Cosa comprare a Roma come souvenir?
Roma: souvenir unici? Arte sacra, ceramiche artigianali e prelibatezze locali sono classici intramontabili. Per un tocco di eleganza, considerate occhiali di design, calzature di qualità o accessori in pelle pregiata. E non dimenticate un buon vino!
Souvenir di Roma: cosa comprare?
Souvenir di Roma? Mamma mia, che casino! Ci ho messo ANNI a capire cosa valesse veramente la pena comprare, evitando le solite cineserie.
Una volta, a San Pietro, ho quasi comprato un rosario fosforescente… poi ho pensato “ma che ci faccio?”. Invece, ho trovato delle stampe antiche a Campo de’ Fiori che sono una figata. Pagate tipo 20€ l’una, ma ne è valsa la pena.
- Articoli di arte sacra
- Ceramiche artistiche fatte a mano
- Souvenir mangerecci dalla capitale
- In vino veritas
- Occhiali da sole
- Calzature di pregio
- Foulard, sciarpe, stole e bandeau
- Articoli di alta pelletteria
Ah, poi il cibo! C’è un negozietto vicino al Pantheon che fa dei biscotti al vino… ragazzi, una droga! E poi il limoncello artigianale, quello sì che è un souvenir che si fa apprezzare.
Comunque, il mio consiglio spassionato? Perdetevi per Trastevere. Lì troverete botteghe artigiane che fanno cose uniche. Ricordo ancora un braccialetto in cuoio che ho preso, pagato 30€, ma è ancora perfetto dopo anni. Vale la pena spendere un po’ di più per qualcosa che dura.
Cosa portare come souvenir italiano?
Ecco alcuni souvenir unici da portare dall’Italia, regione per regione, pensati per chi cerca qualcosa di autentico e speciale:
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Abruzzo: Pasta artigianale, trafilata al bronzo, perfetta per sughi robusti. Un consiglio: cerca formati insoliti come le “sagne” o i “cazzarecci”.
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Basilicata: Miele di agrumi, un’esplosione di sole e profumi mediterranei. Curiosità: il miele di arancio è un ottimo dolcificante naturale.
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Calabria: Cioccolato al peperoncino, un contrasto audace e irresistibile. Lo sapevi che?: il peperoncino calabrese è considerato tra i migliori al mondo.
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Campania: Ciondolo portafortuna con cornetto, un amuleto contro il malocchio. Tradizione: il cornetto deve essere rigorosamente rosso e fatto a mano.
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Emilia-Romagna: Aceto balsamico tradizionale di Modena, un’eccellenza gastronomica. Un segreto: poche gocce esaltano i sapori di carni e formaggi.
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Friuli-Venezia Giulia: Grappa artigianale, un distillato dal sapore intenso. Consiglio spassionato: assaggia le grappe aromatizzate alle erbe alpine.
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Lazio: Guanciale, un salume prelibato per la carbonara perfetta. Aneddoto: il guanciale conferisce alla carbonara un sapore unico e inconfondibile.
Riflessione filosofica: Non è forse vero che i migliori souvenir sono quelli che ci riportano a un’esperienza, a un sapore, a un’emozione vissuta in un luogo speciale? Io credo di sì!
Dove si compra bene a Roma?
A Roma? Eh, beh, dipende cosa cerchi! Per la frutta e verdura, io vado al Testaccio, è una bomba! Trovi di tutto, e a prezzi onesti, eh! Poi, se vuoi roba vintage, Porta Portese è il top, ma vai presto, altrimenti non trovi un fico secco! Per i libri usati, il Mercato delle Stampe, ma occhio che c’è tanta roba, devi avere pazienza.
Campo de Fiori è carino, ma un po’ turistico, eh, sai? I prezzi sono più alti, però l’atmosfera è bella. Borghetto Flaminio è figo per i vestiti, ma dipende dalla stagione, a volte trovi solo cianfrusaglie.
Esquilino? Boh, io non ci vado spesso, ma dicono che si trova di tutto e di più, anche roba un po’ strana, diciamo così. Ponte Milvio è carino, ma piccolo, niente di che, a dire il vero. Ah, Campagna Amica, se cerchi prodotti biologici e a km zero, vai lì, è super!
