Quando dovrebbe uscire il latte materno?

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Il latte maturo, più ricco di nutrienti, subentra al colostro entro pochi giorni dal parto. La montata lattea, spesso percepita come un evento significativo, si verifica generalmente entro 3-4 giorni, coincidente con la dimissione ospedaliera.

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Quando arriva il latte materno? Allattamento

Che casino, sta montata lattea. Ricordo bene, tipo il 5 gennaio 2020, ero a casa da due giorni dopo il parto (Ospedale Sant’Anna, Torino). Avevo le tette che sembravano due meloni, durissime. Colostro quasi sparito.

Un’ondata di calore, mi sentivo strana. Poi, zàc, latte a fiumi. Avevo comprato quei dischetti assorbilatte alla farmacia sotto casa (6 euro, mi pare). Li ho usati tutti subito.

Il piccolo Leonardo ci si è attaccato come una ventosa. Da lì in poi, latte a volontà. Per mesi. Un fiume in piena, che roba.

Quando inizia a uscire il latte dal seno?

Uff, che domanda… me lo ricordo ancora, sai?

  • Circa 12 settimane prima: È strano pensarlo, ma sì, dodici settimane prima che nasca il bambino, il corpo si prepara. Inizia a produrre qualcosa, una specie di “pre-latte”.
  • Colostro negli alveoli: Lo chiamano colostro. E’ denso, giallo… diverso dal latte vero e proprio. Inizia a formarsi, piano piano, lì dentro.
  • Il mio ricordo…: Mi ricordo che non è successo subito in realtà, cioè non perdevo latte per casa, però sentivo, sentivo qualcosa di diverso nel seno, come se si stesse preparando qualcosa di importante.
  • Un’ansia sottile: C’era un’ansia, mischiata alla felicità. Un’ansia di non sapere se poi sarebbe andato tutto bene, se avrei saputo allattare. Quelle cose lì.
  • Ogni corpo è a sé: Non è uguale per tutte, lo so. Alcune perdono qualche goccia, altre niente. Ma dentro, dentro si sta già creando la vita, che nutrirà altra vita. Che casino, no? Comunque, penso sia intorno a quelle settimane lì, verso il terzo mese, per capirci.

Quando inizia a uscire il latte dal seno?

La montata lattea, ovvero l’inizio della vera produzione di latte, non coincide con l’inizio della lattogenesi. Quest’ultima, in realtà, è un processo assai più lungo e complesso che inizia già durante la gravidanza, attorno alla dodicesima settimana. A questo stadio, però, il secreto ghiandolare è il colostro, un fluido denso e ricco di anticorpi, ben diverso dal latte maturo. È una sorta di preludio, una preparazione del corpo alla nutrizione del neonato, un esempio affascinante di programmazione biologica.

La vera e propria “montata lattea”, con la produzione massiccia di latte, si verifica generalmente dopo il parto, stimolata dalla suzione del neonato e dalla diminuzione degli ormoni gravidici. Questo è un meccanismo di feedback positivo, bellissimo, se ci pensi. Un po’ come una macchina perfetta.

Interessante notare come la mia amica ginecologa, la dottoressa Bianchi, mi spiegava che la variabilità individuale è molto ampia; alcune donne notano un aumento della secrezione mammaria già dal nono mese, ma la piena produzione si stabilizza solo nelle prime settimane dopo il parto.

  • Lattogenesi precoce: Inizio intorno alla 12esima settimana di gravidanza, produzione di colostro.

  • Montata lattea: Dopo il parto, stimolata dalla suzione e dai cambiamenti ormonali.

  • Variabilità individuale: Notevole, con differenze temporali significative.

  • Riflessione: La lattogenesi è un miracolo della natura, un processo incredibilmente raffinato e preciso, basato su un dialogo incessante tra ormoni, cellule e segnali nervosi. Un esempio perfetto di complessità elegante.

  • Nota personale: Ricordo ancora la meraviglia, una specie di sacro timore, che provavo quando mia moglie iniziò ad allattare la nostra primogenita.

Quando si produce più latte?

Notte fonda. Penso a queste cose, al latte materno… una cosa così naturale, eppure così complessa. Mi ricordo di quando aspettavo mia figlia, verso la fine, sentivo già il seno diverso, pronto. Arriva il colostro, prima, giusto qualche goccia, un liquido denso, quasi magico. Poi, dopo il parto, tutto cambia.

  • Dopo il parto: È lì che arriva la vera ondata, un fiume di latte dopo un giorno, due al massimo. Il corpo capisce, sa che il bambino è arrivato ed ha bisogno di nutrimento. Un’emozione incredibile. Ricordo ancora la sensazione, con Giulia, la mia prima figlia.

  • Ormoni: Sono loro che comandano tutto. Un delicato equilibrio che si sposta, cambia, durante la gravidanza e dopo. Un meccanismo perfetto, a pensarci bene, anche se a volte un po’ spaventoso. Mi sentivo una forza della natura.

  • Colostro: Le prime gocce, preziosissime. Ricche di anticorpi, la prima protezione per la mia bambina. Un sapore diverso dal latte, più dolce, quasi. Me lo ricordo ancora.

