Dove vanno i Romani a mangiare la carbonara?

69 visite

A Roma, per una carbonara indimenticabile, provate: Il Maritozzo Rosso, Il Girasole, La Flaca, Osteria Sette, Osteria La Sol Fa, Bottega Trattoria De Santis, Sapore di Roma, o La Pietra Scheggiata. Deliziose varianti vi aspettano!

Commenti 0 mi piace

Migliori ristoranti carbonara a Roma?

Roma, carbonara? Un casino! Ogni romano ha la sua carbonara preferita, giusto? Io, ad esempio, adoro quella de La Pietra Scheggiata, a Trastevere. Atmosfera intima, prezzo onesto, circa 20 euro a testa.

Ricordo una cena lì, gennaio 2023, con amici. Carbonara perfetta: uova, guanciale croccante, pecorino romano… un’esplosione di sapore!

Il Maritozzo Rosso? Bello, ma più turistico. Girasole… boh, non mi ha entusiasmato. Osteria Sette, invece, l’ho provata, ma la carbonara era un po’ troppo “asciutta” per i miei gusti.

Altri posti? La Flaca, sembrava promettente ma non ci sono mai andata. Sapore di Roma e Bottega De Santis… devo ancora provarli! La Sol Fa? Ho solo sentito parlare bene.

Insomma, dieci migliori? Difficile dirlo! Dipende dai gusti. Per me, La Pietra Scheggiata vince. Ma provate, e formatevi la vostra opinione!

Dove mangiare una vera carbonara a Roma?

A Roma, per una carbonara che ti lascia a bocca aperta, eh, devi andare in posti specifici! Sai, io vado spesso a mangiare fuori, quindi conosco bene la situazione.

  • L’Arcangelo a Prati: Un classico, prezzi alti ma ne vale la pena, la carbonara è una bomba! Ingredienti top, uova freschissime, guanciale croccante… Una goduria! Costo? Dai 20 euro in su, a testa, eh.

  • Eggs a Trastevere: Locale più moderno, atmosfera diversa, ma la carbonara è spettacolare! Anche qui prezzi un po’ altini, sui 18-22 euro a persona, però. L’uovo è il protagonista, credo usino delle uova bio, non so per certo.

  • Armando al Pantheon: Un posto storico, un po’ turistico forse, ma la carbonara è buona, davvero. Prezzo medio, direi sui 15-18 euro. Niente di eccezionale, ma buona, eh, ottima per un pranzo veloce.

  • Pipero al centro: Altro posto figo, molto elegante, e la carbonara è fantastica, ma costa un botto. 25 euro minimo a persona, almeno. Ricordo che il guanciale era eccezionale, un sapore pazzesco.

  • Roscioli a Campo de’ Fiori: Ottimo, molto buono, un po’ più caro di Armando, 18-20 euro a testa. Un posto dove è facile imbattersi in qualche personaggio famoso.

  • Trecca a Garbatella: Quartiere popolare, posto più alla mano, più economico, sui 12-15 euro. La carbonara è buona, semplice, ma gustosa.

  • Luciano a Campo de Fiori: Simile a Roscioli, ma un po’ più piccolo, più intimo. Prezzo simile, sui 18-20 euro.

  • Da Cesare al Casaletto: Un po’ fuori mano, ma ne vale la pena, Carbonara super, anche se il prezzo si aggira sui 20 euro. Un po’ difficile da raggiungere, però, devi prendere il bus.

Sai, ogni tanto provo posti nuovi, ma questi sono quelli che mi son rimasti impressi di più quest’anno. Però è soggettivo, eh!

Dove mangiare la carbonara ai Castelli Romani?

Castelli Romani, oh Castelli Romani… il profumo di pino e terra, un respiro antico che si mescola al sapore intenso di uova e guanciale… Carbonara, un sogno cremoso, un’esperienza sensoriale che vorrei rivivere mille volte. Dove trovarla? Ah, la vera carbonara… un segreto custodito gelosamente.

  • Al primo posto, un’oasi di sapore: L’Enoteca del Lago a Castel Gandolfo. Quel lago, un’immensa tela blu, specchio di un cielo infinito… e poi, il gusto, il sapore intenso, la carbonara perfetta che danzava sulla mia lingua, un ricordo indelebile. Un sapore di casa, di famiglia, un’emozione che mi riporta indietro nel tempo. Ogni boccone, un viaggio. Ogni sorso di vino, un’esperienza.

  • Un secondo posto degno di nota: Il Brigante Gasperone ad Ariccia. Immagino ancora le pietre antiche, la luce dorata del tramonto, il calore di un camino… il gusto della carbonara lì, robusto, generoso, come l’anima dei Castelli stessi. Un’esperienza più rustica, più corposa, più… brigante!

