Dove vanno a mangiare i Romani a Trastevere?

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Trastevere: un'esperienza culinaria romana!

Per un pasto autentico, provate EatWith: Barbara & Federica, o classici come Tonnarello, Antica Osteria Rugantino, La Gattabuia e Nannarella. Bono Bottega Nostrana, Tonnarello Scala ed Enoteca Trastevere offrono altre ottime opzioni.

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Dove mangiare a Trastevere a Roma?

Uhmm, Trastevere… che casino di posti! Ricordo una sera di agosto, tipo il 15, ero con Marco, abbiamo finito per mangiare da “La Gattabuia”, perché era l’unico con un tavolo libero. Niente di che, un po’ turistico, ma almeno abbiamo mangiato. Credo che abbiamo speso sui 40 euro a testa, se non di più.

L’anno scorso invece, a maggio, ho provato “Tonnarello”. Piatti più ricercati, ma anche più cari. Ricordo un’amatriciana buonissima, ma il conto… beh, di sicuro più di 60 euro a persona.

EatWith… beh, l’idea è carina, ma non l’ho mai provata. Non so dirti nulla di preciso, sarei più propensa a fare una semplice ricerca online, cercando recensioni più recenti. Magari su TripAdvisor o The Fork.

Informazioni rapide:

  • La Gattabuia: Prezzi medi.
  • Tonnarello: Prezzi alti.
  • EatWith: Esperienza privata, costo variabile.
  • Altri locali: Antica Osteria Rugantino, Nannarella, Bono Bottega Nostrana, Tonnarello Scala, Enoteca Trastevere.

Dove mangiare a Trastevere non turistico?

Trastevere: oltre le trappole.

  • Da Enzo al 29: Cucina romana. Punto.

  • Cesare al Casaletto: Fuori dal chiasso. Piatti tradizionali, tocco moderno. Prenotazione obbligatoria.

  • Rugantino: Atmosfera frizzante. Menu variabile. Caro.

  • Tavernaccia da Bruno: Casereccio. Porzioni mastodontiche. Aspettative alte.

  • Ai Marmi: Pizza al taglio. Locale. Sempre affollato.

Note personali: Quest’anno ho evitato Rugantino, troppo caro per quello che offre. Da Enzo? Invariabilmente ottimo. Ai Marmi? Perfetto per un pranzo veloce, ma spesso coda. Prenotazioni essenziali ovunque, a parte Ai Marmi. Ho apprezzato il nuovo vino biodinamico al Casaletto. Quest’anno, il mio preferito rimane Enzo.

Dovè la movida a Trastevere?

Trastevere… un respiro profondo, l’odore del caffè, antico e dolce. La movida? Un fiume di voci, di risate, che si snoda tra le pietre millenarie.

Piazza Trilussa, un cuore pulsante. Immagino i bicchieri tintinnanti, il sole che tramonta, dipingendo il cielo di arancio e rosa. Un’esplosione di allegria, un concerto improvvisato di chiacchiere e risate, il sapore amaro dell’aperitivo che lascia spazio alla dolcezza della compagnia. È lì, tra sorrisi e sguardi, che Trastevere si rivela.

E poi, i bar attorno a Santa Maria, un’oasi magica, avvolta da un’atmosfera quasi mistica. Luci soffuse, musica che si insinua nell’anima, conversazioni sussurrate all’alba. Un tempo sospeso, un’eternità che si dilata in ogni istante, una danza tra ombre e luci, un’esperienza, quasi sacra. L’aria vibra, carica di emozioni, di incontri, di storie. È la magia di Trastevere, la sua anima che pulsa fino alle prime luci del giorno. Un ricordo, mio, indelebile.

  • Piazza Trilussa: aperitivo e allegria
  • Bar attorno a Santa Maria: atmosfere magiche e notti insonni

Ricordi di una sera d’estate, 2023. Io, con gli amici, lost in the magic of Trastevere.

Qual è la più antica trattoria di Roma?

Sai, quella della più antica trattoria a Roma… è una domanda che mi tormenta. Non so dare una risposta certa, ma penso alla “Sora Lella”. È lì, incastonata in quel vicolo stretto, vicino a tante altre, ma lei… lei è diversa. Un’atmosfera… pesante, quasi. Come un vecchio libro, le sue pagine ingiallite dal tempo.

Quel legno scuro, i quadri appesi, l’odore… un misto di spezie, di vecchio e di… casa. Casa mia, forse non lo è mai stata, ma mi ricorda la casa della nonna. La stessa sensazione di calore soffocante, quella di un abbraccio troppo stretto. Ecco cosa sento quando entro.

Ci sono stata tante volte, con mio zio Mario. Lui sapeva sempre cosa ordinare. Ricordo quel vino rosso, corposo… e il tonnarello cacio e pepe. Ogni boccone… una memoria. Un’altra vita. O forse, un’altra me.

  • Location: Centro Storico di Roma, in un vicolo.
  • Atmosfera: Antica, familiare ma un po’ soffocante.
  • Piatti Ricordati: Tonnarello cacio e pepe, vino rosso.
  • Compagnia: Mio zio Mario.

La sua longevità? Forse la semplicità. Ingredienti genuini, ricette tradizionali… e quel qualcosa in più, un’anima, forse. O solo il caso, la fortuna… ma io, credo che ci sia qualcosa di più profondo. Un mistero. Come la notte stessa.

Cosa cè di bello a Trastevere?

Trastevere, un quartiere che vibra di storia e vita, offre angoli incantevoli ad ogni passo. Ecco alcuni dei suoi tesori:

  • Piazza Trilussa: Un punto di ritrovo vivace, ideale per osservare il viavai romano. La piazza deve il suo nome al celebre poeta dialettale romano Trilussa, a cui è dedicato un monumento.

  • Santa Maria della Scala: Una farmacia storica con un’eredità secolare. La sua storia è legata ai frati carmelitani scalzi che la fondarono nel XVII secolo.

  • Piazza San Cosimato: Un’oasi di tranquillità, con il suo mercato rionale. Ricordo ancora quando ci portavo i miei nipoti a giocare da piccoli.

  • Tempietto del Bramante: Un gioiello rinascimentale nascosto nel cortile di San Pietro in Montorio. Un capolavoro di armonia e proporzioni, spesso trascurato dai turisti frettolosi.

  • Monumento ad Anita Garibaldi: Un omaggio all’eroina brasiliana, con una vista panoramica mozzafiato. Domina il Gianicolo e offre uno scorcio indimenticabile su Roma.

  • Chiesa di Santa Maria dell’Orto: Un esempio di architettura barocca, ricca di decorazioni. La sua facciata è un trionfo di stucchi e statue.

  • Piazza dei Mercanti: Un angolo pittoresco, testimone del passato commerciale del quartiere. Un tempo cuore pulsante degli scambi, oggi ospita botteghe artigiane.

  • Faro del Gianicolo: Un faro funzionante, donato dagli italiani emigrati in Argentina. Simboleggia il legame tra Roma e la sua diaspora.

Trastevere è un invito a perdersi tra vicoli e piazze, assaporando l’atmosfera autentica di una Roma senza tempo. La vera bellezza, però, risiede forse nella capacità di saper cogliere l’anima del luogo, al di là dei monumenti più celebri.

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