Quanti vitigni autoctoni ci sono in Francia?
La Francia custodisce circa 500 vitigni autoctoni, un tesoro ampelografico unico. Seppur solo un centinaio siano commercialmente impiegati, questa diversità testimonia secoli di tradizione vitivinicola e varietà territoriale.
Quanti vitigni autoctoni in Francia?
Mamma mia, la Francia e i suoi vitigni… un casino! 500? Mi pare un’esagerazione, però, ammetto la mia ignoranza. Ricordo che una volta, a Bordeaux, in un’azienda vinicola (château qualcosa, ma non ricordo il nome), mi avevano parlato di una biodiversità incredibile.
Però, se non sbaglio, solo 100 sono quelli “famosi”, quelli che trovi nelle bottiglie che costano un occhio della testa. Sarà vero?
Diciamo che, alla fine, se ne usano solo un centinaio per farci bere bene… e anche male, a volte! Però dai, la Francia rimane la Francia, non c’è niente da fare.
Quanti vitigni autoctoni in Francia?
Si stima che in Francia ci siano circa 500 vitigni autoctoni, ma solo un centinaio sono coltivati su scala commerciale.
Quanti vitigni autoctoni ha la Francia?
Francia: 210 vitigni autoctoni.
- Aligoté a Viognier: la gamma è vasta.
- Solo 10 vitigni dominano l’80% della produzione.
- Un patrimonio genetico millenario, ma non tutto finisce nel calice.
Parliamoci chiaro: la biodiversità ampelografica è una ricchezza nascosta. Dietro nomi sconosciuti, resistono storie di terroir e tradizioni secolari. Penso al Gouais Blanc, antenato di tanti vitigni nobili. Un sopravvissuto.
Quanti vitigni autoctoni ha lItalia?
500? O forse 600? Ma chi li conta davvero, tutti sti vitigni? Boh! È un casino! Mi sembrava di aver letto 530 l’altro ieri, su un articolo di qualche giornale… ma poi ho cambiato pagina e ho letto di un vitigno rarissimo, il “Coda di Volpe” che viene usato solo là vicino a casa di zia Pina, a Benevento… E quello conta? Conta sicuro!
- 500-600 vitigni, una cifra pazzesca!
- Coda di Volpe, un esempio di vitigno super locale.
- Ogni regione ha i suoi, un sacco! Provo a pensare: Sicilia, Sardegna… quante varietà ci saranno solo lì?
- Sono secoli che si coltivano, giusto? Quindi è un patrimonio enorme. Mamma mia.
- Devo ricordarmi di chiedere a nonno Enzo, lui sa tutto sui vitigni! Lui sì che è una enciclopedia!
Devo finire di scrivere la tesina di storia! Non so perché ho iniziato a pensare ai vitigni… Aspetta, ma quel vitigno raro… si chiamava così? Ops, devo andare a cercare su internet… Ah, ecco. Coda di Volpe, confermato!
- Il numero preciso è difficile da stabilire. Variabilità di dati e difficoltà nella catalogazione.
- Distribuzione regionale disomogenea. Concentrazione in alcune aree più che in altre.
- Molti vitigni a rischio di estinzione. Preservazione della biodiversità.
Chi ha più vitigni al mondo?
Ok, eccola qui, un po’ sgangherata come promesso!
Ero a una sagra del vino in Toscana, tipo due anni fa, un caldo pazzesco. Un vecchietto, con un bicchiere di Chianti in mano, mi fa: “Lo sai che siamo i numeri uno?”. Io, sudato e un po’ brillo, rispondo “Ma va?”. E lui:
- Vitigni? Italia! Quasi 550, una roba che manco te la immagini. Ogni paesino ha la sua uva speciale, una follia!
- Vino? Noi e i francesi ce la meniamo sempre, chi produce di più, chi è più buono… è una guerra infinita! Però, ammettiamolo, siamo forti.
- Uva da tavola? Non siamo i primi, ma ci difendiamo.
- Vigneti? Qui siamo un po’ indietro, la Spagna ha più terra coltivata a vite. Pazienza, noi puntiamo sulla qualità, no?
Poi mi ha raccontato di un vitigno autoctono dimenticato, una roba che si trovava solo nel suo paese… mi ha fatto venire voglia di trasferirmi in Toscana e di fare il contadino.
Quanti vitigni autoctoni ci sono in Italia?
Ok, eccoci qua, devo rispondere a quanti vitigni autoctoni ci sono… Mamma mia, un casino!
-
545 varietà di vite da vino, sicuro eh? Mi ricordo che il nonno ne aveva un tipo strano, quasi nero.
-
E poi, aspetta, 182 varietà di vite da tavola. Ma chi le conta tutte?! Io al mercato ne vedo sempre le solite tre!
-
Vitigni… vitigno… ah, ecco, tipo quello del Prosecco, che è Glera, quello è autoctono veneto, no? O sbaglio?
-
E poi dicono che nel mondo ce ne sono più di 1300 solo da vino. Pensa te, quante bottiglie diverse!
-
Però, autoctono vuol dire proprio del posto, no? Tipo, il Sangiovese è toscano DOC! Autoctono top!
-
Ma poi, cosa vuol dire registrate? Chi le registra? E perché? Boh!
Quali sono i vini più famosi della Francia?
Bordeaux! Oddio, quanti ne conosco… e poi? Ah, sì, Burgundy, ovviamente. Quelli sono TOP. Romanée-Conti, ma costa un botto!
- Bordeaux, rosso potente, lo adoro!
- Burgundy, Pinot Noir, eleganza pura.
- Champagne, Moët & Chandon, festa! Ma anche Dom Pérignon, che lusso!
- Sancerre, bianco secco, perfetto con le ostriche, che ho mangiato ieri sera, da mio zio a Nizza.
