Cosa fare dopo il diploma di enogastronomia?

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Diploma di Enogastronomia: il tuo futuro è a portata di mano! Potrai intraprendere diverse carriere: dalla cucina (cuoco, chef), alla gestione (Food & Beverage Manager, ristoratore), alla pasticceria (Chef Pâtissier), al servizio di sala (cameriere, maître) o all'accoglienza turistica (receptionist, direttore d'albergo). Le opportunità sono molteplici!

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Cosa fare dopo il diploma di enogastronomia?

Uff, finito il diploma di enogastronomia…e mo’ che si fa? Te lo dico, panico! Io mi ricordo ancora, estate 2012, finito l’alberghiero a Levico Terme, Trentino. In testa avevo un casino di idee, ma anche un sacco di “e se poi non…?”.

Cuoco o chef? Beh, ovvio, è la prima cosa che ti viene in mente. Ma poi c’è il food & beverage manager, il ristoratore…un mondo! Pasticceria? Mamma mia, che tentazione! Chef Pâtissier suona figo, ma di nuovo, food & beverage, ristorante… Troppe scelte, aiuto!

Servizi di sala e vendita: cameriere professionale, maître di sala…onestamente, mi sembravano un po’ “stretti” per me. Però, un mio amico, Luca, ha iniziato così e ora è responsabile di sala in un ristorante stellato vicino a Verona. Chi lo avrebbe detto?

Accoglienza turistica? Receptionist, direttore d’albergo… Boh, a me non ha mai attirato tanto, però so che paga. E poi, se parli bene le lingue, ti apre un sacco di porte.

Domanda: Cosa fare dopo il diploma di enogastronomia? Quali lavori si possono fare?

Risposta:

  • Enogastronomia: Cuoco, Chef, Food & Beverage manager, Ristoratore.
  • Pasticceria: Chef Pâtissier, Food & Beverage manager, Ristoratore.
  • Servizi di Sala e Vendita: Cameriere professionale, Maitre di sala.
  • Accoglienza Turistica: Receptionist, Direttore d’albergo.

Cosa fare dopo aver conseguito il diploma?

Ecco, cosa fare dopo il diploma… la domanda che mi tormenta, sai? Notti insonni, a rigirarmi nel letto. Quest’anno, 2024, è un po’ un bivio, anche per me.

  • Università: La classica, no? Ma quale facoltà? Giurisprudenza? Troppo pesante, mi sembra. Letterature? Bello, ma poi? Lavoro? Boh. Quest’anno non ho ancora deciso, è una gran rottura di scatole.

  • Formazione professionale: Un’idea, ma non so se mi piacerebbe. Mio cugino ha fatto un corso di meccanica, dice che è tosto. Non è proprio la mia strada, mi pare.

  • Lavorare: Subito? Mamma mia, che paura. Magari un part-time, ma cosa? Cameriere? No, non mi vedo. Quest’anno non ho trovato niente che mi convince, sinceramente.

  • Anno sabbatico: L’idea mi attira, viaggiare, staccare. Ma i soldi? E poi, cosa farei? Non ho un piano preciso. Un’idea vagamente romantica, ma irrealizzabile, almeno per me. Quest’anno è difficile, non ho un’idea chiara.

Dettagli aggiuntivi (solo mie riflessioni personali):

  • Ho sempre sognato di fare il fotografo, ma i miei genitori non sarebbero contenti.
  • Mi piacerebbe imparare a suonare il pianoforte, ma non so da dove iniziare.
  • Ho un piccolo risparmio, ma non abbastanza per un anno sabbatico.
  • La mia ragazza vorrebbe che studiassi ingegneria, ma non mi appassiona per niente.
  • Il mio migliore amico si è iscritto a medicina, ma non sopporto la vista del sangue. Quest’anno sono un po’ perso, ammetto.

Che lavoro posso fare con il diploma alberghiero?

