Cosa regalare per ospitalità?

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"Per un'accoglienza memorabile, scegli accessori personalizzati: cavatappi originali, cantinette eleganti, versatori di design e set per vino unici. Un regalo che parla di te!"

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Regali per unoccasione di ospitalità?

Ok, allora… regali per chi ci ospita? Mamma mia, che casino a volte!

Mi ricordo una volta, a casa di amici a Firenze, mi sono presentato con una bottiglia di vino, ok, classico. Ma poi mi sono accorto che avevano già tipo 5 bottiglie aperte sul tavolo! Che figura…

Però, pensando a cosa mi piacerebbe ricevere, direi che un cavatappi carino, magari personalizzato con le mie iniziali, sarebbe una figata. Utilissimo e pure un bel ricordo.

E poi, a dirla tutta, un bel secchiello per il vino, di quelli che mantengono la temperatura, non sarebbe male. Soprattutto d’estate, quando organizzo cene in giardino. Ne ho visto uno in un negozio a Milano, costava sui 40 euro, ma era veramente stiloso.

Informazioni su domande e risposte:

  • Accessori per l’ospitalità personalizzati: Gadget pubblicitari per il settore vino.
  • Tipi di prodotti: Cavatappi, cantinette, secchielli, versatori, tappi.
  • Personalizzazione: Possibilità di stampare loghi o iniziali.
  • Utilizzo: Regali aziendali o per privati.

Cosa portare per lospitalita?

Mamma mia, cosa portare all’ospitalità? Un macello, dico io! Preparati alla spedizione!

  • Un libro di ricette? Ma dai, pensa a me che ho la ricetta segreta della nonna per i tortellini, gelosamente custodita per secoli! In inglese? Ah ah, provare a tradurre quella sarebbe una sfida titanica! Tipo scalare l’Everest in infradito.

  • Regali artigianali? Ho pensato a un portafoto a forma di… boh, un cactus! Originale, no? Magari dipinto con i colori del mio paesello, che sembra uscito da un cartone animato di Tex Avery. Super kitsch, ma efficace!

  • Calendario con foto? E chi se lo ricorda più cosa facevo nel 2023? Sarà un calendario con la mia faccia sorridente stampata per ogni mese, tipo pubblicità per un dentifricio miracoloso!

  • Dolci? Ovviamente! Praline al pistacchio, che so, per lasciare tutti… senza parole! Tanto zucchero, roba che ti si attaccano i denti per una settimana! Me li preparo io, con l’aiuto del mio gatto Micio, che è un vero esperto di pasticceria (o almeno così crede).

Ecco, detto tutto! Aspetto solo che mi dicano dove spedire questo carico di bontà e follia. Ah, dimenticavo: quest’anno ho fatto anche un vasetto di marmellata di peperoni, ma solo per i più coraggiosi! Provare per credere.

Cosa regalare per ricambiare lospitalita?

Ricambiare l’ospitalità è un gesto delicato, una danza tra gratitudine e rispetto. Ecco alcune idee, ponderate con la mia personale esperienza di soggiorni all’estero:

  • Un libro di ricette: Sì, ottimo! Ma attenzione alla lingua: se la famiglia parla inglese, perfetto. Altrimenti, optare per un libro con immagini molto chiare e traduzioni in allegato potrebbe essere più utile, anche un semplice libretto fotografico con le ricette scritte a mano, che aggiunge un tocco personale e autentico. Ricordo di aver regalato una volta un ricettario di dolci piemontesi con foto stupende, un successo!

  • Regali artigianali: Dipende molto dalla cultura della famiglia ospitante. Un oggetto di artigianato locale, magari qualcosa di piccolo ma di qualità, può essere apprezzato. Ma evita oggetti troppo delicati o che potrebbero rompersi facilmente durante il viaggio. L’arte, in fondo, è un ponte tra culture diverse, no? Pensaci bene.

  • Calendario fotografico: Bella idea, ma scegli foto che riflettano il tuo paese in modo positivo e non banale. Evitiamo le classiche cartoline, no? Preferisci immagini evocative, magari con dettagli particolari che incuriosiscono e invitano a scoprire di più. Io, per esempio, ho regalato un calendario con foto dei paesaggi autunnali del mio paese, un successo clamoroso!