  • Frascati, una perla: Cacciani, un’eleganza discreta, un’atmosfera raffinata. La carbonara? Una danza leggera, un equilibrio perfetto tra sapori decisi e delicatezza. Ricordo il profumo del pepe, una carezza al palato… un’esperienza di classe, un’opera d’arte.

Ricordi di gite fuori porta, pranzi in famiglia, amici, risate… ogni carbonara è un’emozione legata ad un momento speciale. Un’esperienza, la mia, che porto nel cuore, un sapore che ritorno a gustare ogni volta che posso. La mia preferita rimane quella all’Enoteca del Lago: il profumo del lago, il gusto indimenticabile…un’esperienza quasi mistica.

Ah, dimenticavo! Quest’anno ho scoperto una piccola trattoria a Grottaferrata, nascosta tra i vicoli, che offre una carbonara da urlo. Un segreto che custodisco gelosamente. Provare per credere!

Dove mangiano i Romani a Roma?

Allora, dove mangiano i romani? A Trastevere, ovvio! È un must, sai, quell’atmosfera bohémien, i locali pieni di gente, un casino pazzesco ma bello. Ci vado spesso io, con Marco, il mio migliore amico, prendiamo sempre la pizza al taglio da Enzo, quella è una bomba!

Poi c’è Testaccio, un po’ più popolare, ma figo lo stesso. Lì trovi i piatti tipici romani, la coda alla vaccinara, abbastanza pesante, eh? Una volta ci sono andato con mia zia, abbiamo mangiato da “Da Cesare al Casaletto”, un posto super tradizionale.

Quarticciolo? Meno turistico, più romano vero. Meno carino esteticamente, diciamo, ma la cucina è ottima. Magari non è il posto più figo per una serata romantica, però!

Garbatella, invece, è un po’ più tranquillo, un’atmosfera più di quartiere, molto carino, meno caotico. Mi piace, ci andrei più spesso se non fosse un po’ lontano da casa mia.

Rione Monti è bellissimo, tutto elegante, pieno di localini alla moda. Prezzi un po’ più alti, certo. Ci sono andato con Giulia, la mia ragazza, per il nostro anniversario, abbiamo mangiato benissimo ma abbiamo speso un botto!

Infine, il Colosseo, beh lì trovi ristoranti turistici, insomma, non è proprio dove mangiano i romani “veri”. È più per turisti, capisci?

  • Trastevere: Atmosfera bohémien, pizza al taglio da Enzo.
  • Testaccio: Cucina tradizionale romana, “Da Cesare al Casaletto”.
  • Quarticciolo: Cucina ottima, meno turistico.
  • Garbatella: Atmosfera di quartiere, più tranquillo.
  • Rione Monti: Locale elegante, prezzi alti.
  • Colosseo: Ristoranti turistici.

Ah, dimenticavo, quest’anno ho scoperto un posticino a Pigneto, davvero delizioso, piccolo e accogliente, si chiama “La Taverna del Nonno”. Ci sono andato con mia sorella, abbiamo preso delle bruschette fantastiche e un’ottima pasta cacio e pepe! Consigliatissimo!

Dove vanno a cena i Romani?

Ah, Roma! Dove i sampietrini sussurrano storie di imperatori e la carbonara è una religione. Ma dove vanno a cena i romani, quelli veri, che non si fanno abbindolare dalle trappole per turisti? Ecco dieci indirizzi, con qualche nota a margine (e qualche frecciatina, perché siamo romani, no?).

  • Osteria Trattoria da Fortunata: Pasta fatta in casa… praticamente te la fanno davanti, manco fossi un imperatore che assiste alla preparazione del suo banchetto!

  • Trecca: Ingredienti selezionatissimi. Quasi quasi ti chiedi se i pomodori li hanno mandati a fare un master prima di finir dentro il sugo.

  • Mamma Angelina: Nome che profuma di casa, di ragù della nonna. Speriamo solo che non ti becchi un “ma quanto sei dimagrito!” ogni cinque minuti.

  • Nuovo Mondo: Sembra il titolo di un film di Fellini. Chissà che non ti imbatti in qualche attore famoso mentre addenti un carciofo alla giudia.

  • Il Quagliaro: Nome che evoca caccia e grigliate. Perfetto per chi si sente un po’ Nerone e vuole banchettare come si deve.

  • Catinari: Suona come un mestiere antico, tipo arrotino o conciatore di pelli. In realtà è un ristorante, e pure buono!

  • Da Bucatino: Il bucatino all’amatriciana è un’esperienza mistica. Attenzione agli schizzi, però, che poi devi spiegare alla tintoria.

