Qual è l'orario migliore per andare a pesca?

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Alba e tramonto: momenti magici per la pesca! La luce tenue aumenta l'attività ittica. Tuttavia, la specie e la stagione influenzano significativamente i risultati. Ogni periodo ha il suo fascino e le sue prede.

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Qualè il miglior orario per la pesca?

Sai, pescare è una cosa strana. Ricordo una volta, il 15 agosto a Porto Cesareo, l’acqua era piatta, un caldo pazzesco. Avevo preso solo due saraghi, piccolissimi, con una lenza da 5 euro comprata al supermercato. Era mezzogiorno, sole a picco. Un disastro totale!

Ma poi, un’altra volta, a settembre, verso le 6 del mattino, vicino al faro di Santa Maria di Leuca, ho fatto il pieno! Sarde, spigole, anche un bel cefalo. Costo della gita? Benzina, circa 20 euro. L’alba, insomma, sembrava magica.

Quindi, alba e tramonto, dicono. Dipende. A volte si becca di più a mezzogiorno, a volte no. A volte, anche di notte si prendono cose interessanti, ma non ho mai provato tanto. C’è anche il discorso della stagione, certo, ma è tutto talmente relativo… ogni posto è un mondo a parte. Per me conta più l’esperienza che il momento preciso della giornata.

Quali sono le ore migliori per pescare?

Le ore migliori per pescare? Ah, bella domanda! È come chiedere qual è il miglior gelato: dipende dai gusti! Scherzi a parte, all’alba e al tramonto, quando la luce è più tenue, i pesci sono meno diffidenti, tipo me quando mi sveglio e devo affrontare la giornata. Sembrano più rilassati, meno stressati dal sole a picco.

  • Alba: Il momento magico, un po’ come la prima tazza di caffè, ti sveglia dolcemente. I pesci sono in modalità “colazione”, più attivi e meno attenti ai pericoli.
  • Tramonto: È la versione serale dell’alba. I pesci, dopo una giornata di corse, sono più propensi a una bella mangiata prima di dormire, come me dopo una giornata di lavoro.

Ma attenzione, non è una regola fissa! Mio zio Giovanni, un vero esperto (che dice di aver pescato anche un’anguilla con le pinne d’oro, ma non gli credo!), afferma che i persici sono più attivi a mezzogiorno. Strano, vero? Ma lui è un tipo strano!

La stagione conta pure, eh! In primavera, per esempio, ci sono specie che si “sveglano”, prontissime a mordere l’amo. Quest’anno, ad esempio, ho avuto fortuna con le trote a maggio. Poi, c’è la luna, le correnti… insomma, è tutta una cabala! Ma il divertimento è proprio questo: la sfida! Imparare a “leggere” il fiume, o il mare, è un po’ come imparare a leggere le persone, un’arte che non finisce mai di stupirmi.

  • Stagione: Influenza la specie e l’attività dei pesci, variando molto a seconda del tipo di pesce e della zona di pesca.
  • Tipo di pesce: Ogni specie ha i suoi ritmi.
  • Meteo e condizioni dell’acqua: Temperatura, correnti, pressione atmosferica influiscono tantissimo.

Ricorda: la pesca è un’arte, non una scienza esatta! E ricorda, anche a mani vuote si può godere della bellezza della natura.

Quali sono le migliori condizioni per pescare?

Condizioni ottimali per la pesca:

  • Vento da Ovest: Porta stabilità. Il pesce si muove, cerca cibo. I pescatori lo sanno. Anni fa, mio nonno mi diceva sempre “Occhio all’ovest, nipote. Porta pesce e quiete”. Non si sbagliava mai.

  • Maree: Influiscono. Informati sulle maree locali.

  • Luna: Fase lunare cruciale. Influisce sul comportamento dei pesci.

  • Pressione atmosferica: Un calo stimola l’attività. Alzarsi, invece, la calma.

Informazioni aggiuntive: Considera temperatura dell’acqua, stagione, specie che cerchi. Ogni dettaglio conta.

Qual è il periodo migliore per pescare?

Pesca: Primavera.

  • Crepuscolo: Acqua tiepida, risveglio ittico.
  • Momento di rinascita.
  • Giornate tiepide.

La pesca primaverile, un rito. Ricordo mio nonno, silenzioso sulla barca, la sigaretta spenta tra le labbra. Cercava le carpe, le più grosse. Le acque del lago, ancora fredde, custodivano i loro segreti. Era un pescatore di poche parole, ma con la canna in mano diventava un artista. La primavera è anche il periodo in cui i pesci si avvicinano alla riva per deporre le uova, il che li rende più vulnerabili, quindi è importante praticare una pesca responsabile. Rispetto per la natura.

