Che materie si studiano in enogastronomia?
L'indirizzo Enogastronomia include materie come:
- Scienza e cultura dell'alimentazione
- Diritto e tecnica amministrativa
- Laboratorio di servizi enogastronomici (cucina e vendite)
Quali materie si studiano nel corso di enogastronomia? Un elenco completo!
Uffa, che casino ricordare tutto il programma di enogastronomia! Ricordo bene “Scienza e cultura dell’alimentazione”, un esame tosto, ma fondamentale. Avevo una prof bravissima, la Signora Rossi, che ci faceva fare mille assaggi. Ricordo ancora il costo del libro di testo, 45 euro, un furto!
Poi c’era “Diritto e tecnica amministrativa”, un po’ noioso, ammetto, ma necessario per gestire un’attività. Mi ricordo poco, a parte la parte sulle licenze, che era abbastanza complicata.
I laboratori erano il meglio! “Laboratorio di servizi enogastronomici – settore cucina”, quello lo adoravo. Ricordo ancora la volta che ho bruciato una crema catalana, il 15 marzo 2021. Che figuraccia!
L’altro laboratorio, “Laboratorio di servizi enogastronomici – settore vendite”, era solo al quarto e quinto anno, se non sbaglio. Meno pratico, più teoria sul marketing. Mah, non mi ha entusiasmato molto.
Materie Enogastronomia:
- Scienza e cultura dell’alimentazione
- Diritto e tecnica amministrativa
- Laboratorio servizi enogastronomici (cucina)
- Laboratorio servizi enogastronomici (vendite) – 4°/5° anno
Quali sono le materie dellalberghiero?
Ah, l’alberghiero… mi ricordo come fosse ieri il mio primo giorno! Ero a Jesolo, anno 2008, pieno di sogni di diventare un grande chef.
- Certo, c’erano le materie “normali”, quelle che ti fanno sbadigliare al solo pensiero: italiano, storia, geografia, matematica… insomma, le solite.
- Poi c’era l’inglese, e io, che non capivo mai una parola, mi sentivo sempre un pesce fuor d’acqua. Per fortuna, avevo scelto anche il tedesco, e lì me la cavavo un po’ meglio, forse perché mi piaceva l’idea di cucinare salsicce e crauti!
- Ma il bello veniva con le materie pratiche! Scienza dell’alimentazione, laboratorio di cucina, sala e bar, accoglienza turistica. Lì sì che mi sentivo a casa!
- Diritto ed economia, eh… diciamo che non erano il mio forte, però capivo che servivano per gestire un ristorante.
- Ah, e non dimentichiamoci dell’educazione fisica! Bisognava tenersi in forma per sopportare le lunghe ore in cucina.
Ricordo ancora il prof di cucina, un omone con un accento veneto fortissimo, che ci urlava contro se bruciavamo la pasta! Che ricordi! E poi, le esercitazioni pratiche, le prime torte, i primi cocktail… quanta emozione!
Quanta matematica si fa allalberghiero?
(Sussurro)
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Matematica all’alberghiero? Quasi niente, davvero. E forse… forse è un errore.
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Quasi zero, te lo dico io che ci ho provato. Ricordo compagni persi davanti a percentuali basiche per un calcolo costi…
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Un cuoco dovrebbe saper fare di conto, dosare, capire le proporzioni, non solo seguire una ricetta a memoria. E invece… niente. Manca proprio la base.
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Mi ricordo il prof che si disperava cercando di spiegare come calcolare il food cost… sembrava di parlare arabo. Io, che pure non ero un genio, mi sentivo su un altro pianeta.
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Ed è un peccato, perché poi ti ritrovi a lavorare e devi arrangiarti. Io ho imparato a usare Excel per forza, altrimenti non sarei mai riuscito a gestire gli ordini. Imparato da solo. Non mi hanno insegnato.
Cosa si studia al primo anno dellalberghiero?