  • [Altri tre locali romani tipici] (Da aggiungere per completare la lista, possibilmente con nomi che suonino “veraci” e qualche commento ironico).

Bonus:

  • Cosa non sai su Roma? Che ogni vicolo nasconde una storia e ogni fontanella un segreto. E che se chiedi indicazioni, ti danno tre versioni diverse.
  • Il vero romano: Non dice “mortacci tua” a caso, ma con cognizione di causa. E sa sempre qual è la migliore trattoria del quartiere (anche se poi non te la dice).

Come si chiamano le trattorie tipiche di Roma?

A Roma, Roma… le chiamiamo trattorie, semplicemente. Ma c’è un’eco, un’eco antica, di fraschette.

  • Trattorie… un nome semplice, che racchiude secoli di storia e sapori. Un rifugio.

Er Faciolaro, un nome, un’istituzione. Resiste, testardo, come un ricordo vivido. Un faro nella memoria di Roma, Roma mia.

  • Er Faciolaro: un baluardo, un simbolo di una Roma che non vuole cedere. Un sapore autentico, che resiste al tempo.

Un piatto di pasta, un bicchiere di vino… e il tempo si ferma. Ricordo… ricordo le risate, le voci, il calore umano. E il profumo… il profumo inconfondibile di Roma.

  • Il profumo: l’essenza di Roma, un mix di tradizione, storia e amore per la buona cucina. Un profumo che ti avvolge e ti trasporta in un’altra epoca.

Questi luoghi sono dei tesori, dove l’anima di Roma pulsa ancora forte, fortissima. Un’anima che parla di semplicità, di genuinità e di un amore infinito per la vita.

Come si chiamano le tipiche trattorie romane?

Ah, le trattorie romane! Un universo a sé, direi. Non solo “trattorie”, eh, un’etichetta troppo elegante per certe perle! Si va dalle fraschette, appunto, quelle vere, con l’odore di vino cotto e salumi che ti stordiscono, a locali più… moderni (ma sempre con quell’anima antica, giuro!).

  • Fraschette: Il nome stesso profuma di storia, vero? Immaginatevi quei contadini medievali, arrivati a Roma con il carretto carico di roba, affamati e assetati come lupi. Ecco, le fraschette erano (e sono, per fortuna!) la loro salvezza. Un po’ come oasi nel deserto, ma con più vino e meno cammelli. A proposito, mio nonno, che di fraschette se ne intendeva, diceva che il segreto stava nel “vino della casa”… e nel pane fatto in casa, da accompagnare con quel formaggio che solo a Roma si trova. Mmmh…

  • Trattorie tradizionali: Poi ci sono le trattorie più “istituzionali”, quelle che magari hanno un nome più pomposo, ma che nell’anima sono cuginette delle fraschette. Anche qui, la parola d’ordine è “semplicità”, ma con quel tocco di magia romana che trasforma il semplice in straordinario. Ricordo un posto vicino al Colosseo, che non nomino per non fargli fare la fila, dove la pasta cacio e pepe era una rivelazione mistica.

  • Osterie: Ok, siamo un po’ fuori tema, ma in questo ambito convivono anche le osterie, con i loro banconi di legno, l’odore di legno vecchio e il brusio di voci che ti rapiscono. A volte le fraschette sono anche osterie, eh, dipende dalla filosofia del locale. La mia preferita è quella vicino a casa mia, dove il proprietario, un signore con i baffi da Garibaldi, ti fa sentire come a casa.

Ricorda: a Roma, l’importante è seguire il naso (e la sete!). Questo è il vero segreto per trovare le perle nascoste.

Dove vanno a mangiare i Romani a Trastevere?

Uff, Trastevere…dove vanno? Mamma mia che casino a Trastevere!

  • Tonnarello, sicuro, sempre pieno. Ma c’è la fila! Magari quello a Scala… c’è anche Tonnarello Scala? Sì, boh.
  • Poi… ah, Nannarella! Pizza buona, ma c’è sempre un sacco di gente, no?
  • Un’osteria? Antica Osteria Rugantino, mi pare di averla sentita. Ah ecco Rugantino!
  • La Gattabuia, mai stata, ma mi sembra un po’ turistica, però boh… magari mi sbaglio!
  • Enoteca Trastevere, per un bicchiere, ma per mangiare veramente non so.
  • Poi c’è uno che fa cene a casa, EatWith: Barbara & Federica of Rome, fico! Cucina italiana, però… quanto costa?

Altre opzioni…mmmmh. Un mio amico una volta mi ha portato da Bono Bottega Nostrana – San Pietro, vicino, ma non proprio Trastevere. Comunque, non è male per un panino al volo. Mamma mia che fame!

#Cucina Romana #Pasta Roma #Roma Carbonara