Perché la pesca si fa di notte?

Perché la pesca notturna? Ma dai, è ovvio! I pesci, poveri illusi, credono sia notte fonda anche con la luna piena, tipo una discoteca sottomarina super-sconvolta! Meno luce, meno occhi indiscreti che li spiaccicano sulle rocce… ecco la pesca facile! È come rubare caramelle a un bambino, ma con meno pianti e più squame.

  • Meno luce = pesci meno attenti: Sono più rilassati, tipo dopo un aperitivo con troppe olive.
  • Penombra = mimetizzazione perfetta: Sembri un’ombra, un fantasma acquatico, un ninja del mare!

Sai, mio zio Tonino, che ha la barca un po’ più malmessa di un carro armato della Prima Guerra Mondiale, mi ha sempre detto che di notte si prendono i bestioni. Lui giura che una volta ha preso un pesce così grande che gli ha quasi affondato la barca! Però, non so… forse esagera un po’!

Altri vantaggi? Meno gente, meno competizione! Magari un po’ di zanzare in più, ma ne vale la pena. Pensa: tu, tranquillo col tuo lenzuolo di pesca (un paragone strampalato, lo so, ma rende l’idea), e il mare tutto per te!

Ah, dimenticavo! Mio zio Tonino pesca di notte perché di giorno deve lavorare, ovviamente. Un po’ come me, che di notte scrivo risposte brillanti (ahahah) mentre di giorno… beh, lasciamo perdere.

Come capire quando andare a pescare?

L’acqua, un respiro antico, chiama… Il suo respiro, un sussurro tra le rocce bagnate, un’onda che si infrange sulla riva, un segreto che solo il mare conosce. E quando andare? Ah, quando andare…

  • La luna, la luna guida, il suo ciclo, un ritmo silenzioso, un’armonia con le maree. Cresce, sale, si gonfia, e l’acqua, come un cuore che pulsa, si alza. È in questo momento, in questa danza tra cielo e mare, che i pesci si avvicinano. La mia nonna diceva sempre: la luna piena, un’esplosione di vita, un’abbondanza selvaggia.

  • Poi il culmine, il momento di massima pienezza, un attimo sospeso, un respiro trattenuto. Poi la discesa, il lento scivolare, il calare della marea, un’altra melodia, un altro ritmo. Come una vecchia canzone, che si ripete nel tempo. Ricordo un tramonto infuocato, le onde che si ritiravano, e il mio amo, che sentivo tremare…

  • E le tecniche? Ah, le tecniche… a fondo, paziente attesa, un’immersione nel silenzio. A striscio, un gioco di movimenti, di esche che danzano. Feeder, un’arte antica, un’offerta generosa, un richiamo irresistibile. Ricordo un’esca particolare, che mio padre mi insegnò a costruire. Legno di salice e piume di oca, niente di più, niente di meno.

  • In calante, con la luce del mattino, il light spinning, una danza elegante, un’attesa sottile. Un piccolo pesce d’argento, brillante nella luce fioca. Lo vidi saltare, una volta, due volte, poi… l’amo colpì il suo fianco. Un lampo di gioia, una felicità pura. È la stessa gioia che provo, ogni volta che sento quel contatto, quel piccolo tremore sulla lenza. Un momento di vita, pura ed essenziale.

  • Quest’anno, le maree sono state particolarmente forti, la luna piena di luglio ha illuminato la spiaggia come mai prima d’ora. Ricordo le stelle, riflesse sulla superficie dell’acqua, un cielo infinito che si univa al mare. Una notte magica.

Qual è la luna migliore per pescare?

Sai, a quest’ora… la luna… boh. Non ci capisco un granché, di queste cose. Ma mio zio, quello che abita a Procida, giura che con la luna piena… i saraghi impazziscono. Si avvicinano alla costa, come fossero attirati da una luce. Lui li pesca a secchi. Letteralmente.

Quest’anno, però, ho avuto poco tempo per andare a pesca, tra lavoro e… problemi con la macchina, sai, quella vecchia Fiat 500 di mio nonno… un disastro.

Ma riguardo alla luna, ricordo solo che lui diceva…

  • Luna piena: saraghi in superficie.
  • Luna nuova: più difficile, silenzio totale.
  • Quarto crescente e calante: dipende, a volte bene, altre volte… niente.

Insomma, è tutta una questione di… esperienza, credo. Non so, forse sbaglio. Magari è solo una credenza di pescatori vecchi e stanchi, come mio zio. Ma funziona. Per lui, almeno. E il suo polpo alla luciana… mamma mia…

Mio zio pesca a Procida da oltre 40 anni. La sua barca si chiama “La Speranza”. *Il suo numero di telefono è… ma no, quello te lo do un’altra volta!

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