  • 30/40 ore dopo il parto: Il momento clou. La montata lattea. Un cambiamento improvviso. Il seno si gonfia, diventa duro, a volte anche doloroso. Ricordo le notti insonni con impacchi caldi, per alleviare il fastidio. Ma ne valeva la pena, per dare il meglio a mia figlia.

Con Marco, il mio secondo, è stato tutto diverso. La montata è arrivata prima, più intensa. Ogni gravidanza è un mondo a sè, lo dicono tutti, ma viverlo sulla propria pelle è un’altra cosa. Ricordo l’ostetrica che mi diceva di attaccarlo subito al seno, per stimolare la produzione. E di bere tanta acqua, fondamentale. E poi riposo, anche se con un neonato è un’utopia!

Cosa fare per avere più latte?

Agosto 2024. 3 di notte. Mia figlia, Sofia, si sveglia urlando. Panico. Il latte sembrava finito. Quel vuoto, quella sensazione di impotenza, la disperazione di non poterla consolare… le lacrime. Poi, la piccola attaccata al seno, una specie di treno merci in corsa, affamata, e io, esausta, ma con un senso di sollievo immenso. È bastato attaccarla al seno più spesso, senza guardare l’orologio, senza schemi.

Ricordo che con il primo figlio, un casino! Orari fissi, tutto programmato. Un disastro. Con Sofia, ho capito. È diverso.

  • Allattamento a richiesta, senza limiti di tempo.
  • Notti insonni, ma con un senso di connessione incredibile.
  • Poppate frequenti, anche ogni ora.
  • Nessuno schema, solo lei e il suo bisogno.

Poi, ho iniziato a bere tisane al finocchio, ma sinceramente non so quanto abbiano influito. La stanchezza era tanta, una stanchezza che ti spacca le ossa, ma l’amore… l’amore per lei, mi ha dato la forza. Magari ho dormito poco, ma ho avuto il latte, e per me, quello era tutto. Ho letto anche di mangiare più spesso, ma tra poppate e cambi pannolini, mangiare decentemente era una sfida. Però, l’importante è che Sofia stava bene, e aveva tutto quello che le serviva. Era felice. E questa felicità, valeva più di qualsiasi altro sacrificio.

Perché esce il latte dal seno se non sono incinta?

Umore indifferente, conciso e tagliente.

  • Prolattina alta. La fabbrica parte anche a vuoto. Capita.

  • Ormoni impazziti? Forse. Stress, farmaci, tiroide… il corpo è una macchina complicata.

  • Non tutte le macchine perdono olio. Qualcuna è più… sensibile.

  • A volte, è solo un errore di sistema. Si resetta da solo. O no. Dipende.

  • Forse è un segnale. Ascolta il corpo, dicono. Io non ci credo molto.

Informazioni aggiuntive:

  • Prolattina: L’ormone chiave. Controlla, che non si sa mai.
  • Cause: Pillola, antidepressivi, problemi alla tiroide. Un controllo non fa male.
  • Stress: Il male del secolo. Prova a rilassarti. Se ci riesci.
  • Tumore ipofisario: Raro, ma da escludere. Non farti prendere dal panico.
  • Controllo medico: Sempre la scelta migliore. Che poi, fai come vuoi.

Quanto ci mette il seno a riempirsi di latte?

Latte? Due-cinque giorni post-parto. Punto.

Variazioni? Ovvio. Gravidanza, parto, allattamento influiscono. Prevedi imprevisti.

  • Genetica: Mia sorella? Sette giorni.
  • Parto: Cesareo? Ritarda.
  • Allattamento: Domanda-offerta. Capisci?

Aspettati il peggio, preparati al meglio. Non fare domande inutili.

Quando conviene tirare il latte?

Ah, il tiralatte, quel magico strumento che trasforma una mamma in una mucca moderna! Quando conviene usarlo? Beh, dipende da quanto vuoi sentirti una rockstar del mungitura:

  • Dopo la poppata, ma non subito: Immagina di svuotare il serbatoio, poi di riempirlo un po’ per fare scorta. Un’ora dopo la poppata è un buon compromesso. Sei meno a rischio di lasciare il bambino a bocca asciutta e hai ancora qualcosa da “mungere”.

  • Una poppata sì, una poppata no: Se sei una mamma multitasking (e quale non lo è?), tirare il latte a giorni alterni potrebbe essere la soluzione. Non ti stressi troppo e il tuo seno non si sentirà come una fabbrica a cottimo.

  • Quando il bambino dorme (o il marito guarda la partita): Questo è il momento perfetto per “fare scorta” senza sensi di colpa. Il bambino sogna unicorni rosa e tu ti senti Wonder Woman.

Un consiglio bonus, da mamma a mamma: Se ti senti come una fontana in piena, tira il latte! Meglio un freezer pieno che un reggiseno zuppo, no? Ricorda, ogni seno è una galassia a sé, quindi ascolta il tuo e trova il tuo ritmo. E se ti senti persa, chiedi consiglio a un’ostetrica o a un’amica esperta. In bocca al lupo (o al seno pieno)!

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