Quanta matematica si fa all'alberghiero?
"All'alberghiero, la matematica è ridotta al minimo. Un vero peccato, perché una solida base matematica è cruciale per gestire costi, ricette e proporzioni in cucina con successo."
Quanto matematica si studia allalberghiero?
Mah, all’alberghiero di [Nome Città] che ho frequentato dal settembre 2015 al giugno 2020, di matematica ne ho vista pochina. Ricordo ancora il libro, tutto impolverato…
Due ore a settimana, il primo anno. Poi, puff, sparita. Un peccato, perché fare i conti per gestire un ristorante, calcolare i costi, i ricavi, è fondamentale.
Tipo, una volta, al ristorante dove facevo stage (da “Il Ghiottone” a [Nome Città] nell’estate del 2018, guadagnavo 600 euro al mese) ho dovuto aiutare il proprietario a fare l’inventario. Un disastro. Non sapevo da dove cominciare.
A scuola ci insegnavano le frazioni, le equazioni. Roba che non ho mai usato. Avrei preferito imparare a usare Excel, fare un business plan, gestire un budget. Cose utili, insomma.
Però i dolci erano buoni. La prof di cucina era bravissima. Ricordo ancora la sua torta al cioccolato. Magari avessi imparato anche un po’ di matematica applicata alla ristorazione.
D: Quanta matematica si studia all’alberghiero? R: Poca, generalmente solo il primo anno.
Che materie si fanno allalberghiero?
All’alberghiero? Non solo padelle.
- Italiano: Fondamenta, per comunicare, persuadere, comandare.
- Matematica e fisica: Dietro ogni ricetta, un calcolo. Non solo dosi.
- Storia: Sapere da dove veniamo, per capire dove andare. Anche in cucina.
- Geografia: Ingredienti, territori, mercati. Il mondo nel piatto.
- Inglese e altra lingua: Ospitalità globale. Senza frontiere.
- Economia e diritto: Gestire, non solo cucinare. Il business dell’eccellenza.
- Educazione fisica: Resistenza. Un cuoco non crolla mai.
- Religione: Questioni di fede. A volte anche in sala.
Più le materie specifiche, ovviamente. Ma quelle sono il dopo. Questo è il prima. Non dimenticarlo.
Quanto si studia allalberghiero?
Quanto si studia all’alberghiero… mmmh…
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Tre anni, se vuoi subito lavorare. Un diploma ce l’hai, insomma, qualcosa in mano. Tre anni che sembrano volare, credimi. Mi ricordo ancora il prof. di sala che mi sgridava perché non lucidavo bene le posate. Che stress.
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Cinque, se vuoi fare sul serio, se punti in alto. Cinque anni e poi la maturità. Io ho fatto cinque, ma a ripensarci… forse tre bastavano. Dipende da cosa vuoi fare, davvero.
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Alberghiero, che casino… pubblico o privato? Non fa differenza, secondo me. Tutti a parlare di stage e di cucine stellate, poi ti ritrovi a fare il cameriere al matrimonio di zia Assunta. Però, hey, impari un mestiere.
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Poi c’è sempre chi smette prima, eh. Chi si stufa. Chi capisce che non è la sua strada. L’importante è capire cosa vuoi, davvero. Io, a volte, mi chiedo ancora se ho fatto la scelta giusta.
In quale scuola si fa più matematica?
Notte fonda. Silenzio. E i pensieri, quelli sì che fanno rumore. Mi chiedo… dov’è che si studia più matematica? Al liceo scientifico, senza dubbio. Lo vedo anche con mio nipote, Marco, che frequenta il secondo anno. Sempre con libri e quaderni pieni di numeri, formule, grafici. Un incubo per lui, a dire il vero.
Ricordo ancora i miei anni al classico. Latino, greco, filosofia… un altro mondo. Eppure, anche lì, un po’ di matematica c’era. Ma niente a che vedere con le ore che passava la mia amica Chiara allo scientifico. Mi raccontava di derivate, integrali, roba che a me sembrava arabo.
- Liceo scientifico: Tanta matematica, fisica, chimica, biologia e adesso pure informatica. È cambiato molto negli anni, si sono aggiunte materie nuove. Si concentra proprio sulle scienze.
