Perché si batte il risotto sotto il piatto?

0 visite

Oh, battere il risotto sul piatto! Mi fa sempre un certo effetto, quasi una piccola danza culinaria. Non è solo questione di estetica, anche se un bel risotto ben steso è una gioia per gli occhi. È un gesto che completa la mantecatura, distribuendo uniformemente la cremosità, regalando una consistenza perfetta in ogni boccone. Un piccolo dettaglio, ma che fa tutta la differenza, un tocco finale di amore per il piatto!

Commenti 0 mi piace

Ah, il risotto sbattuto… mamma mia, che ricordi! Mi immagino subito nonna Gina, con il suo grembiule infarinato, che lo faceva con una grazia… quasi come se stesse suonando uno strumento!

Battere il risotto sotto il piatto… ma perché poi lo facciamo? Non è che uno si mette lì a farlo tanto per fare, no? C’è un motivo, e che motivo! Al di là del fatto che, diciamocelo, un bel risotto steso bene fa proprio un’altra impressione (chi non mangerebbe prima quello perfetto?), c’è molto di più.

È un po’ come dare l’ultimo tocco di magia. Ti immagini la mantecatura, tutto quel burro e parmigiano che si fondono… e poi, questo gesto! Aiuta a distribuire quella cremosità che ti fa chiudere gli occhi quando lo mangi. Sì, la consistenza… è quella che conta, no? Quella che ti fa dire: “Wow, questo è risotto!”

Mi viene in mente quella volta che ho provato a fare il risotto ai funghi per la prima volta. Un disastro! Troppo liquido, il riso scotto… un pasticcio. Poi, guardando mia zia, ho capito. Non basta seguire la ricetta, ci vuole amore, pazienza… e quel colpo di polso finale, quel toc del cucchiaio che fa la differenza.

Un dettaglio? Forse. Ma è quel dettaglio che trasforma un semplice risotto in un’esperienza. Un po’ come quando metti il basilico fresco sulla pizza… è quel piccolo gesto che fa dire: “Ecco, ora sì che ci siamo!”

Quindi, la prossima volta che vi ritrovate con un risotto fumante davanti, pensateci. Non è solo cibo. È una storia, un’emozione, un piccolo atto d’amore. E quel toc toc sotto il piatto… beh, è la firma dello chef, no? 😉