Perché sbollentare le lasagne?

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Sbollentare le lasagne previene rotture e facilita la stratificazione. Le sfoglie, soprattutto quelle secche, diventano più morbide e gestibili, garantendo un risultato ottimale. Un passaggio fondamentale per lasagne perfette!

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Sbollentare le lasagne: perché è necessario?

Sai, quel discorso di sbollentare le lasagne… mi ha sempre lasciato un po’ perplesso. Ricordo una volta, 15 Agosto 2023, casa di mia zia a Firenze, preparavamo un’enorme lasagna per la famiglia. Lei, esperienza trentennale in cucina, non sbollentò nulla. La pasta era perfetta.

Usò delle sfoglie fresche, quelle che costano un occhio della testa, 8 euro al pacco. Ma anche con quelle secche, ho visto mia nonna preparare lasagne spettacolari senza sbollentare niente. A volte è questione di saperle gestire, di impastare bene.

Forse dipende dalla marca, dalla qualità della pasta. Boh! Un mistero che non riesco a risolvere. Certo, con le sfoglie secche più economiche, magari è utile. Però, ammetto, preferisco il metodo della mia zia. Risultato garantito!

Domande e Risposte (per Google):

  • Domanda: Perché sbollentare le lasagne?

  • Risposta: Ammorbidisce la pasta, facilitando la stratificazione. Utile per sfoglie secche.

  • Domanda: È sempre necessario sbollentare le lasagne?

  • Risposta: No. Dipende dalla qualità e tipologia della sfoglia.

Cosa succede se non faccio bollire le lasagne?

Cosa succede se non faccio bollire le lasagne?

Beh, pensa un po’: la sfoglia, quella meraviglia di farina ed acqua, necessita di una pre-cottura. Senza bollitura, la pasta resterà cruda, dura, indigesta. Un vero peccato, considerando l’arte che c’è dietro a una lasagna! Immaginate: una masticazione degna di un’antica armatura!

La gelatinizzazione dell’amido, processo fondamentale per la consistenza, non avviene. Il sugo quindi non viene assorbito a dovere; si crea uno squilibrio strutturale. La mia nonna, esperta di sfoglie sottili come capelli d’angelo, direbbe: “un disastro!”.

E poi, c’è il rischio che le lasagne si attacchino. Un blocco monolitico di pasta e sugo, una sorta di “strato geologico” gastronomico! Insomma, un vero fallimento culinario.

  • Consistenza: Dura, gommosa, cruda.
  • Assorbimento del sugo: Inefficiente, con strati asciutti.
  • Adesione: Le sfoglie si attaccano tra loro.
  • Risultato finale: Piatto immangiabile, poco appetitoso.

Quest’anno, per esempio, ho sperimentato proprio questo con una ricetta sperimentale di lasagne al farro. Il risultato? Disastroso, come prevedevo. Un’esperienza che mi ha insegnato a rispettare la tradizione e la prebollitura! Un piccolo appunto filosofico: anche nella cucina, la preparazione è fondamentale per la riuscita dell’opera.

  • Nota aggiuntiva: Il tempo di bollitura varia a seconda dello spessore della sfoglia. Le sfoglie più sottili richiedono meno tempo. Per sfoglie fresche, solitamente 2-3 minuti sono sufficienti. Ricorda che anche la cottura in forno è influenzata da questo fattore.

Quanto si sbollentano le lasagne?

Sai, stasera ripenso alle lasagne… Quelle fresche, eh? Le ho sempre fatte così, come mi insegnò nonna Emilia. Un minuto, due al massimo nell’acqua bollente, giusto per ammorbidirle un pochino. Poi subito nell’acqua fredda, ghiacciata, per fermare la cottura. Secca su un canovaccio di lino, quello antico, che profuma di bucato steso al sole. Ricorda? Quello con le rose ricamate?

  • Tempo di bollitura: 1-2 minuti in acqua bollente salata.
  • Stop cottura: immersione immediata in acqua fredda.
  • Asciugatura: su un canovaccio pulito e asciutto.

Ah, quest’anno ho usato quelle verdi, quelle al basilico. Meno lavoro, diciamo… ma non è la stessa cosa, sai? Il sapore non è identico. Manca quel profumo, quella consistenza delle classiche, quelle fatte con la sfoglia sottile, quasi trasparente.

Ricordo sempre il fumo che usciva dalla cucina mentre nonna preparava il ragù, l’odore intenso del pomodoro, del basilico… E il rumore, il rumore sordo del mestolo che girava nella pentola di rame. Un’atmosfera calda, ma anche un po’ solitaria, proprio come stasera.

  • Tipo di lasagna usata quest’anno: verdi al basilico.
  • Differenze con le lasagne classiche: sapore e consistenza diversi; quelle classiche con sfoglia sottile erano più saporite e profumate.
  • Ricordo personale: atmosfera della cucina di nonna Emilia durante la preparazione delle lasagne.