- Liceo classico: Qualche ora di matematica c’è, ma il focus è su altro. Letteratura, storia, filosofia…
- Altri licei: Dipende dall’indirizzo. Alcuni hanno più ore di matematica, altri meno. Al linguistico, per esempio, ce n’è meno che allo scientifico.
Marco, poverino, è sempre stressato. Dice che al biennio fanno già trigonometria e geometria analitica. Roba che io ho visto solo all’università, quando ho fatto Statistica. Lui vorrebbe fare il musicista, ma i suoi lo spingono verso ingegneria. E allora… tutta quella matematica, a cosa servirà davvero? Forse un giorno lo capirà. O forse no. Anche io, a volte, mi chiedo se le scelte che ho fatto siano state quelle giuste. La notte porta consiglio, dicono. Ma per ora, solo confusione. Ho preparato una camomilla, magari mi aiuta a dormire.
Quante ore di matematica si fanno al liceo alberghiero?
Ah, la matematica all’alberghiero! Roba da far venire l’orticaria… o forse no, dipende se devi calcolare le dosi per una torta da Guinness dei primati! 😉
- Matematica? 4 ore settimanali, sia al primo che al secondo anno. Praticamente, il tempo di cottura di un soufflé! 🕰️🍰
- Enogastronomia e ospitalità alberghiera: settore cucina. Che poi, diciamocelo, saper contare i soldi che entrano non fa mai male, no? 😜💰
- Inglese? 3 ore. Utile per capire le ricette di Gordon Ramsay e non bruciare tutto! 🔥
- Scienze motorie? 2 ore. Per smaltire i manicaretti (e per scappare se il ristorante va a fuoco!).🏃♀️💨
- Diritto? 2 ore. Fondamentale per non finire in galera per aver servito caviale avariato. ⚖️👮♂️
Pensa che una volta ho provato a fare una torta seguendo una ricetta trovata su internet. Doveva essere una cosa semplice, tipo “Torta della nonna”. Invece è venuta fuori una specie di… meteorite commestibile! Forse avrei dovuto ripassare un po’ di matematica! 😅
Quali sono le materie dellalberghiero?
Alberghiero: l’arte dell’ospitalità forgiata con rigore.
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Materie comuni: Italiano, matematica, storia, geografia, inglese, seconda lingua, diritto ed economia, educazione fisica, religione. Fondamenta imprescindibili.
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Discipline specifiche: Arte bianca, sala e vendita, accoglienza turistica, laboratori di cucina e pasticceria. La pratica come bussola.
Ogni materia è un tassello. Un mosaico per formare professionisti, non semplici esecutori.
Approfondimento: La scelta della seconda lingua straniera apre orizzonti inaspettati. Il tedesco, ad esempio, è una chiave per il mercato del turismo montano e termale, un’opportunità spesso sottovalutata.
Quali sono le materie della scuola alberghiera?
Ah, la scuola alberghiera, il posto dove si impara a impiattare un’oliva come fosse un’opera d’arte! 🤣
- Italiano: Per scrivere menù che fanno venire l’acquolina in bocca anche ai sassi. Mica pizza e fichi!
- Matematica e fisica: Essenziali per calcolare le dosi (e non far saltare la cucina!) e capire perché la maionese impazzisce. 🤯
- Storia e geografia: Per conoscere le origini dei piatti e sapere dove trovare gli ingredienti più esotici. Tipo, “ma il tartufo bianco arriva davvero da Alba?” 🧐
- Inglese e altra lingua straniera: Indispensabili per non farsi capire solo dal cameriere… e per ordinare il vino senza fare figure barbine! 🍷
- Economia e diritto: Per capire come far quadrare i conti (e non finire a fare i lavapiatti a vita!). 💸
- Educazione fisica: Per correre dietro ai clienti più esigenti (e non farsi rubare le mance!).🏃♀️
- Religione: Per pregare che la torta non si sgonfi… e che arrivi il weekend! 🙏
E poi, ovviamente, ci sono le materie serie, quelle che ti trasformano in un mago dei fornelli! Tipo:
- Cucina: Lì si impara a trasformare patate in opere d’arte (o quasi!). 🥔
- Sala e bar: L’arte di versare il vino senza fare la doccia al cliente. 🥂
- Accoglienza turistica: Sorrisi a 32 denti anche quando il cliente si lamenta che la pasta è troppo al dente. 😁
Ah, dimenticavo! Nei laboratori si passa più tempo che in classe, quindi preparati a sporcarti le mani… e a mangiare un sacco! 😋
Comunque, mia cugina ha fatto l’alberghiero e ora fa la sommelier, quindi… un bicchiere di quello buono non me lo nega mai! 😉
Cosa si studia al primo anno di alberghiero?
