Cosa succede al nostro corpo dopo 16 ore di digiuno?

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Dopo 16 ore di digiuno, il corpo inizia a bruciare i depositi di grasso per energia, un processo chiamato chetosi. Tuttavia, omettere la colazione, strategia spesso adottata per raggiungere tale digiuno, è associata ad un aumentato rischio di malattie croniche gravi.

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16 ore di digiuno: chetosi sì, ma con cautela.

Il digiuno intermittente, in particolare il protocollo 16/8 (16 ore di digiuno e 8 ore di finestra alimentare), ha guadagnato popolarità negli ultimi anni, principalmente per la sua promessa di facilitare la perdita di peso attraverso l’induzione della chetosi. Dopo circa 16 ore di astinenza dal cibo, le riserve di glicogeno, la principale fonte di energia del corpo, iniziano ad esaurirsi. A questo punto, l’organismo si adatta e comincia a bruciare i grassi accumulati, producendo corpi chetonici che vengono utilizzati come carburante alternativo. Questo processo metabolico, appunto la chetosi, è al centro dell’interesse per il digiuno intermittente.

Tuttavia, è fondamentale contestualizzare i potenziali benefici della chetosi indotta dal digiuno di 16 ore con un’analisi critica dei rischi correlati, soprattutto in relazione all’abitudine di saltare la colazione. Mentre la chetosi può contribuire alla perdita di peso e migliorare la sensibilità all’insulina in alcuni individui, associarla sistematicamente all’omissione della colazione può rivelarsi controproducente.

Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione tra il saltare la colazione e un aumentato rischio di sviluppare malattie croniche gravi, come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e persino alcuni tipi di cancro. Le ragioni di questa associazione sono complesse e non ancora del tutto chiarite, ma diverse ipotesi sono state avanzate. Saltare la colazione potrebbe portare a squilibri glicemici nel corso della giornata, favorendo l’insulino-resistenza. Inoltre, potrebbe incoraggiare comportamenti alimentari compensatori non salutari, come il consumo eccessivo di cibi ricchi di zuccheri e grassi saturi nei pasti successivi, o una riduzione complessiva dell’apporto di nutrienti essenziali.

Pertanto, sebbene il digiuno di 16 ore possa indurre la chetosi e teoricamente contribuire alla perdita di peso, è cruciale non generalizzare i suoi benefici e valutare attentamente le implicazioni per la salute individuale. Saltare la colazione regolarmente, anche nell’ambito di un protocollo di digiuno intermittente, potrebbe comportare rischi a lungo termine. È fondamentale adottare un approccio personalizzato, consultando un medico o un dietologo per valutare l’idoneità del digiuno intermittente al proprio caso specifico e per definire una strategia alimentare equilibrata che includa una colazione nutriente e soddisfacente, a meno che non sia diversamente indicato dal professionista. La priorità deve essere sempre la salute a lungo termine, piuttosto che la semplice persecuzione di una rapida perdita di peso.