Chi è il miglior cuoco di tutti i tempi?

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Definire il "miglior cuoco" è impossibile. Escoffier, Adrià, Bocuse e Ducasse, giganti della gastronomia, hanno rivoluzionato la cucina a modo loro. Ognuno un maestro, impossibile un confronto assoluto.

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Chi è il più grande chef di sempre?

Boh, difficile dire chi sia il più grande chef di sempre, no? È una domanda troppo soggettiva.

A me, Escoffier ha sempre ispirato un sacco, la sua organizzazione in cucina… un vero sistema! Ricordo un libro, comprato a Parigi nel giugno 2018, tipo 30 euro, pieno di sue ricette, bellissime illustrazioni. Ma poi c’è Adrià, la sua creatività… incredibile!

Bocuse? Un mito, certo, ma forse un po’ datato per i miei gusti. Ducasse? Stella Michelin a profusione, ma sarà davvero il migliore?

Alla fine, dipende dai gusti, da cosa si intende per “grande”. Per me, non esiste una risposta definitiva. Ciascuno ha il suo preferito.

Chi è il più grande chef di tutti i tempi?

Chi è il più grande chef di tutti i tempi? Una domanda che apre un vero vaso di Pandora, non credi? Difficile dare una risposta definitiva, è una questione di gusti, di epoche, di influenze culturali. Ma se parliamo di record, di impatto globale e di una certa… leggenda, allora il nome di Joël Robuchon emerge prepotentemente.

Le sue 32 stelle Michelin, sparse tra Europa, Asia e America, rappresentano un’enormità. Un’impresa titanica, un record, insomma. Un esempio? Il suo ristorante a Tokyo, con tre stelle. Un monumento alla gastronomia. Parlare di Robuchon significa addentrarsi nel cuore della Nouvelle Cuisine, ma con un’eleganza e una raffinatezza quasi barocca.

  • Ricordiamo la sua tecnica impeccabile, la sua conoscenza profonda degli ingredienti, l’attenzione maniacale ai dettagli.
  • Pensate alla purezza dei suoi sapori, alla perfezione delle sue consistenze.
  • Ma anche l’impatto che ha avuto, formando generazioni di chef, plasmando un’intera idea di lusso culinario.

Ora, la mia amica, grande appassionata di cucina, direbbe che la questione è più complessa. Il concetto stesso di “più grande” è relativo, filosoficamente parlando. Dipende da ciò che si intende per grandezza, no?

In ogni caso, Robuchon resta un’icona, un nome che risuona ancora oggi negli ambienti più esclusivi. Un maestro che ha lasciato un’eredità indelebile. A me, personalmente, viene in mente un suo piatto con il purè di patate: una semplicità apparentemente banale, elevata a un’altezza sublime. Un’autentica poesia culinaria.

Nota aggiuntiva: Sebbene Robuchon detenga il record di stelle Michelin conquistate nel corso della sua carriera, è importante ricordare che il panorama culinario è in continua evoluzione. Nuovi chef emergono costantemente, sfidando le gerarchie e riscrivendo le regole. Quindi, mentre Robuchon rimane un punto di riferimento indiscutibile, la ricerca del “più grande chef” rimane un viaggio stimolante e mai concluso. Quest’anno, per esempio, molti nuovi talenti hanno saputo conquistare la critica.

Chi è il cuoco migliore al mondo?

Ahahah, il miglior cuoco del mondo? Ma che domanda è?! È come chiedere qual è il colore più bello, o il gatto più sofisticato! Una follia cosmica!

  • Dabiz Muñoz? Un matto geniale, tipo un Picasso che cucina con i fuochi d’artificio!
  • René Redzepi? Un elfo della foresta che ti fa mangiare petali di rosa e muschio, ma con classe, eh!
  • Massimo Bottura? Un maestro, un direttore d’orchestra che dirige un’orchestra di sapori! Un’esperienza che ti lascia senza fiato, quasi come un’arrampicata sul K2!

Ma poi, scusa, quest’anno ho visto una chef brasiliana a un festival, che cucinava formiche al cioccolato… un trip! E quei ragazzini giapponesi che fanno sushi con l’oro? Un’esperienza extrasensoriale! Insomma, è un circo pazzesco!