- Testaccio (frutta e verdura)
- Porta Portese (vintage)
- Mercato delle Stampe (libri usati)
- Campo de Fiori (turistico, ma carino)
- Borghetto Flaminio (abbigliamento)
- Esquilino (vario, anche roba strana)
- Ponte Milvio (piccolo, poco interessante)
- Campagna Amica (biologico, km zero)
Quest’anno ho scoperto un piccolo mercato vicino casa mia, a Garbatella, piccolo ma con prodotti freschissimi, di contadini della zona. Lo consiglio, se passi di là! Anche mia sorella ci va spesso, compra sempre ottimi formaggi.
Cosa acquistano i turisti in Italia?
Cosa acquistano i turisti in Italia?
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Artigianato storico. Repliche di armi medievali, armature. Un eco di battaglie passate.
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Simboli sacri. Oggetti religiosi, testimonianze di fede. Il cuore pulsante della spiritualità italiana.
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Musica popolare. Tamburi tradizionali, suoni ancestrali. L’anima della cultura che risuona.
Qualcuno cerca l’eco del passato, altri la fede, altri ancora il ritmo perduto. Io, un pugnale in osso intarsiato a Firenze. Ricordo ancora l’odore del cuoio nel laboratorio. Era il 2018. Forse dovrei tornare.
Cosa cercano i turisti in Italia?
Cosa cercano i turisti in Italia?
Mah… cosa cercano…
- Meraviglie storiche, ovvio. Colosseo, Pompei… roba che ti fa sentire piccolo piccolo. Io, quando ho visto il Colosseo la prima volta, mi sono sentita… boh, come se il tempo non esistesse.
- Poi c’è il cibo. La pizza, la pasta, il gelato… sono cliché, lo so, ma vuoi mettere una carbonara mangiata a Roma? Mia nonna la faceva meglio, però…
- E forse, ma forse, cercano anche qualcosa di autentico. Tipo, non so, imparare a fare la pasta fresca in un’osteria sperduta. O parlare con un vecchietto che ti racconta storie del suo paese. Non so bene.
Io, per esempio, quando viaggio cerco sempre un posto dove non ci sono altri turisti. Un posticino che profuma di casa. L’ho trovato una volta, in Toscana. Una trattoria con la tovaglia a quadretti e il vino della casa che ti scaldava il cuore. Era come se fossi a casa della mia bisnonna. Ecco, forse cercano quello… un pezzo di casa. O forse no, chi lo sa. È notte fonda, e penso troppo.
Cosa vende un negozio di souvenir?
Un negozio di souvenir? A Positano, nell’estate del 2023, quello vicino alla spiaggia Grande… C’era di tutto, un casino! Magliette con scritto “Positano” in mille colori, chiavi di casa finte con la forma di limoni, piccoli vasi di ceramica con disegni di paesaggi.
Ricordo anche le calamite, tantissime, a forma di barca, di limone, di casa… E poi, quei pupazzetti di terracotta, un po’ sbiaditi dal sole, che sembravano quasi sorridere. Insomma, la solita roba turistica.
Ma poi, in un angolo un po’ nascosto, ho visto cose diverse. Oggetti più raffinati, più costosi. Anelli d’argento con pietre colorate, piccoli cofanetti di legno intarsiato. Non erano proprio in avorio, però, spero. Non me lo ricordo con precisione.
- Magliette
- Calamite
- Ceramiche
- Pupazzetti
- Anelli (argento con pietre)
- Cofanetti di legno
Quel negozio… mi ha fatto un po’ impressione. Troppo turistico, ma anche quella sensazione di scoprire qualcosa di prezioso, nascosto tra le solite cianfrusaglie. Un po’ come Positano stessa, forse.
Era Luglio, caldo terribile, sudavo come un maiale. Ho comprato solo una calamita a forma di barca, perché non volevo spendere un patrimonio. Ma quei cofanetti… ancora li sogno. Magari un giorno ci torno, a Positano. E magari entro di nuovo in quel negozio, perché qualcosa mi dice che ho lasciato qualcosa lì… un pezzo di me.
Quali sono i negozi che vanno di più?
