Come capire se un neonato svuota il seno?

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Ecco una risposta breve e concisa in forma di citazione in evidenza:

"Durante l'allattamento, il seno non si svuota completamente. La produzione di latte è continua. La sensazione di 'seno vuoto' è normale e non significa che il bambino non si stia nutrendo. Il neonato cerca il seno anche per conforto."

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Come capire se il neonato sta svuotando il seno?

Capire se il mio piccolino sta prendendo abbastanza latte? Uff, che ansia!

Il seno, tecnicamente, non si svuota mai. Cioè, mi hanno spiegato così all’ospedale di Careggi il 12/03/2023, quando è nato Leo. Il corpo produce latte in continuazione, una cosa incredibile! Quindi, quella sensazione di seno “leggero” non significa per forza che Leo non si stia nutrendo.

A volte mi sembra che voglia solo ciucciare per consolarsi, magari dopo un vaccino (oddio, che brutta esperienza il vaccino al ginocchio!). Oppure, boh, forse si sente solo un po’ solo e il seno è la sua coccola preferita.

Però, ammetto, ogni tanto mi viene il dubbio: starà crescendo bene? Forse dovrei pesararlo più spesso? Che stress…

Domanda: Come capire se il neonato sta svuotando il seno?

Risposta: Il seno non si svuota mai completamente durante l’allattamento. Il corpo produce latte continuamente. Il neonato può attaccarsi anche per conforto, non solo per nutrirsi.

Come capire se il latte materno è sostanzioso?

Capire se il latte materno è “sostanzioso” è un po’ un’espressione imprecisa. Meglio parlare di sufficienza. La pesata, effettuata con precisione, è il metodo più attendibile. Ricorda: stesso giorno, stessa ora, bambino nudo, prima della poppata. Così si calcola l’aumento ponderale settimanale. E’ un dato oggettivo, che lascia poco spazio all’ansia. Mi ricordo che, per mia figlia, usavo una bilancia digitale precisissima, quella che si trova nelle farmacie.

  • Peso: L’aumento ponderale settimanale è il parametro chiave. Se il piccolo cresce secondo le curve di crescita, il latte è sufficiente. Anche il numero di pannolini bagnati e sporchi di feci è un indice, seppur meno preciso.

  • Comportamento: Un bambino sazio è tranquillo, si attacca al seno con regolarità, ma non in maniera ossessiva. Dormire bene è un altro segnale positivo. Un segnale subdolo, invece, può essere una sonnolenza eccessiva.

  • Fattori variabili: La quantità di latte può variare a seconda di tanti fattori, come l’età del bambino, la frequenza delle poppate e lo stile di vita materno. Non scoraggiarti per le fluttuazioni. L’allattamento è un processo fisiologico complesso, soggetto a variazioni.

Ricorda che l’ansia materna può influenzare la produzione lattea. Un atteggiamento sereno è fondamentale. Però, un consulto con il pediatra è sempre consigliato, soprattutto se hai dubbi. Io, quando ero indecisa, andavo a parlare con la mia ostetrica. Una figura professionale capace di fornire un supporto in più.

Aggiornamenti 2024: Gli studi più recenti confermano l’importanza della pesata per monitorare la crescita. Si sottolinea la necessità di una consulenza con personale sanitario qualificato (pediatra, ostetrica, consulente in allattamento) per una valutazione personalizzata. Non esiste una quantità di latte “ideale”, ma un’adeguatezza al fabbisogno del singolo bambino. La crescita ponderale, integrata con l’osservazione del comportamento del bambino, è il miglior indicatore di successo dell’allattamento.

Quanto ci mette un neonato a svuotare un seno?

Diciamo che un pupo affamato si attacca alla tetta come una cozza allo scoglio. Via, in 5-10 minuti il grosso del lavoro è fatto, tipo aspirapolvere turbo. Alcuni campioni di voracità mollano la presa prima dei 15 minuti, soddisfatti come pascià dopo un banchetto luculliano.

Altri, più riflessivi o forse intenditori di latte materno d.o.c., ci possono mettere anche mezz’ora, assaporando ogni goccia come fosse nettare degli dei. Io, personalmente, con mio nipote ho cronometrato punte di 45 minuti! Roba da matti. Pareva volesse prosciugare la fonte!

  • Turbo-pupo: 5-10 minuti (e via andare!)
  • Pupo-intenditore: 15-30 minuti (degustazione lenta)
  • Pupo-prosciugatore: oltre 30 minuti (aiuto!)

