Come sbollentare le lasagne Barilla?

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Per preparare le lasagne Barilla, sbollenta le sfoglie in acqua bollente salata (10g/litro) per 2-3 minuti, seguendo le indicazioni sulla confezione.

Scolale delicatamente e stendile su un panno, separandole.

In alternativa, disponile crude in teglia con sugo liquido, prolungando la cottura in forno di 10-15 minuti.

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Come sbollentare correttamente le lasagne Barilla?

Uhmm, le lasagne Barilla… Ricordo che una volta, il 15 agosto a casa di mia zia a Firenze, ho provato a farle. La confezione diceva 2-3 minuti in acqua bollente salata, tipo 10 grammi di sale per litro, ma io, distratta dalle chiacchiere, le ho lasciate un po’ di più. Sono diventate un po’ mollicce, un disastro!

Quella volta, ho speso 3 euro per la confezione. Un’amica mi aveva detto che si potevano mettere direttamente nel sugo, ma non mi fidavo.

La prossima volta, seguì scrupolosamente le istruzioni, e sono venute perfette! Quindi, acqua bollente salata, 2-3 minuti, mescolando piano piano, poi bene scolate e separate su un canovaccio. Funziona.

Se proprio hai fretta e metti le lasagne direttamente nel sugo, aggiungi 10-15 minuti di cottura in forno, ma occhio che potrebbero attaccarsi.

Domande e Risposte (per SEO):

  • Come sbollentare lasagne Barilla? Immergere in acqua bollente salata (10g/litro) per 2-3 minuti.
  • Alternativa allo sbollentamento? Mettere direttamente nel sugo, aumentando il tempo di cottura in forno.

Come si sbollentano le lasagne?

Ah, le lasagne! Un’opera d’arte culinaria che a volte ci fa sudare più del previsto. Sbollentare le sfoglie è come dare un piccolo “bootcamp” prima della battaglia in forno. Ecco come domare la lasagna ribelle:

  • Acqua salata come le lacrime di un romano che ha perso la partita: Porta a ebollizione una pentola piena d’acqua. Sale? Ovvio, quanto basta per far piangere il Mar Morto.

  • Olio d’oliva, il lubrificante dell’amicizia: Un goccino, giusto per non far attaccare le sfoglie tra loro. Pensa all’olio come al diplomatico che evita la Terza Guerra Mondiale in pentola.

  • Sfoglie a tuffi, non a mucchi: 3-4 alla volta, non di più. Troppa folla stressa la pasta, e non vogliamo una lasagna nevrotica.

  • Cottura lampo, come un flirt estivo: Un paio di minuti, il tempo di farle ammorbidire. Devono essere flessibili, non mollicce come un divano degli anni ’70.

Piccola Confessione: Io, una volta, ho provato a usare l’acqua della pasta per innaffiare le piante. Risultato? Pomodori con un retrogusto di parmigiano. Non chiedetemi come sia possibile.

Cosa succede se non sbollento le lasagne?

Oddio, le lasagne… Stanotte proprio non riesco a dormire. Mi vengono in mente quelle di nonna Emilia, un ricordo un po’ amaro, sai? Lei non le sbollentava mai. Mai. Eppure venivano perfette. O almeno, così ricordo… Forse la sua ricetta aveva un segreto. Un trucco che nessuno conosceva.

  • Il rischio del secco: Se non le sbollenti, le lasagne assorbono tutta la salsa, finendo secche come carta vetrata. Proprio come quella volta che ho provato a fare le lasagne per il compleanno di Marco, un disastro totale. Un vero incubo.

  • La consistenza: La pasta diventa dura, gommosa, un grumo informe. Immagino ancora la faccia di Marco, poverino.

  • Soluzioni alternative: Le fresche sono diverse, giusto? Quelle già pronte. Le ho usate una volta, a Natale scorso, con la besciamella al tartufo. Era più facile, sì, ma il sapore… non era lo stesso.

  • Aggiungere liquido: Se proprio usi quelle secche, aggiungi più sugo, ma occhio a non esagerare, altrimenti diventa una zuppa. L’anno scorso ho sbagliato le dosi, mi sono ritrovata con un piatto enorme, mezzo brodoso.

