Cosa si mangia il 24 dicembre in Puglia?
Il 24 dicembre in Puglia? Un trionfo di sapori! Agnolotti foggiani, agnello con lampascioni, e nel Salento, sagne 'ncannulate e spaghetti con sugo di salsiccia. Ogni provincia offre le sue prelibatezze tradizionali, un vero viaggio gastronomico!
Cosa si mangia a Natale in Puglia?
Mmmh, Natale in Puglia… secondi piatti? Ricordo il pranzo di Natale del 2021 a casa di mia zia a Lecce. Tavolata enorme!
C’era un agnello arrosto spettacolare, cotto a puntino, profumo incredibile. Non ricordo il prezzo preciso, ma so che mia zia ci aveva messo un impegno pazzesco. Poi, un sugo di salsiccia pazzesco, che ha accompagnato le sagne ‘ncannulate. Era tutto squisito, un vero tripudio di sapori.
Le lasagne al forno? Beh, quelle erano già pronte, comprate dal fornaio di paese (credo costassero intorno ai 15 euro). Le ricordo buonissime, anche se la preparazione casalinga era di un altro livello.
Quest’anno, Natale 2023, proverò a replicare quel sugo di salsiccia, ho trovato una ricetta online… speriamo bene! Invece dell’agnello, forse un arrosto di maiale. Ma niente potrà battere il ricordo di quel pranzo.
Secondi piatti Natale Puglia: Agnello, sagne ‘ncannulate, lasagne, pasta con sugo di salsiccia.
Cosa si mangia la Vigilia di Natale in Puglia?
La Vigilia di Natale a casa mia, in Puglia… Quest’anno, come sempre, baccalà. Mia nonna, poverina, non c’è più, ma ricordo ancora il suo, lesso, un sapore che non si scorda. Quest’anno l’ho fatto io, è venuto… discreto. Non come il suo, ovvio. Poi, le pettole, quelle le faccio sempre un po’ troppo grosse, ma buone, eh? Un po’ unte, lo ammetto. E il calzone, quest’anno con le cipolle di mio zio, quelle rosse, forti, che ti lasciano il retrogusto in bocca anche il giorno dopo.
Le sgagliozze… beh, quest’anno le ho saltate. Troppo lavoro, e poi, diciamolo, sono un po’ pesanti. Preferisco le insalate, quelle con il cavolfiore, semplici, ma buone, fresche. Un contrasto con tutto il fritto. Però, un dolce ci vuole, no? Quest’anno, cartellate, classico. Anche se ho rischiato di bruciarle. Sono stata tutto il pomeriggio in cucina, fra odori e ricordi…
- Baccalà: Preparato in diversi modi (lesso, fritto, in umido).
- Pettole: Palline di pasta fritta.
- Calzone: Ripieno di cipolle, olive e acciughe.
- Sgagliozze: Fette di polenta fritte.
- Insalate: Con cavolfiore e altre verdure.
- Dolci: Cartellate al vincotto e frutta secca.
Mia nonna… manca tanto. Ricordo i suoi cenoni, era tutto diverso. Più… caldo, più famiglia. Ora è tutto un po’ più silenzioso, ma il sapore della tradizione resta. Anche se quest’anno le sgagliozze no.
Cosa si mangia il 24 dicembre a Bari?
Ah, Bari! Il 24 dicembre lì è una sinfonia di sapori marini, una vera e propria “pescata” di delizie. Diciamo che se sei un amante della carne, forse è meglio che ti prenoti una pizza d’asporto.
- Crudo di mare: Cozze nere, pelose (che nome!), noci, ostriche, tartufi di mare e gamberi. Praticamente un’immersione nell’Adriatico senza bagnarsi. Solo, attento a non ingoiare qualche perla!
- Capitone o anguille arrostite: Con alloro, per dare un tocco “agreste” al pesce. Diciamo che è come mettere il prezzemolo sulla frittura di paranza, ma con un pizzico di avventura in più.
- Gamberoni: Immancabili, come la zia che racconta sempre la stessa barzelletta.
- Baccalà fritto: Un classico che non tramonta mai. Croccante fuori, morbido dentro, come il cuore dei baresi (ma non ditelo in giro!).
A Natale, invece, si cambia registro. Via il pesce (almeno per un po’) e spazio alla carne, alla pasta fatta in casa e ai dolci che ti fanno rotolare fino a Santo Stefano. Ma questa è un’altra storia… o meglio, un altro pranzo!
Cosa si mangia il giorno di Santo Stefano in Puglia?
Ah, Santo Stefano in Puglia? Praticamente una maratona gastronomica post-natalizia! Roba da far resuscitare i morti, altro che Santo Stefano!
- Involtini di melanzane alla salentina: Questi sono i campioni, ripieni di mortadella, pomodori e capperi. Un’esplosione di sapori che ti fa dimenticare di aver mangiato panettone fino alle orecchie il giorno prima.
- Tortelli di zucca (Emilia Romagna): Ok, non siamo in Puglia, ma menzionarli è d’obbligo. Burro e salvia… roba da leccarsi i baffi (se ce li hai, ovviamente!). Diciamo che è l’alternativa “chic” all’orgia di melanzane.
Curiosità (e qui esagero un po’):
Mia nonna diceva sempre che a Santo Stefano, se non mangi almeno tre involtini e un piatto di orecchiette fatte in casa, sei come un albero di Natale senza palline: triste e inutile! Ovviamente, scherzo (forse).
