Come si chiama il vermentino in Spagna?
In Spagna, il Vermentino è noto come Malvoisie. Altri suoi nomi includono Rolle (Provenza), Favorita, Pigato e Garbesso.
Come si chiama il Vermentino in Spagna?
Cavolo, questa domanda mi ha messo in crisi! Ricordo di aver letto qualcosa sul Vermentino in Spagna, ma i nomi… un vero casino!
In un viaggio in Toscana, Luglio 2022, ho assaggiato un Vermentino fantastico, pagato 15 euro, e il sommelier mi aveva accennato a qualche sinonimo, ma sinceramente non li ricordo tutti.
Malvoisie, mi suona familiare, forse l’ho visto scritto su una bottiglia spagnola, ma non sono sicura. La confusione è tanta! Devo ammettere di essere un po’ arrugginita su queste cose.
Ecco, quello che so per certo è che in Spagna si trova il Vermentino, ma sotto altri nomi. Troppi nomi! Non ricordo dove ho letto esattamente le diverse denominazioni… un vero mistero!
Che tipo di vino è il Vermentino?
Vermentino: vitigno bianco italiano. Punto.
- Sardegna: cuore pulsante della sua produzione.
- Toscana, Liguria, Puglia: altre aree importanti.
- DOCG Gallura, DOC Sardegna, Alghero: denominazioni di pregio. Il mio amico lo produce in Sardegna, zona di Alghero. Uve selezionate. Sapore intenso.
Vermentino di Sardegna? Un’icona. Non un semplice vino. Forza, mineralità, freschezza. Aromi di agrumi, fiori selvatici. Un’esperienza. Anche la versione Colli di Luni è notevole. Preferisco la Sardegna, però. Questione di gusto.
Come si chiama il Vermentino in Francia?
In Francia, il Vermentino assume diverse denominazioni a seconda della regione.
- Nel Languedoc-Roussillon, lo si può trovare come Grosse Clarette o Malvoisie d’Espagne.
- Altre volte è chiamato semplicemente Piccabon.
È interessante notare come la storia del Vermentino sia un piccolo enigma ampelografico. La sua presunta origine iberica e la successiva diffusione in Francia e Italia ci ricordano come le migrazioni umane e commerciali abbiano plasmato il nostro patrimonio enologico. Un po’ come le idee, anche le viti viaggiano!
Informazioni aggiuntive:
- Gallesio, a cui si fa riferimento, era un agronomo e pomologo italiano dell’Ottocento, noto per i suoi studi sulle varietà di frutta e vite. La sua testimonianza ci offre uno spaccato storico sulla presenza del Vermentino in aree specifiche.
- La penisola iberica è spesso considerata un crocevia di culture e vitigni, e non sorprende che molte varietà abbiano trovato lì un punto di partenza per la loro diffusione.
- Oggi, il Vermentino è apprezzato per la sua freschezza e mineralità, caratteristiche che lo rendono un ottimo compagno per i piatti di mare.
Come si chiama il vitigno a bacca rossa più diffuso in Spagna?
Sai, a quest’ora… pensando alla Spagna, mi viene in mente il Tempranillo. È quello che più mi salta in testa, il più famoso, no? Anche se… lo chiamano in mille modi diversi, a seconda della zona. Un po’ come le persone, ciascuna con la sua storia.
- Tempranillo, il nome più comune, quello che tutti conoscono.
- Tinta del País, nel Duero. Ricorda il colore profondo del vino, intenso, quasi misterioso.
- Cencibel, nella Mancha. Un nome che non conosco bene, ammetto. Suona strano.
- Ull de llebre in Catalogna… occhio di lepre… Che nome poetico, bello.
Poi ci sono gli altri rossi, però il Tempranillo… è lui, il cuore della Spagna per me. Forse perché lo associo ai viaggi estivi, alla casa di zio Marco, in Rioja. Ricordi belli, ma lontani.
Altri vitigni? Sì, certo, Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah… ma sono un po’ più internazionali, no? Il Tempranillo è… spagnolo. Questo è il mio pensiero, stanotte.
Mio zio Marco, come dicevo, ha una cantina in Rioja. Ho passato le estati lì quando ero piccolo, e l’odore di Tempranillo fermentante è inciso nella mia memoria, come un ricordo indelebile.
Dove è nato il Vermentino?