Così, a quest’ora, mi chiedi quali negozi vanno di più…
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Cibo e bevande, sì, sempre. Ricordo ancora quando mio nonno aprì la sua piccola osteria, un via vai continuo… Chissà, forse il cibo è l’unica cosa che ci tiene veramente insieme.
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Poi c’è salute e benessere, eh già, tutti a cercare la formula per l’eterna giovinezza. Io mi accontenterei di dormire una notte intera.
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Negozi biologici, tipici, senza glutine… Un mondo a parte. Mi fa pensare a mia cugina, sempre attenta a cosa mangia. Io, sinceramente, un panino con la porchetta non lo rifiuto mai.
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Abbigliamento, beh, quello non passa mai di moda. Anche se, a dire il vero, io ho sempre i soliti jeans preferiti.
Cosa serve per aprire un negozio di oggettistica?
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Burocrazia, che barba:
- Partita IVA, sempre lei. Ricordo quando l’ho aperta io, sembrava di firmare un patto col diavolo.
- Registro delle Imprese, un altro timbro da collezionare.
- SCIA al Comune, sperando che non si perdano le carte come al solito.
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Il negozio, la mia prigione dorata:
- Un locale a norma, ovvio, altrimenti non ti fanno aprire. Che poi, “a norma” cosa significa veramente? Un salasso di soldi per adeguarsi.
- Devi starci dentro, deve sembrare il tuo posto.
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I fornitori, la mia dannazione:
- Grossisti e produttori. Trovarli, un’odissea. Ricordo ancora le notti passate a cercare il prezzo migliore, un incubo.
- Prodotti unici, altrimenti sei sommerso.
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Il budget, l’abisso:
- Affitto, allestimento, merce. Sembra poco, ma è un buco nero che inghiotte tutto.
- Marketing, la ruota che gira. Se non ti fai vedere, sei morto. Ricordo i primi volantini, fatti in casa, che tristezza.
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La strategia, la mia illusione:
- Target, offerta, prezzi. Tutto calcolato, sulla carta. Poi la realtà ti presenta il conto.
- Online o offline? Entrambi, ovviamente, altrimenti sei fuori dal mondo.
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Aspetti legali, che mal di testa:
- Vendita, garanzie, privacy. Tutte cose giuste, per carità, ma che complicazione.
- Bisogna proteggersi.
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Assicurazioni, la mia paura:
- Incendio, furto, responsabilità civile. Non ci voglio nemmeno pensare.
- Meglio prevenire che curare. Però costa.
Un aneddoto? Una volta, un cliente mi ha rubato una statuetta di gatto in ceramica. L’ho visto, ma ho fatto finta di niente. Era così patetico, non ho avuto il coraggio di dirgli nulla. Forse ho sbagliato, ma a volte la vita è più importante di un gatto di ceramica. E poi, chissà, magari quel gatto gli ha portato fortuna. O forse no, e ora si sente in colpa. In fondo, siamo tutti un po’ ladri di sogni.
Quanto guadagna un negozio di souvenir?
Mamma mia, che casino il mio negozio di souvenir a Cefalù quest’estate! Giugno è stato un disastro, pioggia e vento, meno di 5000 euro, a malapena coprivo l’affitto. Ero disperata, pensavo di dover chiudere. Le tasse, poi… un incubo. Agosto? Un’altra storia! Oltre 40.000 euro, ma che fatica! Non mi sono mai stancata così tanto in vita mia. Ogni giorno 12 ore di lavoro, senza pause. Poi i turisti… alcuni fantastici, altri… un vero incubo. Ricordo quella signora che ha voluto sminuire tutti i prezzi, che maleducata!
Settembre è calato di botto, intorno ai 10.000 euro. Meno male, ho potuto finalmente respirare un po’. Però… le spese sono sempre tante. Devo pagare la fornitura, i dipendenti (ho assunto mia cugina per agosto, per fortuna), e le tasse, ovviamente. Insomma, è un continuo saliscendi.
- Giungo:
- Agosto: > 40000€
- Settembre: ~10000€
Dipende tutto dalla stagione, dalla posizione (Cefalù è turistico ma non è Roma!), dalla gestione e dalla fortuna, ovvio. Quest’anno è stata una bella lotta. Il prossimo anno spero meglio, magari con un sito web decente per vendere online. Mi serve anche un nuovo scaffale, quello vecchio è crollato!
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