Ah, il diploma alberghiero… un passaporto per un mondo di sapori, profumi, sorrisi. Un mondo che si apre come una porta segreta su un giardino incantato, illuminato da luci soffuse e dal tintinnio dei calici.

  • Chef: l’artista dei fornelli, colui che dipinge quadri con spezie e aromi, che scolpisce emozioni con la pasta fresca. Lo vedo, concentrato, tra vapori di brodo e il crepitio dell’olio.
  • Pasticciere: il mago del dolce, l’alchimista dello zucchero, capace di trasformare la farina in poesia, il burro in seta. Ricordo ancora la torta di compleanno che mi fece mia nonna, un tripudio di panna e fragole.
  • Maitre: l’elegante direttore d’orchestra della sala, che guida i camerieri con gesti impercettibili, che accoglie gli ospiti con un sorriso sincero. Un’arte, la sua, fatta di tatto e attenzione.
  • Cameriere: il custode dei desideri degli ospiti, colui che anticipa le esigenze con uno sguardo, che trasforma un semplice pasto in un’esperienza memorabile. Ricordo quel cameriere a Venezia, che mi spiegò la storia di ogni piatto con passione.
  • Barman: il creatore di elisir, il miscelatore di emozioni, colui che trasforma un semplice drink in un’opera d’arte liquida. Lo vedo, dietro il bancone, creare cocktail colorati.
  • Responsabile di sala: il garante dell’armonia, colui che supervisiona ogni dettaglio, che assicura che ogni cosa funzioni alla perfezione. Un ruolo di responsabilità, ma anche di grande soddisfazione.
  • Receptionist: il primo volto dell’hotel, il custode delle chiavi, colui che accoglie i viaggiatori con un sorriso, che li fa sentire a casa, anche lontano da casa. Un ruolo fondamentale, che richiede empatia e professionalità.

E poi, chissà… forse potresti aprire un tuo ristorante, un piccolo angolo di paradiso dove poter esprimere la tua creatività. O magari diventare un sommelier, un ambasciatore del vino, capace di raccontare la storia di ogni bottiglia. Il diploma alberghiero è solo l’inizio di un viaggio… un viaggio che ti porterà dove il cuore ti guida.

Che Università si può fare con il diploma alberghiero?

Diploma alberghiero? Aperte diverse strade.

  • Scienze dell’Alimentazione.
  • Scienze del Turismo.
  • Economia.
  • Scienze della Comunicazione.
  • Lingue.
  • Gastronomia (Scienze, Culture e Politiche).

Punto. Decidi.

Aggiornamento 2024: Considera anche corsi post-diploma, specializzazioni mirate alla gestione alberghiera. Io, per esempio, dopo il mio diploma all’Istituto Alberghiero “G. De Luca” di Napoli, scelsi Economia. Ma un amico optò per Scienze Gastronomiche, trovando lavoro a Londra. Dipende da te.

Che rami ci sono allalberghiero?

  • Enogastronomia: Un viaggio nel gusto, un profumo di basilico che sale dalle mani, impastando sogni di farine antiche. Ricordo la nonna, nel suo grembiule macchiato di sugo, che mi raccontava storie di ricette tramandate, segreti sussurrati tra generazioni. L’enogastronomia è questo: un ponte tra il passato e il futuro, un racconto di sapori che si evolve nel tempo.

  • Servizi di sala e di vendita: L’arte di accogliere, di far sentire a casa. La luce soffusa di una candela, il tintinnio dei calici, la danza silenziosa del cameriere. Mia madre lavorava in un ristorante sul lago; la vedevo trasformarsi, elegante e sorridente, capace di leggere nel cuore dei clienti. È un’empatia che si coltiva, una sensibilità che si affina con l’esperienza.

  • Accoglienza turistica: Aprire le porte del mondo, narrare la bellezza di un luogo. Visitavo spesso la costiera amalfitana, quel posto magico fatto di mare e roccia, e la sentivo una sinfonia di emozioni da condividere con chiunque la volesse ascoltare. Accogliere è un atto d’amore, un invito a scoprire meraviglie nascoste.

