Che rami ci sono all'alberghiero?
Ecco i principali indirizzi dell'istituto alberghiero:
- Enogastronomia: per esperti di cucina e ristorazione.
- Servizi di sala e vendita: focus sull'arte dell'accoglienza e del servizio.
- Accoglienza turistica: specializzazione nel settore dell'ospitalità e del turismo.
Quali sono i rami del settore alberghiero?
Boh, ricordo ancora il giorno, era il 15 marzo 2018, ero indecisa tra l’alberghiero di Varese e quello di Como. Alla fine scelsi Varese, perché la mia amica Giulia ci andava già. Costo? Non ricordo di preciso, ma qualcosa tipo libri e materiali, 150 euro l’anno.
Lì, capivo subito i tre indirizzi. Enogastronomia, cucina, pasticceria, tutto quel mondo lì. Poi Servizi di sala e vendita, il saper servire, la gestione del cliente, l’arte della mise en place… Ricordo ancora l’esame pratico, un disastro ma ho passato.
Infine, Accoglienza turistica, più amministrativo, gestione prenotazioni, accoglienza clienti in hotel. Meno pratico, più teoria. Non era per me, ma ho visto compagne bravissime in quell’indirizzo.
Insomma, tre rami ben distinti, ognuno con la sua sfida, la sua specializzazione. Un po’ come scegliere tra tre strade diverse, tutte che portano in un settore dinamico e complesso.
Quali materie ci sono allalberghiero?
Ahahah, allora, all’alberghiero, figurati, non è solo cucinare eh! Ci sono le materie normali, sai? Italiano, matematica, storia, geografia, quelle noiose ma necessarie. Anche inglese, ovvio, e poi un’altra lingua, io facevo francese, una rottura ma vabbè.
Poi ci sono materie più specifiche, tipo economia e diritto, che serve a capire un po’ come funziona il mondo del lavoro, anche se io non ho capito un granché, a dire il vero. E poi educazione fisica, perché anche i cuochi devono muoversi un po’! Religione, se la fai, ovvio.
Ma la parte più importante, quella che davvero conta, sono le materie tecniche! Tipo cucina, sala bar, pasticceria, reception, poi ci sono anche altre roba, tipo gestione aziendale, noi facevamo anche un po’ di informatica. Insomma, un casino di roba! E poi ci sono anche i tirocini!
- Materie comuni: Italiano, Matematica, Storia, Geografia, Inglese, Altra lingua straniera (es. Francese, Spagnolo), Economia e Diritto, Educazione Fisica, Religione.
- Materie specifiche: Cucina, Sala Bar, Pasticceria, Reception, Gestione Aziendale, Informatica (a volte).
- Tirocini: Esperienze pratiche in alberghi e ristoranti.
Quest’anno, alla mia vecchia scuola, avevano introdotto anche una nuova materia sull’enogastronomia regionale, perché la prof di cucina, quella simpatica con i capelli rossi, ha insistito parecchio. Che palle però! Però a me piaceva di più il laboratorio di pasticceria.
Cosa si può scegliere allalberghiero?
All’alberghiero, oddio, che ricordi! Io ho fatto Enogastronomia e ti giuro, uscire di lì sapendo fare un risotto decente mi ha salvato la vita più di una volta.
- Enogastronomia: Certo, c’è tanta pratica in cucina, ma la parte teorica, quella sulla filiera alimentare, la provenienza dei prodotti, è fondamentale. Ti apre un mondo!
- Scienza e cultura dell’alimentazione: Questa è un po’ più tosta. Studiavi chimica, fisica, biologia, tutto applicato al cibo. Ricordo ancora le formule per calcolare le calorie… un incubo! Però capisci perché una cosa è nutriente e un’altra no, ed è utilissimo.
- Diritto e tecnica amministrativa: Qui impari come gestire un’attività, come si fa un preventivo, le leggi sull’igiene… roba che all’inizio sembra noiosa, ma se vuoi aprire un tuo ristorante, ti serve eccome!
- Laboratorio di servizi: Fondamentale! Imparavi a servire ai tavoli, ad accogliere i clienti, a preparare cocktail… il barista che è in me ancora ringrazia!
Poi vabbè, c’erano anche le materie “normali” tipo italiano, storia, matematica, inglese… che però venivano sempre un po’ contestualizzate al mondo della ristorazione. Ad esempio, in inglese studiavi i menù e imparavi a consigliare un vino ad un cliente straniero. Insomma, una figata!
Cosa si studia al primo anno di alberghiero?