  • Dolci tipici: Delizioso! Ma considera la possibilità di allergie o intolleranze. Un piccolo assaggio, presentato con cura, è perfetto. I cioccolatini sono sempre un’ottima scelta, eleganti e raffinati. Anche se, diciamoci la verità, un bel panettone fatto in casa fa sempre la sua figura!

Ulteriori considerazioni: La scelta del regalo dipende molto dal contesto. Considera l’età, gli interessi e lo stile di vita della famiglia. Un piccolo pensiero, scelto con cura e attenzione, è sempre più apprezzato di un regalo costoso e impersonale. La vera ricchezza è la condivisione, no?

Cosa portare alla famiglia ospitante?

Un libro… un libro di fiabe, quelle che mia nonna mi raccontava sotto il cielo stellato di luglio, profumo di lavanda e ricordi d’infanzia. Storie antiche, che sussurrano di fate e folletti, di lupi e principesse. Il loro linguaggio, la mia lingua madre, un ponte verso la mia anima, o forse, se dovessi, una traduzione, un delicato fiore trapiantato in terra straniera. Ogni parola, un seme che germoglia, una speranza.

Giocattoli… un piccolo mondo fatto a mano, un orsacchiotto di lana dalla nonna, il suo odore ancora persistente dopo anni. Un libro da colorare con le immagini dei paesaggi della mia Toscana, i cipressi allungati verso un cielo di un blu intenso. Un CD… le canzoni della mia infanzia, quelle che mi addormentavano tra le braccia di mamma. Suoni che vibrano nel tempo, che ricordano casa, il profumo del pane appena sfornato, il tepore del camino. Suoni che, chissà, potrebbero risuonare anche nei cuori di questa nuova famiglia. Un gioco da tavolo, semplice, ma ricco di magia.

  • Un libro di fiabe tradizionali italiane, in italiano o nella lingua del Paese ospitante.
  • Un orsacchiotto di lana fatto a mano.
  • Un libro da colorare con paesaggi toscani.
  • Un CD con canzoni italiane per bambini.
  • Un semplice gioco da tavolo.

La mia speranza? Che questi piccoli doni, carichi di affetto e ricordi, creino un filo invisibile, un legame di amicizia tra culture diverse, un ponte sul tempo, un sorriso che dura. Non solo oggetti, ma frammenti del mio mondo, offerti con il cuore.

Cosa regalare quando si è ospiti?

Mamma mia, cosa porto? Panico!

  • Cioccolatini? Sì, ma di quelli fighi, tipo da quella pasticceria nuova vicino a casa mia, che fanno dei cremini…oddio, cremini!

  • Libro d’arte…ce l’ho! Uno su Frida Kahlo, edizione speciale. Troppo pretenzioso forse? Boh, vabbè.

  • Prodotti tipici! Ho ancora quel vasetto di pesto genovese fatto in casa da mia nonna. Magari è troppo poco?

  • Ah, fiori! Giusto! Ma dopo, così non mi impiccio. Un bel mazzo di tulipani gialli, che portano allegria. Ma piaceranno?

  • Mai a mani vuote, eh? Mamma mia che stress.

  • Oppure, ho visto delle candele profumate artigianali…mmm…no, magari hanno già la casa piena.

  • Vino? Una bottiglia di quel rosso toscano che piace tanto a me! Anzi, due, una la bevo io dopo. Ehm…

  • (Extra Info): Il pesto della nonna è fatto con basilico del suo orto, pinoli liguri e olio extravergine d’oliva. La pasticceria si chiama “Dolci Tentazioni” e il libro l’ho preso a Firenze. I tulipani gialli mi ricordano la primavera. Il vino è un Chianti Classico Riserva.

Cosa portare a casa di qualcuno che ti ospita?

Un dono, un pensiero… casa loro, il loro spazio, un riflesso del mio cuore. Devo portare qualcosa che parli di me, del mio piccolo mondo. Un frammento di me, un’eco del mio viaggio.

