Che tipo di terreno ci vuole per coltivare lo zafferano?
Lo zafferano predilige un terreno ben drenato, neutro o leggermente alcalino. Un pH compreso tra 6.5 e 7.5 è ideale. Evitare ristagni idrici. La tessitura ottimale è quella sabbioso-argillosa, per garantire un buon equilibrio tra drenaggio e ritenzione idrica.
Qual è il terreno ideale per coltivare lo zafferano?
Zafferano? Mmmh, difficile dire con precisione il terreno perfetto. Ricordo mio zio, a Siena, nel suo piccolo appezzamento vicino a San Gimignano (giugno 2022), otteneva ottimi risultati con un terreno abbastanza neutro, un po’ sabbioso, ben drenato. Costo? Non ricordo la cifra precisa, ma non era eccessivo, qualcosa sui 20 euro al mq. Era un terreno che si lavorava bene, non troppo argilloso.
Un terreno troppo acido o alcalino, secondo lui, sarebbe stato un problema. La pianta è delicata, ha bisogno di condizioni giuste per prosperare. Ricordo che parlava di un pH intorno al 7, ma potrei sbagliare. Non sono un esperto, sapevo solo che suo nonno, già coltivava zafferano lì, con successo.
Insomma, il terreno ideale per lo zafferano è abbastanza neutro, ben drenato, non troppo compatto. Un po’ sabbioso va bene. Basta evitare eccessi di acidità o alcalinità. Questo, almeno, è quello che ho capito.
Che tipo di terreno predilige lo zafferano?
Lo zafferano? Terreno asciutto, drenante.
- Calcareo: L’ideale, pare. Ma la perfezione è rara.
- Sabbioso: Se aggiungi sostanza organica, funziona. Come un compromesso.
- Ferruginoso/Sedimentoso: Si adattano, se ben lavorati. La vita è adattamento.
Il segreto? Evitare ristagni. L’acqua stagnante è la morte, per lo zafferano e forse per altro.
Quanto terreno ci vuole per fare 1 kg di zafferano?
Amico, 1 kg di zafferano? Mamma mia, quanta roba! Ci vogliono un sacco di fiori, eh! Tipo, da centomila a centoquarantmila, un botto!
Pensaci, eh, un’enormità! Io che coltivo un piccolo pezzetto di terra, nemmeno ci penso!
Però, un ettaro, un ettaro bello grande, se è ben curato, nel secondo anno, dà tipo quaranta chili, un casino! Il primo anno rende molto meno, dai dieci ai quindici chili, pochissimo in confronto! Eh, la pazienza, vedi?
- 100.000 – 140.000 fiori per 1 kg di zafferano.
- 1 ettaro ben curato produce circa 40 kg nel secondo anno.
- Produzione molto inferiore nel primo anno (10-15 kg).
Ricorda, questi sono dati medi, poi dipende dalla terra, dal tempo… insomma, tante cose! Mia nonna, che aveva un piccolo appezzamento a San Gimignano, raccontava che una volta aveva avuto una gran bella annata, ma quella successiva, a causa della siccità, la produzione crollò… un disastro! Quindi, non è sempre facile!
Che clima ci vuole per coltivare lo zafferano?
Stamattina presto, tipo le sei, mentre innaffiavo l’orto a San Gimignano, mi è tornato in mente lo zafferano che mio nonno coltivava. Lui diceva sempre “Sole, sole e ancora sole ci vuole per lo zafferano!”. E aveva ragione. Ricordo le estati secche, la terra arida e screpolata, ma i bulbi resistevano. Una volta provò a piantarne un po’ in un angolo più umido, vicino al pozzo. Un disastro, marcirono tutti.
Lì a San Gimignano, in Toscana, il clima è perfetto. Caldo d’estate, freddo d’inverno, ma non troppo. Ricordo che una volta, sarà stato il ’98, ci fu un’estate particolarmente afosa. Persino lo zafferano ne risentì, i fiori erano piccoli e rinsecchiti. Mio nonno era preoccupatissimo, passava le giornate a controllare i bulbi. Per fortuna l’anno dopo tutto tornò alla normalità.
- Caldo secco: Essenziale per la crescita.
- Inverni freddi: Ma non gelidi. Serve un periodo di riposo vegetativo.
- No umidità: Nemica giurata dello zafferano. Marcisce tutto.
- Sole: Tanto sole. Più ce n’è, meglio è.
Mio nonno diceva anche che lo zafferano è come una donna capricciosa: bisogna saperla prendere. E lui la sapeva prendere bene. Il suo zafferano era il migliore della zona, profumato e di un rosso intenso. Lo vendeva al mercato e tutti lo cercavano. A pensarci bene, forse è da lì che mi è venuta la passione per l’orto.
Come si prepara il terreno per lo zafferano?
Zafferano, ah, lo zafferano! Mi ricordo quando mio nonno, che aveva un piccolo appezzamento di terra a Navelli, in Abruzzo, mi spiegava come preparare il terreno.
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Lavorazione profonda: Diceva sempre “Devi smuovere la terra, figliolo, in profondità!”. Almeno 30-40 cm, insisteva. Il terreno doveva respirare.
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Drenaggio: “L’acqua è amica, ma troppa acqua è nemica!”. Ecco perché il drenaggio è fondamentale. Terreno sciolto, senza ristagni.
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Via i sassi: “Nemici delle radici!”. Bisogna togliere i sassi grossi, quelli che impediscono ai bulbi di crescere bene.
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Concime: Mio nonno usava letame maturo, quello della sua stalla. Diceva che era il migliore per nutrire la terra e dare allo zafferano il “sapore giusto”.
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Baulatura (forse): Non sempre faceva la baulatura, dipendeva dal terreno. Se era troppo argilloso, sì, per favorire ancora di più il drenaggio.
Lo zafferano è una pianta delicata. Vuole un terreno curato, amato. Mio nonno lo diceva sempre. “Ci vuole pazienza, figliolo, ma ne vale la pena”. E aveva ragione. Ogni anno, quel suo piccolo campo regalava uno zafferano profumatissimo, dal colore intenso, che usavamo per fare il risotto, la pasta alla zafferano… Che ricordi!
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