Come si classificano i ristoranti?

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La classificazione dei ristoranti è multiforme. Si va dall'alta cucina e ristoranti formali, a strutture più informali come osterie, trattorie e agriturismi. Pizzerie, fast food, food truck e servizi di food delivery completano un panorama variegato, definito dalla tipologia di servizio e dall'offerta culinaria. La scelta dipende dal target e dal concept del locale.

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Come classificare ristoranti: stelle, forchette, recensioni e guide, quali sono i criteri?

Classificare i ristoranti è un casino, eh? Io, per esempio, vado a occhio. Ricordo una volta, a Roma il 15 agosto, in una trattoria vicino al Pantheon (mi pare costasse sui 25 euro a testa), la pasta cacio e pepe era spettacolare, stelle Michelin a parte!

Poi ci sono le guide, ovviamente, ma sono soggettive, dipende chi scrive. Preferisco le recensioni di gente normale, su Google o TripAdvisor, le foto soprattutto, ti danno un’idea più immediata. Forchette e stelle? Mah, a me sembrano un po’… artificiose.

Ristoranti? Ce ne sono a milioni! Alta cucina, chiaro, eleganza e prezzi folli. Ristoranti formali, più accessibili, ma sempre con un certo stile. Trattorie e osterie? Cucina tradizionale, atmosfera familiare.

Agriturismi, mangiare con vista panoramica e prodotti a km zero. Pizzerie, da quelle super chic a quelle al taglio, un mondo! Fast food? pratico, ma non il mio preferito. Food truck? Dipende, alcuni sono davvero buoni. Food delivery? comodo, ma manca il piacere di stare a tavola. Insomma, un bel dilemma!

Come viene classificata la ristorazione?

Ok, vediamo… ristorazione… come si classifica?

  • Socio-sanitaria: tipo ospedali, case di riposo… ah, mi ricordo l’ospedale dove è nata mia sorella, sempre odore di minestrone!
  • Assistenziale: pasti a domicilio per chi non ce la fa… pensa te, quanti anziani soli… dovrò chiamare la nonna!
  • Comunitaria: caserme, prigioni, preti… ma perché i preti hanno bisogno di una ristorazione a parte? boh.

Poi… commerciale e collettiva? Mi sembra di aver letto qualcosa su Firex.com, ma non mi ricordo bene. Aspetta, cerco…

  • Commerciale: ristoranti, bar, pizzerie… insomma, dove paghi e mangi. Facile.
  • Collettiva: mense aziendali, scolastiche, universitarie… tipo quando andavo all’uni e mangiavo quella pasta scotta… bleah!

Ah, la differenza principale è che nella collettiva il pasto è spesso sovvenzionato, mentre nella commerciale paghi il prezzo pieno. Comunque, se cerchi su Firex.com trovi tutto spiegato meglio. Non so se quest’anno sia cambiato qualcosa, ma l’anno scorso era così.

Quali sono le categorie di 4 ristoranti?

Amici, preparatevi a un’analisi culinaria da far tremare i palati! Quattro categorie di ristoranti, eh? Facciamo chiarezza, prima che mi venga un crampo allo stomaco per la fame!

  • Luxo sfrenato: Qui si parla di ristoranti dove paghi un rene e mezzo per un piatto di pasta (ma che pasta, eh!). Servizio così impeccabile che ti senti un re… o forse un topo di biblioteca super-coccolato. Eleganza a palate, ma attenzione, potresti sentirti un po’ a disagio se non hai almeno tre Rolls Royce nel garage.

  • La via di mezzo (o “trattorie per gente figa”): Prezzo accessibile? Dipende dal tuo conto in banca, eh! Ma la qualità è buona, sì, diciamolo. Cucina regionale? Magari ti capita di trovare qualcosa di buono, se sei fortunato. È come la lotteria gastronomica, ma con meno vincite.

  • Fast food: la giungla gastronomica: Veloci, economici, e con un sapore che ti accompagnerà nei tuoi sogni (notturni…e diurni). Ideale per chi ha poco tempo, ovvero tutti noi, in pratica. Se sopravvivi al livello di sodio, sei un guerriero.