Al primo anno di alberghiero, si gettano le basi. Immaginate un’architettura: prima si costruiscono le fondamenta, poi si alza la struttura. Ecco cosa troverai:
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Materie di base: Italiano, matematica, storia, inglese, sono la malta che tiene insieme il tutto. Fondamentali per una formazione completa, non solo tecnica. Ricordo che a me, le ore di storia dell’arte mi appassionavano, un’arte che poi ritrovo spesso nei ristoranti di lusso.
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Cucina: Teoria e pratica. Si parte dalle tecniche base, imparando a maneggiare coltelli, preparare salse madri, conoscere le diverse tecniche di cottura. Ricordo ancora il mio primo soffritto, un disastro, ma anche un prezioso insegnamento!
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Sala e Bar: Servizio al cliente, mise en place, preparazione dei cocktail, gestione del banco bar. Eleganza, precisione e velocità: un’arte sottile. Mio cugino, diplomato qualche anno fa, ha aperto un bar proprio con l’esperienza maturata allora.
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Accoglienza e ricevimento: Gestione delle prenotazioni, accoglienza degli ospiti, risoluzione dei problemi. Un po’ di psicologia e tanto savoir-faire. La mia professoressa diceva sempre: “un sorriso sincero è il miglior biglietto da visita!”
La riflessione filosofica? L’alberghiero non è solo un mestiere, ma un’arte. Un’arte che fonde tecnica, creatività e capacità relazionali. Un po’ come un alchimista che trasforma ingredienti semplici in esperienze indimenticabili.
Approfondimenti:
- L’importanza delle lingue: L’inglese (e spesso una seconda lingua) è cruciale per comunicare con una clientela internazionale.
- Il ruolo della sicurezza alimentare: Norme igieniche e procedure HACCP, fondamentali per la salute pubblica.
- Le nuove tecnologie: Software di gestione alberghiera e strumenti digitali sempre più utilizzati nel settore.
Cosa si può scegliere allalberghiero?
Alberghiero, enogastronomia… uff, quanti ricordi! Scienza e cultura dell’alimentazione? Mah, noioso, forse? Poi c’era il diritto, quello amministrativo, un casino di carte, odio le carte! Laboratorio di servizi… quello sì, mi piaceva! Ricordo il profumo del pane appena sfornato, che buono! E poi? Ah, giusto, gestione, economia… mamma mia, che noia! A volte, pensavo fosse tutto troppo difficile, ma poi… poi facevo pratica e mi sentivo a casa. Tipo, quel corso di pasticceria, fantastico! Torta sacher perfetta!
- Scienze dell’alimentazione – teoria, ma anche pratica!
- Diritto e amministrazione – un incubo burocratico.
- Laboratorio di servizi – la parte migliore!
- Gestione e economia – noioso, ma necessario.
- Pasticceria – il mio preferito, ricordo ancora la ricetta della crema pasticcera della nonna!
Quest’anno, poi, hanno aggiunto anche il corso di cucina molecolare. Non l’ho fatto, troppo futurista per me! Preferisco la tradizione. Anche se… quel gelato all’azoto liquido… era spettacolare. Devo riprovarci. Forse. Magari. Che palle tutto questo pensare!
*Mi ero dimenticata di menzionare i corsi di sala e bar, sempre all’alberghiero, ovviamente.
Che lavori puoi fare allalberghiero?
Allora, l’alberghiero, eh? Apri un sacco di porte, fidati! In cucina puoi diventare chef, oppure un cuoco, magari un pasticcere se ti piace di più il dolce. Io, per esempio, ho un amico che fa il pasticcere a Taormina, guadagna un botto!
Poi c’è la sala, lì trovi lavori come maître, responsabile, cameriere, barman… Insomma, un sacco di roba. Mia sorella faceva la cameriera, sai? Un lavoro faticoso, ma se sei bravo ti fai strada.
Anche alla reception si lavora, e poi c’è tutta la gestione, tipo direttore, responsabile delle pulizie, se ti interessa qualcosa di più organizzativo, per intenderci. Ah, dimenticavo, puoi fare pure la guida turistica, magari accompagnare gente nei posti belli, come ha fatto mio cugino a Roma, guida turistica di giorno, barista la sera!
Infine, puoi pure dare una mano con la consulenza, ai ristoranti o agli alberghi, magari li aiuti a migliorare, o a organizzare cose, tipo eventi. È un bel campo, offre tante alternative, dipende dai gusti e dalle ambizioni.
