Quando si aggiunge il vino al risotto?

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Nel preparare risotti e altre pietanze come sughi e arrosti, la sfumatura con il vino è un passaggio cruciale. Laggiunta di vino in fase di cottura consente di deglassare il fondo di cottura, grazie alla sua componente alcolica, esaltando i sapori e arricchendo il piatto.

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Il momento perfetto per il vino nel risotto: un’alchimia di gusto e tecnica

Il risotto, piatto simbolo della cucina italiana, è un’alchimia di sapori e consistenze, un delicato equilibrio tra amido, brodo e, non da ultimo, vino. Ma quando è il momento giusto per aggiungere questo prezioso ingrediente? La sfumatura, quel gesto quasi rituale che sprigiona profumi inebrianti in cucina, è un passaggio cruciale, capace di elevare il risotto da semplice piatto di riso a vera e propria esperienza sensoriale. Sbagliare il timing, però, può compromettere il risultato finale.

L’aggiunta del vino non è un’azione meccanica, ma un’interazione chimica e gustativa con gli altri ingredienti. Avviene dopo la tostatura del riso, quando i chicchi sono diventati translucidi e hanno iniziato a rilasciare i loro amidi. Questo passaggio, fondamentale per la cremosità del risotto, crea un fondo di cottura ricco di sapori tostati, pronto ad accogliere il vino. Versarlo direttamente sul riso caldo provoca una reazione immediata: l’alcol evapora, portando con sé le note aromatiche più volatili del vino e, allo stesso tempo, deglassa il fondo di cottura, sciogliendo i preziosi residui di tostatura che altrimenti rimarrebbero attaccati al tegame. Questa “pulizia” non solo intensifica il sapore, ma contribuisce anche a evitare che il riso si attacchi, facilitando la mantecatura finale.

La scelta del vino è altrettanto importante. Generalmente, per i risotti si prediligono vini bianchi secchi e profumati, come il Pinot Grigio, il Vermentino o il Sauvignon Blanc. L’acidità del vino bilancia la dolcezza del riso e la sua aromaticità si fonde con gli altri ingredienti, creando un bouquet complesso e armonioso. Per risotti più strutturati, con ingredienti dal sapore deciso come funghi porcini o selvaggina, si può optare per un rosso leggero, come un Barbera o un Dolcetto, stando attenti a non esagerare con le quantità per evitare che il colore del vino domini il piatto.

È importante ricordare che l’alcol deve evaporare completamente prima di aggiungere il brodo. Questo passaggio è fondamentale per evitare che il risotto risulti troppo alcolico e che il sapore del vino copra gli altri aromi. Una volta sfumato il vino, si può iniziare ad aggiungere il brodo caldo, un mestolo alla volta, aspettando che venga assorbito dal riso prima di aggiungerne altro.

In conclusione, il momento giusto per aggiungere il vino al risotto è dopo la tostatura del riso, prima dell’aggiunta del brodo. Un gesto semplice, ma fondamentale per la riuscita di un risotto perfetto, cremoso, profumato e dal sapore indimenticabile. Un’arte culinaria tramandata di generazione in generazione, che trasforma pochi ingredienti in un piatto ricco di storia e tradizione.

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