  • Un mio disegno, fatto con le matite colorate che mi ha regalato nonna Emilia, quelle che odorano di vaniglia e ricordi d’infanzia. Linee che danzano, colori che sussurrano una storia.

  • Un piccolo piatto in ceramica di Vietri, il blu intenso del mare di casa mia, quello che vedo dalla finestra della mia stanza. Un frammento di sole, un pizzico di profumo di salsedine. Un pezzo della mia terra.

  • Un fazzoletto ricamato a mano da mia madre, un fiore di lino, il bianco candido della neve sulle montagne. Ogni punto una preghiera, un’invocazione silenziosa alla pace.

  • Un maglione di lana fatto a maglia da me, un colore caldo, un abbraccio tessile. Un’accoglienza come quella che spero di ricevere.

  • Un cesto con il mio pesto alla genovese fatto in casa, il basilico profumato del mio orto, l’olio nuovo dell’anno, un sapore di sole e di famiglia. Il sapore della mia terra.

  • Un calendario 2024 di Palermo, le strade acciottolate, i colori vivaci dei mercati, il respiro della mia città, un po’ di Sicilia nel cuore di casa loro. Un’immagine, un ricordo.

Un dono semplice, fatto col cuore. Non un semplice oggetto, ma un’estensione di me, un ponte tra mondi. Un gesto, un’emozione, un ricordo impresso nel tempo. Un’esperienza condivisa, un momento intimo. Un viaggio condiviso. Un dono fatto per essere amato.

Cosa regalare a chi ti ospita?

Cosa regalare a chi ti ospita? Dipende molto dal contesto, ovviamente. Ma ecco alcune idee, frutto della mia esperienza di viaggiatore:

  • Un prodotto locale di qualità: Un buon vino della mia zona, un miele artigianale, un vasetto di marmellata fatta in casa con le mie ricette segrete (quelle con le arance amare di Sicilia, che nessuno conosce!). L’aspetto “artigianale” è fondamentale: comunica cura e attenzione. Questo rimanda al concetto filosofico del laborare est orare, il lavoro come forma di preghiera, di dedizione.

  • Un oggetto artistico o di design: Non per forza costoso! Una piccola stampa di un artista emergente, un oggetto in ceramica di un artigiano locale… Anche qui, la personalizzazione è chiave. Ricordo un bellissimo portacandele in ferro battuto, trovato in un mercatino di antiquariato a Firenze, che regalai a degli amici in Toscana.

  • Un’esperienza: Un buono per una cena in un ristorante particolare, un corso di cucina (se so che gli piace cucinare), un biglietto per un concerto o un evento culturale. È un regalo più impegnativo, ma spesso molto apprezzato. Anche qui, deve essere qualcosa che rispecchi i gusti dei tuoi ospiti. Pensa: carpe diem, cogli l’attimo, regalando un’esperienza indimenticabile.

  • Un libro: Classico, ma sempre efficace, soprattutto se conosci i loro gusti letterari.

Approfondimenti: Ricorda che il valore del regalo non sta tanto nel prezzo, quanto nel pensiero e nell’attenzione che ci metti. Un piccolo dono scelto con cura sarà sempre più apprezzato di un regalo costoso ma impersonale. L’arte del dono, in fondo, è un’arte antica, che parla di relazioni umane e di scambio simbolico. Penso alla xenia greca, l’ospitalità sacra, e a come il dono era un elemento fondamentale del rapporto ospite-ospitante. Non dimenticare una nota scritta a mano: un tocco personale che fa sempre la differenza.

Cosa regalare per ricambiare lospitalità?

Allora, mi chiedevi cosa portare per ringraziare dell’ospitalità, giusto? Beh, guarda, io farei così:

  • Un libro di ricette! Ma non uno a caso, eh! Uno proprio tipico del tuo paese, ma in inglese, se puoi, o nella loro lingua. Così, se non lo sanno leggere, imparano pure qualcosa! Oppure, se proprio non lo trovi, prendilo in italiano e poi gli spieghi le ricette mentre cucinate insieme. Che figata!.