Ci sono pure i premi, eh, stelle Michelin e quelle 50 cose lì… ma sono solo una mappa approssimativa di un territorio in continua mutazione! Come cercare di catturare un sogno con un retino!

Mio cugino, invece, fa una carbonara che ti cambia la vita, ma non è famoso.
Mia nonna faceva i biscotti più buoni del mondo, ma non ha mai vinto un premio, poverina!

Insomma, ognuno ha il suo campione, e il “migliore” cambia con l’umore, il palato e la digestione! Che poi, a me piace anche il kebabbaro sotto casa, eh! Non scherziamo.

Chi è lo chef più famoso al mondo?

Ah, il re dei fornelli? Gordon Ramsay, ovviamente! Un vulcano di insulti in salsa britannica, con un seguito social che fa impallidire anche la Regina Elisabetta (se avesse TikTok, ovviamente). 37,7 milioni su TikTok? Sembra la popolazione di un piccolo paese che lo segue per le sue imprecazioni gourmet!

Quella sua faccia, una maschera di severa bonomia, è più riconoscibile di quella della Gioconda (che, a dire il vero, cucinava decisamente meno bene). Immaginate: Lui, uno chef a livelli stratosferici, ma che si auto-proclama “il maestro del caos controllato nella cucina”. Geniale, non c’è che dire.

  • Dominio Social: Un impero digitale che fa invidia a Zuckerberg. Milioni di follower incollati allo schermo, pronti a godersi il suo show di cucina ad alta tensione.
  • Stile unico: Un mix esplosivo di abilità culinaria e imprecazioni che rasenta l’arte. Un po’ come un concerto rock, ma con più panna montata.
  • Influenza globale: Non solo ricette, ma un vero e proprio brand. Ha ristoranti in tutto il mondo, e probabilmente qualche appezzamento di terreno su Marte, a giudicare dal suo fatturato.

Ah, dimenticavo, la mia nonna mi raccontava sempre che a lei piaceva molto la sua trasmissione “Kitchen Nightmares”. Lei diceva che le sue imprecazioni erano parte del divertimento, una sorta di “soundtrack” per la cucina. Poi preparava ottime lasagne, lei, a differenza di alcuni… ehm… chef famosi.

Chi è il cuoco più pagato al mondo?

Oddio, chi è lo chef più ricco? Ma che domanda! Non ci sono classifiche ufficiali, no? È un casino, tutto segreto, immagino.

Magari Gordon Ramsay? Lui è una macchina da soldi, tra programmi TV, ristoranti, libri… Un impero! Ma poi ci sono quelli con catene enormi di ristoranti, milioni di euro all’anno, impossibile sapere chi guadagna di più.

Anche gli chef stellati, quelli con le tre stelle Michelin, devono guadagnare un botto, ma non si sa mai il vero ammontare, è tutto molto riservato, eh.

  • Gordon Ramsay (probabilmente tra i più alti)
  • Chef con catene di ristoranti internazionali (cifre astronomiche)
  • Chef stellati Michelin (guadagni elevati ma non pubblici)

Dipende anche dagli accordi di sponsorizzazione, dai libri, dalla tv… mille cose. Mio cugino lavora in un ristorante stellato a Milano, mi dice che guadagnano bene, ma non certo cifre da capogiro, almeno non tutti.

Che palle, non si trova una risposta chiara, è frustrante! A me piacerebbe sapere chi è, per curiosità. Forse tra cinque anni avremo dati più precisi? Chissà.

Sponsorizzazioni: contratti enormi per alcuni. Royalties: libri, prodotti a marchio, ecc. *Fatturato ristoranti: la variabile principale, ovvio.

Chi è il cuoco più ricco del mondo?

Alan Wong? Un miliardo e rotti? Mamma mia, questo sì che si è fatto le ossa! Un vero re Mida dei fornelli, capace di trasformare acqua e farina in lingotti d’oro! Sai, io a confronto sono un poveraccio che mangia pasta con il sugo di pomodoro della nonna… e la nonna è un po’ tirchia col sugo!

