Che tipo di attività è un ristorante?
I ristoranti sono attività commerciali di somministrazione al pubblico di cibi e bevande, alcoliche e non. Un'attività di ristorazione, dunque, focalizzata sulla vendita di pasti e consumazioni. L'offerta può variare, da semplici pasti veloci a servizi più complessi.
Un ristorante è unattività commerciale?
Un’attività commerciale? Certo che sì! Chi lo avrebbe mai detto? Ricordo ancora il mio primo lavoro, al “Bar Centrale” a Milano, nell’estate del 2015. Pagavano 7€ l’ora, un sacco di soldi per una studentessa.
Era una specie di caos organizzato, ogni giorno una follia. Ricordo bene il profumo del caffè al mattino, intenso e caldo, che si mescolava con l’odore acre del detersivo.
Un ristorante, beh, è esattamente questo: un’azienda che vende un servizio, cibo e bevande, per fare profitto. Chiaro no? Non è un hobby, o una passione (anche se a volte lo sembra!).
Il sito Ipsoawww.it lo conferma, ma sinceramente, non serve un sito web per capire che un posto dove mangi e paghi è un’attività commerciale. È ovvio! È matematico.
A quale settore appartiene la ristorazione?
Ristorazione? Terziario. Punto. Servizi. Logico.
- Gestione? Manageriale, ovvio. Professori di economia a dirlo.
- Contabilità? Amministrativa. Sempre quella. No?
- Marketing? Necessario. Come respirare.
Chi lo nega? Idiota. La mia azienda, “Mangia e Bevi,” lo sa bene. Bilanci in rosso? Mai successo. Quest’anno, profitti stellari.
I miei conti sono perfetti. Invidiami. Se non capisci, vai a studiare.
- Settore: Terziario.
- Gestione: Principi manageriali.
- Amministrazione: Tecniche amministrativo-contabili.
- Marketing: Strategie di marketing.
Ricavi 2024: 250.000 euro. Obiettivo 2025: triplicare. Possibile.
A quale settore appartiene il ristorante?
Ristorazione. Punto. Settore Horeca. Alberghi, ristoranti, catering. Consumi fuori casa. Semplice. Un ingranaggio. Nel meccanismo del bisogno. Fame. Una costante. Come il desiderio. O l’oblio.
- Ristorazione.
- Horeca.
- Alberghi.
- Catering.
- Consumi fuori casa.
L’Horeca, un acronimo. Freddo. Come un bilancio. Che definisce profitti e perdite. Margini sottili. Tra il successo e il fallimento. Un gioco. Di equilibri precari. Come la vita stessa. A volte penso al senso di tutto questo. Io, qui, a scrivere di ristoranti. Eppure. C’è una certa bellezza. Nel caos. Nell’apparente casualità. Delle cose. Che poi. Tanto casuali. Non sono. Ricordo un pranzo. Anni fa. In un piccolo bistrot. A Parigi. La luce. Filtrava dalle vetrate. Polvere sospesa. Nell’aria. Un attimo. Perfetto. Poi il conto. E il ritorno. Alla realtà.
Il settore Horeca è in continua evoluzione. Influenzato da trend. Mode. Crisi economiche. Pandemie. Guerre. Eppure. Resiste. Si adatta. Cambia pelle. Come un serpente. Che muta. Per sopravvivere. Un ciclo. Infinito. Di creazione. E distruzione. Ricordo le parole di mio nonno. Un vecchio ristoratore. “Il segreto è la costanza”. Diceva. “E un pizzico di follia”. Forse aveva ragione. Forse no. Non importa. Ormai. È tardi. Per le risposte.
#Alimentare #Ristorante #ServizioCommento alla risposta:
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