Quali sono le tradizioni natalizie in Puglia?
Ah, la Puglia a Natale, un’esplosione di sapori carnivori! Dimenticatevi la dieta, qui si celebra il bue grasso con la grazia di un elefante in una cristalleria.
- Agnello al forno: tenero come un agnellino (ovviamente!), profumato di rosmarino e promesse di sonnellini post-pranzo. Dicono che porti fortuna, forse per dimenticare il colesterolo.
- Costine di maiale: grigliate o al forno, una sinfonia di croccante e succulento. I miei parenti si contendono l’osso più saporito come se fosse il Santo Graal.
- Involtini di carne: un abbraccio di vitello e pancetta, farciti con formaggio e aromi. La nonna li prepara con una tale devozione che quasi ti dispiace mangiarli… quasi.
E poi, dulcis in fundo, per digerire cotanta opulenza, una passeggiata sul lungomare, sperando che il vento spazzi via i sensi di colpa. Perché, diciamocelo, a Natale siamo tutti un po’ peccatori di gola, specialmente in Puglia.
Cosa si mangia alla vigilia in Puglia?
A Natale in Puglia? Ma che dici, amico?! Zampone e cotechino? Sì, quelli ci stanno, ma sono solo la punta dell’iceberg di una mangiata epica! È come scalare una montagna di cibo, preparati!
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Panzerotti? Una valanga! A Bari, te li trovi ovunque, una vera invasione di fritti deliziosi. Mia nonna ne fa una quintalata, giuro!
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Orecchiette con cime di rapa? Classico, ma se non hai mai provato quelle stufate… beh, preparati a un’esperienza mistica, una sorta di estasi vegetariana. La mia preferita, con un filo d’olio extravergine, ovviamente pugliese!
Poi, ovviamente, dipende dalla famiglia. Da noi c’è anche la minestra di cardi selvatici, una roba che sa di terra e di sole. Un vero capolavoro, un’esperienza spirituale.
Ah, dimenticavo! Dolci? Parliamo di frutta secca a vagonate, e di biscotti che sembrano delle sculture. Mia zia Maria, maestra pasticcera, quest’anno ha fatto una torta di mandorle alta più di me. Un vero monumento al dolce.
E, naturalmente, il vino! Un fiume di Negroamaro, Primitivo, e chissà cos’altro. A fine cenone, sembro un palloncino gonfio di gioia e alcol. Un vero spettacolo! Quest’anno aggiungeremo anche un’insalata di arance e finocchio, una novità che ha convinto persino mio zio, che normalmente mangia solo carne e patate!
Cosa si mangia a Bari il 31 dicembre?
Che palle, il 31 dicembre a Bari… lenticchie, ovviamente! Speriamo bene, quest’anno. Però, sai, a volte finisco a mangiare pizza, una cosa semplice, ma che mi conforta. Magari una birra, un po’ di musica… altro che feste.
Per l’Immacolata… ah, l’Immacolata! Pesce, sempre pesce. Ricordo il crudo, mio nonno che mi portava al mercato del pesce, l’odore… un casino, ma buono. Cannolicchi, ostriche… e poi? Non ricordo bene, ma so che era tutto buonissimo. E poi, il profumo di mare, che ti entrava nelle ossa, sai?
- 31 dicembre: Lenticchie (ma spesso pizza, per me)
- Vigilia Immacolata: Crudo di mare (cannolicchi, ostriche etc.)
Quest’anno però, a Natale, voglio provare a fare le orecchiette con le cime di rapa. Mia zia, poverina, è in ospedale, e a Natale senza la sua ricetta tradizionale… è un Natale un po’ strano. Spero solo di non combinare casini. Magari il cenone di Capodanno lo passo da solo, in pace. Quest’anno è stato pesante, un anno difficile.
Che si mangia la vigilia di Natale in Puglia?
Vigilia di Natale in Puglia? Ah, un tripudio di sapori! Immagina:
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Pettole: Frittelle che sembrano nuvole dorate, ma con un cuore di pasta lievitata decisamente più sostanzioso di un semplice batuffolo di cotone! Mio zio le fa così buone che potrei sposarle.
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Capitone arrosto: Un pesce dalla faccia un po’…curiosa, ma dal sapore che conquista anche i palati più blasonati. Ricorda un po’ la mia ex, all’inizio sembra strano, poi ti innamori.
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Cartellate: Dolcetti fritti, sembra quasi un peccato mangiarli, opere d’arte che si sciolgono in bocca, ma solo se le fai come mia nonna, altrimenti sono un disastro!
E poi? Il gran finale: rococò e mostaccioli. Un dolce abbraccio finale, un vero tripudio di zucchero e spezie. Quest’anno ho persino osato aggiungere un pizzico di peperoncino ai miei mostaccioli: un piccolo atto di ribellione dolce-piccante. Mia zia mi ha guardato male, ma erano buonissimi!
Ah, dimenticavo, quest’anno ho scoperto un nuovo vino locale perfetto per accompagnare tutto: un Negroamaro leggero, ma dal carattere deciso. Provare per credere!
- Nota: Le quantità e le preparazioni variano da famiglia a famiglia, e a volte anche da paese a paese. Questa è la mia versione della tradizione, condita con un pizzico di sana ironia e di esperienza personale.
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