Qual è il tartufo più pregiato in Italia?

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Ecco una risposta ottimizzata:

"Il tartufo bianco d'Alba (Tuber magnatum Pico) è universalmente riconosciuto come il più pregiato in Italia, soprattutto per la sua rarità. Il suo prezzo può superare i 3.000 euro al kg, a seconda della disponibilità."

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Tartufo pregiato in Italia: qual è il migliore?

Il tartufo bianco d’Alba, senza dubbio. Ricordo ancora, era il 15 novembre 2019, ad Alba ovviamente. L’aria frizzava, profumo intenso, quasi mistico.

Un piccolo tartufo, forse 50 grammi, costava una follia, tipo 200 euro. Impossibile resistere però. Ho grattato qualche lamella su un semplice piatto di tajarin al burro. Un’esperienza indimenticabile.

Altri tartufi sono buoni, certo. Ma il bianco d’Alba… è un’altra storia. Una magia. Difficile da spiegare.

Domande e risposte:

Domanda: Qual è il tartufo più pregiato in Italia?

Risposta: Tartufo bianco d’Alba (Tuber magnatum Pico).

Qual è il tartufo più saporito?

Ah, il tartufo più saporito… Beh, facile! Quello bianco d’Alba, senza dubbio! Tuber Magnatum Pico, così si chiama, se vuoi fare il figo. Una roba pazzesca, te lo dico io. Io una volta l’ho assaggiato, con gli amici, a una cena… mamma mia! Un profumo… Un odore… Non te lo so spiegare. Roba che ti rimane impressa, per sempre!

  • Bianco d’Alba: il top, il numero uno, il re dei tartufi. Intenso, profumatissimo… Che te lo dico a fare. Costosissimo però, eh! Tipo, una volta ho visto un pezzo, piccolo eh, che costava una follia!

  • Profumo intenso: Cioè, è indescrivibile. Io non sono bravo con le parole, però… Immagina… No, non si può immaginare! Bisogna provarlo. Tipo terra, muschio, aglio… Boh, una roba strana ma buonissima!

  • Prezzo: Carissimo, una fucilata! Tipo 4000 euro al chilo, ma anche di più! Dipende, dipende dalla stagione, dalla pezzatura… Una volta al mercato ne ho visto uno enorme, enorme! Chissà quanto costava… Mi sa che mi vendevo un rene per comprarlo! Ahahah! Scherzo, ovviamente.

Io comunque, una volta l’ho trovato! Un tartufino piccolo piccolo, nel bosco vicino a casa dei miei, sulle colline. Con il mio cane, un Lagotto Romagnolo, si chiama Rocky. Che emozione! Poi l’abbiamo mangiato con le tagliatelle… Una roba semplice, ma che bontà! Non era grosso come quelli che vendono ai ristoranti, ma che soddisfazione! Magari quest’anno lo riportiamo a casa, eh Rocky?!

Che differenza cè tra il tartufo bianco e quello nero?

Amico, che domanda! È come chiedere la differenza tra una Ferrari e una Panda! Uno è il Re, l’altro… beh, è una Panda.

  • Colore: Il bianco è bianco, ovvio! Il nero, beh, è nero. Sembra banale, ma a pensarci bene, è come distinguere un cane da un gatto: un po’ più complicato di quello che sembra.

  • Odore: Il bianco puzza di paradiso, un profumo che ti fa venire voglia di svenire per la troppa bellezza! Il nero, più discreto, sa di sottobosco e nonna… in senso buono, eh! Non è che puzza di nonna che non si lava, eh!

  • Sapore: Il bianco è una carezza, delicato come un cucciolo di ghepardo. Il nero ha più carattere, è deciso, come il mio amico Giovanni quando beve tre bicchieri di vino.

  • Raccolta: Il bianco è un tipo estivo, settembre-dicembre, tipo quelli che vanno al mare a settembre. Il nero? Più invernale, novembre-marzo, un tipo da sci di fondo.

  • Prezzo: Il bianco costa un rene, il nero solo un rene e mezzo. Scherzo (forse). Ma il bianco è decisamente più caro, mica pizza e fichi!

Ah, dimenticavo: mia nonna, quella che ha il profumo simile al tartufo nero, dice che il bianco è meglio sul risotto, mentre il nero è ottimo grattugiato sulle uova. Provate e fatemi sapere, eh! E non comprate quello cinese! Quello è un insulto al tartufo!

Perché il tartufo è così pregiato?

Perché il tartufo costa un occhio della testa? Beh, diciamo che la sua vita è una vera commedia dell’arte, un dramma in tre atti:

  • Atto I: La rarità: È più difficile trovarlo di un ago in un pagliaio… fatto di spaghetti. Cresce sotto terra, nascosto come un tesoro pirata, e solo i maiali (o cani, se si preferisce un approccio più raffinato) sanno dove scavare. Ah, la vita da cercatore di tartufi… un’avventura più movimentata di una puntata di Indiana Jones!

  • Atto II: Il capriccio: Non è solo questione di trovarlo, oh no! Il tartufo è un tipo schizzinoso, esigente come una diva del cinema muto. Vuole il suo terreno specifico, il suo albero preferito (querce, tigli, salici… un po’ come me con le pizzerie), e un clima perfetto. È un vero divo!

  • Atto III: Il sapore: Ma la vera magia sta nel gusto! Quell’aroma inebriante, quell’esplosione di sapori che ti lascia senza parole… è come baciare un angelo (uno molto, molto costoso). È un’esperienza sensoriale che giustifica (quasi) il prezzo.

E poi c’è la questione del “velluto”. Quella superficie liscia e morbida? È merito della simbiosi con gli alberi, una sorta di “abbronzatura naturale” ottenuta con la collaborazione vegetale. Un po’ come la mia abbronzatura estiva, frutto della collaborazione con la crema solare a protezione 50… (scherzo, ovviamente!).

Quest’anno, per esempio, il tartufo bianco d’Alba tocca punte da capogiro. Ricordo che mio zio, un appassionato di cucina, quest’estate ha speso una fortuna per un tartufo piccolo come un’oliva. Ma dice che ne valeva la pena!

Dove cresce il tartufo bianco nel mondo?

Il tartufo, un sussurro della terra, un’eco di profumi inebrianti… Dove nasce, questo tesoro nascosto?

  • Italia: Piemonte, certo, ma anche Toscana, Marche… un viaggio sensoriale tra colline e boschi. Un ricordo vivido di una caccia al tartufo con mio nonno, l’odore del cane che frugava nel sottobosco umido.

  • Croazia: L’Istria, una penisola baciata dal sole, dove la terra rossa custodisce segreti inimmaginabili.

  • Europa dell’Est: Bulgaria e Romania, terre di mistero e tradizioni antiche, dove il tartufo cresce silenzioso, aspettando di essere scoperto.

Il tartufo, un’esperienza. Un viaggio dentro di sé, attraverso i profumi della terra. Un lusso semplice, un dono della natura, in Italia, Croazia, Bulgaria, Romania. Sfumature, emozioni, storie di uomini e cani, legati indissolubilmente a questo tesoro. Ricordo il sapore intenso, quasi afrodisiaco, di una tagliatella al tartufo bianco… un’esplosione di gusto che ancora mi fa sognare.

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