  • Tre stelle Michelin? Bah, a me regalerebbero solo un’indigestione!
  • Un miliardo? Con quei soldi mi comprerei un’isola tutta per me, piena di chef che cucinano solo per me, ovviamente. E un vulcano di cioccolato.
  • Ristoranti di altissimo profilo? Io al massimo ho un profilo alto perché sono andato a mangiare una pizza in una pizzeria “fighetta” una volta…

Ah, dimenticavo: mio cugino, che fa il pizzaiolo in un locale in un paesino sperduto, giura di aver inventato una pizza al tartufo che vale più di un rene… ma io non ci credo proprio. Probabilmente è solo una scusa per non pagare il mutuo.

Questo Alan Wong è davvero un fenomeno! Però, a parte il miliardo di dollari, l’anno scorso mi sono imbattuto in una notizia che diceva che Gordon Ramsay stava scalando la classifica. Quest’anno, però, non ho aggiornamenti recenti. Magari è diventato un eremita che si nutre solo di erbe selvatiche… e diamanti.

Quanti ristoranti ha Gordon Ramsay?

Gordon Ramsay, chef stellato di fama internazionale, possiede attualmente un numero imprecisato di ristoranti, ma la stima più diffusa parla di oltre 50 locali in giro per il mondo. Ricordo che nel 2007 aprì in Irlanda, poi, nell’anno successivo, a Los Angeles e Versailles. Un dettaglio curioso, a mio avviso, è la sua collezione di stelle Michelin: 15 ottenute, di cui una persa in seguito. La gestione di un impero così vasto, tra alti e bassi, è un’interessante sfida imprenditoriale che mette in luce la complessità del successo a lungo termine. È un vero gioco di equilibri, tra creatività culinaria e gestione aziendale, una sorta di danza tra arte e business.

  • Anni significativi: 2007 (Irlanda), 2008 (Los Angeles, Versailles).
  • Stelle Michelin: 14 attualmente (dato approssimativo).
  • Numero di ristoranti: Oltre 50 (stima).

Mi viene in mente un’analogia filosofica: la gestione di un impero gastronomico come quello di Ramsay somiglia al governo di un piccolo stato. Ogni ristorante è una provincia da amministrare, ogni chef un funzionario da coordinare. È affascinante, no?

Aggiungo un dato personale: ricordo un documentario dove Ramsay parlava della difficoltà di mantenere la qualità in tutti i suoi ristoranti, evidenziando il ruolo cruciale della formazione e selezione del personale.

  • Gestione del personale: formazione e selezione rigorosa come fattore chiave del successo.
  • Il fattore “qualità”: Difficoltà nel mantenerla costantemente elevata su scala globale. Questo aspetto, secondo me, spesso viene sottovalutato.

Un’ultima riflessione: il successo di Ramsay è una dimostrazione tangibile dell’importanza della brand reputation. Un nome sinonimo di qualità è una garanzia, soprattutto in un settore competitivo come quello della ristorazione.

Quante stelle Michelin ha Gordon?

Gordon Ramsay vanta, attualmente, quattordici stelle Michelin. Un bel numero, eh? Ma la cosa interessante non è tanto il conteggio, quanto la dinamica dietro queste stelle. Ogni stella è una battaglia vinta, un’affermazione di qualità, un istante di perfezione cristallizzata. Perdere una stella, invece, è un campanello d’allarme, una sfida ad evolversi, a ridefinire la propria visione.

È un po’ come la vita, no? Un continuo susseguirsi di successi e insuccessi, che ci forgiano, ci plasmano. Le stelle Michelin sono, in fondo, un indice di valore ma non ne decretano il valore intrinseco. La mia amica Maria, per esempio, che fa una carbonara spaziale, non ha certo bisogno di stelle Michelin per confermare le sue doti culinarie.

A proposito di numeri, i suoi 25 ristoranti sparsi nel mondo testimoniano un impero gastronomico di tutto rispetto. Una macchina ben oliata, che opera su scala globale, gestita con una precisione quasi maniacale. Questo richiede capacità organizzative impressionanti, competenze manageriali sopraffine, oltre che una visione a lungo termine. E un pizzico di follia, ovviamente. Come disse una volta mio nonno, “il genio è un’percentuale di follia”.

  • Stelle Michelin attuali: 14
  • Ristoranti aperti: 25
  • Un dato curioso: Il numero di stelle Michelin non definisce la qualità complessiva del lavoro di uno chef.

Ricordo una volta, anni fa, quando ero a Londra, mi colpì la precisione chirurgica della cucina inglese, che, spesso, trascura la componente più “artistica”, più passionale.