  • Tutto questo, in fondo, è l’alberghiero: una fucina di talenti, un crocevia di passioni, un invito a trasformare un mestiere in arte. Un’arte che profuma di pane fresco, di sorrisi sinceri, di storie da raccontare. Un’arte che parla di noi, della nostra identità, del nostro amore per l’ospitalità.

Che lavori puoi fare allalberghiero?

All’alberghiero? Ah, un mondo di possibilità, un vero buffet di scelte! Potresti finire a sbattere pentole come uno chef stellato (se sopravvivi alla gavetta, ovviamente!), oppure a gestire una sala da pranzo con l’eleganza di un direttore d’orchestra, dirigendo il balletto di camerieri e barman. Ricorda il mio cugino, finito a fare il barman dopo l’alberghiero, ora gestisce un locale famoso per i suoi cocktail… a base di succo di mirtillo. Un successo!

Se la cucina non fa per te (io, per esempio, ho una allergia alle cipolle… emotiva!), potresti occuparti della reception, con la capacità di gestire gente di ogni tipo, perfino quelli che chiedono di cambiare camera perché il quadro non gli piace. Oppure diventare un guru della gestione alberghiera, una specie di architetto del comfort e del relax.

Anche il turismo è un’opzione, guidando gruppi di turisti entusiasti (o per lo meno, che fingono di esserlo). Immagina di accompagnarli a visitare un museo noioso, e di dover improvvisare una lezione di storia sulla tovaglia del ristorante. E poi c’è la consulenza: aiuti gli alberghi a migliorare, un po’ come un’estetista per le strutture ricettive.

  • Cucina: Chef, cuoco, pasticciere
  • Sala: Maître, responsabile sala, cameriere, barman
  • Ricezione: Ricevimento
  • Gestione: Gestore locali, consulenza
  • Turismo: Guida turistica

Ricorda: anche mio zio, dopo l’alberghiero, è diventato un famoso esperto di piegatura di asciugamani. Non sottovalutare il potere di un cigno ben fatto!

Quali materie ci sono allalberghiero?

Ah, l’alberghiero… un sogno di sapori, profumi, e sale da pranzo illuminate dalla luna. Mi ricordo ancora l’odore di burro fuso che impregna i corridoi. Materie? Certo, le basi, solide come il pane appena sfornato:

  • Italiano: per raccontare storie di piatti e di viaggi, per scrivere menù che incantano e lettere che conquistano.
  • Matematica: dosi precise, calcoli perfetti, un’arte di numeri che si trasforma in piacere.
  • Fisica: la scienza dietro la cottura, la chimica degli ingredienti che si abbracciano.
  • Storia e Geografia: un viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle radici del gusto.
  • Inglese e un’altra lingua straniera: perché il mondo è un buffet infinito, e bisogna saper chiedere, offrire, condividere.
  • Economia e Diritto: per gestire un ristorante come un’orchestra, con regole e armonia.
  • Educazione Fisica: per resistere alle lunghe ore in cucina, per muoversi con grazia tra i tavoli.
  • Religione: un momento di riflessione, di rispetto per il cibo e per chi lo ha prodotto.

E poi, certo, le materie che fanno battere il cuore, che ti fanno sentire chef nell’anima:

  • Scienza dell’Alimentazione: capire cosa si mangia, come si trasforma, come nutre il corpo e l’anima.
  • Laboratorio di Cucina: il regno dei fornelli, dove la teoria diventa pratica, dove si impara a creare, a osare, a stupire.
  • Laboratorio di Sala e Vendita: l’arte dell’accoglienza, del servizio impeccabile, della vendita che seduce.
  • Laboratorio di Ricevimento: il cuore pulsante dell’ospitalità, dove si impara a gestire le prenotazioni, a risolvere i problemi, a far sentire ogni ospite come a casa.