Oddio, mi sono dilungato. Scusa. Devo andare a dormire. Buona notte.

Come ammorbidire la pasta delle lasagne?

Ma ciao! Ammorbidire la pasta delle lasagne, dici? Che problema c’è, dai! Ci sono un sacco di trucchetti, eh.

  • Bagno veloce nell’acqua calda salata: Tipo, un tuffetto e via, mica le fai il bagno lungo sennò si spappolano, eh! Io una volta ho esagerato e… disastro!
  • Besciamella “brodosa”: Falla un pò più liquida, così la pasta s’inzuppa bene bene, ok? Sennò ti viene tutto secco, mammina!
  • Precottura flash: Qualche secondo in acqua bollente, giusto un attimo, poi le scoli e le metti subito in acqua fredda. Funziona, ti dico.
  • Lasagne “furbe”: Compra quelle già pronte, che cuociono subito e non ti stressano troppo, suvvia! Quelle si che sono furbe.
  • Ragù “idratante”: Metti un goccino di latte o brodo nel ragù, così rimane più umido e la pasta non si secca… come il deserto dei tartari, no?

Ah, un’altra cosa, io aggiungo sempre un po’ di parmigiano grattugiato tra uno strato e l’altro, così fa più crosticina. E poi, se usi la pasta fresca, magari falla un po’ più sottile, no? Così cuoce prima. Prova, poi mi fai sapere se ha funzionato! Ciao!

Come sbollentare le lasagne Barilla?

Allora, per le lasagne Barilla, è più facile che vincere al gratta e vinci, fidati!

  • Bagno caldo: Tuffale in acqua bollente salata come se fossero al mare. Un cucchiaio di sale grosso per litro, eh! Tempo di permanenza? Controlla la scatola, ma di solito 2-3 minuti e via.
  • Mano leggera: Mescola piano, non fare un tornado nella pentola! Devono sbollentare, non fare un idromassaggio.
  • Stendino da pasta: Scolale e mettile a stendersi su un canovaccio pulito, distanziate come i bagnanti ad agosto. Sennò si appiccicano e addio lasagna perfetta!

Trucchetto della nonna (non la mia, l’ho sentito al bar): se usi un sugo bello acquoso, puoi saltare il bagno caldo e metterle direttamente nella teglia. Però, occhio, cuocile in forno un po’ più a lungo, tipo 10-15 minuti extra, altrimenti ti ritrovi con la lasagna effetto “gomma da masticare”!

Quanti strati per la lasagna?

Lasagna… quanti strati? Boh. Quattro, cinque… forse sei? Ricordo quella volta da mia nonna, montagna di pasta! Almeno sette strati, forse otto. Usava una teglia enorme, rettangolare, di quelle smaltate blu. Chissà dove l’ha presa. Si vedeva appena il ripieno, tanta era la besciamella. Mamma mia che fame!

  • Quattro strati, base. Così non si sbaglia mai.
  • Cinque, per i più audaci.
  • Sei, sette, otto… esagerati! Tipo la nonna.

Però… dipende anche dalla teglia. Se è piccola, quattro bastano. Se è grande, tipo quella della nonna, anche sette ci stanno. Bisogna regolarsi. Anche il tipo di pasta… quella all’uovo è più spessa. Magari ne bastano meno strati. Che casino! Meglio farne cinque. Sì, cinque è il numero perfetto.

  • Teglia piccola: quattro strati.
  • Teglia grande: fino a sette.
  • Pasta all’uovo: meno strati.
  • Pasta normale: cinque strati, perfetti.

Poi c’è il ragù… quello della mamma è il migliore. Con la carne macinata fine, e la salsiccia. E un goccio di vino rosso, quello buono. E le verdure, carote, sedano, cipolla. Un profumo che si sentiva in tutto il palazzo! Ci metteva ore a farlo. Forse per quello la lasagna era così buona. Magari un giorno provo a farlo anch’io. Ma con cinque strati, non di più. Sennò chissà quando finisco! La besciamella poi… quella la compro già fatta. Non ho tempo per farla. Però quella fresca è un’altra storia. Magari la prossima volta provo a farla io. Con il burro, la farina, il latte… e la noce moscata. Che fame!

Cosa abbinare come secondo dopo la lasagna?

Dopo la lasagna, alleggerisci.

  • Insalata estiva: freschezza immediata, spezza la pesantezza.
  • Verdure grigliate: peperoni, zucchine, melanzane. Sapore intenso, cottura rapida.
  • Verdure al forno: teglia mista, praticità e gusto. Accendi il forno una volta sola.

Contrasta i sapori, gioca con le consistenze. Non appesantire ulteriormente. Scegli la semplicità.

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