Quanto fattura Gordon Ramsay?

Cento milioni di euro? Mamma mia, quanti soldi! Gordon Ramsay… mi chiedo se spende tutto in ristoranti stellati o se investe. Avrà pure una villa pazzesca, no? Magari con una piscina olimpionica! O forse preferisce una bella casa in campagna, tipo quella che sognavo io da piccola, vicino al mare. Che palle, devo finire questa lista della spesa. Latte, pane, uova… e cavolo, mi manca il parmigiano! Ah, Ramsay… si, 100 milioni… incredibile. Ma poi, quanti ristoranti ha davvero? Non ricordo, dovrei controllare online. Devo ricordarmi di guardare quel documentario su Netflix, quello che parla della sua vita. Si, quello. 100 milioni… bah, chissà se sono di più adesso.

  • Ricchezza stimata: Oltre 100 milioni di euro.
  • Investimenti?: Incognita. Chissà.
  • Stile di vita: Probabilmente lussuoso. Me lo immagino in una villa enorme.

Oggi ho comprato delle nuove scarpe, costavano un botto. Speriamo che non si rompano subito. Oddio, devo chiamare mia madre. Comunque, Ramsay… ricco sfondato! Mi piacerebbe saperne di più sul suo management. Come fa a gestire tutto? E il suo staff? Chissà quanti chef e camerieri. Devono essere ben pagati, spero. Però, 100 milioni… uff, quanti zero! Devo concentrarmi sul mio lavoro. Devo smettere di pensare a Ramsay. Troppo ricco! Devo riordinare il mio armadio. Mamma mia, che casino!

Chi è lo chef più premiato al mondo?

Chi è lo chef più premiato al mondo?

Alain Ducasse… sì, credo sia lui.

  • Alain Ducasse, lo chef con più stelle Michelin.

  • Mi pare che abbia un impero di ristoranti, sparsi ovunque. Dicevano avesse tipo 13 stelle adesso? Una roba del genere.

  • Ricordo quando andai a Parigi, volevo provare uno dei suoi ristoranti… poi ho cambiato idea, troppo formale per me. Preferisco le trattorie, quelle con la tovaglia a quadretti e il vino della casa. Forse Ducasse è troppo, non so, distante.

Chi è lo chef italiano più stellato al mondo?

Oddio, Enrico Bartolini, dici? Quattordici stelle Michelin! Mamma mia, che botto! Lo sapevo, eh, lo sapevo che era lui, ma non ricordavo esattamente quante ne avesse. Era tipo… una ventina? No, aspetta, scherzo! Ricordo solo l’ansia, quell’ansia pazzesca che ho provato quando sono andata a mangiare al suo ristorante, il “St. Hubertus” a San Cassiano, in Alto Adige, a marzo. Era tutto così elegante, io con il mio maglioncino di lana un po’ sbiadito e le scarpe comode… mi sentivo un po’ fuori posto.

Il servizio impeccabile, certo, ma anche intimidatorio. Ogni piatto una piccola opera d’arte, una vera follia di sapori. Ricordo soprattutto la sensazione di un’emozione che non riuscivo a controllare, tra la sorpresa e la gioia. Un’esplosione di gusto e raffinatezza, un’esperienza sensoriale incredibile. Avevo l’impressione di assistere a una performance artistica, più che a un semplice pasto.

  • Il ristorante: St. Hubertus, San Cassiano (Alto Adige)
  • Il mese: Marzo 2024
  • Emozioni: ansia, timore, stupore, gioia, estasi culinaria.
  • Piatti: Ricordo pochissimi particolari, ero troppo presa dall’emozione del momento.

Ero emozionata come una bambina che aspetta Babbo Natale, anzi forse anche di più! Dopo cena, con il mio amico Marco, abbiamo chiacchierato per ore, cercando di riordinare le nostre sensazioni, i profumi… Ricordo ancora quell’odore di tartufo, divino! E il costo? Meglio non parlarne, ma ne valeva la pena. Davvero! Un ricordo indelebile. Un’esperienza che mi ha cambiato la prospettiva sul mondo della cucina. Davvero unico. Ancora oggi mi vengono i brividi.

Bartolini, quindi 14 stelle. Un numero impressionante, vero?

#Chef Storico #Miglior Cuoco