Ogni materia è un ingrediente, un sapore, un profumo che si mescola agli altri per creare un piatto unico, indimenticabile: il tuo futuro. Ricordo, ricordo ancora la prima volta che ho preparato una pasta fatta in casa… era un disastro, ma che emozione! Era come dare forma alla mia passione, e so che lo sarà anche per te.

Quali lingue si studiano allalberghiero?

Inglese, francese, spagnolo, tedesco. Punto.

Alberghiero Soverato. Fine.

  • Inglese: Fondamentale.
  • Francese: Importanza crescente.
  • Spagnolo: Turismo internazionale.
  • Tedesco: Mercato turistico specifico.

Mio figlio, diplomato quest’anno, ha studiato queste.
Nessun’altra lingua. Capito?

Cosa si studia al primo anno di alberghiero?

Al primo anno di alberghiero, amico mio, ti preparano alla gavetta! Sai, materie base, eh? Ma niente di troppo pesante, almeno all’inizio.

  • Cucina: Base, ovvio! Impari a sminuzzare cipolle, roba così. Ricordo io che facevo un casino, eh! Ma poi piano piano ho imparato. Pure un po’ di teoria, tipo ingredienti, tecniche di cottura… cose così.

  • Sala: Servizio, apparecchiatura, eccetera… insomma, ti insegnano a muoverti in sala, a servire, a gestire i clienti. Ricordo che il prof. Rossi era un rompiscatole, ma imparai molto, dai!

  • Accoglienza: Recepimento clienti, gestione prenotazioni… cose che sembrano facili ma che poi… non lo sono poi tanto, fidati! All’inizio facevo un macello pure qui.

  • Materie generiche: Italiano, matematica, inglese… quelle noiose, insomma. Ma servono, eh! Però quelle di cucina e sala erano mille volte meglio!

Poi, pratica, pratica, pratica! Lavori anche, anche se solo per imparare, tipo ai laboratori scolastici. Ricordo che un anno facemmo un sacco di catering, pure per matrimoni, e io ero sempre alle prese con i vassoi! Insomma, un bel po’ di roba.

Ah, dimenticavo: quest’anno hanno introdotto un corso extra su “marketing e social media per il settore alberghiero”, almeno alla mia scuola. Pare sia figo. Ma io l’ho fatto l’anno scorso, quindi non so dirti molto di più.

Cosa si può scegliere allalberghiero?

All’alberghiero, un universo di sapori e profumi si apre, un caleidoscopio di possibilità che avvolge come un abbraccio caldo. Scienza e cultura dell’alimentazione, un viaggio tra storia e chimica dei cibi, tra le mani esperte che plasmano la materia prima in capolavori. Ricordi di nonne che preparavano conserve sotto il sole di agosto, profumi intensi di pomodoro e basilico, un’eredità gustativa che si perpetua. L’aroma del pane appena sfornato, un’esperienza sensoriale totale, la mia memoria è piena di queste immagini.

Poi, il diritto e la tecnica amministrativa, un mondo di precisione e ordine, una struttura solida che sorregge la creatività. Gestione, organizzazione, il gioco di numeri e bilanci, un contrappunto all’arte della cucina, un’armonia di competenze che si completano. A volte mi perdo tra le carte, tra le regole e le leggi, ma in fondo è anche questo il fascino, la sfida di gestire un’impresa. Mi vengono in mente le lunghe serate di studio, un’immersione nel mondo del business, le formule che prendono vita sotto la luce della mia lampada.

E infine, il laboratorio di servizi… un brulicante alveare di attività, un turbinio di energia e precisione, un’immersione pratica, vera. Un’esplosione di colori, profumi, sapori. Mani che lavorano in armonia, come un’orchestra silenziosa, che compone melodie di gusto. Immagino le mie mani che affettano un’anguria, i gusti intensi dell’estate. Ricorda quel melone rosso, un vero tesoro estivo?

