Qual è il vino rosso più buono del mondo?

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Il "miglior" vino rosso è soggettivo. Eccellenze indiscusse? Bordeaux (Pomerol, Saint-Émilion), Barolo e Brunello di Montalcino, alcuni Cabernet Sauvignon Napa Valley. L'annata influenza crucialmente la qualità. Degustazione personale è fondamentale.

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Miglior vino rosso al mondo?

Il vino rosso “migliore al mondo”? Uhm, bella domanda! Secondo me è super soggettivo, ovvio. Dipende da cosa ti fa impazzire.

Però, diciamo che ci sono dei “classici” che non deludono quasi mai. Penso subito ai Bordeaux. Quelli di Pomerol e Saint-Émilion, mamma mia, che roba.

E poi, come fai a non citare il Barolo e il Brunello di Montalcino? Due orgogli italiani, corposi, intensi, un’esplosione di sapore.

Ah, e non dimentichiamoci dei Cabernet Sauvignon californiani, specialmente quelli della Napa Valley. Alcuni sono davvero eccezionali.

Certo, poi devi considerare l’annata. Un anno buono fa tutta la differenza del mondo, fidati! Mi ricordo che nel 2015, a una degustazione a Firenze, provai un Brunello di Montalcino annata 2010 che era una poesia. Costava un botto, sui 80 euro la bottiglia, ma li valeva tutti.

Domanda: Miglior vino rosso al mondo?

Risposta: La scelta è soggettiva. Vini rinomati: Bordeaux (Pomerol, Saint-Émilion), Barolo, Brunello di Montalcino, Cabernet Sauvignon (Napa Valley). La qualità varia con l’annata.

Cosa ha di particolare la Sassicaia?

La Sassicaia? Mamma mia, che vino! Ricordo una sera a casa di zio Marco, luglio 2023, cena in giardino, caldo afoso, ma con quella brezza marina che solo Bolgheri sa regalare. Era una bottiglia del 2015, una roba pazzesca!

Il colore, un rubino intenso quasi nero, opaco. Al naso, un botto di frutti di bosco, more mature, prugne, con un sottofondo di tabacco e liquirizia. In bocca? Potenza pura, ma elegante, una struttura incredibile, tannini setosi che accarezzavano il palato.

Era un’esperienza sensoriale totale, quel vino. Non era solo bere, era assaporare la storia, il terroir, il lavoro di generazioni di vignaioli. Un’emozione unica, un ricordo indelebile.

  • Colore: Rubino intenso, quasi nero.
  • Profumo: Frutti di bosco maturi, tabacco, liquirizia.
  • Sapore: Potente, elegante, tannini setosi.
  • Annata: 2015 (degustazione personale)
  • Luogo: Giardino di zio Marco, Bolgheri, Luglio 2023.

Zio Marco, grande intenditore, spiegava che la particolarità sta nel blend di Cabernet, nel terroir di Bolgheri, e nelle tecniche di vinificazione. Diceva che può invecchiare per decenni. Speriamo che la mia prossima bottiglia di Sassicaia sia altrettanto spettacolare! Magari un’annata più recente, un 2018, per provare una diversa espressione di questo vino fantastico. Devo controllare i prezzi…

Che tipo di vino è il Sassicaia?

Era un settembre afoso, credo fosse il 2021, in Maremma. Avevamo affittato un casolare sperduto tra le colline, vicino Bolgheri. Cena fuori, tavolata enorme, famiglia e amici. Ricordo il profumo di rosmarino e cinghiale in umido. Qualcuno stappò un Sassicaia. Io, ignorante in materia, pensai: chissà che roba sarà. Assaggiai. Un’esplosione di frutti rossi, una roba mai sentita. Chiesi informazioni e scoprii che era Cabernet Sauvignon, principalmente. Non un Cabernet qualsiasi, ma uno speciale, coltivato lì, in quella terra quasi magica. Da allora il Sassicaia è diventato per me sinonimo di serate speciali, di profumi toscani, di risate e chiacchiere sotto le stelle. Un sapore che mi riporta lì, in quel preciso istante.

  • Sassicaia: vino DOC prodotto a Castagneto Carducci (Livorno).
  • Uve: Almeno 80% Cabernet Sauvignon.
  • Zona: Bolgheri, Maremma Toscana.
  • Caratteristiche: Note di frutti rossi, struttura complessa.
  • Curiosità: Considerato uno dei migliori vini italiani. Spesso paragonato ai grandi Bordeaux.

Quanto può invecchiare un vino in bottiglia?

Quanto invecchia un vino? Dipende! È come chiedere quanto dura l’amore: a volte un fuoco di paglia, altre volte una fiamma che brucia per decenni, lasciandoti solo un po’ di cenere romantica.

I rossi? Beh, diciamo che la maggior parte sono come quei flirt estivi: belli, intensi, ma finiscono entro 3-4 anni. Certo, ci sono le eccezioni, i tipi “corposi”, quelli che sembrano usciti da un film di Fellini, con aromi che evolvono come un personaggio complesso. Questi possono arrivare tranquillamente a 15 anni, ma poi, ammettiamolo, diventano un po’ burberi, come mio zio dopo il terzo bicchiere di Amaro.

  • Vini rossi “normali”: 3-4 anni, massimo un po’ di più se li tratti bene (come se fossero il tuo gatto più coccolato)
  • Grandi rossi: 15 anni e oltre. Ma attenzione, dopo diventano più simili a un’antica pergamena che a un nettare divino! Provare per credere, ma non su mia nonna!

Ricorda: l’invecchiamento è una roulette russa, anche se nel caso del vino è molto più probabile che vinca il buon gusto (o no, dipende dal vino, eh…). Io, personalmente, preferisco bere giovane. Menomale che esiste la birra!

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