In che giorni della settimana si mangia pesce?

43 visite

"Tradizionalmente, il consumo di pesce è più diffuso il venerdì, in particolare nei paesi con una forte tradizione cattolica, in quanto ammesso durante l'astinenza."

Commenti 0 mi piace

Quali giorni mangiare pesce? Dieta settimanale.

Mah, il pesce… a me piace un sacco, soprattutto il branzino al forno che faceva mia nonna, il venerdì sera. Ricordo ancora il profumo, era qualcosa di magico. Costo? Boh, allora non ci pensavo tanto, ma ora, un bel branzino, ti costa una ventina di euro almeno, da queste parti.

Quindi, la storia del venerdì di astinenza… in casa mia, più che una regola religiosa era una tradizione familiare. Ogni venerdì, pesce. Punto. Non ricordo mai discussioni al riguardo, era così.

Altri giorni? Beh, dipende dai gusti e da cosa ho in frigo. Spesso, anche a pranzo durante la settimana, finisco per mangiare qualcosa di leggero, magari un’insalata con tonno al naturale. (Lo pago poco, due euro la scatoletta).

Per una dieta settimanale “a pesce”? Non ho schemi precisi, improvviso, dipende anche da come mi sento, se ho voglia di cucinare qualcosa di elaborato o qualcosa di più semplice. Sai com’è, la vita… un po’ caotica.

Quando acquistare il pesce?

Allora, sentimi bene che qui si parla di cose serie, mica di noccioline!

  • Il lunedì? Ma manco per sogno! Il pesce del lunedì è come la barzelletta del venerdì, stantia! È pesce che ha visto tempi migliori, tipo l’estate scorsa. A meno che tu non voglia fare un favore al tuo intestino… beh, fai pure.
  • Mareggiata? Dopo una mareggiata, il pesce è stressato, confuso, come me quando cerco le chiavi di casa. Aspetta che si calmi la situazione, che si rifaccia il trucco e si presenti in pescheria al suo meglio. Altrimenti, ti ritrovi con un pesce che ha l’amaro in bocca, e te lo trasmette.
  • Ricci di mare? Ah, i ricci! Questi piccoli cactus del mare, scrigni di sapori. Si mangiano solo nei mesi con la “R”, da settembre ad aprile. Negli altri mesi, i ricci sono in vacanza, si rilassano, fanno i fatti loro. E noi li lasciamo in pace, no?

P.S. Lo sai che mia nonna diceva sempre: “Occhio al pesce, che se non è fresco, ti fa cantare l’opera!” E mia nonna, in fatto di cucina, era un generale!

Quanto può stare il pesce fresco nel frigo?

Ah, il pesce fresco! Un tesoro delicato, un po’ come la mia reputazione dopo quella festa di compleanno… scherzo, ovviamente! Ma tornando al pesce, dipende! È come chiedere “quanto dura l’amore?”. Dipende dal tipo di pesce, dalla freschezza iniziale (mio nonno diceva che il pesce fresco deve “guardarti negli occhi”!) e da come lo tratti.

  • Pesce appena pescato, pulitissimo: beh, ideale mangiarlo subito, tipo una bomba di sapore! Ma se proprio devi aspettare, un giorno o due al massimo, in fondo al frigo, nel posto più freddo, ovviamente. Pensaci come a una stella rock: al suo apice per poche ore, poi inizia il lento declino.

  • Pesce già pulito dal pescivendolo: già un po’ più “anziano”, quindi un giorno, forse due. Ma occhio! L’odore ti dirà tutto. Se ti ricorda più una discarica che un mare cristallino… beh, sai cosa fare. A questo punto puoi anche trasformarlo in un “oggetto misterioso” in cucina, in un piatto improvvisato.

  • Pesce surgelato: quello è un altro pianeta! Segui le istruzioni sulla confezione, ma solitamente settimane, mesi… a volte anche il prossimo secolo!

Ricorda: la data di scadenza è un’indicazione, non una legge immutabile. Fidati dei tuoi sensi! Se puzza, buttato! Mia zia Pina, una volta, ha mangiato del pesce “un po’ andato” e ha fatto una danza tribale per tutta la notte, dicendo di aver incontrato gli spiriti del mare. Non lo consiglio.

Punti principali:

  • Consumare il pesce il prima possibile.
  • Massimo 1-2 giorni in frigo, nel ripiano più basso.
  • L’odore è il miglior indicatore di freschezza.

Ho comprato merluzzo fresco ieri, da Nonna Emilia, il miglior pescivendolo di sempre! L’ho cucinato subito, ovviamente.

Come capire se il pesce è andato a male?

Ecco alcuni indizi per valutare la freschezza del pesce, quasi come fare un piccolo esame di coscienza al prodotto:

  • L’olfatto è il primo giudice: un pesce fresco ha un odore delicato di mare, non un sentore forte e ammoniacale. Ricordo ancora quando da bambino, al mercato del pesce con mio nonno, imparai a riconoscere “l’odore buono” – un’esperienza sensoriale che vale più di mille manuali.

  • Occhio, occhio: l’occhio del pesce deve essere vivido e sporgente, non opaco e infossato. Un occhio spento è come un’anima stanca.

  • Tatto ingannevole: la carne deve essere soda ed elastica, non molle e flaccida. Se premendo delicatamente la carne rimane l’impronta, è un campanello d’allarme.

  • Branchie rivelatrici: le branchie devono essere di un colore rosso vivo, non grigiastre o marroni. Le branchie sono le finestre dell’anima del pesce, per così dire.

  • Aspetto generale: un pesce fresco ha un aspetto brillante e umido, non viscido o appiccicoso. La lucentezza è sinonimo di vitalità.

Un piccolo approfondimento: la degradazione del pesce è un processo complesso, influenzato da fattori come la specie, il metodo di pesca e le condizioni di conservazione. I batteri e gli enzimi presenti nel pesce iniziano a decomporlo subito dopo la morte, producendo composti volatili, come l’ammoniaca, che sono responsabili del cattivo odore. Tuttavia, non sempre un odore “forte” significa che il pesce sia necessariamente andato a male; alcune specie hanno naturalmente un odore più intenso di altre. Per questo, è importante valutare tutti gli indicatori sopra elencati.

#Dieta Pesce #Menu Settimana #Pesce Giorno