  • Scienza e cultura dell’alimentazione: chimica, storia, tecniche di conservazione.
  • Diritto e tecnica amministrativa: gestione, marketing, contabilità.
  • Laboratorio di servizi: tecniche di cucina, sala, bar.

Quest’anno, il mio percorso è stato ricco, intenso, una miscela di teoria e pratica, di studio e sperimentazione. La mia passione per la gastronomia cresce ogni giorno, come un fiore che sboccia sotto il sole primaverile.

Che cosa si studia allalberghiero?

Ah, l’alberghiero! Dunque, si studia un po’ di tutto, ma il succo è prepararti per lavorare nel mondo dell’ospitalità. Non so se è chiaro, ma praticamente diventi un mago dell’accoglienza!

  • Scienza degli Alimenti e Nutrizionistica: impari a conoscere il cibo, cosa fa al nostro corpo, come abbinarlo… insomma, un vero chef-scienziato!
  • Servizi di Accoglienza: qui ti insegnano come trattare i clienti, come farli sentire a casa, come gestire prenotazioni e lamentele. Un po’ come essere un diplomatico, solo che invece di risolvere crisi internazionali, risolvi problemi di “la mia stanza non ha la vista mare!”.
  • Laboratori Tecnici: si passa dalla teoria alla pratica. Cucina, sala, bar… tocchi con mano cosa vuol dire preparare un piatto stellato o un cocktail da urlo. Ho un amico che ha fatto l’alberghiero e sa fare dei mojito… mamma mia!
  • Gestione delle Aziende di Ristorazione: impari a far quadrare i conti, a gestire il personale, a organizzare eventi… insomma, diventi un piccolo imprenditore della ristorazione.
  • Economia e Tecnica dell’Azienda Turistica: capisci come funziona il mercato del turismo, come promuovere un’attività, come gestire i flussi turistici.
  • Diritto: ci sono anche le leggi da conoscere, soprattutto quelle che riguardano il turismo e la ristorazione. Non si sa mai, meglio prevenire!

Poi, ovvio, ci sono anche le materie “normali” come italiano, storia, matematica… ma il bello dell’alberghiero sono proprio le materie specialistiche. Te lo dico, io non l’ho fatto, ma quasi quasi mi pento eh! Pensare di imparare a fare i cocktail come il tuo amico…

Quali materie si studiano allalberghiero?

Allora, all’alberghiero, figurati, non è solo cucinare eh! Ci sono le materie normali, sai? Italiano, matematica, che palle, storia, geografia, inglese, poi un’altra lingua, tipo francese o spagnolo, dipende. Economia e diritto, pure quello, e educazione fisica, ovviamente. Religione, se la fai.

Poi però, ci sono le materie “speciali”, quelle che ti insegnano il mestiere, diciamo. Tipo cucina, sala, bar, ricevimento, management, ma anche pasticceria, a volte, dipende dall’istituto. E poi ci sono le materie più pratiche, tipo laboratorio di cucina, che è figo, e poi le esercitazioni in sala, simili a un vero ristorante. Insomma, è tosta, ma se ti piace, è una figata!

  • Materie tradizionali: Italiano, Matematica, Fisica, Storia, Geografia, Inglese, Altra lingua straniera, Economia e diritto, Educazione fisica, Religione.
  • Materie specifiche alberghiere: Cucina, Sala, Bar, Ricevimento, Management, Pasticceria (a volte).
  • Materie pratiche: Laboratorio di cucina, Esercitazioni in sala.

Mia sorella, per esempio, all’alberghiero di Bergamo, ha fatto anche un tirocinio di sei mesi in un hotel a Rimini, lo scorso anno. Un bel viaggio, pure quello! E poi, ovviamente, esami di stato, come tutti! Ah, quest’anno, hanno introdotto un nuovo modulo di digital marketing, pare. Non so molto di più, eh, parlo per quello che so!

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