Quando non allattare al seno?

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Lallattamento al seno può essere controindicato in presenza di specifici problemi di salute, come malattie autoimmuni (ad es. lupus eritematoso sistemico), diabete mellito insulino-dipendente o gravi disturbi psichiatrici post-parto che compromettono il legame madre-figlio.

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Quando l’allattamento al seno non è la scelta migliore: un approccio responsabile alla maternità

L’allattamento al seno è spesso celebrato come l’ideale per la crescita e lo sviluppo del neonato, un’esperienza intima e benefica per madre e figlio. Tuttavia, è fondamentale sfatare il mito di una scelta sempre e comunque auspicabile, riconoscendo le situazioni in cui l’allattamento al seno potrebbe essere controindicato o addirittura dannoso. Non si tratta di una mancanza di impegno materno, ma di una scelta consapevole e responsabile basata sul benessere di entrambi.

Diverse condizioni mediche possono rendere l’allattamento al seno inadatto o pericoloso. Tra queste, rivestono particolare importanza le malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico. In questi casi, il rischio di trasmissione di autoanticorpi al bambino, potenzialmente dannosi per il suo sistema immunitario ancora immaturo, supera i benefici dell’allattamento. Analogamente, il diabete mellito insulino-dipendente richiede un attento monitoraggio glicemico, e l’allattamento può complicare la gestione della terapia insulinica, rendendo difficile il controllo dei livelli di glucosio sia nella madre che nel bambino.

Al di là delle problematiche mediche fisiche, anche il benessere psicologico della madre gioca un ruolo cruciale. Gravi disturbi psichiatrici post-parto, come la depressione post-partum severa o la psicosi post-partum, possono compromettere significativamente il legame madre-figlio, rendendo l’esperienza dell’allattamento fonte di ulteriore stress e difficoltà. In queste situazioni, prioritario diventa il supporto psicologico e la stabilizzazione della condizione della madre, anche a costo di optare per l’allattamento artificiale. Un’esperienza di allattamento forzata e carica di ansia potrebbe infatti avere un impatto negativo sul bambino più profondo di una scelta consapevole e supportata di un’alimentazione alternativa.

È fondamentale sottolineare che la decisione di non allattare al seno non deve essere fonte di sensi di colpa o giudizio. In presenza di specifiche condizioni mediche o di un significativo disagio psicologico, l’allattamento artificiale, con l’utilizzo di formule appositamente studiate, rappresenta un’alternativa sicura ed efficace per garantire la crescita e lo sviluppo del bambino. La scelta più responsabile è quella che priorizza il benessere di entrambi, madre e figlio, valorizzando un approccio individualizzato e supportato da un team multidisciplinare di professionisti, tra cui ginecologi, pediatri e psicologi. Informare e supportare le madri in questa delicata fase della loro vita è fondamentale per promuovere una maternità serena e consapevole, libera da pressioni e pregiudizi. L’amore materno si esprime in mille modi, e l’importante è che sia sempre orientato al bene del proprio bambino.