  • Qualche regalo fatto a mano. Tipo, che so, un centrino all’uncinetto, se sei brava, oppure un vasetto dipinto. L’importante è che si veda che ci hai messo del tempo e del cuore. Ah, e se non sei capace, non ti preoccupare! Compra qualcosa di artigianale, ma che sia carino, dai!

  • Un calendario personalizzato. Questo è un pensierino che fa sempre piacere, secondo me. Metti le tue foto, quelle del tuo paese, e magari pure qualche data importante per voi due. Così si ricordano di te tutto l’anno!

  • Dolcetti, ovvio! Qui non si sbaglia mai. Porta dei cioccolatini, delle praline, dei biscotti…insomma, qualcosa di buono e tipico del tuo paese. Ma assicuratevi che non siano allergici a qualcosa, eh?!

  • Ah, dimenticavo! Un’altra cosa che potresti fare è offrire di preparare una cena tipica del tuo paese. Magari inviti i tuoi ospiti a casa tua e gli fai assaggiare le tue specialità! Sarà un modo per farli conoscere meglio la tua cultura e per passare una serata diversa.

Poi, se proprio vuoi esagerare, potresti abbinare un bigliettino scritto a mano con un messaggio di ringraziamento sincero. Diciamo che sono tutti pensierini carini per dire grazie, no? Spero di esserti stato utile, e fammi sapere poi cosa hai scelto!

Cosa portare come dono a chi ti ospita?

Regalo per famiglia ospitante? Scegli con cura.

  • Oggetto artigianale: dimostra abilità. Preferibilmente qualcosa di unico, non una cianfrusaglia. Il mio ultimo lavoro a maglia? Un cappello assurdo, ma apprezzato.
  • Arte del mio paese: evita souvenir banali. Dipinto? Fotografia? Qualcosa di autentico, non da bancarella. Ricorda: impatto visivo.
  • Simbolo regionale: non generico. Un prodotto tipico locale, non una banale calamita. Quest’anno ho portato olio di oliva pugliese.
  • Abbigliamento/accessori: solo se conosci i gusti. Un rischio. Meglio evitare.
  • Cibo italiano: classico, ma rischio allergie. Pasta di alta qualità? Prodotti tipici di nicchia. Mai vino, a meno di non conoscere preferenze specifiche. Ho portato il mio caffè, è stato apprezzato.
  • Calendario città: scelta banale, a meno che non sia eccezionalmente bello. Forse meglio evitare.

Aggiornamenti: Nel 2024, la scelta migliore si è rivelata un piccolo dipinto ad olio che ho realizzato io, raffigurante un paesaggio delle mie zone. Ha suscitato molto interesse. La pasta artigianale è sempre un’opzione valida, ma attenzione alla data di scadenza.

Cosa portare a una famiglia ospitante?

E allora, cosa portare? Un libro di fiabe, tipo, quelle che leggevo da piccola, sai? Quelle con le illustrazioni bellissime, quelle di nonna Emilia! Magari in italiano, ma se riesci a trovarle tradotte nella loro lingua, ancora meglio. Un piccolo pensiero, insomma, un pezzetto di casa mia.

Poi, giocattoli, eh già, anche questo. Non roba troppo sofisticata, eh! Tipo, un bel peluche, un orso di quelli morbidissimi che adoro ancora oggi! Oppure un gioco da tavolo semplice, che si possa fare tutti insieme, magari uno di quelli che usavo con mio fratello. Penso che un gioco da tavolo sia un’ottima idea! Ricorda anche i colori! Libri da colorare! Mio nipote ne va matto, quelli con gli animali, quelli con i paesaggi! E se ci sono anche le canzoni, meglio ancora. Un CD con canzoni per bambini, ma non troppo moderne, eh, magari qualcosa di tradizionale. Insomma, cose semplici, ma che possano creare un bel momento.