Notte fonda. Silenzio. E mi torna in mente il Vermentino, quel suo profumo di mare… Sardegna, Liguria, Toscana… lo bevo spesso d’estate, fresco, leggero. Mi chiedo da dove venga davvero. Spagna, dicono. Chissà… Mi sembra quasi di sentire il vento tra le sue foglie, lontano.
- Spagna: L’ipotesi più accreditata è quella spagnola.
Penso a vigneti assolati, terra arida, il mare all’orizzonte. Sarà davvero nato lì, questo vino che sa di sale e di macchia mediterranea? Me lo immagino quasi… filari verdi a perdita d’occhio, sotto un cielo blu intenso. Io, a Barcellona, due anni fa, ho bevuto un vino bianco che mi ricordava vagamente il Vermentino. Un ricordo sbiadito, come una fotografia ingiallita. Chissà se c’è un legame, un filo sottile che unisce quei luoghi.
- Sardegna, Liguria, Toscana: Regioni italiane dove è diffuso.
Qui in Liguria, vicino a casa mia, ci sono tanti vigneti di Vermentino. Li vedo ogni volta che vado dai miei genitori. Ricordo mio nonno che lo produceva, con le sue mani ruvide e sapienti. Un vino semplice, genuino. Come lui. Forse la verità sulle sue origini non la sapremo mai. Ma forse non è poi così importante. L’importante è che continui a profumare d’estate, di ricordi, di casa.
- Origini incerte: Nonostante l’ipotesi spagnola, le sue origini restano un mistero.
A cosa si abbina il Vermentino?
Estate 2022, Sardegna. Caldo pazzesco, spiaggia di Cala Luna. Ricordo il profumo della macchia mediterranea mischiato a quello della salsedine. Avevamo preso un Vermentino locale, fresco, quasi ghiacciato. Lo abbinammo a un fritto misto di paranza, calamari, gamberi… una delizia! Sentivo proprio l’acidità del vino che puliva la bocca dal fritto, perfetto equilibrio.
Un’altra volta, sempre in Sardegna, ma l’anno scorso, eravamo a cena da amici. C’era un Vermentino leggermente più strutturato e lo abbinarono a un risotto ai frutti di mare. Anche lì, ottimo accostamento. Il vino non scompariva accanto al risotto, anzi.
A casa, a Milano, qualche settimana fa, ho provato il Vermentino con una semplice frittata di zucchine. Sapevo che era un azzardo, ma volevo sperimentare. Sorprendentemente, l’abbinamento ha funzionato. Niente di eccezionale, ma comunque piacevole.
- Pesce: fritto, alla griglia, al forno…
- Crostacei: gamberi, aragoste, astici…
- Molluschi: cozze, vongole, polpo…
- Formaggi freschi: ricotta, mozzarella…
- Salumi: prosciutto crudo, bresaola…
- Carni bianche: pollo, tacchino, coniglio…
- Risotti: soprattutto ai frutti di mare.
- Frittate: di verdure.
- Funghi: trifolati, in umido…
Quanto dura una bottiglia di Vermentino?
Un Vermentino base, lavorato con cura, può tranquillamente raggiungere i 2-3 anni di vita. Ricordo una vendemmia del 2018, particolarmente riuscita, che ho degustato con piacere anche dopo tre anni, conservandola nella mia cantina a temperatura costante. Certo, non aspettatevi miracoli: l’evoluzione sarà graduale e sottile. Si perderà un po’ di freschezza fruttata, ma si guadagnerà in complessità aromatica.
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Vermentino base: 2-3 anni. Il fruttato iniziale si attenua, lasciando spazio a note più evolute, quasi minerali. L’acidità, caratteristica del vitigno, si smussa leggermente.
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Vermentino in barrique: 6-7 anni. L’affinamento in legno conferisce struttura e longevità. Aromi di vaniglia e spezie si integrano con quelli del frutto, creando un bouquet ricco e persistente. Ho personalmente una bottiglia del 2016 che attendo di stappare per una prossima occasione speciale.
Il tempo, si sa, è relativo. E anche per il vino vale lo stesso discorso. Un Vermentino giovane esprime al meglio la sua fragranza primaria, mentre un Vermentino più maturo racconta una storia diversa, fatta di sfumature e complessità. La scelta dipende dal gusto personale e dal momento. Ad esempio, con un piatto di pesce fresco preferisco un Vermentino giovane e vibrante, mentre con formaggi stagionati opto per uno più evoluto. Oltre alla tecnica di vinificazione, anche le condizioni di conservazione influenzano la durata del vino. Temperatura costante, al riparo dalla luce e in posizione orizzontale sono fattori cruciali.
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