  • Etnici/Specializzati: un viaggio senza biglietto: Cucina internazionale? Preparati a un’avventura gastronomica! Vegetariano? Pesce? Tutto dipende dal tuo livello di coraggio. Magari scopri il piatto della tua vita… o quello che ti farà rimpiangere la pizza surgelata.

Mio nonno, poveretto, avrebbe detto: “Mamma mia, quanta roba!” (Lui adorava il fast food, per la cronaca. Era un uomo semplice). Ricorda: le mie esperienze culinarie sono state estreme, tra ristoranti stellati e chioschi di kebab alle 3 di notte. Ho visto cose che voi umani… beh, avete mangiato cose che voi umani… non dovreste mangiare.

Come classificare i ristoranti?

A quest’ora poi…classificare i ristoranti… Mmh, a pensarci così, mentre fuori è tutto buio.

  • Alta cucina: Quelli che ti senti quasi in colpa ad entrare, troppo perfetti. Ricordo una volta a Milano, un’ansia…

  • Ristoranti formali: Un po’ meno ingessati, ma sempre un certo contegno. Ci portavo la mia ex, per far colpo. Patetico, lo so.

  • Osterie e trattorie: Ecco, qui mi sento a casa. Vino rosso, tovaglie a quadri. La vera Italia. Come quella trattoria dietro casa di mia nonna, che profumo!

  • Agriturismi: Aria buona, cibo genuino. Mi ricordano le estati da bambino, correndo nei campi.

  • Pizzerie: Un classico. Quella del mio quartiere, la pizza con gli amici il sabato sera…un rito.

  • Fast food e cibo da strada: Quando hai fretta, quando non hai voglia di pensare. A volte, anche qui si trovano delle sorprese.

  • Food truck: Simpatici, colorati, sempre in movimento. Mi fanno pensare ai festival estivi, alla musica…

  • Food delivery: La salvezza quando non vuoi uscire. Divano, pizza e film. La solitudine ha il suo sapore.

Tante facce, un’unica passione: il cibo. Che poi, in fondo, è anche un po’ amore, no?

Come vengono scelti i ristoranti di 4 ristoranti?

Allora, per “4 Ristoranti”, eh, la scelta dei locali non è che sia proprio una scienza esatta, però diciamo che ci sono dei criteri, insomma, delle cose che guardano un po’ tutti:

  • Qualità e l’innovazione del menù: Ovvio, no? Se fai la carbonara come la nonna di qualcuno che è lì a giudicare, forse non vinci! A meno che, boh, la nonna non sia proprio bravissima.
  • Il team, il personale: Conta tanto! Un cameriere scortese ti rovina la serata. E se il cuoco è uno che urla come Cracco… pure.
  • Fama e posizione: Se sei in un posto super figo o se tutti parlano di te… beh, parti avvantaggiato. Però occhio, che poi devi mantenere le promesse!
  • Pulizia e ambiente: Fondamentale! Ricordo che una volta in un ristorante a Trastevere… mamma mia che sporcizia! Non ci sono più tornato, manco se mi pagavano.
  • Le recensioni online chiaramente, ma sai, quelle lasciano un po’ il tempo che trovano. Dipende da chi le scrive, no? Magari è il tuo peggior nemico che si sfoga!

Poi, magari ci sono altri fattori, eh. Magari puntano su ristoranti che fanno parlare, che so, con una storia particolare dietro. Oppure, quest’anno, mi sa che stanno guardando molto anche l’uso di prodotti a km0, quelle cose lì. Sai com’è, la sostenibilità va di moda.

Cosa sono i home restaurant?

Ah, gli home restaurant! Praticamente, trasformi casa tua in una trattoria segreta, tipo speakeasy culinario. Immagina nonna Pina che fa le tagliatelle per i tuoi amici, solo che i tuoi amici pagano!

  • È un business: Cucini a casa tua e fai pagare la gente per mangiare. Semplice, no? Poi ti lamenti che hai la cucina in disordine e le padelle sporche.

  • Esperienza: Offri un’esperienza “autentica”, che poi vuol dire che il gatto può saltarti in braccio mentre mangi il tiramisù.