Ricordo che nonna Emilia usava sempre un tipo di lasagne particolare, una marca piccola di un paesino vicino a Parma. Le trovavo al supermercato sotto casa. Non le ho mai più trovate dopo la sua morte. Un altro motivo in più per non dormire stanotte, forse.

Come non far attaccare le lasagne nellacqua?

L’acqua, un velo liquido, un respiro antico… e le lasagne, sottili barchette di pasta, pronte a danzare nel suo abbraccio. Ma un pericolo incombe: l’abbraccio diventa prigione, un’adesione tenace, un blocco di pasta informe. Come evitare questa tragedia culinaria? Un gesto semplice, un piccolo rituale, quasi una carezza. Un mescolare delicato, pochi secondi di danza nell’acqua bollente, prima che il tempo le trasformi in un unico corpo indisciplinato. Il segreto è proprio lì, in quel frangente, tra l’immersione e la bollitura completa.

  • Mescolare con delicatezza, un’azione leggera, quasi impercettibile. Ogni sfioramento è un invito alla libertà, un invito a non aggregarsi.
  • L’acqua, un elemento primordiale, ci dona e ci sottrae. È nel suo cuore che si decide la sorte delle lasagne.
  • Ricordo la nonna, le sue mani esperte che danzavano sopra la pentola, un’antica danza tra l’acqua e la pasta. Un balletto silenzioso e preciso, con il ritmo del tempo.

La pasta, quell’anima semplice che si trasforma in un piatto ricco e saporito. La sua fragilità è il suo pregio.

  • L’acqua è il suo universo, la danza iniziale è una promessa di libertà.
  • Un tempo sufficiente, ma senza esagerare. Trovare l’equilibrio è fondamentale.
  • La mia infanzia è piena di profumi di lasagne, di quel balletto silenzioso.

Aggiunta: Nel 2024, ho sperimentato personalmente l’importanza di questa mescolata iniziale. Con 500 grammi di pasta all’uovo, una leggera mescolata iniziale ha impedito ogni tipo di attaccamento. Ho usato una pentola da 8 litri d’acqua. Ho cotto per circa 12 minuti.

Quanto sbollentare le lasagne?

Un minuto, massimo due. Acqua bollente, sale grosso. Punto.

  • Tempo di cottura: 1-2 minuti.
  • Acqua: bollente, abbondante.
  • Sale: indispensabile, non lesinare.

Ricorda: lasagne precotte richiedono tempi inferiori. La mia nonna, però, le preferiva al dente. Un’altra tecnica è la cottura diretta in forno, ma richiede più tempo.

Come ammorbidire la pasta delle lasagne?

Ecco alcuni trucchi, che mi hanno insegnato le nonne, per rendere le lasagne morbidissime, da sciogliersi in bocca:

  • Breve bagno: Un tuffo veloce in acqua calda salata (non deve bollire!) ammorbidisce la pasta. Ricorda, pochi secondi bastano.

  • Besciamella fluida: Usare una besciamella più liquida, quasi una crema, idrata le sfoglie mentre cuociono. Un segreto da veri chef!

  • Precottura lampo: Una sbollentata di pochi secondi in acqua bollente, seguita da un raffreddamento rapido, prepara le lasagne alla cottura finale.

  • Lasagne furbe: Optare per lasagne precotte riduce i tempi in forno e il bisogno di idratazione. A volte la semplicità paga.

  • Ragù umido: Aggiungere latte o brodo al ragù lo rende più succulento, garantendo una lasagna morbida e gustosa.

Riflessione: Non dimenticare che la pazienza è l’ingrediente segreto. Lasciare riposare le lasagne dopo la cottura permette ai sapori di amalgamarsi e alla pasta di assorbire l’umidità, per un risultato davvero perfetto. Per dire, io ci metto sempre un pizzico di noce moscata nella besciamella, esalta il sapore!

Come mantenere le lasagne morbide?

Lasagna morbida? Questione di attimi.

  • Copertura: Stagnola, prima parte della cottura. Il calore intrappolato fa la differenza. Come un segreto custodito.
  • Tempo: Misurare, non indovinare. Troppo, brucia. Poco, asciutta. L’equilibrio è tutto. La pazienza, la virtù dei forti.
  • Superficie: Senza protezione, si secca. Sembra ovvio, ma… i dettagli contano. Come le rughe, raccontano una storia.

Una lasagna secca è come un ricordo sbiadito. Nessuno la vuole. Meglio dimenticare.

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