Quando i bambini non fanno più il pisolino?

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I bambini, fino allanno, necessitano di due sonnellini giornalieri. Successivamente, mantengono solo quello pomeridiano fino ai 3-4 anni, abbandonandolo spontaneamente quando non lo richiedono più. Intervenire prima è controproducente.

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L’Addio al Riposino Pomeridiano: Un Momento Chiave nello Sviluppo Infantile

Il sonnellino pomeridiano, quel breve intermezzo di quiete e recupero energetico, è un pilastro fondamentale nei primi anni di vita di un bambino. Da piccolo, un neonato necessita di molteplici momenti di riposo durante la giornata, arrivando ad avere anche due sonnellini quotidiani fino al compimento del primo anno di età. Questi brevi break permettono al cervello in rapida evoluzione di consolidare le informazioni apprese, rielaborare le emozioni e ricaricare le energie per affrontare nuove scoperte e interazioni.

Superato il primo anno, la necessità di due sonnellini diminuisce gradualmente, lasciando spazio al più tradizionale riposino pomeridiano. Questo momento di relax, solitamente dopo pranzo, continua ad essere cruciale per lo sviluppo del bambino, offrendo un’opportunità di rigenerarsi dopo le intense attività della mattinata. Il sonnellino pomeridiano non è solo un momento di riposo fisico, ma anche una pausa mentale che contribuisce a migliorare l’umore, la concentrazione e la capacità di apprendimento.

Ma quando arriva il momento per il bambino di dire addio al riposino pomeridiano? La risposta, come spesso accade in ambito infantile, è “dipende”. Solitamente, l’abbandono del sonnellino avviene in maniera spontanea tra i 3 e i 4 anni. In questo periodo, il bambino inizia a mostrare segnali di insofferenza al momento del riposo, resistendo all’addormentamento, mostrando vivacità e vitalità anche nel pomeriggio, e non apparendo stanco o irritabile a fine giornata. Questi sono tutti indicatori che suggeriscono una progressiva diminuzione della necessità di riposo diurno.

È fondamentale sottolineare che forzare la mano, anticipando questo momento in maniera artificiale, può rivelarsi controproducente. Intervenire prematuramente e privare il bambino del sonnellino quando ne ha ancora bisogno può portare a irritabilità, difficoltà di concentrazione, iperattività e un generale peggioramento dell’umore. In altre parole, un bambino privato del riposo necessario rischia di diventare più frustrato, meno collaborativo e meno incline all’apprendimento.

Il consiglio, quindi, è quello di osservare attentamente il proprio bambino, prestando attenzione ai segnali che invia. Se il sonnellino diventa una battaglia quotidiana, se il bambino è visibilmente insofferente e se non mostra segni di stanchezza nel pomeriggio, allora potrebbe essere giunto il momento di accompagnarlo gradualmente verso una nuova fase della sua crescita. Questo non significa, ovviamente, eliminare del tutto momenti di quiete e relax. Al contrario, è importante introdurre attività tranquille nel pomeriggio, come la lettura di un libro, un gioco da tavolo o un momento di coccole, per favorire un passaggio graduale e sereno verso l’addio al riposino pomeridiano. L’ascolto e l’osservazione sono, come sempre, le chiavi per accompagnare al meglio i nostri bambini nel loro percorso di crescita.