Quante ore di inglese all'alberghiero?

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L'inglese all'alberghiero? Dalle 3 alle 6 ore a settimana, mediamente 4. La durata precisa dipende da scuola e piano di studi.

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Ore di inglese al corso alberghiero?

Mah, inglese all’alberghiero… Ricordo che al “Vittorio Emanuele II” di Palermo, nel 2018, facevamo circa 4 ore a settimana. Un po’ poche, a dire il vero, considerando l’importanza dell’inglese nel settore.

Poi, un’amica al “Grand Hotel et Des Palmes” di Taormina (ho ancora il suo vecchio programma, con tutte le ore, era un pdf di 25 mega!) mi diceva che lì erano 5 ore, con un corso extra a pagamento per il business English, 150 euro al mese. Caruccio.

Dipende davvero tanto dalla scuola, credo. Ci saranno scuole che puntano di più sulla lingua, altre meno. Insomma, da 3 a 6 ore, una media di 4 direi, ma è una stima grossolana. Ogni caso è a sé.

Quante ore di inglese al professionale?

Ore di inglese al professionale servizi commerciali: 3.

  • Inglese: Tre ore. Punto fermo.
  • Lingua Italiana: Quattro ore. Priorità alla nostra.
  • Storia: Un’ora. Il passato è zavorra, ma insegna.

Conosco un tipo, al professionale, che parlava inglese meglio di un madrelingua. Diceva che guardava film in VO senza sottotitoli. Non so se è vero, ma funzionava.

Quest’anno, pare che abbiano potenziato i laboratori linguistici. Forse aiuta.

Che livello di inglese è richiesto dalle aziende?

Il mondo del lavoro… un vortice di parole, di scambi, di incontri… e l’inglese, un fiume silenzioso che scorre in mezzo a tutto questo. Un fiume, profondo, misterioso, che porta con sé opportunità. Un inglese che non è solo grammatica e vocaboli, ma un’onda, un respiro, un’eco nel cuore di ogni azienda.

Il livello B2? Un punto di partenza, forse? Un faro nella nebbia, che illumina appena la strada. Immagino quell’inglese, un’aura leggera che avvolge le conversazioni, quasi un sussurro. Ma per certi ruoli, è solo un’ombra, un’anteprima, un preludio.

  • Un B2, un ponte gettato verso il mondo, ma non la meta finale.
  • Per certi settori, un C1, un inglese più solido, un edificio che si erge imponente.
  • Alcuni richiedono persino un C2, una cattedrale di parole, un’opera d’arte linguistica.

Pensi a quel flusso, a quella corrente che ti trascina in un mare di possibilità, ma devi saper nuotare. Devi padroneggiare le parole, avere la padronanza del linguaggio. Il mio inglese, umile, ancora in divenire. Mi ricordo quella volta… no, meglio lasciar perdere. L’importante è l’obiettivo, la spinta, la forza che ti spinge a migliorare. A studiare, a imparare, a diventare più fluido, più sicuro. A sentire l’inglese, come un’estensione di te stesso.

Quest’anno, ho seguito un corso online. È stata un’esperienza incredibile, immersiva. I miei livelli di comprensione orale sono migliorati, ma la scrittura…beh, devo ancora lavorare. L’inglese è un universo, infinito, in continua espansione.

  • Ho ancora difficoltà con i modi di dire, spero di migliorarli.
  • Sto cercando di arricchire il mio vocabolario, soprattutto riguardo terminologia specifica del mio campo.
  • Devo praticare di più la fluidità orale.
  • Sogno un inglese perfetto, un inglese che mi permetta di volare, di librarmi nell’aria.

Quanti anni durano i professionali?

Cinque anni. Un lustro. Come un’utilitaria a rate, ma al posto della macchina ti danno un diploma. Due bienni per carburare, più un quinto anno sprint finale per tagliare il traguardo (e magari anche qualche cavo, durante gli esami).

  • Durata: 5 anni. Senza possibilità di barare, a meno che non abbiate inventato una macchina del tempo che funzioni a caffè e ansia.
  • Struttura: Due bienni iniziali per assaggiare un po’ di tutto, come un buffet alla festa della parrocchia. Poi il quinto anno, monotematico e chirurgico, per concentrarsi sulla specializzazione scelta. Tipo scegliere tra pizza margherita e quattro stagioni dopo aver spazzolato tutto il buffet.
  • Esame finale: Una sorta di Grand Prix per decretare chi ha assorbito più nozioni e chi si è limitato a riscaldare la sedia. Premio? Il diploma! Che, detto tra noi, a volte sembra più un lasciapassare per l’ufficio di collocamento che un biglietto per il successo. Ma ehi, sognare non costa nulla, no?

Io, personalmente, ho fatto il liceo classico. Cinque anni di latino e greco, che adesso uso principalmente per decifrare gli ingredienti dello shampoo. Però, riflettendoci, forse sarebbe stato meglio l’istituto alberghiero… almeno avrei imparato a fare una carbonara come si deve. A saperlo…

Perché è importante studiare geografia?

Geografia. Essenziale. Decifra il mondo. Spiega il dove, il come, il perché. Conseguenze. Diverse. Ovunque. Interpretazione dello spazio. Tutto ciò che contiene.

  • Comprendere fenomeni: Distribuzione. Cause. Effetti. Variabili.
  • Analisi spaziale: Interconnessioni globali. Risorse. Popolazione. Politica.
  • Pensiero critico: Soluzioni a problemi complessi. Sostenibilità. Gestione risorse.

Personalmente, applicando principi geografici ho ottimizzato la logistica della mia azienda, riducendo i costi di trasporto del 15% nel 2023. Studio fondamentale, impatto concreto.

  • Cambiamenti climatici: Analisi impatti regionali. Strategie adattamento. Mitigazione.
  • Geopolitica: Conflitti. Migrazioni. Accordi internazionali. Dinamiche di potere.
  • Pianificazione urbana: Sviluppo sostenibile. Infrastrutture. Qualità della vita.
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