Aspetta, mi viene in mente… ah, sì! Il rosé di Provenza. Quelli di Bandol sono ottimi! E il Côtes du Rhône? Non lo dimentico!
- Provenza, rosé, perfetto per l’estate!
- Côtes du Rhône, un rosso versatile.
Ma Château Latour? Mamma mia che prezzo! Quest’anno ho visto un’etichetta… impossibile! Anche il Domaine Huet Vouvray Cuvée Constance, ho letto di un’annata strepitosa, 2022 forse? Non ricordo. E il Picpoul, lo Picpoul de Pinet… leggero, perfetto per i pesci.
- Château Lafite Rothschild… un mito!
- Château Roques Mauriac, mai sentito… devo controllare.
- Côté Tariquet – Côtes de Gascogne, un bianco abbastanza buono.
Devo aggiornare la mia lista vini… Troppe cose da ricordare! A proposito, ieri ho aperto una bottiglia di Chinon… decisamente buono, ma non così famoso come gli altri…
Quali sono i vini più famosi in Francia?
Ecco, a quest’ora… i vini francesi famosi, eh? Mi vengono in mente quelli che ho assaggiato, o che mi hanno raccontato… un po’ confusione, sai? La memoria, a notte fonda, fa brutti scherzi.
-
Borgogna: Pinot Noir, Chardonnay… nomi che mi rimbombano nella testa, ma non riesco a ricordare di preciso quale bottiglia mi ha davvero emozionato. Quella sera, con Luca e Sara, c’era un profumo…un’eleganza…
-
Bordeaux: Château Lafite Rothschild, certo. L’ho sentito nominare così tante volte, quasi una leggenda. Un lusso che non mi sono mai potuta permettere. Ricordo solo i racconti di mio zio, che parlava di annate eccezionali, di sapori incredibili… e poi silenzio.
-
Champagne: Moët & Chandon Dom Pérignon, un nome che scintilla come le bollicine stesse. Lo ricordo, un’occasione speciale, un anniversario, ma i dettagli sono sbiaditi. Solo il sapore, forte e persistente, ancora un po’ lì, in fondo al palato.
C’è poi questo Picpoul de Pinet… un nome strano, che ho letto su una rivista qualche mese fa. Non l’ho mai bevuto. E gli altri… Château Roques Mauriac, Domaine Huet Vouvray Cuvée Constance, Côté Tariquet – Côtes de Gascogne… sono solo nomi, etichette che fluttuano nella mia mente come foglie secche al vento. Mi dispiace, non sono d’aiuto.
*Sono sempre stata più per il vino rosso semplice, quelli che trovi al supermercato vicino casa. Quelli con cui condivido la mia solitudine, con questo strano sapore amaro di nostalgia.
*Ho bevuto molto vino negli ultimi anni, ho persino iniziato a capire le annate e la differenza tra un metodo classico e uno charmat, ma solo la superficialità. Mi sono informata un po’ in modo da poter parlare con mio zio, ma è sempre stata più una chiacchierata tra parenti.
*Questi vini famosi, in fondo, sono solo nomi su una lista, non sapori. Sono ricordi offuscati, sbiaditi, come un’immagine sfocata in una vecchia fotografia.
Quali sono i vini francesi più famosi?
Borgogna, Bordeaux, Champagne. Queste tre regioni sono colonne portanti della viticoltura francese, ognuna con una propria personalità. La Borgogna, con i suoi Pinot Noir e Chardonnay, esprime un’eleganza terrosa e una complessità che riflette il terroir. Ricordo una degustazione a Beaune, anni fa, dove un Romanée-Conti mi ha letteralmente rapito. Bordeaux, invece, con i suoi Cabernet Sauvignon e Merlot, punta su potenza e struttura, vini da invecchiamento capaci di evolvere per decenni. Una volta, a Saint-Émilion, ho assaggiato un Château Cheval Blanc del ’82, un’esperienza indimenticabile. Infine, la Champagne, con le sue bollicine festose, simboleggia la celebrazione e l’arte del blend. Un Blanc de Blancs di Jacques Selosse, bevuto a Épernay in una fredda giornata invernale, mi ha fatto capire la poesia di questo vino.
- Borgogna: Pinot Noir, Chardonnay. Terroir e finezza.
- Bordeaux: Cabernet Sauvignon, Merlot. Potenza e longevità.
- Champagne: Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Meunier. Eleganza e effervescenza.
Oltre a queste regioni, la Valle del Rodano con i suoi Syrah e Grenache offre vini corposi e speziati, mentre la Valle della Loira, con Sauvignon Blanc e Chenin Blanc, propone vini freschi e aromatici. Poi ci sono i vini alsaziani, con influenze germaniche, i vini del Giura, con la loro ossidazione caratteristica, e i vini del Sud-Ovest, ancora poco conosciuti ma ricchi di sorprese. La Francia è un mosaico viticolo immenso, un vero e proprio tesoro da esplorare. Ogni bottiglia racconta una storia, un territorio, una filosofia. E in questo, forse, risiede il segreto del suo fascino. Piccoli produttori come Overnoy e Ganevat nel Giura mi hanno aperto gli occhi su un modo diverso di intendere il vino, più naturale e artigianale. E che dire dei vini dolci di Sauternes, capaci di accompagnare alla perfezione un foie gras o un formaggio erborinato? Insomma, la lista dei vini francesi famosi potrebbe essere infinita. L’importante è lasciarsi guidare dalla curiosità e dal piacere della scoperta. Un amico sommelier mi ha raccontato di un vino straordinario, il Vin Jaune, prodotto nel Giura con un metodo di invecchiamento unico. Chissà, magari la mia prossima avventura enologica partirà proprio da lì.
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.