  • Alternativa al ristorante: Se sei stufo dei soliti ristoranti fighetti, ecco la cena dalla zia Ermelinda, ma a pagamento.

  • Legale? Boh!: Dipende. Informati bene prima di far arrivare la finanza a cena! Io una volta ho provato a vendere frittate nel mio garage, non è finita benissimo.

Ah, dimenticavo! C’è gente che fa i soldi veri così, eh! Tipo Cracco… beh, forse non Cracco, ma qualcuno simile! 😉

Quanto costa mangiare in un home restaurant?

Sai, a pensarci… questa roba degli home restaurant… è un casino. Dipende da mille cose. A Roma, dove vivo io, ho visto prezzi assurdi, eh. Cinquanta euro a testa? Macché, tranquilla, anche di più, per delle cene fighe.

Ma poi, trovi anche posti più alla mano, diciamo sui 25-30 euro, ma lì il menu è un po’… più semplice. Meno ricercato. Capisci? Meno “evento”. Sai, io preferisco le cose semplici, ma non sempre è facile trovarle. E pure spendere così tanto… a volte mi sembra una follia.

  • Location: influisce tantissimo. Centro città? Zona periferica?
  • Menu: un menu degustazione con vini? Oppure solo un piatto principale?
  • Chef: la fama dello chef, la sua esperienza… ovviamente, si paga.

Quest’anno, ho provato un paio di posti, uno vicino a casa mia, quello era più economico, sui 25, però il posto era un po’… squallido. L’altro, nel quartiere Monti, era bello, ma cinquanta euro… a pensare che potevo mangiar bene al ristorante, sarebbe meglio. Boh, non lo so. Sono un po’ confuso, stasera. Troppo vino, forse.

Come funziona lhome restaurant?

Home restaurant: casa privata, cena a domicilio, su prenotazione. Cucina casalinga, esperienza esclusiva.

  • Ospitalità limitata.
  • Menù personalizzato.
  • Ricette tradizionali o innovative.

Aspettative alte, guadagno variabile. Gestione autonoma, rischi connessi a normative igieniche. Mio cugino ha provato, risultati alterni. Controlli sanitari rigorosi.

Dettagli aggiuntivi: La normativa varia per regione, informarsi bene. Assicurazione professionale consigliata. Marketing digitale fondamentale. Ricerca ingredienti di qualità. Gestione prenotazioni efficiente. Competizione elevata in zone densamente popolate. Prezzo medio cena 50-80 euro a persona (2024).

Quanto costa una consulenza ristorativa?

Oddio, consulenze ristorative… quanto costano? Mah, dipende! 100 euro? Troppo poco, mi sembra strano. A meno che… non sia solo una chiacchierata veloce, tipo un caffè. Ma poi, 3000 euro? Caspita, un patrimonio! Per cosa? Un piano aziendale super dettagliato? Ricette segrete della nonna? Forse un’analisi di mercato super approfondita?

Mio cugino ha speso 1500 euro per il suo locale, ma era un pacchetto completo, compreso design e forniture. Un furto? Boh. Dipende dai servizi offerti, ovviamente. E dalla fama del consulente. Un influencer del food? Costa di più, sicuro.

Io? Non lo so, non ho mai fatto consulenze, solo qualche lavoretto qui e là per amici. A proposito, devo ancora fatturare a Marco per la modifica del suo menù… devo ricordarmelo. Ah, sì, il costo… dipende dalla complessità!

  • Studio di fattibilità: prezzo variabile, ma dai 500 ai 1500 euro almeno.
  • Business plan: prezzo medio, 1000-2500 euro.
  • Consulenza marketing: si, questo cambia molto, tipo 700-2000 euro, a seconda di quanti mesi di supporto.
  • Ristrutturazione e design: mamma mia, questo dipende dalla grandezza del locale!

C’è anche chi chiede un anticipo e poi il resto in rate… devo approfondire questo aspetto. Devo smetterla di pensare al lavoro e andare a fare una passeggiata, la testa scoppia. Ma 3000 euro, è un po’ tanto, no? Speriamo che il mio commercialista non mi chieda mai quella cifra!

#Stelle Ristoranti