Al primo anno di alberghiero si gettano le fondamenta per una futura carriera nel settore turistico-ristorativo. Un po’ come costruire una casa, inizi con le basi: mattoni, cemento, fondamenta solide. Ecco cosa si “cementa” durante il primo anno:
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Scienze dell’alimentazione: non solo cucinare, ma capire la chimica e le proprietà degli alimenti, le trasformazioni durante la cottura. Ricordo ancora i miei esperimenti con le proteine durante il primo anno! Interessantissimo.
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Tecniche di cucina: dalle basi del taglio delle verdure alla preparazione di salse madri, si impara l’ABC della cucina. Un po’ come imparare le scale in musica prima di comporre una sinfonia.
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Sala e bar: l’arte dell’accoglienza, del servizio, della gestione della clientela. A volte sembra quasi teatro, dove ogni cameriere ha il suo ruolo. Un’esperienza che mi ha insegnato molto sulla comunicazione non verbale.
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Lingua straniera: fondamentale in un settore così internazionale. Io ho scelto il tedesco, una lingua che mi ha sempre affascinato per la sua struttura. E che mi è tornata utile in diverse occasioni!
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Nozioni di economia e gestione aziendale: perché anche un ristorante è un’azienda e deve essere gestita con criterio. Numeri, bilanci, costi… aspetti che a volte sembrano aridi, ma essenziali.
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Diritto e legislazione turistica: per conoscere le normative del settore e operare nella legalità. Un aspetto forse un po’ noioso, ma indispensabile.
Oltre a queste materie “teoriche”, ci sono anche laboratori pratici e stage che permettono di mettere in pratica quanto appreso in aula e di confrontarsi con la realtà del lavoro. Durante il mio primo stage ho lavorato in una piccola pasticceria di famiglia: un’esperienza intensa, ma che mi ha fatto capire la vera passione per questo mestiere.
In definitiva, il primo anno di alberghiero è un mix di teoria e pratica, un percorso formativo completo che fornisce gli strumenti necessari per iniziare una carriera stimolante e dinamica. Un viaggio alla scoperta di un mondo complesso e affascinante, che richiede impegno, passione e… un pizzico di follia! Personalmente, ho poi approfondito lo studio degli abbinamenti cibo-vino, un campo che trovo particolarmente stimolante. Chi lo sa, magari un giorno aprirò un ristorante tutto mio!
Che cosa si studia allalberghiero?
Sai, all’alberghiero… è strano, a pensarci ora, a quest’ora. Come un film sbiadito che rivedo nella testa. Materie… tante, un casino. Ma quelle che ricordo meglio, quelle che mi hanno davvero segnato, sono altre.
- Scienza degli alimenti. Mi ricordo ancora l’odore della pasticceria, quel dolce profumo di lievito e zucchero bruciato… un ricordo agrodolce, a dire il vero.
- Servizi di accoglienza. Sembra ieri che simulavamo clienti difficili, quelli rompiscatole che ti mettono a dura prova. Ho imparato a sorridere anche quando volevo urlare.
- Gestione aziende di ristorazione. Quanta teoria… e poi la pratica, con quei turni massacranti… Ricordo ancora il mio primo servizio, una tragedia.
Poi c’era tutto il resto: economia, diritto del turismo… cose che, sinceramente, mi sono scivolate addosso come acqua sul marmo. Non le ho mai digerite, quelle. Sono rimasto attaccato solo alle cose pratiche, a quelle che sentivo davvero mie. Tipo imparare a preparare una crema pasticcera perfetta. Oppure a gestire una sala piena di gente. Eppure… ora sono qui, a pensare a tutto questo, con questo vuoto nello stomaco. Chissà se ho fatto la scelta giusta.
- Nel mio caso, ho anche fatto un tirocinio estivo, al Grand Hotel di Riva del Garda, nel 2024. Esperienza pesante, ma che mi ha formato. Ricordo ancora la faccia del capo-chef…
Questa notte è lunga, e i pensieri ancora di più.
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