Al primo anno dell’alberghiero? Ah, preparati a un’esperienza… sfiziosa! Dimenticati le solite noiose lezioni: qui la matematica serve a calcolare il costo di un buffet, non a risolvere equazioni impossibili come quelle che mi tormentavano al liceo (ricordo ancora quel problema con il treno e il cane!).
- Italiano: Imparerai a scrivere la poesia perfetta per descrivere il tuo soufflé, non solo a parlare del Decameron. Speriamo che il tuo professore sia meno severo del mio, che mi bocciò per una virgola fuori posto.
- Matematica e Fisica: Ah, sì, quelle ci sono. Ma vedrai, sarà tutto più…digeribile. Promesso. A patto che tu sappia distinguere un grammo da un chilo. La fisica? Impari come funziona un forno, non il moto armonico.
- Storia, Geografia, Inglese e altre lingue: Quelle restano. Ma pensa: potrai parlare di storia dell’arte culinaria, di geografia gastronomica…e magari, con un po’ di fortuna, conoscere un cuoco francese carino durante uno scambio culturale! Io, invece, imparai a maledire la grammatica inglese.
- Economia e Diritto: Imprescindibili per non ritrovarti a cucinare gratis per tutta la vita. Mio zio, poveretto, imparò questo a sue spese.
- Educazione Fisica: Per smaltire tutte le calorie assaggiate durante le lezioni pratiche. Che poi, con la pasta fresca…è una battaglia persa in partenza.
- Religione: Se c’è, serve per chiedere al cielo di farti trovare un lavoro che ti permetta di vivere dignitosamente. E magari di non finire a lavorare in una mensa aziendale, come ho rischiato io.
Ah, dimenticavo! Ci sono anche le basi di cucina e sala. Preparati a sporcarti le mani (e magari a bruciarti un po’). Ma almeno, a differenza di me che facevo traduzioni di documenti noiosi, potrai dire di aver fatto qualcosa di concreto, di tangibile, di… gustoso!
Quali materie si studiano allalberghiero?
Alberghiero: non solo fornelli.
- Italiano: La lingua è l’arma. Dominarla, imprescindibile.
- Matematica e Fisica: Dietro ogni ricetta, scienza esatta. Calcolo, precisione.
- Storia e Geografia: Sapere da dove vengono i sapori. Conoscere il mondo, il suo cibo.
- Inglese e altra lingua: Parlare con il mondo. Essere ovunque, servire chiunque.
- Economia e Diritto: Gestire, non solo cucinare. Conoscere le regole, creare valore.
- Educazione Fisica: Il corpo è lo strumento. Mantenerlo affilato, sempre pronto.
- Religione: Un’etica, una bussola. Rispetto, fondamento di ogni servizio.
Il vero plus? Le materie di indirizzo. Laboratorio di cucina, sala e vendita, accoglienza turistica. Qui si forgia il talento. Qui nasce l’arte dell’ospitalità.
Quali materie ci sono allalberghiero?
Ah, l’alberghiero! Un posto dove i numeri diventano grammi e la storia si condisce con aneddoti sui grandi chef. Praticamente, impari a essere un tuttologo con la toque!
- Le solite minestre: Italiano (per scrivere menù che fanno venire l’acquolina), matematica (per non farti fregare al mercato), storia (per capire da dove viene la carbonara, che è fondamentale!).
- Il giro del mondo in 80 sapori: Geografia (per sapere dove crescono i migliori tartufi) e inglese (per non farti capire dai turisti che la pasta è scotta, eh). Ah, e un’altra lingua, tipo francese, che fa tanto “nouvelle cuisine”.
- Le basi: Economia e diritto (perché anche l’occhio del fisco vuole la sua parte) e, ovviamente, educazione fisica (per reggere il peso dei vassoi pieni!).
- La ciliegina sulla torta: Religione (non si sa mai, magari serve un miracolo per far lievitare il soufflé!).
