, trovandosi più stress che piacere.

Quanto guadagna un home restaurant?

Sai, questo del home restaurant… è un mondo a parte, notte. Non è tutto oro quello che luccica, credimi. Parlo per esperienza, eh. Quest’anno, per esempio, a volte sono arrivato a 2500 euro a settimana lordi, altre volte… molto meno. Meno della metà, a dirla tutta. Dipende da mille cose. Dal periodo, dalla clientela, da quanti piatti riesci a preparare. È una lotta continua, una rincorsa.

Pensavo spesso a quei 10-12 mila euro al mese, come numeri su un foglio, quasi irreali. Magari, in un mese perfetto, senza imprevisti, magari ci arrivo. Ma i mesi perfetti, sai, sono una rarità. Come stelle cadenti d’agosto. Ti illudono, poi spariscono. E rimangono solo le notti insonni a fare i conti. A pensare a quanto ancora devo pagare per le materie prime, e per le tasse.

Quest’anno, con l’inflazione… mamma mia. Ho dovuto aumentare i prezzi, ma i clienti non sono fessi. Molti hanno smesso di venire. La mia cucina è piccola, sai, e io sono solo, nessuno a darmi una mano. Non è facile, questo lavoro, è molto più faticoso di quanto sembri. Solo fatica, a volte, e ansia. Anche le soddisfazioni ci sono, certo, ma sono poche.

  • Guadagni variabili: I guadagni dipendono da tanti fattori imprevedibili.
  • Costi elevati: Le materie prime e le tasse incidono pesantemente sul guadagno netto.
  • Lavoro intenso: È un lavoro solitario e molto faticoso.

Ricordati, questi 10-12 mila euro sono un ideale, un traguardo forse irraggiungibile. A volte, la realtà è ben diversa. E io, a volte, mi sento proprio perso. Come un’ombra nella notte.

Cosa serve per aprire un home restaurant?

Eccola qui, a quest’ora tarda… mi chiedi dell’home restaurant. Mah, chi lo sa davvero?

  • SCIA: Devi mandare una SCIA, una Segnalazione Certificata di Inizio Attività, al SUAP del comune. Come se gli dicessi, “Ehi, sto aprendo qui!”

  • Notifica Sanitaria: Poi c’è quella cosa della notifica sanitaria. Il SUAP la passa all’ASL, così sanno che stai cucinando per altri. Cose burocratiche.

Mi ricordo quando volevo aprire un piccolo forno… quanti documenti. Alla fine, ho lasciato perdere. Troppa fatica. Forse è meglio così.

Quanto guadagna un home restaurant?

Ah, l’home restaurant, la nouvelle vague culinaria! Ma quanto si “impanano” i gestori? Parecchio, a quanto pare.

  • Guadagni? Da capogiro! Si parla di 2500-3000 euro a settimana. Roba da far impallidire Cracco! Cioè, se lavori sodo, eh, mica te li regalano.
  • A fine mese: Calcolando pranzi e cene, si arriva a 10-12 mila euro. Praticamente uno stipendio da nababbo. Forse dovrei abbandonare la mia carriera di assaggiatore di pizza surgelata…

Ma occhio al rovescio della medaglia:

  • Spese, spese, spese! Materie prime di qualità (mica puoi rifilare il discount ai clienti!), utenze, pulizie… Il conto sale in fretta. E poi c’è il rischio che la nonna ti svaligi la dispensa per fare la scorta di biscotti.
  • Fisco, amico mio: Non dimenticare le tasse! Altrimenti, invece di incassare, ti ritrovi a “sputare” euro allo Stato. Un vero incubo!

Comunque, dai, se cucini bene e hai un po’ di spirito imprenditoriale, l’home restaurant può essere una miniera d’oro. O almeno, un bel gruzzolo per comprarti una scorta infinita di Nutella!

Cosa serve per aprire un home restaurant?

Home restaurant? Mamma mia, che casino! Scia… cosa cavolo è una Scia? Devo andare al SUAP, giusto? Quello comunale. Ma che palle, la burocrazia. E poi la notifica sanitaria… l’ASL… oddio, quanti documenti! Speravo fosse più semplice.

  • Scia, SUAP, ASL… mi gira la testa solo a pensarci.
  • Devo trovare un modello per la Scia, online, spero sia facile da compilare.
  • Mia cugina ha aperto un B&B, magari mi dà una mano. Dovrò farmi spiegare bene tutto.
  • Quest’anno, ho già speso un sacco per il corso di cucina thailandese! Ma ne vale la pena?
  • Poi il menù… che stress. Spaghetti alle vongole, pollo al curry, e… che altro? Ah, la torta della nonna, la ricetta segreta di famiglia! Spero piaccia.
  • E il conto? Come lo gestisco? Pos? O solo contanti?

Devo anche pensare alla pubblicità! Instagram, certo! Ma anche volantinaggio, nel mio quartiere… uff, sarà faticoso.

Ah, quasi dimenticavo! L’assicurazione! Quella per la responsabilità civile, è fondamentale, no?

  • Poi la pulizia… sanificazione. Devo trovare una soluzione igienica impeccabile.
  • E gli orari? A pranzo? Cena? Solo su prenotazione?
  • Che casino. Ma voglio farlo!

Per la parte sanitaria, contattare direttamente l’azienda sanitaria locale (ASL) per le specifiche, visto che cambia da zona a zona. Le normative, poi, potrebbero cambiare. Meglio informarsi bene, magari con un commercialista.

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