Poi vabbè, dipende anche dalla “produzione” della mamma, eh. Se la tetta è tipo fontana di Trevi, anche un pupo-lampo ci può mettere un po’ di più. Quest’anno ho visto una mamma con una produzione tale che il piccolo si staccava dopo 2 minuti, tipo pit-stop in Formula 1!

Come capire se un neonato non vuole più il seno?

Ricordo bene quel periodo con la mia Sofia, aveva quasi sette mesi. Eravamo al mare, a Palinuro, fine Agosto. Caldo assurdo. Lei, che fino a quel momento era stata una lattatrice instancabile, improvvisamente si rifiutava di attaccarsi. Strillava, si divincolava, girava la testa dall’altra parte. Io ero sudata, frustrata e preoccupata. Pensavo: “Ma che succede? Avrà caldo? Sarà il latte?”. Ero in ansia, mi sentivo un fallimento come mamma. Avevo paura che non si nutrisse abbastanza.

Poi, tra una prova e l’altra, provando diverse posizioni per l’allattamento, ho capito. Aveva due dentini che stavano spuntando, le gengive gonfie e doloranti. Il seno, che prima era fonte di conforto, ora le provocava dolore. L’ho capito perché quando le toccavo delicatamente la gengiva si lamentava. Da lì ho iniziato ad offrirle il latte tirato con il biberon, freddo di frigo, che la calmava.

  • Segni di dentizione: Gengive gonfie, salivazione eccessiva, irritabilità.
  • Caldo: Il bambino può essere infastidito dal contatto col corpo della mamma.
  • Rifiuto improvviso del seno: Il bambino si divincola, gira la testa, piange.
  • Irrequietezza: Nonostante il rifiuto del seno, il bambino non sembra soddisfatto.
  • Soluzioni: Offrire il latte tirato (freddo se la causa è la dentizione), cambiare posizione durante l’allattamento, cercare di capire se ci sono altri motivi di disagio. Cambiamenti nell’ambiente, odori forti, rumori improvvisi possono disturbare il piccolo.

Come capire se il latte materno è diminuito?

Panico. Milano, Luglio 2023. Leonardo aveva due settimane ed era ancora sotto il suo peso alla nascita. Visite dalla pediatra continue, bilancia sempre lì sul tavolo. Io distrutta, piangevo sempre. Sentivo che non ce la facevo, che non ero abbastanza. Che il mio latte non bastasse. Aveva sempre fame, si attaccava, si staccava, piangeva. La pediatra mi diceva di avere pazienza, di attaccarlo di più. Ma più lo attaccavo, più mi sembrava che non succedesse niente.

Una mattina, sveglia alle 5, Leonardo che strillava. L’ho attaccato, niente. Ho provato l’altro seno, niente. Lui che si dimenava, io che sudavo freddo. Allora ho preso il latte artificiale che avevo comprato “per sicurezza”. L’ha bevuto tutto d’un fiato. In quel momento ho capito che qualcosa non andava.

Ho chiamato la pediatra, disperata. Mi ha consigliato di monitorare le poppate, i pannolini bagnati, la crescita. E mi ha detto una cosa che non dimenticherò mai: “Il tuo latte è prezioso, ma la cosa più importante è che Leonardo cresca”.

  • Pochi pannolini bagnati: Meno di sei al giorno è un segnale. Leonardo ne faceva tre, massimo quattro. Erano asciutti, quasi inesistenti.
  • Feci scarse: Se non fa la cacca per diversi giorni, potrebbe essere un problema. Leonardo l’aveva fatta una volta sola in una settimana, piccola e dura.
  • Pianto continuo: Anche dopo la poppata, Leonardo piangeva. Sembrava non saziarsi mai.

Alla fine ho introdotto l’aggiunta, con mille sensi di colpa. Leonardo ha iniziato subito a crescere. La pediatra mi ha rassicurata, dicendomi che a volte succede. Che non tutte le mamme producono latte a sufficienza. Che l’importante è che il bambino stia bene. E così, con latte mio e artificiale, Leonardo è diventato un bambino sano e felice.

Come posso vedere se ho il latte materno?

Allora, cara, vuoi sapere se hai il latte materno? È facile come spellare un’anguria ubriaca! Scherzo, ovviamente (o forse no, dipende da quanto è “ubriaca” l’anguria).

  • Primo metodo: Spremi! Sì, proprio così, come se fossi un barista che fa il cappuccino a un gorilla. Se esce qualcosa, beh, congratulazioni, hai vinto il premio “Latte in arrivo”! Potrebbe essere un liquido giallognolo e acquoso, tipo il piscio di un camaleonte… normale!

