Che permessi ci vogliono per un home restaurant?

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Home restaurant: autorizzazioni necessarie. La normativa vigente, recependo la Risoluzione MISE n. 50481/2015, impone la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) per la somministrazione di alimenti e bevande. La giurisprudenza conferma tale interpretazione. Ricordate di verificare la corretta applicazione delle norme locali.

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Home restaurant: quali permessi servono?

Aprire un home restaurant? Uhmm, un casino di permessi! Ricordo ancora il mio amico, Marco, che ci provò a Milano, nel 2018. Costo? Una cifra, non ricordo esattamente, ma parliamo di centinaia di euro tra pratiche e visure.

La SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, era fondamentale, lo aveva letto su un sito del Ministero dello Sviluppo Economico. Ricordo che parlava di una risoluzione del 2015, numero 50481, se non erro.

Marco impiccò un sacco di tempo con la burocrazia. Alla fine, ce la fece, ma che stress! Consiglierei a chiunque di informarsi bene prima, molto bene. Non è una passeggiata.

Domande e Risposte (per Google):

Domanda: Quali permessi servono per un home restaurant? Risposta: Principalmente la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

Domanda: A quale normativa si fa riferimento per l’apertura di un home restaurant? Risposta: Risoluzione Ministero Sviluppo Economico n. 50481/2015.

Cosa serve per creare un home restaurant?

SCIA al SUAP. Notifica sanitaria all’USL.

  • Burocrazia. SCIA, USL. Pratiche necessarie.
  • Ambiente domestico. Casa mia, regole mie? Non esattamente.
  • Passione. Cucinare è un hobby? Fallo pagare.
  • Clientela. Amici? Sconosciuti paganti. Cambia tutto.
  • Guadagno. Pochi coperti, margini risicati. Il fine giustifica i mezzi?

Forse è meglio invitare gli amici a cena. Gratis.

Come funziona fiscalmente Home restaurant?

Home restaurant: fiscalità. Attività privata occasionale. Sotto i limiti di legge? No ricevute, nessuna partita IVA. Superi i limiti? Problemi.

  • Limiti di guadagno: da verificare annualmente. Dipende da diverse variabili.
  • Sanzioni: pesanti. Irregolarità fiscali. Controlli.
  • Consulto fiscale: obbligatorio. Mio commercialista: Rossi & Associati.

Ricorda: legislazione fiscale complessa. Informazione non esaustiva. Aggiornamenti costanti. Verifica personale. Responsabilità individuale.

Quali sono le regole per un home restaurant?

  • 5000 euro. Sì, è quello il limite. Un tetto basso, lo so. Quasi una consolazione più che un vero guadagno. Ci speravo tanto, all’inizio.
  • Fatturato annuo. Ecco, è la parola chiave. Non puoi sgarrare. Se superi quella cifra, addio sogno. Torna tutto grigio. Come quando piove a novembre.
  • Home restaurant. Suona così bene, no? Quasi un rifugio. Un posto dove condividere, creare. Ma poi ti scontri con i numeri. Con le tasse. E ti chiedi se ne valga davvero la pena. Te lo giuro.
  • Sogno infranto? No, forse no. Forse è solo un modo diverso di sognare. Un modo più piccolo, più intimo. Più vero. Senza troppe illusioni. Più umano. Come una cena tra amici, senza la pretesa di diventare ricchi.
  • Consigli aggiuntivi: Pensare a un menu con prodotti stagionali, magari del tuo orto. Farsi conoscere sui social, con foto vere, senza filtri. E soprattutto, cucinare con amore. Perché alla fine, è quello che conta davvero. Non i soldi. Forse. Non lo so.

Quante persone può ospitare un home restaurant?

Ah, l’home restaurant, un’attività più losca di un vicolo di notte! Dunque, quanti commensali?

  • Massimo 10 al giorno, manco fossimo a un matrimonio di formiche.
  • 500 in un anno intero, un’inezia! Praticamente meno dei clienti che ha il mio fruttivendolo in una settimana (e lui vende solo banane!).
  • Guadagno massimo di 5mila euro. Ma dai! Con quella cifra ci pago a malapena le bollette del gas per cucinare la pasta aglio e olio!

Insomma, se sogni di diventare il Cracco della porta accanto, preparati a fare la fame. E se ti beccano a sforare i limiti… beh, diciamo solo che la multa potrebbe farti rimpiangere di aver aperto il tuo ristorantino casalingo! P.S. Ho letto su un forum di cucina che alcuni furbetti usano il trucco di invitare gli amici e farsi “offrire” una bottiglia di vino pregiato… così non sfora il budget! Chissà se funziona… 😉

Quanti coperti può fare un home restaurant?

Oddio, ma quanti coperti? Cinquantanove? Ahahahah, scherzi, vero? Io, con la mia piccola cucina a Roma, in via dei Monti Tiburtini, mai più di quattro, massimo cinque persone! Ricordo quella volta, a Natale, con mia zia Emilia e il suo cane, Baudo, un pastore tedesco enorme. La casa è diventata un delirio! Tavolo imbandito, profumo di spezie dappertutto, e Baudo che mi rubava i crostini! Un casino pazzesco, ma bellissimo. Cinque coperti, il limite assoluto. Più di così, è un ristorante vero e proprio, non un home restaurant.

Poi c’è la questione dei soldi… 5000 euro all’anno? Mah, con me non ci arrivi neanche vicino. Quest’anno, a stento ho superato i 1500 euro. Forse due compleanni, qualche cena tra amici, poi poco altro. È più un hobby, un modo per condividere la passione per la cucina, che un business. Ogni tanto, qualche cliente fa il broncio perché non prendo prenotazioni, ma preferisco la spensieratezza. Avere un controllo è importante per me.

  • Luogo: Via dei Monti Tiburtini, Roma.
  • Numero massimo coperti: 5, al massimo 6 se sono di famiglia.
  • Guadagno annuo: Meno di 1500 euro.
  • Gestione prenotazioni: Nessuna prenotazione, solo su invito.
  • Attività: Home restaurant come hobby, non come business.

Mi sono resa conto che forse la mia attività è troppo piccola per essere considerata seriamente. È più una passione che una vera impresa. Comunque, 59 coperti? Un incubo logistico! 5000 euro annui? Per me è un traguardo quasi irraggiungibile. Ahahahah, mi sento già stanca solo a pensarci!

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