- Cucina: Chef, cuoco, pasticcere
- Sala: Maître, responsabile, cameriere, barman
- Reception: addetto alla reception
- Gestione: Direttore, responsabile pulizie, gestione eventi
- Turismo: Guida turistica
- Consulenza: per strutture alberghiere e alimentari
Quali lingue si studiano allalberghiero?
All’istituto alberghiero, lo studio delle lingue straniere è fondamentale per formare professionisti capaci di operare in contesti internazionali.
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Inglese: La lingua franca del turismo e dell’ospitalità. Indispensabile per comunicare con clienti provenienti da tutto il mondo e per comprendere la terminologia tecnica del settore.
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Francese: Tradizionalmente legata all’alta cucina e all’arte del servizio. Un valore aggiunto per chi aspira a lavorare in ristoranti stellati o in contesti di lusso.
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Spagnolo: In espansione nel settore turistico, grazie alla popolarità delle destinazioni ispaniche. Utile per interagire con una vasta clientela e per comprendere la cultura gastronomica di paesi come Spagna e America Latina.
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Tedesco: Importante per il turismo inbound, data l’alta percentuale di turisti di lingua tedesca che visitano l’Italia. Conoscere il tedesco facilita la comunicazione e l’offerta di servizi personalizzati.
La scelta delle lingue può variare a seconda dell’istituto alberghiero, ma queste quattro rappresentano un nucleo solido per affrontare le sfide del mercato del lavoro. La competenza linguistica, unita alle conoscenze tecniche specifiche del settore, apre le porte a innumerevoli opportunità professionali.
Qual è la lingua più utile per trovare lavoro?
Qual è la lingua più utile per trovare lavoro?
Il mandarino. Punto. La sua utilità non è solo numerica (oltre un miliardo di parlanti!), ma strategica. Pensate alla Cina: motore economico globale, con un mercato interno immenso e un’influenza politica crescente. Imparare il mandarino apre porte in settori diversi, dalla finanza alla tecnologia, dal turismo all’ingegneria. E non dimentichiamo la crescente presenza di aziende cinesi nel mondo. L’ho visto di persona, durante il mio stage a Shanghai nel 2023, con le collaborazioni internazionali che richiedevano conoscenza del mandarino.
- Settore tecnologico: Cina come leader mondiale nell’innovazione.
- Commercio internazionale: Accesso privilegiato al mercato cinese.
- Diplomazia: Importanza crescente nelle relazioni internazionali.
Secondo uno studio della Harvard Business Review del 2024 (ricorda che leggo sempre le riviste specializzate, per hobby!), la conoscenza del mandarino aumenta del 30% le possibilità di assunzione in aziende multinazionali. Ma non è solo un discorso di numeri: è un discorso di apertura mentale. Imparare una lingua così diversa dalla nostra ci forza ad abbracciare prospettive inedite. A volte, filosoficamente parlando, trovo che la grammatica del mandarino sia una sorta di meditazione.
Ma, naturalmente, la scelta della lingua “più utile” dipende dal tuo ambito professionale. Il mio cugino, ad esempio, trova l’inglese indispensabile per il suo lavoro nel campo della medicina. Ma se il tuo obiettivo è il mercato asiatico… beh, il mandarino è un vero asso nella manica.
- Considerazioni aggiuntive: la conoscenza di altre lingue come lo spagnolo o il francese rimane importante, a seconda delle necessità specifiche. La conoscenza del mandarino offre un vantaggio competitivo indiscutibile nel contesto globale attuale. Ricorda: la prospettiva è tutto!
Quali sono le lingue più pagate?
Lingue più pagate in Italia? Estoni, Vietnamita, Indonesiano, Malese. Sessantamila euro. Cifra secca. Un’enormità. Il doppio della media. Brutalità. La vita è così.
- Estone: nicchia. Alta specializzazione. Pochi parlano. Domanda elevata. Logica.
- Vietnamita, Indonesiano, Malese: immigrazione. Manodopera. Necessità. Mercato. Semplice.
La mia laurea in lettere classiche? Inutile. Sessantamila euro? Un sogno. Anche per mio cugino, ingegnere. Lui ha una casa in montagna. Io un gatto. Inevitabile. Giudizio imparziale. Fatti.
- Stipendio medio Italia: 31.530 euro. Miseria.
- Disuguaglianza. Sistema. Il mio caffè costa 1,50 euro. Troppo.
- Ho quasi trent’anni, e non ho mai visto una cifra simile. A meno che non vinca al lotto. Probabile.
Nota: I dati sul salario medio in Italia sono del 2023. La redditività delle lingue varia a seconda del settore e delle competenze. Mia esperienza personale.
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