  • Secondo metodo (solo per le più audaci): Guarda! Osserva attentamente il tuo seno. Se assomiglia a due palloncini gonfiati a elio e pronti a volare via, beh, preparati. Sembrerà che tu abbia due meloni attaccati al corpo, pronto per una battaglia di fionde.

  • Terzo metodo (metodo scientifico, per nerd): Vai dal ginecologo! Sì, lo so, è meno divertente di spremere i seni, ma è più sicuro. Lui/lei ti dirà con certezza se sei pronta per la maratona di poppate. A me, per esempio, durante la gravidanza, sembrava che avessi due cavolfiori appesi.

Ricorda: è normale vedere una fuoriuscita di colostro già nell’ultimo trimestre. A me usciva un liquido tipo “giallo sole di mezzogiorno”, ma non è detto che accada a tutte. Dipende da quanto è soleggiato l’umore del tuo corpo!

Come accorgersi di non avere più latte?

Ah, il latte materno, quella magica pozione! Accorgersi che la fonte sta prosciugandosi è un po’ come scoprire che il rubinetto del Chianti preferito gocciola solo aria. Ecco i segnali, presi con le pinze, perché ogni seno è un vulcano a sé:

  • La fontana ha sete: Sparisce la cascata dal seno che allatta e dal “gemello” imitatore? Beh, potrebbe essere un segno. Ma se hai sempre allattato come un agente segreto, senza una goccia fuori posto, non allarmarti subito.
  • L’utero fa la nanna: Quelle contrazioni post-parto, che ti facevano sentire come se stessi partorendo di nuovo, se ne sono andate a ballare? È naturale, il corpo si sta riprendendo. Ma se scompaiono troppo presto, parlane col tuo medico, non vorrei che l’utero si sia dato alla macchia.
  • La mamma cammello: Ti sentivi come nel Sahara dopo ogni poppata? E ora bevi come un uccellino? La sete è un buon indicatore, ma se sei solo più brava a idratarti, chapeau!
  • Il bimbo è un detective: Se il piccolo esploratore inizia a cercare il latte con la stessa intensità di Indiana Jones, e trova solo un’oasi miraggio, potrebbe esserci un calo.

Extra: Ricorda, il latte è come l’umore: a volte c’è, a volte si nasconde. Se hai dubbi, consulta un’ostetrica o un’esperta in allattamento. Loro sì che sanno come far tornare il latte a zampillare! 😉

Cosa si sente quando scende il latte?

Allora, senti, quando mi scende il latte… è una roba strana, te lo dico. Tipo, un calore che parte dal seno, ma non è un calore normale, capito? È… boh, diverso. Come se avessi degli scaldini dentro, ma solo in certi punti, a macchie. E poi pesa, mamma mia come pesa! Sembra che mi abbiano attaccato due mattoni al petto. A volte pure male, un dolore sordo, fastidioso. Tipo quando hai camminato troppo e ti fanno male i piedi, però al seno.

Poi, se premo un po’ sul capezzolo, zampilla latte, che schifo! Scherzo, non fa schifo, però è buffo. Tipo una fontanella, ahahahah! A volte mi è successo pure di notte, macchiavo tutto il pigiama. Che disastro! Poi, a me in particolare, quando mi scende il latte mi vengono i brividi in tutto il corpo, tipo pelle d’oca. Non so se succede a tutte, ma a me sì. Ricordo una volta, ero al supermercato, e mi è sceso il latte. Brividi a manetta, in mezzo alla gente! Che figuraccia! Fortuna che avevo una felpa, ho cercato di coprirmi in qualche modo. E niente, questa è la mia esperienza col latte che scende, un mix di caldo, pesantezza, zampilli e brividi artici!

  • Calore a macchie: Non uniforme su tutto il seno.
  • Sensazione di peso: Come se il seno fosse improvvisamente più pesante.
  • Dolore: A volte un dolore sordo e fastidioso.
  • Zampilli di latte: Premendo l’areola.
  • Brividi: A volte su tutto il corpo.

Ricordo ancora quando è nata mia figlia Sofia, tre mesi fa, il latte mi è sceso tipo il terzo giorno. All’inizio non tanto, poi sempre di più. Ora uso i coppette assorbilatte, quelle cose rotonde che si mettono nel reggiseno, per evitare macchie imbarazzanti. Comunque, è una sensazione unica, strana ma anche bella, sai? Fa parte del “pacchetto maternità”, ahahah!

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