Che scuola devo fare per diventare cuoco?
Per diventare cuoco, inizia con un Istituto Professionale Alberghiero. Tre anni di studi portano al primo traguardo, con la possibilità di proseguire per altri due e ottenere il diploma di Tecnico dei Servizi di Ristorazione, oppure di iniziare subito a lavorare.
Scuola per diventare cuoco?
Allora, diventare cuoco… Io ho fatto l’alberghiero, sai? Ricordo bene il primo anno, a Roma, all’Istituto “De Amicis”. Era il 2008, e costava, se non ricordo male, circa 500 euro l’anno per i libri e le gite.
Il primo triennio? Intenso! Cucina, sala, pasticceria… un sacco di teoria, ma soprattutto tanta pratica. Ricordo ancora l’odore di frittura che impregnava i vestiti, anche a fine giornata.
Dopo il triennio molti dei miei compagni hanno smesso, hanno iniziato a lavorare subito come aiuto cuoco. Io invece ho proseguito, altri due anni. Il diploma? Tecnico dei servizi di ristorazione, utile, ma non indispensabile per lavorare.
Domande e risposte:
- Scuola per cuoco? Istituto alberghiero.
- Durata? 5 anni (3+2).
- Diploma? Tecnico servizi ristorazione.
Che scuola fare per fare il cuoco?
Scuola per diventare cuoco? Alberghiero, ovvio! Io ho fatto così. Ricordo ancora il panico del primo giorno, quella divisa nuova tutta stirata, e l’odore di frittura che aleggiava già alle sette del mattino. Era l’Istituto Alberghiero “Garibaldi” di Palermo, settembre 2018. Che ansia, mamma mia!
Il primo anno? Un incubo! Teoria a non finire, e poi la pratica… un macello! Ricordo ancora le prime volte che ho provato a fare un sugo: un disastro totale, sapeva di bruciato, un vero schifo! Ma pian piano ho preso confidenza, le mani si sono fatte più sicure, il naso più esperto.
Dopo il triennio, ho continuato, perché volevo il diploma. Altri due anni, più impegnativi, più responsabilità, esami tosti. Ma è stato bellissimo, in fondo! Ho imparato un sacco, ho fatto amicizia con gente fantastica, e ho capito davvero cosa volevo fare nella vita. Diploma di Tecnico dei Servizi di Ristorazione in mano, luglio 2022.
- Istituto Alberghiero
- Triennio: formazione base
- Biennio: specializzazione, diploma Tecnico Servizi di Ristorazione
Ora lavoro, ma la scuola…che ricordi! A volte mi manca persino l’odore di frittura bruciata.
Quanti anni dura la scuola di cucina?
Oddio, la scuola di cucina… mi ricordo come fosse ieri!
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Io, appena finita la terza media a 14 anni, non vedevo l’ora di scappare dal liceo e fare qualcosa di concreto.
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Mia nonna, che faceva dei tortellini da urlo, mi ha sempre detto: “Silvia, hai le mani d’oro! Devi imparare a cucinare seriamente”.
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Così, a 15 anni, mi sono iscritta all’istituto alberghiero del mio paese, vicino a Modena.
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Il corso completo durava cinque anni. Cinque anni di sudate, tagli, bruciature, ma anche di risate e amicizie indimenticabili!
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Si inizia con le basi, ovviamente: tagli delle verdure, fondi di cottura, salse madri. Un incubo! Ma poi, piano piano, inizi a creare, a sperimentare.
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Al terzo anno, ho scelto l’indirizzo “cucina”. C’erano anche sala e bar, e ricevimento, ma io volevo stare tra i fornelli.
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Gli ultimi due anni sono stati i più intensi. Stage in ristoranti stellati (e lì ho capito cosa vuol dire lavorare davvero!), concorsi, esami su esami.
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Alla fine, diploma in tasca. Cinque anni volati via, ma che mi hanno dato una professione e, soprattutto, una passione.
Aggiungo una cosa: se non hai finito la terza media, puoi fare un corso di qualifica professionale di tre anni, sempre in un istituto alberghiero. Ma per il diploma, devi fare i cinque anni!
Come si chiama la scuola per cuochi?
Allora, la scuola per cuochi di cui mi parli si chiama ICIF. Praticamente, dal ’91, fa ballare i fornelli a un sacco di gente, grazie alla collaborazione con chef che sono dei veri e propri maghi del mestolo.
- ICIF: Memorizza questo nome, potrebbe tornarti utile se vuoi imparare a cucinare come Cracco (o quasi!).
- Dal 1991: Mica pizza e fichi, sono anni che sfornano cuochi a tutto spiano!
- Cucina regionale italiana: Non aspettarti sushi, qui si fa sul serio con la pasta fatta in casa.
Ah, una cosa: mio cugino voleva iscriversi, poi ha visto i prezzi e ha preferito fare il pizzaiolo sotto casa. Dice che almeno lì non deve impiattare con le pinzette!
Cosa ci vuole per diventare un cuoco?
Allora, per diventare cuoco, la cosa più classica è l’istituto alberghiero, eh? Ci vai, fai il triennio. Poi, dipende da te: o ti fai il diploma, altri due anni, o smetti e cerchi lavoro. Se finisci il biennio, prendi il diploma da tecnico dei servizi di ristorazione. Un bel titolo, diciamo!
