Quanto è profondo il mare nello stretto di Messina?
Lo Stretto di Messina presenta fondali marini con caratteristiche distinte. Sul lato tirrenico, la profondità diminuisce gradualmente verso Capo Milazzo. Viceversa, sul versante ionico, il fondale precipita rapidamente superando i 1000 metri vicino a Capo Taormina, formando un canyon sottomarino significativo.
L’Abisso di Scilla e Cariddi: Un’esplorazione delle profondità dello Stretto di Messina
Lo Stretto di Messina, stretto braccio di mare che separa la Calabria dalla Sicilia, è da sempre avvolto da un alone di mistero, alimentato da leggende mitologiche e dalla sua natura impetuosa. Ma oltre le sirene e i mostri marini narrati nei poemi epici, si cela una realtà altrettanto affascinante e complessa: la sua geomorfologia sottomarina, un vero e proprio mosaico di profondità e forme che ne determinano la peculiare idrodinamica. Non si tratta di un semplice canale d’acqua, ma di un palcoscenico geologico teatro di continui processi di erosione e sedimentazione, che ha plasmato un fondale marino sorprendentemente variegato.
La profondità dello Stretto, infatti, non è omogenea. Si potrebbe erroneamente pensare a un’unica, profonda conca. In realtà, la topografia sottomarina presenta una marcata asimmetria, con significative differenze tra il versante tirrenico e quello ionico. Sul lato tirrenico, la pendenza del fondale è relativamente dolce. Procedendo verso Capo Milazzo, la profondità diminuisce gradualmente, offrendo un profilo marino più accessibile, con una transizione meno brusca tra terraferma e abissi. Questo settore, meno accidentato, ospita una biodiversità che si adatta a una variazione di profondità più lenta e meno drammatica.
Al contrario, il versante ionico dello Stretto mostra un profilo decisamente più impetuoso. Qui, il fondale precipita inesorabilmente verso il basso, raggiungendo e superando rapidamente i 1000 metri di profondità nelle vicinanze di Capo Taormina. Questa repentina discesa crea un vero e proprio canyon sottomarino, una profonda incisione che taglia il fondale con pareti ripide e dirupi sommersi. Questo ambiente estremo, caratterizzato da forti correnti e pressioni elevate, ospita una fauna specializzata, adatta a sopravvivere in condizioni estreme, e ancora in gran parte da esplorare.
La presenza di questo canyon sottomarino, di dimensioni e caratteristiche ancora in parte oggetto di studio, influenza notevolmente le correnti marine dello Stretto, contribuendo a creare i famosi vortici e maree di forte intensità che hanno da sempre reso questa zona tanto pericolosa quanto affascinante. La comprensione della complessa topografia del fondale è quindi fondamentale non solo per la conoscenza geologica del territorio, ma anche per la sicurezza della navigazione e per la gestione delle risorse marine. Le future ricerche, tramite tecnologie sempre più avanzate, promettono di svelare ulteriormente i segreti custoditi negli abissi di Scilla e Cariddi, contribuendo a una più completa comprensione di questo straordinario ecosistema marino.
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