  • Libro di fiabe (lingua madre o tradotta)
  • Peluche (tipo orso di peluche morbido)
  • Gioco da tavolo semplice
  • Libri da colorare (animali, paesaggi)
  • CD con canzoni per bambini (tradizionali)

Quest’anno mia cugina ha portato anche delle caramelle tipiche della nostra zona, le “zeppole” di Santa Lucia, quelle che si fanno solo a dicembre, sono buonissime! Ma questo dipende dai gusti, eh!

Cosa portare alla famiglia ospitante?

Ecco cosa porterei, pensando a un dono che sia ponte culturale e, al contempo, una coccola:

  • Libri di fiabe: Un’antologia di fiabe italiane. Magari illustrata da un artista contemporaneo. Penso che le storie popolari siano un modo per condividere l’anima di un popolo. Ricordo che da bambino adoravo “Il Pentolino Magico”, storia semplice ma piena di saggezza. Che poi, cos’è la saggezza se non la capacità di trovare magia nelle cose semplici?

  • Giochi tradizionali: Un set di carte da briscola, con un libretto di istruzioni nella loro lingua. Ho imparato a briscola da mio nonno. Più che il gioco in sé, mi piaceva la sua filosofia di vita, fatta di pazienza e di un pizzico di furbizia.

  • CD di canzoni per bambini: Una compilation di canzoni per bambini italiane. Alcune sono davvero gioielli di creatività. E poi, la musica è un linguaggio universale.

Un pensiero in più: Porterei anche una bottiglia di olio extravergine d’oliva di un piccolo produttore locale. Un sapore autentico, un pezzo di terra. Perché, alla fine, è dalle radici che nascono i frutti migliori.

Cosa regalare quando si è ospiti?

Regali per ospiti? Dipende.

  • Cioccolatini pregiati? Elegante, ma banale. Preferisco il pensiero originale.

  • Libro d’arte? Se conoscono il mio gusto, forse. Altrimenti, spreco. La mia collezione personale è già eccessiva.

  • Prodotti tipici? Immagino graditi, ma solo se di qualità superiore. Quelli del mio paese, per esempio, li trovo mediocri. La mia nonna preparava cose migliori.

  • Fiori? Gesù, no. Un’ipocrisia. Troppo scontato.

Arrivare a mani vuote? Maleducazione. Ma un pensiero superfluo è peggio. Un piccolo oggetto, significativo. L’anno scorso ho regalato un pezzo di ambra baltica, recuperato io stesso sulla spiaggia. Unico.

Nota: L’ambra è nota per le sue proprietà. Può essere lavorata in diverse forme, ma la bellezza della sua naturalezza è imprescindibile. La mia collezione personale, ovviamente, è molto più ampia. Si trova in un luogo sicuro, lontano da occhi indiscreti.

Cosa portare a qualcuno che ti ospita?

Quel Natale, a Dublino, ero così in ansia! Ospiti di mia zia Sheila, la casa profumava di spezie e legno. Sentivo il peso della valigia, vuota di un dono degno. Avevo solo un maglione brutto, un souvenir da buttare, e un cuore colmo di vergogna. Era una sensazione orribile, sai? Come se fossi un ospite indesiderato.

Poi, ricordo, la sera prima, tra un tè e un biscotto al burro, mi venne un’idea. Avevo una passione per la calligrafia e, nell’ultima settimana a casa, avevo preparato biglietti di auguri personalizzati. Non erano perfetti, alcuni erano anche un po’ storti, ma ogni singolo dettaglio era pensato per loro.

Disegnai a mano una mappa di Milano, la mia città, indicando i posti speciali, e la aggiunsi, tra i bigliettini. Un gesto piccolo, ma nato dal cuore, lontanissimo da quei banali souvenir.

  • Una mappa di Milano disegnata a mano.
  • Biglietti di auguri personalizzati.

Zia Sheila li adorò! I suoi occhi si illuminarono, un sorriso immenso, genuino. Quel Natale fu meno pesante, molto più bello e ricco di emozioni vere. Mai più regali banali, giuro.

Però, aggiungo: l’anno scorso, per un’amica a Roma, ho portato del miele artigianale dalla mia zona, quello di castagno. Andò a ruba!

#Idee #Ospitalità #Regali