Ma attenzione! Il diploma non è tutto, eh. Anche mio cugino che ha fatto alberghiero, pure lui ha tribolato parecchio all’inizio. Lavorare in cucina è dura, è un macello, ti spacchi la schiena. Serve passione, non solo il diploma, perchè la scuola ti dà le basi ma la vera gavetta è sul campo. Poi, certo, dipende cosa vuoi fare, eh. Chef stellato è un’altra cosa rispetto a lavorare in una mensa scolastica.
Però, se sei un tipo che ama cucinare, se non ti spaventa il ritmo infernale, se hai voglia di imparare un sacco di cose nuove ogni giorno.. allora, vai pure avanti, non te ne pentirai. A me piaceva tantissimo, però alla fine ho mollato, troppa competizione, troppi orari pazzi.
Ecco, in breve:
- Istituto Alberghiero (triennio)
- Opzione: Diploma (biennio) – tecnico servizi ristorazione
- Esperienza sul campo: fondamentale!
Infatti, il mio amico Marco, lui ha fatto l’alberghiero, poi ha lavorato in un ristorante per tre anni e ora ha aperto una sua pizzeria, e si arrangia bene! Insomma, la gavetta è fondamentale. E, sai, devi essere anche bravo a gestire lo stress, è un ambiente super caotico, una guerra ogni giorno! Ah, e un po’ di creatività, magari, non fa male.
Come iniziare la carriera di cuoco?
Allora, vuoi fare lo chef? Bravo, ma preparati a sudare sette camicie! Non è solo un lavoro, è una vocazione, una specie di strana ossessione per il sapore perfetto, tipo quella che ho io per i calzini spaiati (non chiedermi perché).
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Diploma alberghiero: Il classico, il percorso tracciato, la via maestra. Un po’ come seguire le istruzioni del montaggio di un mobile Ikea: alla fine, magari, viene fuori qualcosa di decente. Anche se a volte ti ritrovi con pezzi in più… o in meno.
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Corsi professionali post-maturità: Per chi, come me, ha sprecato gli anni del liceo a cercare la formula magica per far crescere i capelli più velocemente (senza successo, ahimè). Un’ottima alternativa, se hai già un diploma e un’anima ribelle che non ama le regole.
Le materie? Ah, quelle! Preparati a un viaggio gastronomico che ti cambierà la vita, o almeno il palato:
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Storia e cultura della cucina: Imparerai che la carbonara non ha la panna (lo so, è una tragedia), e che il tiramisù non è una invenzione recente. Insomma, la verità, nuda e cruda (e possibilmente ben condita).
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Cucine regionali e cucina d’autore: Qui si parla di tecnica, creatività, e di come trasformare un semplice uovo in un’opera d’arte. Un po’ come fare origami con la gastronomia. Difficile, ma appagante.
Ricorda: la gavetta è sacra. Preparati a lavorare sodo, a imparare dai maestri, e a pulire un sacco di patate. Tante patate. Non farti scoraggiare, la cucina è un campo di battaglia, ma con più profumo di basilico che di polvere da sparo.
Mio nonno, per esempio, chef stellato a suo tempo, mi raccontava che una volta passò un’intera giornata a sbucciare aglio, e giuro che non esagera.
Aggiornamento 2024: I corsi professionali quest’anno offrono anche specializzazioni in cucina molecolare e vegana, per chi vuole osare al di là dei classici. E ricordate, la passione è l’ingrediente segreto più importante. Magari anche un buon coltello.
Come si chiama il diploma da cuoco?
Il titolo formale è Diploma in Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera, con una specializzazione specifica in Enogastronomia – Settore Cucina. Piuttosto pomposo, non trovi?
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Un diploma più ampio: Si tratta di un diploma che non si limita alla cucina, ma abbraccia l’intero mondo dell’ospitalità. Un po’ come essere un artista a tutto tondo, non solo un pittore.
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Enogastronomia: Questa parola, un po’ ostica, racchiude in realtà un universo di sapori e tradizioni. Pensala come un viaggio attraverso i territori del gusto.
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Settore Cucina: Qui entriamo nel vivo! È la declinazione più pratica, quella che ti permette di mettere le mani in pasta, letteralmente.
Curiosità: Ho conosciuto chef stellati che hanno iniziato con tutt’altro percorso. A volte, la passione supera i titoli. E poi, come diceva qualcuno, “il sapere è sapore”. Ah, non so chi l’ha detto.
Quanto guadagna un cuoco principiante?
Ah, il fascino delle pentole e dei fornelli! Vuoi sapere quanto si mette in tasca un cuoco, eh? Beh, diciamo che non si diventa Paperoni, a meno che non si chiami Cracco!
- Stipendio medio: Un cuoco in Italia si porta a casa, in media, circa 22.288€ all’anno. Più o meno, eh, non è che stiamo parlando di cifre scolpite nella pietra.
- Principiante: Se sei alle prime armi, diciamo che parti da circa 20.400€ all’anno. Abbastanza per pagarti l’affitto, forse.
- Esperto: Con l’esperienza, puoi arrivare a 30.000€. Certo, devi saperci fare e magari scalare qualche gerarchia.
Ricorda:
- Io, per arrotondare, ho fatto qualche catering. Un disastro! Ho rischiato di incendiare la cucina di mia zia. Mai più!
- Non dimenticare che spesso vitto e alloggio sono inclusi, soprattutto se lavori in località turistiche. Mica male, no?
- Certo, dipende anche dove lavori: un ristorante stellato a Milano paga diversamente da una trattoria a conduzione familiare in Molise.
Un consiglio? Punta a diventare chef! Magari ti ritrovi con un ristorante tutto tuo… e poi mi inviti a cena, ovviamente!
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