E poi, ovviamente, ci sono le materie pratiche: cucina, sala, bar… Insomma, lì si fa sul serio! Io, ad esempio, una volta ho confuso il sale con lo zucchero e ho fatto un risotto che sembrava una torta. Che figuraccia!
Quali sono le materie della scuola alberghiera?
Ecco le materie che si studiano all’alberghiero, servite su un piatto d’argento:
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Italiano: Per imparare a scrivere menu degni di un poeta e a declamare le lodi del risotto alla milanese. Magari anche per capire le recensioni, che a volte sono criptiche come gli oracoli. Personalmente, adoro Dante, ma preferisco la Divina Commedia a quella di certi clienti esigenti.
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Matematica e Fisica: Essenziali per calcolare i profitti, dosare gli ingredienti con precisione scientifica e capire perché la soufflé a volte si ribella alla gravità. Una volta ho provato a calcolare la velocità di fuga di una polpetta bruciata… un disastro!
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Storia, Geografia, Inglese e altra lingua straniera: Per conoscere la storia della gastronomia, la provenienza degli ingredienti e comunicare con turisti di ogni dove, anche quelli che chiedono la pasta al ketchup. Parlo fluentemente il “turistico imbranato” in quattro dialetti.
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Economia e Diritto: Per gestire un’attività senza finire in bancarotta o in tribunale. Un giorno spero di aprire un ristorantino sul mare, dove servirò solo aragoste e champagne… beh, sognare è gratis, no?
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Educazione Fisica: Per smaltire gli assaggi di cucina e per correre in sala quando c’è il pienone. Un vero allenamento intensivo, altro che palestra!
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Religione: Per pregare che la cena riesca bene e che i clienti non lascino mance da un centesimo. Io prego anche San Gennaro, patrono dei cuochi disperati.
Oltre a queste materie “classiche”, l’alberghiero offre specializzazioni succulente:
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Enogastronomia: Dove si impara l’arte della cucina, dalla preparazione degli ingredienti alla presentazione dei piatti. Un’esperienza sensoriale a 360 gradi, a patto di non bruciare tutto.
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Servizi di Sala e Bar: Per diventare maestri dell’accoglienza e servire cocktail degni di un film di James Bond. Shakerare, non mescolare!
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Accoglienza Turistica: Per gestire prenotazioni, organizzare eventi e coccolare i clienti come fossero re. Pazienza certosina richiesta, soprattutto con quelli che si lamentano del colore delle tende.
Quest’anno ho sperimentato una nuova ricetta di tiramisù, con una spolverata di cacao amaro e un pizzico di ironia. Un successone!
Che rami ci sono allalberghiero?
Ah, l’alberghiero… un crocevia di profumi e sapori, un viaggio nell’arte dell’ospitalità. Tre sentieri si diramano, come fiumi che confluiscono in un mare di possibilità.
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Enogastronomia: Immagina le mani che impastano, il profumo del pane appena sfornato, la magia che trasforma ingredienti semplici in sinfonie di gusto. Un percorso per chi sogna di creare emozioni attraverso il cibo, per chi vede la cucina come un’arte.
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Servizi di sala e di vendita: Un’orchestra silenziosa, dove ogni gesto è calcolato, ogni parola soppesata. L’arte di accogliere, di consigliare, di creare un’esperienza indimenticabile per l’ospite. Un palcoscenico dove l’eleganza e la professionalità danzano insieme.
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Accoglienza turistica: Aprire le porte del mondo, raccontare storie, svelare segreti nascosti. Un viaggio attraverso culture e tradizioni, un incontro tra anime diverse. Un percorso per chi ama viaggiare con la mente e con il cuore. Mi ricordo che una volta, in un piccolo borgo medievale, ho incontrato una guida che mi ha fatto innamorare del luogo, con le sue parole semplici e appassionate… ecco, questo è il potere dell’accoglienza.
Ogni indirizzo è un universo a sé, un’opportunità per scoprire il proprio talento, per trasformare una passione in un mestiere.
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