Qual è la differenza tra Prosecco Extra Dry e Brut?

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Il Prosecco si distingue per il contenuto di zucchero residuo, che determina le seguenti categorie:

  • Extra Brut: residuo zuccherino inferiore a 6 g/l
  • Brut: residuo zuccherino compreso tra 0 e 12 g/l
  • Extra Dry: residuo zuccherino compreso tra 12 e 17 g/l
  • Dry: residuo zuccherino compreso tra 17 e 32 g/l
  • Demi-Sec: residuo zuccherino compreso tra 32 e 50 g/l
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Prosecco Extra Dry e Brut: Due Anime di un Vino Effervescente

Il Prosecco, simbolo del Made in Italy e re indiscusso degli aperitivi, non è un vino monolitico. Al contrario, si presenta in diverse sfaccettature, ognuna caratterizzata da un preciso livello di dolcezza, espresso in grammi di zucchero residuo per litro (g/l). Tra le diverse categorie, Extra Dry e Brut sono tra le più popolari e, spesso, oggetto di confusione. Cerchiamo di fare chiarezza sulle differenze che le contraddistinguono, per orientare al meglio la scelta al momento dell’acquisto.

La differenza fondamentale risiede, come anticipato, nel contenuto di zucchero residuo. Questo zucchero non viene fermentato durante il processo di vinificazione e rimane quindi presente nel prodotto finito, influenzandone il gusto. Ecco i parametri di riferimento:

  • Prosecco Brut: Rientra in questa categoria il Prosecco con un residuo zuccherino compreso tra 0 e 12 g/l. Questo si traduce in un vino decisamente secco al palato, dove la freschezza e l’acidità predominano. Il Brut è spesso percepito come più asciutto e pulito, ideale per chi non ama la dolcezza eccessiva.

  • Prosecco Extra Dry: Questo Prosecco presenta un residuo zuccherino leggermente superiore, compreso tra 12 e 17 g/l. Questa maggiore concentrazione di zucchero conferisce al vino una rotondità e una morbidezza maggiori rispetto al Brut. L’Extra Dry risulta quindi più fruttato e amabile al palato, pur mantenendo una buona freschezza.

Ma cosa significa tutto questo in termini di degustazione e abbinamenti?

Il Prosecco Brut, grazie alla sua secchezza e vivacità, si sposa perfettamente con antipasti leggeri a base di pesce, crostacei, ostriche o verdure. È ottimo anche come aperitivo, soprattutto se accompagnato da stuzzichini salati che ne esaltano la freschezza. La sua acidità lo rende ideale per sgrassare piatti untuosi e per pulire il palato tra una portata e l’altra.

Il Prosecco Extra Dry, con la sua maggiore dolcezza, si presta ad abbinamenti leggermente diversi. È perfetto con antipasti più ricchi, come salumi, formaggi freschi o torte salate. Si abbina bene anche a piatti a base di verdure e a primi piatti delicati, come risotti o paste con sughi leggeri. La sua nota dolce lo rende un ottimo compagno per la pasticceria secca e i dolci non troppo zuccherati, come una crostata di frutta.

In sintesi, la scelta tra Prosecco Extra Dry e Brut è una questione di gusti personali e di abbinamenti gastronomici. Se si preferisce un vino secco, fresco e vivace, il Brut è la scelta giusta. Se invece si cerca un vino più morbido, fruttato e amabile, l’Extra Dry è la scelta ideale. L’importante è conoscere le differenze tra le due categorie per poter apprezzare appieno le sfumature di questo versatile vino spumante italiano.